l’infelicità del donarsi.

donarsi agli altri è bello e riempie la vita, ma allo stesso tempo la svuota.

assomiglia a una piccola innocua dolce droga: ci rende felici subito, ma ci fa scoprire insoddisfatti in qualcosa quando riusciamo a distaccarci un momento da quel bisogno che presto ci riprenderà.

e tutto questo conflitto interno, che rende così difficile l’arte del donarsi senza farsi male, viene moltiplicato se si decide di donarsi ad una persona sola.

* * *

dedico questo post alle molte donne che conoscono a fondo questo modo dolcissimo di donarsi, che però non sa renderle completamente felici.

38 risposte a “l’infelicità del donarsi.

  1. Donarsi è la forma più alta di condivisione. Non si mai come finirà, ciò non toglie nulla alla sua bellezza intrinseca: la spontaneità senza fine, senza aspettative.

    buona serata
    .marta

  2. Se il dono che facciamo di noi stessi è veramente disinteressato non ci sarà infelicità, ma raramente, molto raramente, siamo davvero dis-interessati. Questo io credo.

    • il tuo punto di vista mi pare molto religioso…. 😉 e non per niente hai usato la parola “credo”.

      io qui sopra parlavo, naturalmente, del dono veramente disinteressato, il dono di se stessi che non è tale non lo considero neppure un dono, ma soltanto uno scambio, un baratto.

      quando amiamo davvero siamo portati donarci completamente, e non intendo soltanto dal punto di vista economico…

      nel momento in cui ci doniamo c’è felicità, senso di pienezza: certamente.

      ma dureranno per sempre?

      questo modo di amare che è cancellare completamente se stessi è positivo?

      • Cogli nel mio punto di vista un senso religioso? Strano, io piuttosto ci avverto disincanto. Quando si ama ci si dona completamente e (in)condizionatamente, è vero, ma non penso (userò penso e non credo) che non ci si aspetti niente dalla persona amata. La teoria è una cosa ma la realtà spesso è ben diversa. Al di là delle belle frasi, vorrei veramente vedere come si comporta colui che le pronuncia. Io sono una persona contorta forse ma ne ho incontrate di più contorte di me, che io al loro confronto appaio un vetro trasparente. Sono disillusa, disincantata, lo ammetto e me ne dolgo, perché questo talvolta stritola la spontaneità.
        Ma anche tu parli di infelicità nel donarsi….
        E comunque alla domanda che poni: “questo modo di amare che è cancellare completamente se stessi è positivo?”
        Io non ho dubbi, per me è negativo, asfittico alla lunga.

        • forse sono stato impreciso nell’usare il termine religioso, forse avrei dovuto usare il termine cristiano: ci vedo questo riflesso culturale, l’idea di un amore perfetto (“veramente disinteressato”) che viene come ricompensato dalla felicità.

          però adesso ho capito meglio quello che intendevi (e avrei forse potuto indovinarlo subito).

          il disincanto che provi tu, evidentemente dopo avere amato incondizionatamente, è proprio quello di cui parlo anche io.

          credo che molte donne si facciano fregare da questa idea dell’amore incondizionato; per noi maschietti è molto più raro…

  3. Bella la dichiarazione finale della tua dedica, rivolta solo alle donne, che sono vittime di questa donazione continua che rovina le loro vite. Mentre gli uomini più che donare il loro amore donano un’altra parte di sè che conosciamo bene. Comunque, non mi risulta che le persone che non si donano ( nè a tanti altri nè ad una sola persona) siano più felici di quelle che si donano. Se mettiamo il discorso in termini di felicità non ho conosciuto nessuno finora che si ritenga felice, o almeno che non finga di esserlo. Ora vorrei dire a queste suddette povere donne vittime di donarsi inutilmente che forse quegli uomini per cui hanno perso il cuore e il sonno della notte preferiscono altre cose all’amore. Perchè c’è un mondo nascosto, e per nulla legato al cuore, che molte di loro non conoscono ma farebbero bene a scoprire, forse solo così potrebbero avere le risposte a molti interrogativi che si fanno quando piangono migliaia di lacrime per questi uomini che non meritano nemmeno un briciolo dei loro doni. Mi rivolgo alle donne, a quelle che non conosco nè qui nè altrove, e mi auguro che aprano gli occhi e riescano a prendere coscienza dei desideri perversi di moltissimi uomini che si nascondono dietro rifiuti palesi. Dico a loro che gli uomini hanno desideri che esse non immaginano neanche e che non passano affatto nè per il cuore nè per il letto 😛

    • non hai conosciuto nessuno finora che si ritenga felice?

      per forza, perché, se ti capita di incontrare qualcuno, pensi che finga di esserlo.

      io sono una persona abbastanza felice: non sempre, a tratti; spesso sto male, a volte malissimo, ma le ritengo parentesi: il mio sguardo prevalente sul mondo è positivo.

      anche se la mia visione delle cose è critica e pessimistica, questo non incide sul tono del mio umore, che resta rivolto verso il futuro, anche quando appare buio e tempestoso.

      dici che fingo? non mi interessa così tanto degli altri – per essere sincero – da preoccuparmi che mi ritengano felice e realizzato.

      la presunzione mi aiuta ad essere felice; forse è un poco patologica ed esagerata, però il suo effetto è positivo, e non è neppure totalmente infondata perchè resta delimitata a campi particolari e realisticamente consapevole dei molti pregi altrui (di molti, non di tutti).

      • Beh, io non mi riferivo sicuramente a te, ma a quella marmaglia di gente che non fa che mettere cuoricini e stelline dovunque dichiarando la propria presunta felicità. Poi ci parli in privato e ti dicono che sono depressi, tristissimi, scontenti di tutto e magari vogliono pure morire. Voglio dire che c’è molta gente che fa finta e crea delle vite diverse qui su internet per passare per ciò che non sono. Purtroppo ho verificato molte volte e non è per malafede mia ma è stata una cosa casuale.
        Io poi non credo nella felicità, intesa come stato di benessere perpetuo. Non esiste la felicità perchè un essere umano è normale solo se ha dei momenti di gioia ma anche dei momenti di scoramento.
        La cosiddetta felicità è paragonabile all’eternità. Queste due linee rette che non finiscono mai sono qualcosa che l’uomo ha inventato solo per darsi la speranza di poter avere ciò che in verità non esiste.
        Si può essere contenti, ottimisti, positivi, ecc…Ma la felicità è una cosa astratta e inesistente.
        A me non interessa se tu sei felice o realizzato, così come non mi interessa se gli altri lo sono, mi dà solo fastidio quando la gente dice cose non vere e si sforza anche di farle passare per vere.
        Qui su internet ci sono molto altarini sulla felicità e sulla gioia dell’amore, sul matrimonio perfetto, sulla vita perfetta,….peccato che dietro poi c’è sempre l’opposto!
        Quando si scopre quello che c’è dietro questi altarini così ben parati ti assicuro che si diventa diffidenti verso questa decantata felicità, ecco perchè ormai ogni volta che vedo splendere un sole nella pagina di qualcuno penso che dietro in realtà c’è il nero più assoluto, più nero di me.
        Una volta una persona che mi conobbe dal vivo mi disse che io sono più solare e allegra di quello che sembro nel mio blog. Ed io gli dissi che non avevo bisogno di dimostrare a nessuno qui su internet come sono davvero perchè chi vuole davvero conoscermi si muove e viene a guardarmi in faccia.
        Io non costruisco qui una immagine di me fasulla ma spesso certi miei scritti tristi magari passano per essere le uniche cose che definiscono me e la mia persona. Ma chi si limita a vedermi solo tramite i miei scritti non ha visto nulla di me se non una briciola del mio intero essere.
        A me non interessa essere felice perchè io sono Io. Quello che vivo dentro di me non lo definisco con delle parole usate da altri. Le parole io le uso per molte cose e appunto per questo non bisogna credere solo alle parole!

        • altra cosa che non capisco: “Non esiste la felicità perchè un essere umano è normale solo se ha dei momenti di gioia ma anche dei momenti di scoramento”.

          ma la felicità è proprio questo: avere DEI MOMENTI di felicità.

          la felicità, intesa come stato di benessere perpetuo, non esiste.

          ma non puoi partire da una definizione sbagliata per negare la felicità.

    • hai toccato molti argomenti e preferisco rispondere ai diversi punti separatamente.

      qui parli con astio di certi uomini che preferiscono altre cose all’amore: leggendo questa frase ho pensato all’inizio che ti riferissi a quelli che fanno jogging oppure che antepongono tutto alla partita.

      poi ho capito invece che parli di un mondo nascosto che è quello dei desideri perversi di moltissimi uomini che si nascondono dietro rifiuti palesi.

      be’, ma in questo caso le donne che cosa c’entrano?

      poi alla fine dici che questi desideri perversi degli uomini non passano per il letto.

      vorrei chiederti quali sono i desideri perversi secondo te,

      e se esistono desideri perversi, secondo te.

      e se soltanto gli uomini li hanno, o appartengono anche alle donne.

      io penso che perversa sia la mancanza di desiderio o l’inibizione che distorce i desideri e li soffoca, ma che i desideri non sono perversi di per se stessi.

      ma forse ho una visione ingenua del desiderio.

      • Perversione è quel comportamento “sessuale” che devia dal normale comportamento sessuale sano. il comportamento normale sano prevede che nell’individuo ci sia una capacità affettiva, relazionale ed empatica. la perversione viene a sostituire questo comportamento sano quando nell’individuo vengono a mancare queste cose basilari.
        Ti faccio un esempio banale: un uomo che si eccita pisciando sopra la propria donna.
        Ecco, adesso forse capirai di cosa parlo, e forse lo potrebbero capire anche quelle donne che ricevono rifiuti.
        Ci sono dei desideri che non hanno nulla a che vedere nè con l’amore nè con la relazione vera e propria, che presume come base un sentimento.
        Ti faccio un altro esempio: un uomo che adora legare il seno della propria donna fino a farlo diventare viola per percuoterlo con una bacchetta di legno e farla soffrire di dolore.
        Ecco, adesso capirai di cosa parlo e forse le altre donne qui presenti adesso sapranno perchè alcuni uomini non vogliono il loro amore.
        La perversione nella maggior parte dei casi non include l’amore. Un uomo sadico per esempio, non è capace di amore, e quindi non potrà mai avere un rapporto di coppia sano con una donna, poichè non potrà amarla ma potrà solo godere del dolore di quest’ultima.
        Il gruppo delle “parafilie”, definendole con il loro termine tecnico, è molto vasto, ma mentre alcune sono adesso accettate anche dai benpensanti ( che finalmente possono viversi i propri nascosti vizietti col beneplacito della società, che adesso accetta la moda del sadomaso) altre perversioni sono così estreme che dubito che tu stesso possa concepire che un uomo possa desiderare certe cose da una donna, o da un uomo, o da un animale o da un oggetto, o da una “sex machine”.
        Le donne c’entrano eccome, perchè moltissime donna non conoscono i veri desideri di moltissimi uomini dalla vita apparentemente normale, salvo poi scoprire che magari in privato addirittura pagano per farsi frustare, pisciare, pestare, legare, seviziare e sodomizzare da altre donne o uomini.
        Se dovessi togliere le tende al teatrino della commedia umana credo che sia tu che le donne rimarrebbero inorridite e schifate da certe pratiche, che i suddetti uomini prediligono.
        Forse è meglio per loro non sapere la verità sugli uomini per cui hanno perso il cuore.
        Fortunatamente non tutte le persone perverse arrivano o desiderano quelle cose estreme, e quindi c’è speranza anche per l’amore vero. I casi sono rari, è vero, ma ci stanno eccome 🙂

    • l’inizio del tuo commento lo trovo sommamente irritante e provocatorio in modo gratuito, con quella generalizzazione su “gli uomini”.

      mi piacerebbe risponderti che ci sono molte donne che più che donare il loro amore donano un’altra parte di sè che conosciamo bene.

      oltretutto ammetterai che la prostituzione è molto più diffusa nel genere femminile che in quello maschile e che molte donne che non si prostiuiscono ufficialmente lo fanno attraverso il matrimonio, mentre è difficile che un uomo lo faccia, anche in questo campo.

      • La mia premessa nel mio commento era dovuta al fatto che dalle tue parole si evince che solo le donne donano se stesse. E su questo sono d’accordo, perchè è vero che ci sono molte donne che si donano.
        Ma mi dispiace sentire da te parlare di donne che si prostituiscono, perchè ti ricordo che la stragrande maggioranza delle prostitute sono schiave di uomini che le costringono a vendersi.
        So benissimo che ci sono donne che fanno sesso a destra e a manca, e che possiamo dire che ormai si comportano come uomini.
        Mi spiace smentirti ma esistono molti gigolò, marchettari, moneyslave e master che sono uomini e si vendono peggio delle donne! Ovviamente non se ne parla in giro di questi uomini che si fanno pagare, perchè la morale sociale non ammette un uomo che si vende, preferisce parlare delle donne che si prostituiscono.
        La differenza sai qual’è? che le donne lo fanno per strada, costrette, mentre gli uomini lo fanno volontariamente, tra le pareti delle loro case.
        Non parlo di trans e trav eh, sto parlando di uomini.
        Forse non hai visto ancora alcune cose del mondo in cui vivi e non te lo auguro. Certe cose, come dicevo prima, è meglio non saperle affatto, così almeno si può continuare a credere di avere una speranza in questa vita.

        • non sono troppo turbato da queste affermazioni, mica sono arrivato a 65 anni senza sapere nulla del mondo, e adesso viene una amleta a svelarmi i segreti,

          non mi risulta fffatto che “la stragrande maggioranza delle prostitute sono schiave di uomini che le costringono a vendersi”.

          nel quartiere dove vivo e dove la prostituzione non manca, ne conosco solo una in questa condizione; il resto della decina non mi pare abbiano un pappone alle spalle.

          e poi sei tu, mi pare, che sei poco informata sulla prostituzione giovanile, che ha cambiato del tutto questi parametri interpretativi vecchiotti.

          devo dire che queste cose non mi sconvolgono affatto fino a togliermi la voglia di vivere, addirittura, poi; , non capisco perchè dovrebbero.

          né mi risulta neppure che la prostituzione maschila sia diffusa come qualla femminile, se non altro per limitazioni del mercato… 🙂

          • Ti aggiorno sul fatto che i fruitori della prostituzione maschile ( ragazzini compresi) sono i gay. La prostituzione minorile non è da ora che esiste ma ovviamente nessuno conosce il parterre di certi garconniere tenuti da uomini gay ( di un certo livello) che mantengono i loro guys, etero, senza che nessuno venga a saperlo ( salvo quei gay che magari ci son stati e diffondono le lodi del loro generoso tenutario).
            Non sto venendo qui a mostrare a te quello che esiste, e non vengo qui per dimostrare che conosco purtroppo certi ambienti ( non per mia volontà) oppure per farti credere che tu non sai nulla in confronto a me.
            Sto solo raccontandoti una realtà che esiste oltre le quinte e mi spiace dirlo ma purtroppo la maggior parte delle persone la sconosce del tutto.
            Non metto in dubbio che tu conosca delle donne che si prostituiscono per scelta, ma ti assicuro che esistono anche madri che si vendono e vendono persino i loro figli/e ai pedofili per procurarsi del cibo.
            La costrizione ha molti aspetti. E comunque se non ci fossero in giro macchine piene di uomini desiderosi di “comprare” una donna non ci sarebbero tante povere schiave senegalesi, nigeriano e di colore costrette a stare per strada.
            Mi spiace però che si parli sempre e solo di queste e mai di quegli uomini che hanno il loro harem di prostituti. Del resto anche l’ambiente dell’informazione ne è pieno di questi signori e quindi si guardano bene dal diffondere certe notizie.
            Tu allora ti chiederai come faccia a sapere tutto queste cose, ebbene, non posso certi dirtelo qui ma ti assicuro che queste cose esistono davvero, e te lo dico a malincuore credimi.

            • mi piace questo tuo entusiasmo da missionaria, e che soddisfazione sentirsi il selvaggio al quale viene rivelata la verità occulta… 😉

              due o tre anni fa il padre di una mia amica, un uomo che conoscevo vagamente, venne ucciso da un ragazzo arabo che era il suo amante gay clandestino, e siccome aveva circa settant’anni quando morì, non credo proprio che quello fosse un rapporto sessuale disinteressato.

              la storia aveva dei risvolti quasi pasoliniani, perchè il ragazzo fu arrestato dopo che gli aveva rubato una macchina molto lussuosa con la quale scorazzava dopo l’omicidio.

              la stampa locale ridusse il tutto a poche righe generiche; neppure io ne parlai nel blog per ovvi motivi di opportunità.

              pensa te che adesso viene amleta come Angelo azzurro a spiegare al vecchio professore i misteri della vita.

              la prostituzione maschile l’ho vista ampiamente diffusa ad Amsterdam anni fa, solo che gli uomini non stavano in vetrina come le donne, ma soltanto erano reclamizzati sui manifesti di una parte della città: chi voleva saperne di più doveva entrare nelle numerose case di appuntamento di quel quartiere.

              sembra che tu conosca un po’ più direttamente questi ambienti, ma mi pare che ti abbiano traumatizzato parecchio.

              io sono un pochino più cinico, e le variazioni del desiderio umano non mi turbano così profondamente come te che ritieni che si dovrebbe seguire tutti una strada obbligata.

              • Faccio un pò fatica a vederti con in testa delle piume mentre suoni un tamburello per darmi il benvenuto nel tuo regno “selvaggio” e accogliere la mia conoscenza d’oltreoceano. Del resto non sono io magister di nulla se non della mia vita, della mia pelle soltanto, che ha visto cose gradite e sgradite. Ma non obbligo nessuno a seguire una strada obbligata, così come non son mai venuta vestita qui da Angelo azzurro ( in realtà di azzurro vorrei solo tingermi i capelli) per espandere i miei sermoni sulla perversione e i mali dell’uomo.
                Ma credo che tu non abbia scelto questo appellativo a caso ma ti sia rifatto a quel “Blauen Engel”, sotto le vesti della Dietrich, che sconvolse il professore preda della sua passione. Mi vedi davvero in questa veste? Io però non canto canzoni incrociando le gambe per te 😛

                  • sì, lo so, e so anche il motivo, un motivo legame ad antiche radici, un motivo legato ad una essenza primordiale molto forte in te. Ora però scusa, sto facendo a botte con le mie lacrime, non riesco a scrivere.

                    • era solo per dire che c’è un fondo selvaggio anche in me e che non si fa fatica a vederlo.

                      poi non mi piace far piangere le fanciulle: non sono così selvaggio.

  4. Leggo dai commenti che, dal generico dono di sé, il discorso ha preso una forse scontata via sessuale (una via esclusivamente femminile mi pare di capire).
    Condivido le tue risposte, Borto, e condivido soprattutto la difesa maschile.
    Innanzitutto non penso sia corretto parlare di perversioni sessuali, men che meno mi pare corretto inserire il sadismo nell’ambito della sfera sessuale (Pasolini, Deleuze, Freud non ci hanno davvero insegnato nulla?), più adeguato sarebbe parlare semmai del masochismo, senza per forza scivolare negli estremi -tecnicamente anche la semplice sculacciata farebbe parte del corredo che “devia dal normale comportamento sessuale”, non è funzionale alla procreazione-, ma poi, visto che i riferimenti sono solo alle povere donne vittime di uomini perversi (dubbio: le varie sfumature dei vari colori mi sa che stanno facendo molti danni), mi vien da gridare che esistono anche donne sadiche, esistono uomini che vogliono essere sottomessi e via dicendo.

    Cambiando strada, lo specifico e (questa volta voglio usare questo aggettivo) “sano” riferimento alle donne nel post, io lo leggevo in generale come amore materno, il dono di sé disinteressato per eccellenza (e anche qui, basterebbe dare un’occhiata ai numerosissimi studi di genere per rendersi conto che pure l’amore materno è frutto di cambiamenti culturali, sociali etc, un cambiamento avvenuto più o meno con l’esodo dalle campagne alle città); in generale all’amore materno, ma nello specifico (sempre solo mi par di capire) a delle donne in particolare, donne che tu, Borto, hai incontrato personalmente.
    La mia esperienza un po’ conferma questa tendenza femminile, ma anche la smentisce: conosco, per fortuna, molti uomini (non omosessuali per forza, e daje con gli stereotipi) capaci di donarsi e felici nel farlo, pure se con tutte le delusioni del caso.

    Ma poi, altra domanda, è sempre disinteressato come gesto? Se sì perché è sempre in agguato la delusione, quella sensazione di ingratitudine?
    Insomma, anche donarsi fa parte dell’eterno do ut des, non spacciamoci per santi!

    • ah, sei tornata.

      hai visto te che discussione…

      mi pare che solo amleta abbia portato il discorso sul piano sessuale esplicito.

      sembra che per un certo tipo di universo femminile i maschietti abbiano l’esclusiva del male e perfino delle perversioni; hai fatto bene a riaggiustare il tiro; lo avessi fatto io sarebbe sembrato un poco partigiano…

      che cosa sono le perversioni? l’uso non procreativo della sessualità, forse?

      o forse l’uso della sessualità utilizzando il partner come oggetto?

      o forse l’uso della sessualità come forma di dominio?

      in nessun caso mi sento di indicare in questi comportamenti delle perversioni, tanto meno prettamente maschili: a proposito della prima definizione sarei piuttosto portato a dire che mi pare essa, questa definizione, piuttosto perversa.

      è tutto nel segno del senso della misura: forse una sessualità totalmente priva di queste componenti sarebbe talmente noiosa…

      e qui dico una cosa un poco sgradevole: in questo discorso forse anche il donarsi senza misura è una forma di perversione, in fondo poco naturale, se pretende di essere totale, sia che riguardi i maschi che le femmine.

      sì, l’aspirazione alla santità ha qualcosa di perverso, come hai detto giustamente tu.

      ma poi, insomma, cito la seconda volta sant’Agostino: Ama e fai quello che vuoi.

      • Prevedevo una piega del genere, purtroppo da donna conosco le donne (quanti anatemi mi colpiranno? :D)
        Questo tipo di discorsi, per quanto apparentemente semplici, sono lo specchio della nostra società, del sentire e del mutare, basti pensare alla polemica (e alla confusione) sulla prostituzione, una polemica dove vengono continuamente confuse la schiavitù sessuale con la libera scelta di un mestiere che abbia come merce il corpo (che tante volte mi verrebbe da chiedere: perché la velina no e la prostituta sì? perché lo stesso corpo venduto in tv è sessista e venduto a casa no? Ma chiudo subito la parentesi perché rischio di passare contemporaneamente per sessista, maschilista, femminista, moralista, pervertita e chissà che altro); prevedevo questa piega e ammetto che fremevo dalla voglia di difendere i poveri uomini, e soprattutto dalla voglia di difendere la libertà sessuale.
        Non ho un concetto di perversione sessuale, l’unica regola che credo ci si possa dare è quella di fare quel che si vuole, in assoluta tranquillità: insomma, si parla di piaceri non per niente!

        L’amore materno è uno degli altri pregiudizi duri a cadere, ma se guardassimo anche solo di sfuggita a come venivano cresciuti i figli dai nobili, o dalle famiglie contadine, o se anche solo guardassimo ai popoli non occidentali, probabilmente la smetteremmo di cercare pie Madonne in tutte le madri del mondo, e forse (e, sarò antiquata ma Freud aveva sempre ragione, e pure Hitchcock :D), certe morbosità familiari troverebbero un valido ostacolo.

        Ai santi preferisco gli uomini, come al Cielo preferisco la terra.
        E sant’Agostino non era di certo uno sprovveduto (e neanche un puritano, pure se ha preferito la politica ai piaceri). 🙂

        p.s. anche sant’Agostino aveva una madre ingombrante!

        • la libertà sessuale – ritorna una idea del Sessantotto? – sembra proprio l’unica forma di libertá che nessun potere autoritario può accettare.

          e mi pare chiaro perché: chi è disposto a rinunciare alla propria libera vita sessuale, e cioè in ultima analisi al proprio piacere, non ha più nulla da perdere e lascerà cadere alla stessa maniera tutte le altre libertà.

          ma siccome ogni forma di potere, in vario modo, è autoritaria, ecco che la libertà sessuale piena è impossibile; forse noi non riusciamo a notarlo, ma perfino il libertinismo sessuale vigente in Occidente ha dentro di sé dei precisi modelli di comportamento, che altri popoli rifiutano.

          insomma il sesso è il cuore della dialettica fra individuo e potere.

          questo vale anche per gli uomini aggrediti dalle donne e per le donne aggrediti dagli uomini, quando gruppi delle une o degli altri intendono imporre dei modelli all’altro sesso.

          • Purtroppo, però, nonostante il lavoro di autori come Freud, Pasolini, Foucault, Deleuze, ma anche il buon vecchio marchese De Sade, si fa ancora fatica a parlare di sessualità all’interno dei meccanismi del potere.
            Un testo che consiglio spesso, soprattutto alla sinistra (perché, per quanto possa sembrare assurdo, la sinistra è decisamente schiava di molti tabù), è “Eros e civiltà” di Marcuse, un viaggio semplice e chiaro per farsi una prima idea di ciò che significa il controllo dei corpi.

            Il corpo è il nostro modo di essere al mondo, non dobbiamo vergognarcene.

            • quanto tempo fa l’ho letto, Eros e civiltà? quarant’anni fa, alemno, ma non ne ricordo più nulla.

              urge un ripasso… 😉

              erano gli anni in cui si parlava molto di Wilhelm Reich, anche….

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