il segreto del capodanno e di tutti gli anniversari.

gli anniversari nascondono un segreto, e anche il capodanno, anniversario per eccellenza.

dedicati in apparenza a marcare il tempo che passa.

ma che noi sentiamo passare soltanto fuori di noi.

* * *

non sentiamo che il tempo è dentro di noi, che il tempo siamo solamente noi.

soggettivamente sempre uguali a noi stessi, marchiamo con dei segni e una festa il tempo che vogliamo che passi soltanto fuori di noi.

* * *

non festeggiamo il tempo vero che ci trasforma, festeggiamo l’illusione di restare sempre uguali.

28 risposte a “il segreto del capodanno e di tutti gli anniversari.

  1. io sento passare il tempo in me, nella mia totalità, e, da una parte ne sono felice, dall’altra no.
    questa è la mia esatta sensazione che trovo stupida, anche se molto umana.

    so che il tempo siamo solamente noi.
    questo so bene e voglio tenerlo sempre presente.

    auguri cari, Bort.
    un sorriso speciale
    gb

    • grazie, carissima, del sorriso speciale…

      “io sento passare il tempo in me” è un modo per non dire del tutto “io MI sento passare”? 😉

          • Certo, Bort. 🙂
            Alcuni passaggi sono splendidi. Sì.

            Ed io amo la musica in modo assoluto.
            Non potrei “vivere” senza.

            🙂
            gb

                • non l’ho abbandonata del tutto.

                  la ascolto quando vado in macchina…, ma da quando sono in pensione, ci vado pochissimo 😦

                  e poi la uso moltissimo nei montaggi video: devo farmi vere indigestioni di musica, prevalentemente esotica, per musicare i miei videoclip: mi allarga la conoscenza e la mente…

                    • interiore?

                      in questo momento, ad esempio, sto comunque ascoltando la musica dell’ultimo videoclip appena pubblicato; una musica di Bollywood (adoro la musica indiana di Bollywood).

                      ma qui si aprirebbe un nuovo discorso, che vorrei riassumere come tema così: che cos’è la musica?

                      magari ti va di scriverne qualcosa (poi te lo pubblico, ti avviso… 🙂 ).

                    • io ho sempre sentito la musica in me.
                      le note volano in me. da sempre.
                      poi, con calma, cercherò di scrivere che cosa sia la musica per me.
                      tu, forse, non sai che io non amo molto che venga pubblicato ciò che io scrivo.
                      è un mio limite o un mio pregio?
                      dipende!

                      un sorriso
                      gb

          • IMPORTANT O.T.
            Ho scoperto un’altra “cosa” che è comune ad entrambi!
            Sai che è strano davvero! 🙂

            Poi ti scrivo privatamente.
            No. Non è nulla che non possa dire anche sul blog.
            Non so più dove rintracciare il tuo commento dove hai scritto questa “cosa” che è comune anche a me.
            Scusa “cosa” ripetuto, ma ho fretta!

            🙂

  2. molto bello questo post: è la dimostrazione di come le parole ci appartengono essendo la ragione della nostra intelligenza. Il tempo fondamentalmente non esiste siamo noi che lo inseguiamo e nello stesso momento lo respingiamo, eternamente insoddisfatti. Se ascoltassimo di più le nostre parole, forse, capiremmo l’origine della nostra mente…
    Buon anno !

  3. @ gelsobianco

    forse il tempo dirà che la tua resistenza a pubblicare è un grande pregio.

    quanto al rifiuto del pubblicare, prima di internet, l’ho condiviso anche io, mi è sempre sembrato un atto di arroganza.

    ora ni pare che internet l’abbia reso molto più quotidiano ed accettabile: il vero problema è che esprimendoci con questo strumento ci facciamo anche schedare.

    • @bortocal
      ci facciamo schedare! troppo.
      io non voglio esserlo!

      e non riesco a comprendere chi spiattella la sua vita nella rete.
      e lo fa scrivendo anche male.
      mah…

      🙂
      gb

      • ognuno è libero di fare quello che vuole naturalmente.
        io non giudico.
        mi limito a constatare qualcosa che non mi piace, che è lontano dal mio modo di essere.
        gb

      • wow, gelsobianco, sono colpito ed affondato. 😦

        forse questo commento va al post n. 15?

        purtroppo devo risponderti non proprio brevemente.

        secondo me ci sono due casi molto diversi tra loro:

        1. chi diffonde in rete la sua vita così come è: parlo dell’uso comune di Facebook, per intenderci; si tratta di manifestazioni del narcisismo di massa che è stato imposto nella società dei consumi come nuovo modello etico, cioè di comportamenti.

        2. ma c’è chi diffonde in rete qualche aspetto della sua vita come conseguenza secondaria e male necessario di un obiettivo diverso, che è quello artistico.

        ora l’arte si nutre necessariamente della vita, e dunque, facendo arte, l’artista parla inevitabilmente di se stesso, ma non di se stesso come individuo, ma di se stesso come caso particolare dell’universale.

        dobbiamo riuscire a distinguere i due comportamenti, altrimenti il rifiuto giusto del narcisismo consumista rischia di diventare anche rifiuto dell’arte e di ogni discorso umano, cioè un semplice elogio dell’afasia.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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