come si chiama quel sistema politico formalmente democratico, dove il potere appartiene al popolo (si dice), ma il popolo è formato da un insieme di cittadini senza diritti?
potete scegliere fra queste quattro risposte:
berluscònia
grillònia
renzònia
italia
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la notizia politica più grottesca di oggi è che un gruppo sardo di aderenti del Movimento 5 Stelle è in sciopero della fame per convincere Beppe Grillo a lasciarli partecipare alle prossime elezioni regionali.
questa non è propaganda anti-Grillo, queste sono notizie oggettive, e sono di una gravità inaudita.
la Costituzione ha un articolo che dovrebbe essere la stella polare della vita politica e del funzionamento dei partiti:
Art. 49
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
notate bene, per favore, che la Costituzione non riconosce alcun diritto ai partiti in quanto tali: il diritto è soltanto dei cittadini.
la parola chiave è “liberamente”.
i partiti che non sono una libera associazione di cittadini sono anti- costituzionali.
oserei sostenere la tesi forte che, dove un partito non garantisce la libertà interna, siamo di fronte, per ciò stesso, alla ricostituzione di un partito fascista, vietata dalla XII delle Disposizioni Transitorie della Costituzione: la differenza fra il fascismo e la democrazia è infatti che nel fascismo il partito si raccoglie attorno a un capo e nella democrazia attorno a un programma.
e siccome, dopo la nomina di Renzi a segretario del Partito Democratico, TUTTA la vita politica italiana si raccoglie attorno a tre capi principali, tutti egualmente più o meno grotteschi (Berlusconi, Grillo e adesso anche Renzi; per non parlar di Vendola, di Monti, di Casini: tutti a capo di partiti semi-personali), è evidente che l’Italia è diventata definitivamente un paese senza vera democrazia, semplicemente con un sistema politico fascista in condominio.
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da qualche anno, poi, in Italia si è diffusa una situazione allucinante: i simboli politici vengono registrati come marchi di proprietà di qualcuno.
il signor Giuseppe Grillo risulta quindi il proprietario esclusivo del marchio del Movimento 5 Stelle, come se questo fosse un qualunque prodotto da vendere nel mercato.
è una violazione della Costituzione e della democrazia talmente mostruosa, da rendere chiaro che tutte le battaglie di Grillo in difesa della Costituzione sono solamente strumentali.
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dopo 65 anni di Costituzione, manca ancora una legge che applichi l’articolo 49: il che significa che la vita politica in Italia è una giungla non regolamentata.
invece di discutere tanto del finanziamento dei partiti (tema importante, ma in se stesso non decisivo) o di riforma elettorale, che Renzi vuole fare prima che esca la sentenza della Corte Costituzionale, per fregare la Costituzione di nuovo, e ovviamente vuole farla con Berlusconi (la ripetizione del cliché di Veltroni) -, perché non si approva urgentemente una legge che definisca che cosa è partito politico costituzionale e che cosa no?
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ricordo che, prima delle elezioni, il Partito Democratico di Bersani aveva presentato una proposta di legge per l’attuazione dell’art. 49, che aveva questi punti salienti:
I partiti politici diventano associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica (art. 2).
L’acquisizione della personalità giuridica e la pubblicazione dello statuto in Gazzetta Ufficiale è condizione per poter partecipare alle elezioni (art. 6, comma 1).
Ogni partito deve assicurare nel proprio statuto il rispetto dei principi di democrazia interna e trasparenza (art. 3), tra i quali:
– Organi dirigenti, modalità di elezione, durata degli incarichi;
– Casi di incompatibilità ;
– Procedure per l’approvazione degli atti;
– Diritti e doveri degli iscritti;
– Presenza paritaria di donne e uomini negli organi collegiali;
– Presenza delle minoranze negli organi collegiali non esecutivi;
– Criteri di ripartizione delle risorse finanziarie tra struttura nazionale e articolazioni territoriali;
– Modalità di selezione, attraverso primarie o elezione da parte degli organi collegiali, delle candidature alle cariche elettive;
– Limite massimo dei mandati elettorali e relativi ad incarichi interni;
– Codice etico;
Vengono regolamentate le primarie, per la selezione dei candidati a sindaco, a presidente di regione, a premier, e dei candidati alle assemblee rappresentative elette con sistema maggioritario in collegi uninominali, prevedendo che debbano essere sempre aperte a tutti gli elettori (art. 4).
questa proposta aveva dei punti deboli gravi che la fecero fallire (assieme al fatto che nessun partito vuole essere controllabile per legge): regolamentava i contributi elettorali che il referendum ha invece abrogato e prevedeva la partecipazione anche dei non iscritti alle primarie per la scelta dei candidati: autentica follia che esiste solo nello Statuto del Partito Democratico e che non ha precedenti al mondo.
coglieva tuttavia una esigenza giusta: i “partiti” nei quali gli iscritti devono chiedere al proprietario del simbolo del partito di potersi presentare alle elezioni non devono esistere.
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per risolvere il problema si potrebbe fare, intanto, nella fatidica settimana in cui lo sventato Renzi vuol fare la riforma elettorale truffaldina, una legge semplice semplice di un articolo solo:
I marchi elettorali di proprietà di un solo individuo non possono essere presentati alle elezioni
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“Un gruppo di cittadini sardi (ma sarebbe meglio dire: di sudditi sardi) sollecita Beppe Grillo a esercitare il suo ruolo di garante.
Gli chiede (avete letto bene: chiedono) di consentire l’uso del simbolo per le imminenti elezioni regionali, e di consentire libere elezioni, tra gli iscritti certificati, per selezionare democraticamente i candidati da inserire nella lista”.
quando si dice che l’Italia è un paese intrinsecamente fascista, dove manca una cultura dei diritti democratici che è la premessa mentale di ogni democrazia, c’è bisogno di cercare altre prove?
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fa parte di questa concezione fascisteggiante della politica che domina l’Italia anche o forse soprattutto il tifo sportivo che avvelena la nostra discussione politica e impedisce di discutere proficuamente dei problemi.
l’italiano di solito non ha opinioni precise sui diversi argomenti della politica, ma sceglie uno schieramento e lo segue.
considera “amici”, con un concetto di amicizia simile a quello su Facebook, tutti coloro che seguono lo stesso schieramento, e nemici tutti gli altri.
chi ha delle opinioni differenziate a seconda dei vari problemi (come cerco di fare io) è il nemico di tutti, è il nemico pubblico delle mafie organizzate attorno ai boss, che si auto-definiscono partiti politici.
io sono odioso ai grillini quando scrivo un post come questo, e sono odioso ai dem-dem quando dico che Grillo ha ragione sul finanziamento pubblico e sull’art. 138 della Costituzione; arrivo perfino a dire, da anti-berlusconiano più che convinto, che però ha ragione Berlusconi quando dice che si deve andare subito a nuove elezioni e che questo parlamento non può continuare a funzionare…
risultato? qualche insulto da parte degli sfegatati e il silenzio degli sfegatati per-bene, ai quali non piace discutere né approfondire…
il silenzio degli sfegatati per-bene, ai quali non piace discutere né approfondire…
Discutere di cosa?
Ma l’insoddisfazione dilagante non è la prova evidente che ciò che inseguiamo ci sfugge, e ciò che sfuggiamo ci insegue?
Tutti coloro che hanno tentato di cambiare il mondo, ovvero variare il rapporto 1:1 tra bene e male, hanno fatto la fine di Cristo, ecc…
Estrapolo un breve concetto da una lettura di N. Maharaji …”Un ignoto potere opera in te, e t’immagini di agire. In realtà, osservi ciò che accade, senza poterlo minimamente influenzare…Non c’è scelta, c’è solo l’illusione di poter decidere!…Ma che puoi mai fare? Sei come un paziente sotto anestesia!”
Dico questo perché so di parlare con una persona seria, che non riconosco come tale quando vuole cercare di modificare il rapporto 1:1…
Ecco perché “Discutere di cosa?”
TI RENDI CONTO CHE TI VEDI DENTRO LO SPECCHIO, MA NON CI PUOI ENTRARE PER MODIFICARE LA TUA IMMAGINE?
E poi conclude, offrendo una soluzione, forse LA SOLUZIONE:”Le acque della vita scrosciano sulle rocce delle cose – amabili e odiose -.
Scardina le rocce con l’intuizione e il distacco, e le stesse acque fluiranno in profondità,
silenziose, rapide, copiose”…
Discutere di cosa?
Buona giornata!
Pino
ma tu non stai forse discutendo il mio post? 🙂
”Le acque della vita scrosciano sulle rocce delle cose – amabili e odiose -.
Scardina le rocce con l’intuizione e il distacco, e le stesse acque fluiranno in profondità, silenziose, rapide, copiose”…
sembra una frase del Tao, ma non la conosco.
puoi contestualizzarla dicendo da dove proviene?
anche questa frase, comunque, propone una forma di azione, visto che parla di scardinare le rocce, sia pure con l’intuizione – concetto ben arduo, e sarebbe bello cercare di capire meglio l’originale.
e dove c’è azione o una sua prospettiva, c’è anche una discussione per prepararla e valutare le opportunità.
nessuno vuole cambiare l’immagine dello specchio: se c’è da cambiare qualcosa, è evidentemente la realtà al di qua dello specchio.
lo specchio è soltanto un aiuto per capire meglio la situazione, vedendo anche quello che ci sta alle spalle, senza voltarci.
buon anno, Pino
Si può discutere tra due menti, non fra due cuori…
L’autore è sempre lui, N. Maharaji, nel libro “Tu sei quello!”. http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/iosonoquello.doc
Qui si insegna/impara ad andare oltre la “fede nella logica”, nella quale eccelle la nostra occidentalità e che ci confina nella nostra arroganza…
Anch’io credevo nella onnipotenza della logica, e della discussione, poi ho capito che la filosofia dà solo le risposte, ma che l’intuizione distrugge, rende sterili, le domande, e allora eccomi qui a …discutere di cosa?
Un abbraccio, mente inquieta!
Pino
grazie dell’abbraccio.
mi tengo quello, visto che sul resto siamo in disaccordo, come sappiamo già… 🙂
Ottimo post… mi piace molto e condivido tanti pensieri qui espressi.
Aggiungerei anche, come ciliegina sulla torta: i tre leader (Berlusconi, Renzi, Grillo) sono tutti e tre fuori dal Parlamento! Tre “padroni” di simboli e potere che non sono nemmeno legittimati dalla loro presenza nell’istituzione sovrana dei “rappresentanti del popolo”.
Viene da ridere, vero? Ridere amaro.
Registrare il “marchio” è un’operazione commerciale direttamente collegata al “valore” che tale marchio contiene intrinsecamente… Un partito che ha qualche milione di elettori è un piccolo tesoretto “anche economico”, e questo collegamento è fatale alla democrazia.
Cruciale la partita che si gioca sul “finanziamenti-si, finanziamenti-no” ai partiti. In ogni caso ci sono controindicazioni tossiche alla democrazia. La libera associazione in liberi partiti è una cosa talmente delicata che non sappiamo nemmeno come ben tutelarla.
Purtroppo in Italia c’è un clima pessimo attorno ai partiti, che condiziona ogni pacato ragionamento. Secondo il cittadino medio, i partiti “sono tutti ladri, devono essere aboliti tutti”. In questo clima da tabula rasa ogni riforma, ogni tentativo di riordinare le cose, ha vita difficile, appare come impopolare e “amico della casta”.
E’ veramente un argomento delicato. Ma molto cruciale!
grazie miki della valutazione: mi fa piacere che tu non abbia riscontrato cedimenti qualitativi gravi con gli anni nei miei post… 😀
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dei tre leader bisogna pur dire, però, che uno dal Parlamento è stato – giustamente – buttato fuori, nonostante il popolo sovrano, o almeno quella sua fetta che forse non dovrebbe neppure essere abilitata a votare, ce lo volessero e ce lo vogliano tuttora dentro, considerando la sua esclusione una ferita insanabile alla democrazia.
d’altra parte Renzi ha scelto il pregiudicato come il proprio interlucotre privilegiato per una riforma elettorale che faccia fuori Grillo dal prossimo Parlamento.
forse dunque sarebbe bene di finirla con una democrazia buonista che pernette anche ai cani e porci nemici della democrazia di farsi rappresentare.
questo è un tema che vorrei sottolineare: se uno stato ha una costituzione, la partecipazione alla vita politica e la rappresentanza politica dovrebbero essere limitati soltanto a coloro che si riconoscono nei valori fondamentali di quella Costituzione.
una Costituzione dovrebbe avere dei principi generali ai quali i candiati dovrebbero giurare fedeltá per potersi candidare, e le forze politiche contrarie a quei valori fondamentali (ad esempio alla Dichiarazione Generale dei Dirtti dell’Uomo) non dovrebbe essere consentita l’attività politica.
se la democrazia diventa uno strumento a diposizione di chi vuole distruggerla, qualcosa non funziona.
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sulle questioni più concrete che poni, mi pare di dovere dire un paio di cose probabilmente in dissenso da te.
qualunque cosa pensiamo sul finanziamento pubblico dei partiti – e io, come forse sai, sono contrario e penso che invece dovrebbe esserci un finanziamento pubblico della partecipazione politica dei cittadini – il popolo sovrano si è detto contrario nel referendum 1993 e resta tale.
uno degli errori fondamentali del Partito Democratico in questi vent’anni è stato di considerarsi più intelligente del popolo e di avere concorso con altri a ripristinarlo: inqualificabile!
d’altra parte, se vai sulla mia omonima pagina twitter troverai ricopiato un post di un altro blog che dimostra come i compensi di un parlamentare italiano sono 6,5 volte il reddito medio di un cittadino, rispetto a circa il 3% della Germania, ad esempio: in assoluto la sproporzione maggiore e fa il pari con la paga media dei manager pubblici che è tre volte il valore medio degli altri paesi.
questi privilegi assurdi vanno eliminati, e fa bene Grillo a porre il tema: purtroppo è l’unico; ora il Partito Democratico prova a rinediare con un mediocre imitatore come Renzi, che non ha la sua corenza un po’ folle ed è soltanto un furbastro: dubito che l’operazione riesca, ma probabilmente dobbiamo passarci per liberarci anche di questo incubo.
insomma, caro miki, dire che i partiti sono tutti ladri era un pregiudizio qualunquista nei decenni passati; ma oggi purtroppo la cupa profezia si è realizzata ed è solamente una constatazione.
credo oggi che gfli attuali partiti vadano tutti sciolti come associazioni a delinquere, e mi spiace per gli onesti che si cono stati dentro; credo che ai dirigenti da un certo livello in su debba essere interdetta la partecipazione alla vita politica, come dopo il fascismo.
credo che ci si arriverà comunque, quando la Corte Costituzionale dovrà giudicare, su ricorso della Corte dei Conti del Lazio, della incostituzionalitá della legge sui rimborsi elettoriali per violazione del referendum 1993: se la legge verrà giudicata incostituzionale e la sentenza, come di norma quelle della Corte avrà valore retro-attivo, i partiti dovrebbero essere condannati a restituire i finanziamenti ricevuti in questi vent’anni.
in questo modo il valore commerciale dei loro marchi sarebbe annullato, e forse, a partire da questa tabula rasa, si potrebbe provare a rimettere in piedi una vita politica corretta.
la prosecuzione della vita politica sotto l’attuale assetto è comunque a mio parere improponibile e la giudico infetta.