il presente si trasforma in futuro di solito ad una velocità standard, che ci lascia il tempo di adeguarci, dato che il futuro è tale solo perché diverso dal presente, e richiede degli adattamenti.
questo ritmo, al quale siamo abituati e che può essere diverso da persona a persona, ci consente di non soffrire troppo per quelle trasformazioni nostre e del nostro ambiente che chiamiamo tempo.
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ma poi succede qualcosa di improvviso, una svolta, e questo ritmo accelera di colpo.
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può essere il fatto più semplice del mondo, come l’andare in pensione, per fare un esempio attuale per me; ma per altri può essere di meglio: mettere su famiglia, cambiare lavoro, farsi un lungo viaggio in terre lontane; oppure di peggio: una malattia lunga e grave.
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fatti più o meno semplici, in se stessi, ma non banali, perché ristrutturano il presente, cambiano noi, cambiano il nostro tempo, se è vero che il tempo siamo noi.
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eccomi di fronte ad uno di questi fatti: ora il presente si sta trasformando in futuro ad un ritmo troppo accelerato per me: non ho più tempo!
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questo dipende dal fatto che non sono più lo stesso io di prima, e ho bisgono di più tempo di prima per qualunque cosa, perché devo crearmi un altro io.
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e come faccio se tutto si trasforma insieme a me come se girassi in una giostra impazzita?
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A te (come tutti…) sembra di non avere tempo…e invece hai lo stesso tempo di prima. Dovresti solo guardarlo o meglio, viverlo, in modo diverso. Penso.
Quando acquistai il libro “La forza del carattere” di Hillman pensavo parlasse, appunto del carattere”codice genetico, fiosologico etc, invece ho scoperto che parlava proprio di come con il nostro modo di pensare ed impiegare il tempo si possa vivere appieno l’età adultà come di una nuova partenza.
“Invecchiare non è un mero processo fisiologico: è una forma d’arte, e solo contivandola potremo fare della nostra vecchiaia una “una struttura estetica” possente e memorabile, e incarnare il ruolo archetipico dell’avo, custode della memoria e tramite della forza del passato.”
Forse ciò che ho scritto esula dal contenuto del post…ma non so perchè mi è venuto in mente.
buona giornata
.marta
non mi sembra per niente fuori tema questo commento, anzi è perfettamente azzeccato rispetto al contenuto del post.
mi hai aiutato anche a capire che forse non ero stato abbastanza chiaro e ho cercato di rendere più esplicito un passaggio.
ma forse il post rimane un poco oscuro lo stesso.
intanto volevo dire, fin dal titolo, che non esiste solo UN tempo del presente, come nella grammatica, ma tanti tempi del presente diversi.
e quando noi dobbiamo cambiare noi stessi il tempo si riempie di questa operazione invisibile per ciascuno di noi, rendendo i tempi presente soggettivi diversi.
non mi riferisco soltanto alla vecchiaia (anche perché… non la conosco ancora… 🙂 ; come tutti quelli che invecchiano, so di invecchiare agli occhi degli altri, ma non ai miei; ogni tanto racconto di essere vecchio, per vedere se gli altri ci credono: con mia meraviglia, sembra che questo li metta tranquilli, si sentono meglio se io gli racconto questa bugia; cosò io mento spudoratamente per farli contenti, ma purtroppo io non mi sento affatto vecchio, e qualche acciacchetto qua e là è per me del tutto secondario, un semplice incidente di percorso che non cambia la sostanza…).
quanto invece alla frase bellissima sulla vecchiaia, che hai citato di Hillmann, otto anni fa, quando ho cominciato il blog, non pensavo certo al blog della mia vecchiaia, come sta diventando: però tu non pensi che un blog come il mio sia un esempio interessante del tentativo di “incarnare il ruolo archetipico dell’avo, custode della memoria e tramite della forza del passato”?
parlo soltanto di intenzioni e non di risultato, ovviamente, ma direi che Hillmann ha avuto il coraggio di dire quel che io non raccontavo neppure a me stesso… 🙂
grazie, quindi, due volte!
Veramente è il Futuro che si trasforma in Presente, mentre il Presente si trasforma in Passato, istante per istante… non si sa bene se in forma “corposcolare” o in forma “fluida” (se in forma fluida, allora i fotogrammi di un film non sono il modello esatto per rappresentarlo ma solo una approssimazione granulare).
Secondo le Leggi della Fisica Classica il tempo scorre alla velocità di un Secondo al Secondo, … ma non sempre è stato così: circa 14 miliardi di anni fa la velocità del tempo ha subìto una rapida modificazione “non-inenrziale”, come teorizza l’ipotesi inflazionaria.
Secondo le Leggi della Vita Umana il tempo, da bambini, scorre lentissimo: una giornata di quando ero bambino durava quanto una vita. Nel tempo che passi dall’età di un anno all’età di due anni hai RADDOPPIATO la tua esperienza di vita, mentre quando passi dall’età di 44 anni all’età di 45 anni ha solo aggiunto un paragrafetto insignificante al Libro che stai scrivendo. Poi la gestione della memoria… : più passa il tempo e più siamo selettivi nella conservazione degli eventi, ..per esempio siamo portati a dimenticare il ricordo di cosa abbiamo mangiato due mesi fa, o chi abbiamo salutato in ufficio. Ma ci ricordiamo abbatanza bene il nostro Primo Giorno di Scuola o il giorno del primo bacio alla prima fidanzata, ecc. ecc.
Gli esseri viventi, dal punto di vista meramente meccanico, sono “macchine rallentatrici di Entropia”, ..e l’Entropia ha probabilmente qualcosa a che fare con il Tempo, dato che con esso condivide una sorte molto strana: ha una Direzione sola, nell’Universo, ed è irreversibile.
Irreversibile anche il passaggio dal prima al dopo l’aver inviato questo commento: dopo il clic di invo non posso più correggere il testo o cancellarlo, …e se ho scritto stupidaggini, ormai le ho inviate, ehehehe… 😉
ahh ahha, miki, che aria di revival delle belle discussioni su blogs.it.
qui dovremmo poi fare una disputa da filosofi scolastici a pieno titolo.
1. messer Miki, come può il Futuro trasformarsi in qualunque cosa, atteso che il futuro non esiste, almeno fino a che non diventa presente, o meglio fino a che il presente non lo fa esistere?
non è forse necessario che una cosa esista perché possa essere oggetto di trasformazione? 🙂
2. ammetto che è vero che il presente si trasforma in passato, da un certo punto di vista, ma occorre ammettere che esso si trasforma anche in futuro, da un altro punto di osservazione
(le implicazioni di questa duplice parallela e antitetica trasformazione sono troppo complesse per illustrarle qui, ma è come se il reale fosse un nulla che in ogni momento si trasforma in una cosa e nel suo contrario, restando sempre a somma globale zero.
materia-antimateria; futuro-passato; la fisica quantistica ha qualcosa da dire al riguardo?)
3. come scorra il tempo in un tempo che non è il nostro non lo sappiamo: il tempo degli inizi dell’universo potrebbe essere un tempo così lungo solo per la prospettiva “da bambino”? cioè sarebbe un tempo soggettivamnente lungo? difficile rispondere, se il tempo è l’osservatore e noi siamo osservatori solo indiretti..
passando al tempo psicologico (ammesso che sia diverso dal precedente e premettendo, come Agostino, che non so bene che cosa sia: certamente un frutto della memoria, che tuttavia è puntiforme, per cui il tempo assomiglia alla pellicola che solo nella coscienza acquista una continuità apparente, ma è fatta di istanti), io non mi ricordo il primo giorno di scuola (forse perché sono stato iscritto a scuola in seconda elementare e avevo già fatto qualche incursione in prima senza essere iscritto).
mentre il primo bacio, sì, quello lo ricordo bene, perché ebbe una conseguenza molto imbarazzante.
ma torniamo al cosmo e al rapporto tempo entropia; e qui faccio una domanda scandalosa:
4. l’entropia è una legge dell’universo oppure una legge della mente umana?
4 bis. “esiste” l’universo se non c’è una mente che lo osserva? Berkey diceva che “esse est percipi”, esistere è essere percepiti: aveva ragione?
4 ter. se l’universo non osservato non “esiste”, ma appartiene ad un altro stato che noi non sappiamo neppure immaginare, in questo stato esiste il tempo? e dunque esiste anche l’entropia?
5. e se fosse l’osservazione che degrada le cose? se l’entropia fosse l’osservazione stessa che non riesce a mantenersi priva di errori?
insomma, l’universo potrebbe essere un programma, e la mente uno strumento che lo adopera e lo ricopia, senza poter evitare, per una legge statistica universale dell’universo indeterministico, di inserire in questa operazione un tasso standard di errore.
e non importa quante stupidaggini ho scritto: anche nel campo della comunicazione esiste la selezione naturale dell’informazione, e quelle scadenti non hanno lunga vita… 🙂 🙂 🙂
woww… che bella discussione… Mi piace!
Vorrei tuffarmi dentro tutti questi concetti e approfondire la questione…
…se solamente avessi più TEMPO…. sigh sigh….
Comunque probabilmente abbiamo ragione entrambi: dipende da cosa intendiamo sostantivare con la parola PRESENTE.
Tu con la parola “presente” intendi dire un pezzo di legno, un legno che c’è qui adesso. Ovviamente il futuro del legno è il carbone, e il legno si trasforma in carbone. Ecco quindi che hai ragione tu: il presente si trasforma in futuro.
Io invece con la parola presente intendo dire l’istante 02-01-2014 h16,35…. questo istante è adesso il mio presente, ma fra poco esso sarà un istante del passato.
Ecco fatto… basta aspettare UN PO’ e il mio presente di prima è diventato un passato di adesso.
Entro domani, prevedo che il “4 gennaio 2014” diventerà un “oggi”… eheheheheh 🙂
condivido il piacere del dibattito con te, che del resto non è mai venuto meno in questi anni.
abbiamo ragione entrambi, da punti di vista differenti.
l’idea del presente sintesi che si scompone in due entità opposte, presente e passato, particella ed anti-particella, la considero un buon risultato per me di questo confronto di idee.
quanto al tempo disponbile, andrai pure in pensione anche tu tra qualche anno; magari sarò ancora da qualche parte telematica ad aspettarti, spero ancora abbastanza lucido… 🙂