il peccato di papa Francesco e la chiesa senza peccato di Scalfari, Marcione e Gapper – CCMC n. ? – 709.

nella sua predica della domenica (ahimé come è triste che, invecchiando, si debbano percorrere, tutti, delle strade quasi obbligate!) Eugenio Scalfari ha scoperto “la rivoluzione di Francesco” nel cristianesimo: “ha abolito il peccato”.

ora vorrei lasciare da parte per un attimo che Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa del Vaticano, in pratica il portavoce del papa, sia corso subito ai ripari con una netta dichiarazione di smentita alla Radio Vaticana.

vorrei occuparmi invece della straordinaria impreparazione sulla concreta storia del cristianesimo con cui Scalfari affronta questa tematica, e non è la prima volta che mi tocca farlo.

parlare del cristianesimo, sia pure da un altissimo pulpito, come quello di Repubblica, senza averlo studiato significa dire cose generiche, che finiscono col portare acqua al mulino dei pregiudizi diffusi.

proverò come posso a correggere il tiro da questo blog sconosciuto, visto che, per uno strano scherzo del caso, la tematica che Scalfari ha toccato viene a convergere con la ricerca in corso qui dentro, da qualche mese, sulla non autenticità, per me certa, delle Lettere attribuite a Paulus – sto sviluppandola via via in post contrassegnati con la sigla CCMC.

* * *

l’idea di un cristianesimo senza peccato, infatti, non è affatto nuova nella storia di questa religione e proprio nell’epistolario paolino si trova la più imponente testimonianza di come questa prospettiva sia stata posta con forza agli inizi stessi del vero e proprio cristianesimo, cioè nella prima metà del secondo secolo (fino a poco prima il termine “cristiano”, cioè messianista, indicava soltanto una particolare corrente dell’ebraismo).

cito un passo soltanto, dalla Lettera ai Romani, 7:

7Che diremo dunque? Che la Legge è peccato?

No, certamente!

Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge.

Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare.

8Ma, presa l’occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri.

Senza la Legge infatti il peccato è morto.9

E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita10e io sono morto.

Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte.

11Il peccato infatti, presa l’occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte.

12Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento. – probabile glossa, cioè commento interlineare entrato nel testo.

13Ciò che è bene allora è diventato morte per me?

No davvero!

Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento. – anche la seconda parte della frase, da “perché” in poi, è probabilmente un commento interlineare entrato nel testo; ma non è neppure da escludere che il testo, che oscilla vistosamente fra due idee opposte fra loro (la legge come radice del peccato e la legge come salvezza) sia stato rimaneggiato più ampiamente ancora.

meditazione di profondità vertiginosa – probabilmente anche interpolata, come appena visto, nella sua oscillazione fra tesi diverse – che proprio per la sua straordinaria grandezza ci convince continuamente – a torto – di essere necessariamente autentica.

e invece questa grandezza ci dice soltanto che non può essere attribuito ad un falsario qualunque, ma esige una mente grande, un uomo dotato di grande carisma; chi poteva essere?

* * *

la storia cristiana della prima metà del II secolo è segnata dall’aspro conflitto tra Marcione con i suoi numerosi seguaci e il resto della comunità cristiana.

secondo Marcione, che pare sia stato il primo a porsi il problema della identificazione di un nucleo di testi scritti fondante del cristianesimo, nella massa oramai debordante delle più diverse scritture che si pretendevano ispirate da Dio, i testi sacri del cristianesimo erano soltanto due: il Vangelo secondo Luca, di cui lui conosceva una versione più ridotta rispetto a quella nota attualmente – e probabilmente più antica e meno manomessa -, e alcune delle Lettere di Paulus (non erano comprese, rispetto alle 14 attuali, le cosiddette Lettere Pastorali, cioè le ultime 4 – Lettera agli Ebrei a parte).

secondo Marcione era la legge che fondava il peccato (proprio come sta scritto nella Lettera ai Romani), ma la legge era l’espressione del Dio della Bibbia ebraica, un dio malvagio o quanto meno un demiurgo imperfetto che aveva fallito il proprio compito; il significato profondo della predicazione di Jeshu stava nell’abolizione della legge e con essa del peccato stesso.

ora, è proprio nelle Lettere di Paulus che si trova la più coerente esposizione a noi pervenuta delle tesi marcionite.

tutto questo, unitamente al fatto che per Marcione proprio le presunte lettere di Paulus sono uno dei due pilastri del cristianesimo, solleva il dubbio che fosse lui il falsario che ne creò il nucleo, poi ampiamente manomesso allo scopo di ricondurre queste lettere all’ortodossia.

se quelle lettere sono false e costruite nella prima metà del II secolo, come tutto sembra indicare, altri non ce n’è, in quel panorama culturale, che potessero avere uno spessore culturale adeguato a questa gigantesca opera di falsificazione, se non Marcione.

* * *

Scalfari scrive che papa Francesco “di fatto ha abolito il peccato” e che un papa (non uso le virgolette citandolo alla lettera, altrimenti dovrei usare anche la maiuscola che attribuisce Scalfari alla parola papa) che abbia innovato “su una questione di questa radicalità, non si era mai visto, almeno dal terzo secolo in poi della storia del cristianesimo”.

senza neppure sapere di farlo, Scalfari sta accusando papa Francesco di essere un eretico, e più esattamente un eretico marcionita: l’ultima cosa di cui Bergoglio possa avere bisogno.

bestialità senza attenuanti, perdipiù fatta nella convinzione di dargli manforte!

nessuna meraviglia che padre Lombardi si sia precipitato a smentire Scalfari…

* * *

questo riferimento superficiale aggira dunque del tutto la fondamentale lotta teologica che si svolse nella prima metà del II secolo nella chiesa cristiana nascente, anzi nata da pochissimi decenni come vera e propria chiesa, attorno alla figura di Marcione e alla sua concezione del cristianesimo come nuova religione che aboliva il peccato, contrapponendosi in questo senza mediazioni alla tradizione ebraica, giudicata intrinsecamente negativa.

è in Marcione, dunque, che la liberazione degli uomini dal peccato è realizzata da Jeshu attraverso l’abolizione stessa dell’idea di peccato.

la discussione sulla ipotesi di un cristianesimo senza senso del peccato si è dunque già tutta svolta alle origini stesso del cristianesimo come religione distinta dal giudaismo; e si è anche risolta.

Marcione fu scomunicato nell’autunno del 144 e fondò una propria chiesa distinta, che sopravvisse alcuni secoli.

* * *

ora, se papa Francesco eliminasse il concetto stesso di peccato, come vorrebbe Scalfari, andrebbe contro la storia stessa della chiesa, e non soltanto della chiesa cattolica, ma del cristianesimo intero.

dall’anno 144 il cristianesimo ha fondato la sua storia sul senso del peccato; del resto, senza peccato, non ci sarebbe stato bisogno di redenzione né di sacrificio del redentore.

per Marcione invece il senso della missione di Jeshu era di mettere in ombra il dio ebraico della legge e del peccato e di sostituirlo col nuovo vero cristiano dell’amore, non di placare la sua sete di vendetta.

se si accettasse oggi la visione di Marcione, cadrebbero la comunione, la messa, la confessione, l’eucarestia: 1.900 anni di storia del cristianesimo sarebbero rasi al suolo.

quando Marcione chiese a Policarpo di Smirne, uno dei più autorevolevoli leader del cristianesimo del tempo, autore di una presunta Lettera ai Filippesi del 105 circa: “Ci riconoscete?”, ebbe come risposta: “Io riconosco te come il primogenito di Satana”.

risposta divenuta canonica; chi nega il senso del peccato nel cristianesimo è un figlio del demonio, da espellere dal corpo cristiano.

* * *

scrive Scalfari, emulando la Lettera ai Romani del presunto Paulus, ma in realtà probabilmente Marcione:
.
Il peccato è un concetto eminentemente teologico, è la trasgressione di un divieto. Quindi è una colpa. La legge mosaica condensata nei dieci comandamenti ordina e impone divieti. Non contempla diritti, non prevede libertà. (…) Il Dio mosaico è un giudice e al tempo stesso un esecutore della giustizia. Almeno da questo punto di vista non somiglia affatto all’ebreo Gesù di Nazareth, figlio di Maria e di Giuseppe della stirpe di David. (…) Questo è il Dio che predicò Gesù e che troviamo nei Vangeli e negli Atti degli apostoli. Un Dio estremamente misericordioso che si manifestò con l’amore e il perdono.
.
fino a qui Scalfari ha parafrasato Marcione, senza saperlo, si direbbe; ma poi continua:
.
Questa è la rivoluzione di Francesco (…), specie dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, dove l’abolizione del peccato è la parte più sconvolgente di tutto quel recentissimo documento. Francesco abolisce il peccato servendosi di due strumenti: identificando il Dio cristiano rivelato da Cristo con l’amore, la misericordia e il perdono. E poi attribuendo alla persona umana piena libertà di coscienza.
qui il discorso di Scalfari si fa per me confuso, perché collega l’assenza del peccato alla libertà, in contrasto con la dottrina cattolica che fa invece discendere proprio il peccato dalla libertà.
.
* * *

papa Francesco, invece, crede talmente nel peccato, da considerare intrinsecamente peccaminosa l’attuale organizzazione economico-sociale.

ed ecco che il Financial Times, il giorno di Natale, lo critica in un lungo articolo di John Gapper – nome che è già tutto un programma -, che potremmo intitolare “L’innocenza della diseguaglianza secondo la City”: un piccolo manifesto della visione politica dell’élite finanziaria che realmente ci governa dietro il bric-a-brac apparente della democrazia rappresentativa…

aveva scritto papa Francesco nell’enciclica (ma in realtà “esortazione apostolica”) Evangelii Gaudium del novembre scorso: 

“Aumenta il gap tra la prosperità di pochi e le condizioni in cui vive la maggioranza e questo è il risultato di un’ideologia che difende l’assoluta autonomia del mercato e della speculazione finanziaria”.

Un discorso letto da molti osservatori come un attacco al capitalismo spietato e al cosiddetto 1 per cento della popolazione mondiale che si arricchisce a livelli senza precedenti, scrive sul suo blog su Repubblica Enrico Franceschini, dal quale ricavo queste informazioni.

Discorso che ha fatto dire a qualche commentatore (di destra) americano: questo papa è contro il capitalismo. E anche: questo papa è un marxista.

perché basta criticare il capitalismo, secondo i suoi apologeti, per essere marxisti: grande regalo fatto a Marx!

così, il giornale della City di Londra afferma che il papa “ha torto sulla questione della diseguaglianza”.

* * *

anche Obama è pericolosamente vicino alle opinioni “marxiste” di Francesco: “in un recente intervento ha lamentato il fatto cheil top 10% della popolazione americana, che un tempo portava a casa 1/3 del reddito nazionale, oggi ne porti a casa la metà; e che i “Ceo”, gli amministratori delegati delle grandi aziende, che una volta guadagnavano 20-30 volte più del salario medio, oggi guadagnino 273 volte il salario medio americano”.

secondo Gapper, invece, se il gap tra ricchi e poveri è aumentato in Occidente, globalmente negli ultimi anni è diminuito: in Cina, in India, in Brasile e negli altri paesi emergenti, in cui vive la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, l’ineguaglianza è calata per effetto della globalizzazione, come dimostra il Gini Index sull’ineguaglianza.

In pratica risulta che nell’ultimo decennio ci sono stati due classi di “vincitori” nel mondo a livello economico: i ricchi ovunque e la classe media nei paesi emergenti. E ci sono stati due sconfitti: i poveri ovunque e la classe media nei paesi occidentali.

Francesco ha chiesto il “ritorno a un approccio più etico all’economia e alla finanza, che favorisca gli esseri umani”; Gapper gli risponde: “Quali esseri umani?”, e sembra voce fuggita dal cuore arido di questi magnati che non ne riconoscono alcuno altro che se stessi.

* * *

secondo Gapper, cioè secondo la City, una redistribuzione più equa della ricchezza su scala globale rende inevitabile un arretramento economico della classe media in Occidente.

e Franceschini commenta: che cinesi, indiani e brasiliani vivano meglio è un indubbio successo della globalizzazione; ma è giusto che il 10 per cento, e ancora di più l’1 per cento, e ancora di più lo 0,1 per cento, diventino così ricchi, spalancando un gap sempre più grande nei confronti del 90, del 99 o del 99,9 per cento?

io cerco di essere ancora più esplicito: in altre parole, è giusto che il benessere giusto dei popoli emergenti sia ricavato a spese della classe media e più povera dell’Occidente e non attraverso il ridimensionamento della mostruosa ricchezza di una élite che diventa sempre più ricca?

questo mio modo di porre il problema è, purtroppo, ancora intrinsecamente marxista, perchè fa appello al concetto di lotta di classe: la lotta senza quartiere attualmente condotta dalla élite mondiale dei super-ricchi contro la popolazione dell’Occidente.

ma questa cupidigia incontrollata e psicotica di ricchezza, questo è il peccato, anche secondo papa Francesco.

* * *

e, per fortuna, Francesco crede ancora nel peccato (con buona pace di Marcione, che – tra parentesi – era un super-ricco dei tempi suoi…).

4 risposte a “il peccato di papa Francesco e la chiesa senza peccato di Scalfari, Marcione e Gapper – CCMC n. ? – 709.

  1. Sto sorridendo,….non per le cose che hai scritto ( sempre molto interessanti e preziose, almeno per me) no, ma perchè chi ti legge potrebbe pensare che tu sia un professore di religione 😛

    • 🙂 hai fatto sorridere anche me con questa osservazione. 😉

      in realtà conosco di persona almeno un paio di docenti di religione cattolica che condividono alcune delle mie valutazioni.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...