Lega contro Lega: il Canton Ticino decide il divorzio della Svizzera dall’Unione Europea.
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come i miei lettori già sanno, ieri il referendum contro la libera circolazione di lavoratori fra la Svizzera e l’Unione Europea è risultato vittorioso nel paese per meno di 20.000 voti e la differenza in termini numerici l’hanno fatta gli italiani del Canton Ticino col 68% dei sì.
anche se poi nel sistema svizzero si richiede che esso sia approvato non dalla maggioranza degli abitanti in assoluto, ma nella maggioranza dei cantoni, e il sì è passato, oltre che nella Svizzera italiana, in tutta l’area tedesca, escluse le grandi città (a Zurigo i no hanno vinto per 50 voti), e dunque sarebbe forse passato senza il massiccio voto para-leghista degli italiani del Canton Ticino.
l’Unione Democratica di Centro svizzera che ha promosso la consultazione è l’equivalente della Lega in Svizzera, anche se ha una sigla simile, in italiano e in francese, a quella del partito di Casini, UDC; ma in tedesco si chiama invece Schweizerische Volkspartei ed ha la sigla SVP, come il partito di lingua tedesca in Alto Adige-Süd Tirol.
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a leggere i commenti della stampa ticinese online si tratta di una vera e propria vittoria populista: infatti le motivazioni di destra xenofoba sono strettamente intrecciate al malessere sindacale e alla protesta per la mancata introduzione di una salario minimo obbligatorio.
in ogni caso si tratta di un brutto segnale per l’Europa: il referendum è una scelta di divorzio, anche se Svizzera e resto d’Europa sono destinati a restare dei divorziati in casa.
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il referendum ha introdotto nella Costituzione del paese, addirittura, l’obbligo di determinare annualmente una quota massima di lavoratori stranieri da ammettere, e ora dal punto di vista svizzero, paese associato all’Unione Europea, ma non stato membro, tutti gli altri cittadini d’Europa sono ora da considerare completamente stranieri.
inoltre i datori di lavoro sono obbligati a dare la precedenza nell’assunzione ai lavoratori svizzeri.
ci sono tre anni di tempo per dare applicazione pratica alla decisione, che certamente crea per la seconda clausola delle difficoltà ai frontalieri italiani in Svizzera, cioè ai lavoratori italiani delle aree di confine che lavorano in Svizzera come pendolari.
naturalmente la Lega italiana chiede di fare altrettanto e promette un analogo referendum suo in Italia: peccato che non ci siano molti svizzeri che vengono a lavorare in Italia.
ma la Lega propone di prendersela in cambio con romeni e altri slavi: perché no?
è sempre così bello vendicarsi su uno più debole del torto subito da un forte, facendogli assaggiare lo stesso boccone amaro…
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un referendum simile del resto in Italia non sarebbe possibile, dato che la nostra Costituzione vieta i referendum sui trattati internazionali; ed è lo stesso motivo per il quale non si potrà mai tenere il referendum sull’euro proposto da Grillo ma senza nessun fondamento.
il problema però ora si pone anche per la Svizzera, che lo ha ammesso: la libera circolazione dei lavoratori fa parte, infatti, di una serie di accordi bilaterali fra Svizzera ed Unione Europea che sono dei Trattati Internazionali.
l’esito del referendum corrisponde ad una decisione di rottura unilaterale di un trattato: se non è una dichiarazione di guerra, ci somiglia un poco.
sarebbe interessante, molto interessante, se l’Unione Europea rispondesse alla Svizzera che vieta la libera circolazione degli europei per lavoro in quel paese bloccando la libera circolazione dei capitali europei verso le banche elvetiche, ad esempio.
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comunque la Germania e altri paesi promettono ritorsioni e si sono già avviate delle consultazioni sul da farsi; pare che i politici italiani tacciano, esclusi i patetici leghisti fregati dai loro confratelli di oltre-Chiasso.
i nostri politici hanno ben altro da fare: fanno l’unica cosa che sono capaci di fare: litigano sulla legge elettorale, cioè su come mantenersi al potere, e su chi dovrà fare il presidente del Consiglio: spettacolo squallido e vomitevole quanti altri mai.
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la Germania, che si agita, ha però dei guai col suo Canton Ticino interno, che è la famosa Baviera.
la Baviera infatti, pur se guidata dalla CSU, che è parte della Grosse Koalition, si sta opponendo, come Land parte della Federazione, al piano nazionale sull’energia e si sta battendo per l’introduzione dei pedaggi autostradali in Baviera non solo per il trasporto di merci, ma anche di passeggeri, violando un punto centrale degli accordi europei.
questa battaglia Seehofer l’ha vinta, perché il pedaggio di 100 euro l’anno per gli stranieri è stato introdotto anche negli accordi di governo nazionale e scatterà dal 2015; ci sarà un trucco per rendere il pedaggio compatibile con le norme europee: il pedaggio lo pagheranno tutti, poi ai tedeschi verrà rimborsato.
come si vede, il particolarismo non è soltanto svizzero, e la Germania non ha poi troppo motivo di lamentarsi degli elvetici.
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sembra che l’Europa moderna assomigli sempre di più alle rissose e inconcludenti leghe che nella Grecia antica seguirono alla rovinosa conclusione delle guerre fra Atene, Sparta e Tebe.
si logorarono in dispute e guerricciole senza senso, finché venne un Alessandro Magno a sottometterle tutte.
forse il nostro moderno Alessandro Magno si chiamerà Cina, oppure, per restare un poco più in linea, chi dice che non sia semplicemente un qualche Putin di turno che ci tolga questa inutile e inconcludente democrazia?
Al di là delle considerazioni personali sull’opportunità di un simile referendum vorrei solo aggiungere che, dopo aver letto parte del testo del referendum, posso dire che ci vedo tanta, tantissima arroganza.
effettivamente con l’espressione extra-elvetici volevo richiamare fra le righe la famosa descrizione inglese della nebbia sul Canale della Manica: “Il continente è isolato”.
ho raccolto il tuo suggerimento e con google ho trovato il testo, almeno parziale del referendum; non so se è lo stesso che hai visto tu; magari tu hai trovato il testo completo.
lo riporto:
“La Svizzera gestisce autonomamente l’immigrazione degli stranieri. Il numero di permessi di dimora per stranieri in Svizzera è limitato da tetti massimi annuali e contingenti annuali. I tetti massimi valgono per tutti i permessi rilasciati in virtù del diritto degli stranieri, settore dell’asilo incluso. Il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento familiare e alle prestazioni sociali può essere limitato.
I tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un’attività lucrativa devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell’economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri; essi devono comprendere anche i frontalieri. Criteri determinanti per il rilascio del permesso di dimora sono in particolare la domanda di un datore di lavoro, la capacità d’integrazione e una base esistenziale sufficiente e autonoma. Non possono essere conclusi trattati internazionali che contraddicono al presente articolo”.
I trattati internazionali che contraddicono all’articolo “devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni dall’accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni”.
ora quelö che si dice nel primo capoverso non è per nulla diverso da quello che noi italiani facciamo rispetto agli extra-comunitari.
quello che stupisce davvero è la presunzione svozzera di poter fare da sola, senza un rapporto con l’Europa.
sui giornali tedeschi ho letto dichiarazioni molto dure degli esponenti politici; stranamente la stampa italiana le ha minimizzate; essendo io culturalmente un meticcio con elementi di DNA culturale tedesco, ritengo che l’Europa dovrà concretamente e pacificamente dimostrare alla Svizzera che si sbaglia di grosso.
a quel che leggo i tedeschi sono ben determinati a farglielo capire.
il secondo comma, in puro stile leghista nostrano, è auto-lesionista perché tra un bravo ingegnere tedesco e un cattivo ingegnere svizzero, imporre si assumere lo svizzero incompetente non è una buona idea…
la parte che mi sa di arroganza pura è questa “I trattati internazionali che contraddicono all’articolo devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni dall’accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni”.
Ma per le palle di Giona! E’ l’articolo che contraddice il trattato!
Il testo che ho trovato è esattamente questo
è come quando tratti l’acquisto di una casa (ogni riferimento autobiografico di questi giorni è puramente casuale); se rimetti in discussione un accordo raggiunto, magari non ancora formalizzato, può andarti bene, come può andarti male, ma non puoi aspettarti che l’altra parte non lo rimetta in discussione a sua volta.
questi svizzeri che si sentono il centro del mondo e invece anche il loro benessere dipende strettamente da quell’Europa di cui siamo parte.
quindi l’obbligo di ri-negoziare i trattati, a parte ogni considerazione di buon gusto e a leggere i giornali tedeschi, sarà, un bel rischio per la Svizzera.
i tedeschi non hanno una visione pragmatica della situazione,si portano sempre dentro quel senso di colpa risalente alla seconda guerra mondiale.
gli svizzeri hanno perfettamente ragione,hanno una quantita’ di stranieri sproporzionata rispetto alla popolazione..tanto per fare un paragone con l’italia e’ come se noi avessimo 23 milioni di stranieri.
sicuramente noi ci arriveremo perche’ non abbiamo alcuna identita’ nazionale da salvaguardare o proteggere….ma se permetti altre nazioni ce l’hanno e ci tengono.
quanto poi a criticare un referendum,che è la forma piu’ democratica di legiferare,mi sembra un atteggiamento fascista…tanto per usare un termine caramente abusato.
sto risalendo all’indietro con i commenti e mi pare che questo sia in contraddizione con quello che hai scritto in un commento successivo, al quale ho già risposto.
insomma, secondo te, questi tedeschi sono troppo pragmatici, oppure per niente pragmatici?
sono ancora razzisti e nazisti nel profondo perché non cambieranno mai, oppure sono diventati buonisti per il senso di colpa?
o non capisco bene io oppure devi metetrti un po’ più d’accordo con te stesso: a me pare che quel che ti interessa sia dargli addosso in qualche maniera e che tutte le maniere sono buone, ma sbaglierò… 🙂
fai bene attenzione che gli svizzeri non stanno ponendo limiti alla immigrazione straniera, ma a quella europea.
è come dire: noi non siamo europei…
questo è veramente grave e anche stupido: penso che la pagheranno piuttosto cara.
– poi non vedo perché non vi sia la libertà di criticare l’esito di un referendum, pur rispettandolo.
tu dici che non è democratico? mi pare anzi una cosa assolutamente normale…
non democratico sarebbe rifiutarsi di riconoscerlo, ma non è questo il caso.
ora che gli svizzeri ci mettono democraticamente alla porta, violando in modo unilaterale accordi internazionali liberamente sottoscritti, noi possiamo però democraticamente decidere di mettere alla porta loro, mè siamo tenuti a rispettare l’insieme di quegli accordi, e vediamo se è più forte la Svizzera oppure l’Europa…
verso i tedeschi io non nutro alcuna antipatia…sono disciplinati,hanno il senso della comunita’ e cosa molto importante conservano l’amore per la vaterland.
amore che,al contrario nostro,gli permette di mettere da parte beghe campanilistiche e di bottega per il bene comune.hanno inoltre un senso etico e di servizio notevole.
mi ha molto colpito la loro cancelliera ripresa durante un viaggio ufficiale,trasportata su un C130 militare,mentre amabilmente discorreva con i piloti nel cockpit seduta dietro il comandante.
che poi le cosche che ci governino usino la Germania come capro espiatorio per coprire la loro criminale conduzione della cosa pubblica e un tranello in cui non sono mai caduto.
non capisco inoltre quello che si definisce qui da noi “l’egoismo e la rapacità economica dei tedeschi”.puerile perche’ nessuno ti fa’ regali,specie in una competizione economica,ne ti dice di lavarti la faccia perche’ sei piu’ bello di lui.
noi sprofonderemo col mito che siamo i piu’ furbi ed piu’ intelligenti.
be’, ora ti sei spiegato e mi ritrovo d’accordo con te: forse avevo fatto un processo alle intenzioni fuori luogo.
le critiche italiane ai tedeschi sono l’espressione di un senso di inferiorità; il bello è che, avendoci vissuto, posso dire che il senso di inferiorità della Germania per certi aspetti dell’Italia non è minore, anche se non diventa complessivo, come da noi.