i quotidiani italiani, preoccupati di condizionare politicamente il pubblico decrescente dei loro lettori, dedicano scarsa attenzione ai problemi veri – questo è noto.
tuttavia la rinnovata gravità della situazione economica mondiale comincia a trapelare anche da noi, anche se i quotidiani sono impegnati a mettere in prima pagina le dichiarazioni di Letta che stiamo uscendo dalla crisi.
promesse sciagurate, che fanno sorridere amaramente per il loro provincialismo.
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la rinnovata crisi economica mondiale è in prima pagina, invece, nei quotidiani tedeschi: la Frankfurter Allgemeine Zeitung, ad esempio, il quotidiano degli ambienti economici di Francoforte, apre oggi col titolo: Die Wirtschaft macht uns fünf Mal Sorgen, L’economia ci fa preoccupare 5 volte.
il sottotitolo spiega: In America ed Asia le azioni crollano, la paura di una crisi mondiale cresce. Cinque motivi per i quali molte economie, dopo una fase di crescita, sono diventate nuovamente instabili.
l’Indice azionario Mikkei dall’inizio dell’anno
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siamo alla scenario che avevo anticipato qualche giorno fa qui: la causa e gli effetti della crisi secondo Münchhausen – 71.
le economie dell’ex Terzo Mondo, che avevano mantenuto alta la domanda in questi anni di crisi delle economie avanzate dell’Occidente, danno vistosi segni di rallentamento, travolte dall’inflazione: che in Turchia è al 7,5%, in Sud-Africa al 6,8; secondo la FAZ questo determina una rinnovata dipendenza di queste economie dai capitali stranieri; ma in crisi appaiono anche Brasile, Indonesia, Russia.
ma finora gli interessi erano praticamente a zero; ora, la domanda di capitali spinge in alto gli interessi bancari e dunque rende sempre più costoso e difficile procurarsene; la fase in cui si prestavano capitali a bassi interessi e zero rischio è finita e la FED, la Banca Federale Americana, ha deciso di restringere il credito, per i motivi che spiegavo nel post citato sopra.
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una ulteriore situazione critica riguarda la Cina, sinora il principale fattore di crescita mondiale degli ultimi tempi: cresce la disoccupazione, il valore degli immobili appare gonfiato dalla speculazione, si rafforza la richiesta di una migliore distribuzione del reddito, sinora andato ad esclusivo vantaggio dei grandi esportatori, e di un rafforzamento del mercato interno.
questo determina un rallentamento della crescita economica che potrebbe essere la premessa di una grave crisi finanziaria cinese.
infine il Giappone, da circa un anno in espansione dinamica sotto la guida della destra del primo ministro Abe, è già in affanno sotto il peso esorbitante del peggiore debito pubblico del mondo, sinora poco influente, dato che è detenuto prevalentemente all’interno, dai giapponesi stessi.
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in Italia tuttavia prevale il provincialismo e le analisi che circolano sulla stampa (Repubblica) sono tranquillizzanti:
“Gli analisti invitano a tenere i nervi saldi. La crisi asiatica del ’98 è lontana: la politica monetaria è oggi, al contrario di allora, accomodante. Inoltre, le valute fluttuano liberamente e non hanno bisogno di essere difese, a costi sempre maggiori. Infine, la crisi di ogni paese fa storia a sé e non c’è motivo di parlare di contagio”.
come si vede, si tratta di frasi di propaganda pura, senza nessuna sostanza di analisi; per i quotidiani italiani l’economia pare possa essere affrontata con metodo berlusconiani: come un’analisi di stati d’animo e non di dinamiche oggettive di fattori concreti.
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poi si prova a parlare anche di queste:
Il Fmi calcola che, a lungo termine, un abbassamento dello sviluppo cinese dal 10 per cento al 7,5 per cento annuo comporti per paesi che vanno dall’India all’Arabia Saudita una decurtazione del Pil dall’1 per cento in su. Quanto basta per convincere gli investitori stranieri a fare le valige e andarsene.
ma “la fine della moneta facile della Fed” viene definita “immaginaria”.
In concreto, infatti, la moneta facile della Fed non è finita affatto. Ancora a febbraio, la banca centrale americana pomperà nell’economia non 85 miliardi di dollari, come a dicembre, ma pur sempre 65 miliardi, non esattamente un pugno di spiccioli. (…) Insomma, la finanza mondiale è in subbuglio per qualcosa che è possibile si verifichi (il rialzo dei tassi Usa) ma che, al momento, non c’è affatto.
insomma, immaginario è ciò che avverrà domani e che non è ancora avvenuto oggi: come dare torto a tanto buonsenso? 🙂
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malvolentieri si ammette che “rimane stritolato in mezzo l’euro, il cui cambio con il dollaro continua ad oscillare intorno ad 1,36 (secondo Deutsche Bank, l’Italia, per essere competitiva, avrebbe bisogno di un cambio ad 1,17. Contemporaneamente, il collasso di molte valute emergenti rende più difficile esportare verso paesi (Turchia, Brasile, India, Russia) che sono sbocchi tanto più importanti per le industrie di Eurolandia, in quanto sbocchi più tradizionali (gli altri paesi europei) sono chiusi dalla generale austerità.
Non basta: si alza il prezzo delle nostre esportazioni, ma la svalutazione di quelle monete comporta anche un abbassamento del prezzo delle importazioni che, in questo momento, contribuisce alla spinta verso la deflazione. Visto che siamo distanti solo un soffio (0,7-0,8 per cento gli ultimi dati sull’inflazione europea) basterebbe ancora poco per spingere la barca sotto zero. E, dato che siamo così vicini e le statistiche non sono precise al centesimo (come, qualche mese fa, ha notato Draghi, ma non l’ha più ripetuto), potremmo, in realtà, già esserci”.
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bene, nonostante tutti questi dati, secondo i quotidiani italiani, la crisi è immaginaria e solamente mentale…
e, secondo Letta, la ripresa è alle porte.
l’importante è che la gente ci creda fino a maggio…
io sono rimasto sconvolto sentendo letta,in una conferenza stampa negli emirati,inserire un fluorilegio della bignardi fra dibattiti di alta finanza e politica.
hai ragione…..!
quel coglione di grillo a dato a questa massa di invertebrati,in primis letta,l’occasione di concentrare l’opinione pubblica italiana su scemate invece di parlare della gravissima situazione economica che investe tutti tranne loro.
che palle il mantra di letta…..”va tutto bene,abbiamo fatto tantissimo,vedo l’uscita dal tunnel,quast’anno il pil salira’ a quota….bla bla bla…!
ahhha ahha, come succede che per una volta siamo perfettamente d’accordo?
questi stanno usando la tecnica del distrarre con le puttanate.
la cosa ridicola è che sono così coglioni che stanno facendo a grillo una propaganda auto-lesionista veramente stupida (come prima a Bwerlusconi, del resto).
sì, direi che il Partito Democratico ha oramai assunto una precisa vocazione maggioritaria: quella alla maggioranza degli altri,.. 🙂
Bortocal se dicessi che in Italia abbiamo solo due opzioni di scelta politica, andare verso l’America o stringerci all’Europa, sosterrei un’emerita stronzata?
Se le opzioni davvero fossero “solo” queste Berlusconi per chi propendeva? E il Pd ? E Grillo?
Perché già capire questo potrebbe dare spiragli di scelta perlomeno a grandi linee, l’America non mi è molto simpatica.
Dell’Europa so poco molti dicono che il parlamento europeo decide davvero poco e trovare informazione decente sulle politiche europee è davvero difficile, e forse questa è di per sé una mezza risposta?
non mi pare che la prima opzione sussista, almeno non nei termini in cui la dici, visto che è l’intera Europa che sta contrattando con l’America un Trattato di libero scambio, e la seconda è detta molto male.
noi abbiamo solo due opzioni: RESTARE in Europa.
o ridurci come l’Albania e la Moldavia, e uscirne.
Come al solito non riesco a farmi capire facilmente.
Lo so che sono domande senza risposte, siamo in un cul de sac in cui ci siamo felicemente infilati.
L’America non ti lascia scelta, è to big to fail e dire che l’Europa sta “contrattando” con l’America per un libero scambio, in un mondo ormai globalizzato suona come una campana stonata.
L’Europa con il piano Marshall è stata “aiutata” a mettersi la cavezza dell’obbedienza e gli si è ritorto contro il credere al valore assoluto del consumo e della ricchezza che avrebbe dato benessere a tutti, lo scopo Americano era unicamente piazzare i propri prodotti. Il sacrificio sarebbe diventato inutile.
Benessere per tutti, ti pare possibile “per tutti”? Infatti per poter reggere nel lungo periodo hanno dovuto mettere in atto l’escamotage degli elettrodomestici a scadenza, che dovevano avere un basso costo, han pensato bene di produrli in paesi in cui la maggioranza di persone non si può permettere di comprarli. Che ideona!. Il lavoro è stato tolto dai paesi “ricchi” quindi chi compra oggi?
Et voilà crisi servita.
Dopo aver creduto a questa bugia ed averla raccontata ai cittadini la politica, che si è venduta ai produttori, non ha il coraggio di dire che avendo chiuso gli occhi davanti alla coscienza ha perso lungimiranza, perlomeno in Italia.
Ora tornano a dire che ci vuole sacrificio ma si guardano bene dal metterlo in pratica per loro stessi ( stipendi e pensioni da favola) e di nuovo non si rendono conto che non si può pretendere da altri ciò che non si è disposti a dare.
E’ una regola che vale per tutti, a tutti i livelli, pena, come minimo, la non credibilità.
L’Euro all’America non è mai piaciuto. Puoi fare affari con loro ma da suddito e non alla pari.
Dall’Europa come dici bene siamo impossibilitati ad uscire e in più i suoi governanti non capiscono che tendersi la mano e fare sacrifici uno per l’altro è indispensabile , perché ci hanno infilato qui una Santa Barbara.
Infatti hanno provveduto ad imbottire l’Europa di titoli tossici.
Abbiamo comprato debiti, non è stato da dementi?
Ognuno è assolutamente libero di speculare se lo vuole fare , ma deve sapere che se ne deve accollare tutti i rischi, ma non vedo nessuno separare le attività di risparmio da quelle speculative.
In questo modo si mette al riparo la classe dominante, forse pensano davvero di governare dei deficienti che non si accorgono di nulla, di nuovo non c’è pane e promettono di distribuire brioches.
Come vedi la domanda era retorica.
Non l’ho nominato ma puoi trovarlo tra le righe.
Sai cosa ho capito fortissimamente quando ho “sentito” la sua presenza?
Che la grandezza di una persona sta nel rimanere semplice, se si riconosce questo non c’è sofferenza, ma gioia, nel poco.
Purtroppo non tutti i cristiani cattolici hanno capito questo essenziale messaggio
Ho messo due volte -non -nell’ultima frase , se puoi togline uno. Grazie
fatto.
boh, non capisco.
spiegato così, potrei concordare.
ma non mi pare che l’Europa rappresenti allo stato attuale una alternativa globale all’americanismo, quanto piuttosto una sua variante: è americanismo con un po’ di stato sociale…
Alleluja! Esattamente il punto centrale di tutto il lungo ragionamento.
Quindi tutti, volenti o nolenti, felicemente americani! Evviva…. 😦
Secondo te al parlamento europeo valutano, anche in maniera minima, questa ipotesi?
http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/15/Capitalcomunismo_radici_europee_del_doppio_co_9_050515040.shtml
Se la valutassero una speranza c’è, perché in Europa invece che inneggiare all’austerity dovrebbero davvero collaborare sennò c’è il rischio che per la terza volta si vedranno cose orribili.
Sanno o ci fanno? Secondo me illudono la Germania di comandare in Europa mentre le fanno le scarpe. Quando ho usato il neologismo capitalcomunismo non l’ho fatto casualmente perché se è vero ciò che si sostiene in questo articolo e viviamo in un mondo globalizzato, massificato direi io, dove non c’è differenza di valori,il NWO propugnato dall’America, è un’invenzione o un metodo per riequilibrare le cose senza ai soliti noti appaia di perdere potere e ricchezza?
C’è qualcuno che fa il gioco sporco e che mischia le carte. Davvero è solo un caso che le agenzie di rating americane abbiano bocciato paesi europei il cui acronimo formava la parola PIIGS ?
E’ anche vero che persone di buon senso cerchino di tornare alla terra , alle cose semplici ma che hanno sempre avuto e avranno valore inestimabile , perché dolorose e faticose, se ci sarà speranza di salvezza sarà grazie a questi piccoli se saranno moltissimi, altrimenti non ci sarà via di fuga , per nessuno.
che dirti, lucia? le tue mi sembrano parole in libertà, non vedo il nesso fra le diverse questioni che citi.
l’articolo del Corriere di 8 o 9 anni fa, e dio solo sa perché vai a ripescarlo, è un banale e anche un poco ridicolo pezzo di propaganda anti-cinese, che interpreta la situazione di quel paese con categorie storiche occidentali e non con categorie culturali cinesi; e in questo modo, ovviamente, non ci capisce nulla.
Bollare non è motivare il proprio dissenso a idee espresse….
…banale e ridicolo pezzo, perché?
ad un certo punto dice:
Il « doppio Stato » , arbitrario e irrazionale nella dimensione politica e, invece, razionale in quella economica, deve essere sostenuto da una « comunità di popolo »[…]Inoltre, per mantenerne la coesione, deve continuare a prospettare l’ esistenza, reale o immaginaria, di un pericolo esterno, che non può più essere rappresentato dall’ economia di mercato. Una volta che essa è stata legittimata e interiorizzata, grazie alla costruzione di un « doppio Stato » , i dirigenti cinesi devono ricorrere, come facevano quelli nazisti, al « mito dello stato permanente d’ emergenza »
Che differenza vedi nell’occidente capitalista che richiama alla comunità di popolo contro il terrorismo?
lucia,
ho già spiegato perchè ritengo quel post ridicolo e sbagliato nel commento precedente.
non farmelo ripetere per la seconda volta; non fare come se non lo avessi già detto.
ovviamente puoi anche rispondermi e spiegare a tua volta perchè la mia spiegazione è sbagliata secondo te o non ti convince, ma non puoi rispondermi come se io avessi parlato al muro.
Come vuoi tu, secondo me non hai spiegato un bel niente.
Parti dall’assunto che le persone, gli uomini, i popoli abbiano meccanismi mentali diversi, invece è sempre attraverso la paura che è possibile il dominio, lo sapevano bene i dittatori.
Paura in qualcosa che li minaccia direttamente o indirettamente, la cultura di un paese non salva dalla paura sennò le guerre non le avrebbe fatte nessun popolo, o no?
l’Asia non ha conosciuto il nazismo; interpretare la storia moderna dell’Asia attraverso il nazismo europeo è una fesseria.
viaggiando in Birmania puoi scoprire che lì la svastica nazista è un simbolo della lotta contro il colonialismo inglese,
https://bortocal.wordpress.com/2013/01/25/42-la-svastica-birmana-e-la-mia-passeggiata-per-nyaungshwe/
la Cina poi ha un rapporto completamente diverso dall’Europa con l’autoritarismo dello stato; e i diritti individuali sono estranei a quella cultura.
ma naturalmente per te gli uomini sono tutti uguali e le differenze culturali non esistono; buona fortuna.
però, se sei abbastanza giovane ti consiglio di cominciare a girare il mondo senza paraocchi.
e, sì, parto proprio dall’assunto che le persone, gli uomini, i popoli abbiano meccanismi mentali diversi, perchè è l’assunto giusto.
e anche la paura è paura di cose diverse nelle diverse culture e per le diverse persone, perfino, all’interno della stessa cultura: e quello che per qualcuno fa paura, per un altro è una bella opportunità.
che bello dovere spiegarti l’abc della vita come se tu fossi una bambina piccola che non ha mai visto il mondo.
Sono contenta che tu mi spieghi come fossi una bimba, non lo dico per dire, non la ritengo una frase offensiva.
Cercare il confronto per me è capire i pensieri di un altro, che è altro da me le mie esperienze e i miei pensieri. Comprendere è immergersi in un altro per capire come è arrivato a pensare ciò che pensa.
Prenderlo con tutto ciò che è e che fa.
Cerco di uscire da ciò che conosco attraverso le esperienze di altri. Sennò mica ci sarebbe bisogno di parlare.
Se non avessi alcuna idea potresti riempirmi come un vaso vuoto, ma devo fare i conti con ciò che presumo di sapere, se tu non spieghi meglio dando per scontato che tu sai e perciò tutti siano arrivati alle stesse conclusioni,mi aiuterai mai. Posto che tu voglia e abbia la pazienza per sopportarmi.
Tu parli di nazismo, una dittatura precisa, io parlavo generalmente del loro meccanismo per instaurarle che si attua infondendo paura ai suoi abitanti.
Vedi anche i periodi più bui in Europa, che nemmeno la chiesa ha risparmiato.
Ero a conoscenza del significato positivo della svastica in culture asiatiche e non , pare fosse conosciuta anche in centroamerica e a Babilonia, comunque grazie di avermelo ricordato.
Vorresti dire che la paura negli asiatici non esiste? Niente dittature fondate sulla paura?
per qualche misteriosa ragione è come se avessero preso tutte le crisi economiche del passato mischiandole insieme per ottenere la più grande crisi della società umana. Infatti è una crisi finanziaria, economica di produzione, politica e dei diritti umani, sociale e soprattutto culturale. Chi riesce a trovare una soluzione che risolva contemporaneamente tutte le questioni?
come sai bene, io non sono un economista, sono soltanto una persona che cerca di utilizzare la sua intelligenza e il suo buon senso, e di dire la verità.
siamo di fronte probabilmente non “alla più grande crisi della società umana”, ma “alla crisi della società umana”.
mi dispiace dirlo, mi sento un catastrofista; il mio stato d’animo personale in questo momento è di grande paura: e pensa che sto prevedendo queste cose da anni, che le scrivo nel blog da otto anni, e dunque dovrei essere preparato.
credo che potrà davvero succedere di tutto; mi dispiace moltissimo dirlo a chi ha motivi di preoccupazione tanto più concreti e immediati dei miei, ma non sarei onesto se dicessi diversamente.
spero assolutamente di sbagliare…
la fine della civiltà dello sviluppo non è preparata, quasi nessuno l’ha ancora capita, abbiamo università piene di economisti che si sono abituati solamente a gestire le speculazioni finanziarie e non la più grande ed urgente riorganizzazione sociale nella storia.
mi viene in mente un vecchio film di Marco Ferreri, Il seme dell’uomo, che rappresentava i postumi di una guerra nucleare.
la guerra nucleare è stata evitata, ma lo sviluppo economico rischia di esserre quasi più devastante ancora, e nello stesso tempo è indispensabile.
solo dal basso vedo nuoversi qualcosa: ragazzi che ritornano alla terra, che abbandonano la città per prendere in affitto cascine e ricominciare a fare i contadini…
anche io sto cercando una via di questo genere per me, per la mia famiglia…
non è per forza una crisi della civiltà dello sviluppo. Si può sempre immaginare uno sviluppo di natura diversa ed è in genere quello che è successo con ogni crisi del passato. Solo che ora invece lo sviluppo non interessa solo la nostra tecnologia ma anche i nostri modi di organizzarci, quindi la natura della nostra società (la cultura). Quello che spaventa è il rischio di fallire. Pertanto ci limitiamo a tenere in vita il vecchio per paura di tentare qualcosa di nuovo.
il ritorno alla terra?
ovviamente per tornare alla terra devono o avere della terra oppure permettersi di pagare l’affitto della terra su cui vanno a vivere. Se l’industria crolla, i pannelli solari non te li permetterai e la corrente elettrica costerà troppo. Scordati di trovare la benzina a 2 euro al litro. Quindi dovrai lavorare tutto o quasi a mano, spostarti per vendere parte dei prodotti costerà moltissimo, comprare da qualcun altro ti sarà molto difficile. Vivere solo ed esclusivamente di quello che ottieni tu sarà difficile se la tua terra non sarà molto estesa. E inoltre… ci sarà abbastanza terra per tutti?
Magari un secolo era una cosa possibile, la vita era dura, la mortalità elevata e soprattutto eravamo 7 o 6 miliardi in meno. Per come stanno le cose oggi, il ritorno alla terra non è una soluzione per tutti, ma solo per alcuni.
commento critico molto denso, ma direi azzeccato, profondo, che solleva i dubbi giusti ed espone anche la giusta paura.
effettivamente non penso neppure io che il ritorno alla terra sia una soluzione per tutti, ma solo per alcuni (avevo scritto: “per me, per la mia famiglia…”); ma vedo tanti giovani muoversi in quella direzione.
sono le avanguardie della ritirata oppure delle schegge sparse che il grande tritatutto fa schizzare qua e là?
comunque in questi mesi ho contribuito a fondare una piccola associazione che ha tra i suoi scopi anche questo, e adesso ci stiamo avvicinando alla fase operativa.
hai sentito parlare dei GAS? li cito da un post di oggi di Ellagadda: “In molti paesi e in molte città, grazie ai GAS, è possibile comprare frutta, verdura e anche carni e formaggi e vino, direttamente dai produttori, questo permette non solo di risparmiare (e molto), ma anche di avere prodotti di stagione (essì, la zucchina d’inverno cresce solo in serra)”.
se riusciremo a procurarci la terra (io la cerco in acquisto, ovviamente, ma questi giovani amici l’hanno già trovata in affitto) quest’estate partiranno anche i GAS organizzati da loro…
se riuscirò a comperare la casa-fattoria che ho trattato e non me la soffiano prima come sto rischiando, proprio ieri sono andato a verificare la possibilità di installare i pannelli solari, e ho avuto risposta positiva.
faccio conto di riuscire a comperare i pannelli nei prossimi mesi, prima che crolli proprio tutto. 😉
naturalmente, se questa sarà la base dell’economia del futuro, la chiameremo economia di un nuovo sviluppo, come si è sempre fatto dopo avere vinto: sarà lo sviluppo dell’arte, della filosofia, della comunicazione, contro lo sviluppo degli oggetti per gente senza fantasia.
ma chi non ha l’intelligenza, la fantasia e la creatività necessaria per questo nuovo sviluppo?
credo che resterà tagliato fuori; dopotutto la democrazia non è un obbligo, e non è detto che si debba finire di distruggere il mondo perchè la maggioranza vuole farlo; però il modo giusto di opporsi è proprio quello di fare altro, senza nessun tipo di violenza: questi semplici gesti non violenti sono in grado da soli di logorare il mercato e di metterlo inc risi definitivamente.
e ogni consumatore che passerà ai GAS saltando la grossa intermediazione è sottratto ai supermercati.
come ho sempre detto, basterebbe che nmezzo milione di persone in Italia spegnesse completamente la televisione un giorno fisso la settimana per fare crollare il sistema prezzolato dei media.
vedi, potrebbe essere di nuovo come una specie di grande marcia gandhiana non violenta, capace di far crollare dall’interno, in modo assolutamente non violento e totalmente pacifico, la colonizzazione che abbiamo subito noi.
non sapevo cosa fossero i GAS. Sembra una bella iniziativa. Ma è pur sempre un’idea appartenente a questa società. Se i costi energetici fossero più alti per i produttori locali, allora anche i loro prodotti saranno più difficili da ottenere e avranno un costo più alto. Inoltre sarebbe abbastanza difficile organizzarsi per sfamare una grande città, oltre al dubbio che riescano a garantire in modo costante l’afflusso di cibo necessario. E’ una bella iniziativa comunque, almeno fa concorrenza 🙂
penso che per i pannelli ci sia qualche incentivo. Senza quelli pochi se si potrebbero permettere, per non parlare del fatto che ogni 20 anni vanno cambiati (se la grandine non fa il lavoro prima). Se prenderai quelli fotovoltaici sta attento a quante batterie potrebbero servirti. I pannelli saranno anche ecologici, ma le batterie solo il peggio del peggio per l’ambiente.
ma ovviamente sarebbe meglio cercare una soluzione che salvi più persone, non solo alcuni. Il ritorno alla terra è una specie di contro-globalizzazione. Potrebbe essere un’idea giusta, ma sembra un’opera colossale spostare miliardi di persone in giro per il mondo a seconda della terra disponibile. Oltre a non poterla garantire a tutti.
nessuna di queste iniziative, caro afo, è in grado e neppure si propone di delineare una alternativa globale: sono piccoli interventi locali, tecniche di sopravvivenza.
ragazzi che dopo mesi passati ad aspettare un lavoro che non c’è si ingegnano, prendono in affitto un pezzo di terra lasciato incolto, magari perché scomodo, e si mettono a coltivare e a vendere.
che cos’altro fare?
forse queste sono perfino più manifestazioni della crisi che risposte alla crisi, perchè è chiaro che la ripresa del baratto e di una circolazione di merci fuori dal mercato ufficiale diminuisc e i consumi a sistema e dunque aggrava la crisi stessa, soprattutto se dovesse generalizzarsi.
d’altra parte, chi ha studiato la storia sa bene che la crisi dell’impero romano e il passaggio al medioevo avvenne proprio attraverso processi sociali simili…; l’auto-consumo, il ritorno alla terra e poi anche la crisi delle città.
Roma nel giro di un secolo passò da un milione di abitanti a 5.000, che del resto sopravvivevano coltivando in mezzo alle rovine dei monumenti antichi…
occorre dire che forse la metà dell’umanitá attuale non deve essere spostata, perchè vive già in questo modo.
la cosa davvero dura sarebbero gli altri…
e non credo che ci sia spazio per tutti…
– sui pannelli solari, osservazioni giuste: ma metterò la questione in mano amio figlio che è laureato in scienze ambientali, naturalmente…
@ lucia
i commenti mi fanno piacere e sono il motivo principale per cui scrivo il blog, però, quando affrontano questioni generali, non posso scrivere trattati ogni volta e devo cercare la sintesi; presumo anche che mi commenta mi legga e conosca un poco le mie posizioni; in ogni caso c’è sempre il motore di ricerca in alto a destra della pagina iniziale del blog che aiuta e nelle istruzioni per l’uso del blog sta anche scritto come usarlo.
ancora di più aiuta la voglia di capire davvero e non quella di opporsi tanto per attirare l’attenzione.
nella mia prima risposta c’era l’essenziale; poteva risultare oscura, ma non era giusto dire che non avevo risposto.
quanto alle tue due ultime domande (“Vorresti dire che la paura negli asiatici non esiste? Niente dittature fondate sulla paura?”), la risposta è ovviamente no.
ma la risposta giusta è già scritta sopra: rileggi con attenzione, per favore, e quando l’hai vista ne riparliamo, ok?