PIPPO, APIDIS, la mail di Fulvia e l’insegnamento dell’italiano agli stranieri – 23.

mi piace poter considerare il mio blog anche come una (piccola) struttura di servizio.

in questo caso sulla situazione dei docenti specializzati nell’insegnamento dell’Italiano come Lingua2: per i non addetti ai lavori significa che stiamo parlando di insegnanti che hanno studiato come insegnare l’Italiano come lingua straniera.

infatti l’italiano agli stranieri non può, ovviamente, essere insegnato come si fa ai madrelingua, con i quali in qualche modo si perfeziona una acquisizione che c’è già.

* * *

nel nostro paese la consapevolezza di questa necessaria specializzazione è molto carente.

basti pensare che essa non è richiesta ai docenti di italiano all’estero, per quanto l’italiano sia spesso una lingua quasi del tutto straniera per molti figli di immigrati, ai quali questo insegnamento è primariamente destinato.

le loro procedure di selezione di questi docenti sono carentissime e da tempo notoriamente sedi di intrallazzi e veri e propri reati, organizzati anche sindacalmente, ma questa specializzazione non è richiesta, .

ma tutto il settore è da decenni sede di sprechi e di abusi ben tollerati e anzi alimentati dal Ministero degli Esteri: basti pensare che si continuano ad organizzare delle costose selezioni burla per verificare nei docenti da inviare all’estero le competenze nelle lingue dei paesi dove andranno a insegnare, quando baterebbe chiedere loro una ben più attendibile certificazione internazionale delle competenze linguistiche, rilasciata da enti specializzati e soprattutto stranieri, quindi estranei alla diffusa corruttela italica, che vede arrivare nei consolati docenti sfacciatamenti abilitati in quattro lingue straniere che poi non sanno neppure dire aufwiedersehen in Germania.

* * *

ieri ho dunque ricevuto da Fulvia questa mail, una richiesta di diffusione di informazioni:

Potete diffondere per favore.
L’articolo è apparso sul manifesto il giorno 8.01.14 e fa riferimento all’articolo di Ciccarelli del 27.12 che vi allego
Un saluto
Fulvia

e così ho scoperto l’esistenza di un blog su questa stessa piattaforma, prodotto da un gruppo di questi docenti, che sta meditamdo di trasformarsi in associazione nazionale: Riconoscimento della professionalità degli insegnanti di italiano L2/LS Libertà è partecipazione, e un post che comincia così:

Prima di tutto vorrei ancora una volta pubblicizzare l’articolo di Roberto Ciccarelli appena apparso su Il Manifesto che, trattando della graduatoria degli insegnanti pensionati di Brescia, mette in luce le ingiustizie e i paradossi che la nostra bistrattata categoria ancora una volta si trova a dover subire.

* * *

le informazioni che si chiede di diffondere riguardano in particolare una iniziativa, che appare loro discutibile ed è stata piuttosto discussa: mi tocca da vicino, perché è nata qui a Brescia e il Comune l’ha fatta propria, invitando i docenti di italiano in pensione a svolgere attività di volontariato rendendosi disponibili a insegnare l’Italiano ai bambini stranieri.

mi era stato chiesto tempo fa che cosa ne pensavo, ma avevo rifiutato, consapevole di non insegnare più da quasi trent’anni e di non avere le competenze specifiche necessarie: proprio i motivi per i quali Fulvia e i suoi colleghi denunciano il carattere improvvisato dell’iniziativa – ma io direi piuttosto disperato ed emergenziale.

* * *

d’altra parte a Brescia i bambini di origine straniera raggiungono il 25% della popolazione scolastica della scuola dell’obbligo e alcuni presidi hanno pensato di ricorrere al volontariato, stando alle prese con la drammatica carenza di fondi nelle scuole per questo tipo di iniziative (sono i fondi andati a finanziare gli scatti di anzianità dei docenti per il 2013, che poi lo stato ha cercato di far restituire ai docenti).

del resto oramai le scuole stesse si stanno trasformando in associazioni di volontariato e non ci sono alternative, altrimenti il taglio dei fondi ministeriali dovrebbe portare alla chiusura dell’attività.

* * *

eccoci dunque anche qui tra l’incudine della mancanza di finanziamenti statali e il martello del fabbisogno sociale che rende queste iniziative necessarie come l’aria.

naturalmente il nostro pensiero corre immediatamente agli sprechi, ai privilegi, agli abusi, alle spese senza senso e alla corruzione dilagante che dilapida le risorse dello stato.

la battaglia centrale da svolgere è questa; ma nel frattempo che si fa?

e se l’opinione pubblica è menefreghista e rassegnata, come si gestisce questa situazione?

* * *

da dirigente scolastico pensionato capisco benissimo i miei colleghi che hanno pensato di cavarsela in questo modo; fossi stato ancora al mio posto in trincea, la trincea dove la scuola si batte per sopravvivere, avrei fatto anche io qualcosa del genere; e tuttavia condivido anche pienamente la battaglia, purtroppo opposta, che sono costretti a fare questi docenti a difesa delle loro valide ragioni e anche di un intervento effettivamente utile ed efficace.

alla fine ci si dovrebbe ritrovare in una lotta comune per uno stato più pulito e giusto che trovi il modo di investire sul proprio futuro che si chiama istruzione.

* * *

l’articolo di Ciccarelli, che non condivido completamente nei toni, è qui; il resoconto della riunione nazionale a Roma di questi docenti, qui.

Per insegnare agli stranieri le scuole di Brescia reclutano i pensionati

—Roberto Ciccarelli, 27.12.2013

Precariato. La nuova frontiera dell’insegnamento: lavoro gratis e rimozione dell’esistenza di migliaia di persone con master ed esperienza

Hanno pagato migliaia di euro per otte­nere un master e una spe­cia­liz­za­zione «L2» nell’insegnamento della lin­gua ita­liana agli stu­denti non madre­lin­gua, i figli degli stra­nieri immi­grati, una pre­senza mas­sic­cia e rico­no­sciuta tra i ban­chi della scuola ita­liana. Molti di loro si sono anche abi­li­tati nelle scuole per l’insegnamento, le Ssiss chiuse dall’ex mini­stro dell’Istruzione Gel­mini, e oggi non hanno spe­ranza di otte­nere un ruolo. Altri avranno anche par­te­ci­pato ai «Tfa» e sono stati truf­fati dallo Stato che non gli ha rico­no­sciuto un posto in gra­dua­to­ria, met­ten­doli con­tro un’altra cate­go­ria del pre­ca­riato sco­la­stico: i Per­corsi for­ma­tivi abi­li­tanti («Pas»), cioè coloro che hanno inse­gnato per almeno tre anni nelle scuole sta­tali, pari­ta­rie o nei cen­tri di for­ma­zione professionale.

Plu­ri­ti­to­lati, esper­tis­simi nell’inserimento lin­gui­stico, una spic­cata sen­si­bi­lità nei rap­porti umani, ma invi­si­bili. Quanto basta per essere esclusi da un pro­getto dell’assessorato alla pub­blica istru­zione del Comune di Bre­scia che intende creare un albo «ad hoc» per ex inse­gnanti (aperto anche a musi­ci­sti e a inge­gneri) dispo­ni­bili a lavo­rare gra­tui­ta­mente per l’alfabetizzazione dei bam­bini stra­nieri che nella città lom­barda rag­giun­gono il 25% degli iscritti nelle scuole sta­tali ele­men­tari e media. Il pro­getto sarebbe stato ideato da una serie di scuole e chiede ai pen­sio­nati di inviare il loro cur­ri­cu­lum al comune. I loro nomi ver­ranno comu­ni­cati agli isti­tuti che con­fe­ri­ranno l’incarico sotto la super­vi­sione dei docenti e dei pre­sidi. Sem­pre a titolo gra­tuito. La pre­senza di ex musi­ci­sti o ex inge­gneri si spiega per­ché forte è la richie­sta di inse­gnanti in mate­ma­tica, in atti­vità musi­cali o «creative».

La moti­va­zione uffi­ciale di que­sta esclu­sione è la man­canza dei fondi per pagare gli «L2». A non cre­derci per primo è stato il sin­da­cato Anief secondo il quale quanto sta acca­dendo a Bre­scia rap­pre­senta un «assag­gio di quella spen­ding review che pre­sto potrebbe essere adot­tata in tutte le scuole d’Italia». «Quella di nomi­nare docenti in pen­sione per col­la­bo­rare alle atti­vità sco­la­sti­che a titolo gra­tuito – ha detto Mar­cello Paci­fico, pre­si­dente Anief e segre­ta­rio orga­niz­za­tivo Con­fe­dir – è una deriva che trae ori­gine dai tagli ai finan­zia­menti per le scuole e alle ina­dem­pienze dei paga­menti loro desti­nate da parte del Mini­stero delle Finanze». In più sareb­bero in arrivo dal Miur fondi desti­nati alla for­ma­zione dei docenti impe­gnati sul poten­zia­mento dell’italiano come seconda lin­gua che tut­ta­via non sem­brano essere con­tem­plati nell’iniziativa presa dall’assessore bre­sciana Roberta Morelli.

Que­sta sto­ria bre­sciana rivela uno spac­cato da bri­vido per il pre­ca­riato sco­la­stico. Piut­to­sto che pagare 900, 1000 euro gli spe­cia­liz­zati, si pre­fe­ri­sce il lavoro gra­tuito dei pen­sio­nati. Anni di for­ma­zione, e di lavoro, ven­gono così rimossi. «Dal punto di vista della qua­lità dell’insegnamento — scrive Marian­gela Gala­tea Vaglio sul blog non­vo­le­vo­fa­re­la­prof — que­sta deli­bera rischia di essere l’ennesima pie­tra per lapi­dare la pro­fes­sio­na­lità degli inse­gnanti». Ad avviso dell’autrice, che ha lavo­rato per anni in que­sto campo, quello dell’inserimento lin­gui­stico non è nem­meno il pro­blema prin­ci­pale per que­sti ragazzi. «Solo inse­gnanti spe­cia­liz­zati e con espe­rienza sono in grado di rico­no­scere nell’alunno i segnali che le dif­fi­coltà di appren­di­mento pos­sono non essere legate all’acquisizione di una nuova lin­gua, ma a pro­blemi pre­gressi (sin­drone da defi­cit di atten­zione, dif­fi­coltà cognitive)».

Com­pe­tenze che, con ogni pro­ba­bi­lità, man­cano ai «volon­tari» che sono andati in pen­sione anni fa. La deli­bera bre­sciana ha sca­te­nato la pro­te­sta che annun­cia una mobi­li­ta­zione. è pos­si­bile seguirla, e ade­rire, con­sul­tando il blog rico​no​sci​men​toi​ta​lia​no​l2ls​.word​press​.com e la pagina face­book «Rico­no­sci­mento della pro­fes­sio­na­lità degli inse­gnanti di ita­liano L2/LS».

2 risposte a “PIPPO, APIDIS, la mail di Fulvia e l’insegnamento dell’italiano agli stranieri – 23.

  1. Ciao Bortocal, mi fa piacere che pur essendo “dall’altra parte della barricata”, comprendi il nostro punto di vista. Io sono una degli insegnanti che fanno parte del gruppo di Riconoscimento di cui parli e come te penso che ci si dovrebbe ritrovare in una lotta unica per chiedere tutti un trattamento più equo.

    • ciao Dina,

      la realtà è complessa, ma certamente con le azioni di volontariato messe in campo si fornisce un servizio di livello più scadente.

      vogliamo uno stato che investe in F-15 piuttosto che in istruzione e in integrazione sociale?

      pare che chi conta davvero, in questo paese, aldilà delle pallide parvenze di democrazia, abbia scelto gli F-15.

      noi possiamo essere contrari e favorevoli ad un insegnamento qualificato dell’italiano agli stranieri, a prescindere dalle diverse posizioni sociali che occupiamo.

      grazie del commento.

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