gli anniversari nascondono un segreto, e anche il capodanno, anniversario per eccellenza.
dedicati in apparenza a marcare il tempo che passa.
ma che noi sentiamo passare soltanto fuori di noi.
* * *
non sentiamo che il tempo è dentro di noi, che il tempo siamo solamente noi.
soggettivamente sempre uguali a noi stessi, marchiamo con dei segni e una festa il tempo che vogliamo che passi soltanto fuori di noi.
* * *
non festeggiamo il tempo vero che ci trasforma, festeggiamo l’illusione di restare sempre uguali.
“…non festeggiamo il tempo vero che ci trasforma, festeggiamo l’illusione di restare sempre uguali.”
Borforisma di capodanno
auguri ancora bortocal
.marta
grazie, marta: se tu non ci fossi, bisognerebbe inventarti (ma io non sarei capace… ;))
io sento passare il tempo in me, nella mia totalità, e, da una parte ne sono felice, dall’altra no.
questa è la mia esatta sensazione che trovo stupida, anche se molto umana.
so che il tempo siamo solamente noi.
questo so bene e voglio tenerlo sempre presente.
auguri cari, Bort.
un sorriso speciale
gb
grazie, carissima, del sorriso speciale…
“io sento passare il tempo in me” è un modo per non dire del tutto “io MI sento passare”? 😉
Io mi sento passare.
Oh, sì, Bort!
Sorriso
gb
🙂
come nella musica, anche nella realtà certi passaggi possono essere meravigliosi. 😉
Certo, Bort. 🙂
Alcuni passaggi sono splendidi. Sì.
Ed io amo la musica in modo assoluto.
Non potrei “vivere” senza.
🙂
gb
anche io ho sempre amato la musica, ma – non saprei dire perché – da qualche anno vi ho come rinunciato…
Ri_prendi la musica!
Fammi questo regalo!
Ti sorrido
gb
non l’ho abbandonata del tutto.
la ascolto quando vado in macchina…, ma da quando sono in pensione, ci vado pochissimo 😦
e poi la uso moltissimo nei montaggi video: devo farmi vere indigestioni di musica, prevalentemente esotica, per musicare i miei videoclip: mi allarga la conoscenza e la mente…
…e fammi questo regalo!
riempiti di musica!
🙂
interiore?
in questo momento, ad esempio, sto comunque ascoltando la musica dell’ultimo videoclip appena pubblicato; una musica di Bollywood (adoro la musica indiana di Bollywood).
ma qui si aprirebbe un nuovo discorso, che vorrei riassumere come tema così: che cos’è la musica?
magari ti va di scriverne qualcosa (poi te lo pubblico, ti avviso… 🙂 ).
io ho sempre sentito la musica in me.
le note volano in me. da sempre.
poi, con calma, cercherò di scrivere che cosa sia la musica per me.
tu, forse, non sai che io non amo molto che venga pubblicato ciò che io scrivo.
è un mio limite o un mio pregio?
dipende!
un sorriso
gb
IMPORTANT O.T.
Ho scoperto un’altra “cosa” che è comune ad entrambi!
Sai che è strano davvero! 🙂
Poi ti scrivo privatamente.
No. Non è nulla che non possa dire anche sul blog.
Non so più dove rintracciare il tuo commento dove hai scritto questa “cosa” che è comune anche a me.
Scusa “cosa” ripetuto, ma ho fretta!
🙂
chiedi pure privatamente, indicandomi l’argomento, magari ti aiuto a trovarlo… 😉
io so che cosa ci è comune anche!
poi ti scrivo in pvt.
I wait for You. 🙂
I will be back as soon as possible.
Have a good afternoon.
🙂
gb
TY
🙂
molto bello questo post: è la dimostrazione di come le parole ci appartengono essendo la ragione della nostra intelligenza. Il tempo fondamentalmente non esiste siamo noi che lo inseguiamo e nello stesso momento lo respingiamo, eternamente insoddisfatti. Se ascoltassimo di più le nostre parole, forse, capiremmo l’origine della nostra mente…
Buon anno !
grazie degli auguri, che ricambio al tuo blog.
vedo che inizi l’anno pieno di buoni propositi… 🙂
@ gelsobianco
forse il tempo dirà che la tua resistenza a pubblicare è un grande pregio.
quanto al rifiuto del pubblicare, prima di internet, l’ho condiviso anche io, mi è sempre sembrato un atto di arroganza.
ora ni pare che internet l’abbia reso molto più quotidiano ed accettabile: il vero problema è che esprimendoci con questo strumento ci facciamo anche schedare.
@bortocal
ci facciamo schedare! troppo.
io non voglio esserlo!
e non riesco a comprendere chi spiattella la sua vita nella rete.
e lo fa scrivendo anche male.
mah…
🙂
gb
ognuno è libero di fare quello che vuole naturalmente.
io non giudico.
mi limito a constatare qualcosa che non mi piace, che è lontano dal mio modo di essere.
gb
io non giudico… refuso
corretto il refuso…. 😉
non possiamo evitare di giudicare, non dobbiamo avere paura di farlo; l’importante è ricordarsi bene che il giudizio è soltanto un’espressione soggettiva, come hai fatto tu… 🙂
però poi chiamiamolo col suo nome: è pur sempre un giudizio….
wow, gelsobianco, sono colpito ed affondato. 😦
forse questo commento va al post n. 15?
purtroppo devo risponderti non proprio brevemente.
secondo me ci sono due casi molto diversi tra loro:
1. chi diffonde in rete la sua vita così come è: parlo dell’uso comune di Facebook, per intenderci; si tratta di manifestazioni del narcisismo di massa che è stato imposto nella società dei consumi come nuovo modello etico, cioè di comportamenti.
2. ma c’è chi diffonde in rete qualche aspetto della sua vita come conseguenza secondaria e male necessario di un obiettivo diverso, che è quello artistico.
ora l’arte si nutre necessariamente della vita, e dunque, facendo arte, l’artista parla inevitabilmente di se stesso, ma non di se stesso come individuo, ma di se stesso come caso particolare dell’universale.
dobbiamo riuscire a distinguere i due comportamenti, altrimenti il rifiuto giusto del narcisismo consumista rischia di diventare anche rifiuto dell’arte e di ogni discorso umano, cioè un semplice elogio dell’afasia.