conclusa l’analisi della Prima lettera ai Tessalonicesi attribuita a Paulus, in realtà risultato di due successivi rimaneggiamenti su un falso che venne scritto dopo la distruzione di Gerusalemme, siamo ben lontani dall’avere concluso l’analisi di tutte le questioni collegate, perché, a complicare ulteriormente il problema, sta la presenza di una Seconda Lettera ai Tessalonicesi.
così viene intitolata e il rapporto con la Prima viene disinvoltamente spiegato appunto come un intervento successivo di Paulus con una nuova Lettera alla stessa comunità.
cito la vecchia edizione della Bibbia, Edizioni San Paolo, pensate un po’, che uso ancora per la consultazione cartacea del testo:
Nella prima lettera ai Tessalonicesi San Paolo aveva parlato del ritorno di Cristo (1 Tess, 1,10; 2,12; 4,13; 5,4); ma i Tessalonicesi avevano inteso che il ritorno di Cristo e la fine del mondo fossero imminenti, sicché molti concludevano di non dover più lavorare, ma di aspettare nell’ozio.
Per rimediare ai disordini che da queste idee nascevano nella Chiesa dei Tessalonicesi, e per supplire ad un viaggio che avrebbe voluto fare a Tessalonica, San Paolo scrive questa seconda lettera, pochi mesi dopo la prima, pure da Corinto, forse nei primi mesi del 53.
Cronologicamente questa è la seconda tra le lettere di San Paolo.
fantasie sfrenate e arrampicate sui vetri per raccordare le due lettere fra loro.
* * *
e adesso vediamo perché:
1. nessuna notizia di queste lettere si ricava dagli Atti degli Apostoli, che pure descrivono quasi giorno per giorno i presunti movimenti di Paulus
2. la Prima lettera contiene già una relazione sulla situazione della Chiesa di Tessalonica, fatta da Timotheos al suo ritorno dalla città, e in essa non si accenna al minimo problema:
6Ma, ora che Timòteo è tornato, ci ha portato buone notizie della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci, come noi lo siamo di vedere voi. 7E perciò, fratelli, (…) ci sentiamo consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede. 8Ora, sì, ci sentiamo rivivere, perché rimanete saldi nel Signore.
(è vero però che, come ho dimostrato, questo è un rimaneggiamento successivo).
3. da dove avrebbe ricavato dunque Paulus, qualche mese dopo la missione di Timotheos, le ulteriori informazioni che lo avrebbero spinto a scrivere una seconda lettera? e, se queste informazioni erano così facili da ottenere, perché mai aveva inviato Timotheos di persona con un lungo e pericoloso viaggio, per chiedere le prime?
4. e come mai in questa presunta seconda lettera non si fa mai alcun cenno alla prima? questo è assolutamente inverosimile.
o meglio in 2,15 si parla delle “tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera”, ma il riferimento è alla lettera che si sta scrivendo, per via del particolare rapporto cronologico e dei tempi verbali che si usavano nello scrivere le lettere nell’antichità, dato che ci si poneva sempre nel tempo nel quale il destinatario l’avrebbe letta (tipica l’espressione “ti ho scritto questa lettera”), mentre noi, al contrario, usiano nelle lettere il tempo legato al momento della scrittura (e diciamo “ti scrivo questa lettera”); quindi l’unica lettera di cui si parla (al passato) è quella che si sta scrivendo; altrimenti sarebbe stato logico aspettarsi “dalle nostre lettere”, cioè il plurale.
5. d’altra parte se tra i Tessalonicesi si era diffusa l’attesa del ritorno imminente di Jeshu sulla terra, questo non andava forse ricondotto a qualche confusione generata dalla Prima Lettera, in teoria?dove si dice ai fedeli lettori che questo giorno non li sorprenderà “come un ladro nella notte”, dando per scontato quindi che essi faranno questa esperienza; e allora come mai non parlarne direttamente, ma polemizzare invece contro “false lettere”?
* * *
è facile rendersi conto che all’inizio la Prima e la Seconda Lettera appaiono come parafrasi l’una dell’altra.
Prima Lettera ai Tessalonicesi:
1 Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
2Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere 3e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. 4Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. 5Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
6E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, (…)
Seconda Lettera ai Tessalonicesi:
1 Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: 2a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
3Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. 4Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate.
5È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite.
come si vede, l’inizio è addirittura identico nella prima frase.
e dunque non si tratta affatto di due diverse lettere scritte in successione cronologica secondo l’ordine indicato dalla stessa persona, ma di due diversi ed autonomi esemplari di una isolata Lettera ai Tessalonicesi di Paulus.
la critica ne deduce che la Prima lettera è autentica e la Seconda è falsa; ma, siccome abbiamo già visto che la Prima è certamente falsa, per deciderlo non ci rimane che analizzare la Seconda con lo stesso metodo.
* * *
in questa Seconda Lettera ritroviamo le tracce dello stesso tipo di manipolazioni di cui fu oggetto la Prima, o meglio ritroviamo la manipolazione del terzo strato della Prima Lettera, che consiste nell’introdurre dei brani col pronome “io” in una lettera firmata collettivamente a tre: Paulus, Silvanus e Timotheos.
i passi relativi sono tre:
2, 1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare sotto il mio nome, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
2,5Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose?
3, 17Il saluto è di mia mano, di Paolo. Questo è il segno autografo di ogni mia lettera; io scrivo così.
il carattere un po’ grottesco di questa frase è che la menzogna è particolarmente spudorata: Paulus è all’inizio della sua missione e alla sua seconda lettera conservata, entrambe ad una sola e isolata comunità: un po’ troppo presto perché vi siano già dei falsificatori delle sue lettere e soprattutto per dire che quello è il segno inconfondibile di ogni sua lettera (in tutto due).
piuttosto la frase fa capire che, pur davanti ad un pubblico non smaliziato, era necessario provare a dissipare dei dubbi sulla autenticità; e in particolar modo nel momento in cui si parla apertamente della presenza di lettere false.
questo intervento con l’uso del pronome “io” appartiene dunque alla mano che ha compilato la raccolta, oppure ad una mano diversa che agiva subito dopo: in ogni caso in questa come nella precedente Prima lettera appartiene alla fase in cui queste lettere vennero assemblate in raccolta.
* * *
se prescindiamo da questi due brevi passaggi, il testo della Seconda Lettera che rimane è altrettanto breve del nucleo originario della Prima e molto più lineare: in questo caso non ci sono stati interventi per raccordare il testo con gli Atti degli Apostoli.
soltanto un passo non troppo lungo verso la conclusione, che si discosta dal tema centrale della Lettera, sembra una aggiunta successiva: è l’intero cap. 3.
3,1 Per il resto, fratelli, pregate per noi, – e di seguito fino a 3, 12 compreso.
e questo orienta già verso una ipotesi paradossale, rispetto alle opinioni correnti, e cioè che la Seconda Lettera possa essere più antica della Prima.
è una ipotesi verso la quale spinge anche una sua maggiore rozzezza teologica e grossolanità della visione religiosa, che esclude decisamente che le due lettere possano essere della stessa mano.
* * *
ma l’attenzione è particolarmente sollecitata da un passo veramente interessante, quello che costituisce il nucleo originario di questa”lettera”, se togliamo le formule iniziali identiche a quelle della Prima Lettera e quella che sembra l’aggiunta del cap. 3.
per comodità di discussione, ne ritaglio la parte che più ci interessa:
1 (…) vi preghiamo, fratelli, 2di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, (…) quasi che il giorno del Signore sia già imminente.
6 E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. 7 Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. (…) 9 La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri 10 e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. 11 Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna 12 e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.
* * *
ma di chi si sta parlando?
è da escludere l’interpretazione canonica secondo la quale Paulus sta parlando ai Tessalonicesi dell’Anticristo che verrà alla fine dei tempi: che plausibilità ha?
questa profezia è troppo dettagliata e delinea un timing molto preciso: prima si verificherà l’apostasia e la venuta di qualcuno che pretenderà di essere adorato come un Dio, un autore di miracoli e prodigi in realtà realizzati da Satana, e subito dopo vi sarà l’avvento del regno di Dio; con molta chiarezza si dice che “il mistero dell’iniquità è già in azione ed è necessario solo che chi lo trattiene ora sia tolto di mezzo”.
provo a pensare come prima ipotesi che si voglia accennare all’ingresso in Gerusalemme dell’imperatore di Roma, quando si parla di chi arriverà ad “insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio”.
potrebbe sembrare difficile pensare che allo stesso imperatore vengano attribuiti anche “ogni specie di miracoli e segni e prodigi”, sia pure “menzogneri”; tuttavia l’avversario scatenato da Satana potrebbe essere effettivamente l’imperatore di Roma, al quale del resto la superstizione pubblica attribuiva pure svariati prodigi.
ma come può essere indicato come autore di una “apostasia” l’imperatore? a meno che non si voglia alludere a Giuseppe Flavio, che aveva appunto identificato con l’imperatore il messia della religione ebraica, dopo la conclusione della guerra ebraica.
* * *
dopo di che, se restiamo nel primo secolo, non rimane che un solo altro possibile candidato per questa profezia retrospettiva che serve a preannunciare l’avvento abbastanza imminente del regno di Dio: ed è la figura di Jeshu, come potrebbe essere vista da un punto di vista ebraico.
è questo un passo che rispecchia effettivamente le opinioni di Saul, ebreo osservante e predicatore anti-cristiano, qualche decennio dopo paradossalmente cristianizzato nelle leggende cristiane stesse?
ma in questo caso non si riesce a spiegare l’uso del tempo futuro nella profezia, dato che sarebbero riferimenti a fatti già lasciati dietro le spalle.
inoltre una cosa è chiarissima nel tentativo di presa di potere di Jeshu, pur così romanzato e mitizzato dopo la sua conclusione: che Jeshu non ha mai preteso di essere considerato Dio.
* * *
questa seconda ipotesi è dunque troppo azzardata; dobbiamo necessariamente pensare che ci si riferisca all’imperatore di Roma e alla sua diretta presa del potere in Palestina attraverso la guerra ebraica, che sarebbe stata seguita immediatamente dall’avvento del regno di Dio.
qui siamo ad un passo, come si vede, dall’accedere a contenuti precisi del primo messianismo cristiano, e veniamo immersi in dibattiti e coflitti molto concreti e immediati, ma che, proprio per questo motivo, sfuggono ad una completa comprensione.
e in questo caso colui che aveva trattenuto l’emissario del male, cioè Vespasiano, era il precedente imperatore, Nerone, che doveva essere “tolto di mezzo” per lasciare via libera al male.
non tutto è chiarissimo, lo ammetto, forse bisogna lavorare ancora su questa ipotesi, forse dove si parla di insediamento nel tempio ci si riferisce ad un insediamento per immagine oggetto di culto e non ad una presenza personale diretta, ma se questa interpretazione è corretta almeno nelle sue linee generali, allora effettivamente qualche aspetto si chiarisce.
* * *
ma vi è infine una terza ipotesi ed è, a prima vista, la più convincente di tutte: solo, essa sposta inequivocabilmente la redazione di questo passo al secondo secolo, addirittura verso gli anni Quaranta almeno.
in questo caso la figura qui indicata come emissario di Satana sarebbe Simon Bar Kokhba, il protagonista dell’ultima grande insurrezione ebraica e di una effimera rinascita del regno di Israele: nel 132 si auto-proclamò Messia; durante la rivolta i cristiani si rifiutarono di combattere e secondo Giustino di Nablus, vennero condannati ad essere puniti duramente a meno che non disconoscessero Gesù come Messia e maledicessero il suo nome; dopo la sua sconfitta i sacerdoti ebrei lo chiamarono Bar Koseba, ossia “il figlio della menzogna”; e secondo alcuni è lui il personaggio al quale si allude nella storia di Barabba contenuta nei vangeli.
in questo caso, ovviamente, alcune delle ipotesi formulate sopra andrebbero riviste; il punto debole, che alla fine induce a ritirarla, è che non risulta mai che Bar Kochba si sia proclamato dio – anche se l’accusa potrebbe essere propagandistica e strumentale da parte cristiana.
* * *
stiamo dunque per il momento alla ipotesi fra tutte apparentemente un po’ più persuasiva: il testo originario di questa “Seconda”, ma in realtà più antica Lettera ai Tessalonicesi, che non aveva affatto questo carattere né questa destinazione originariamente, fu scritto con un contenuto profetico in un periodo imprecisato prima della guerra ebraica, ma era stato effettivamente composto in un tempo simile.
siamo dunque effettivamente di fronte a un documento del messianismo cristiano del primo periodo, ad un testo di cristianesimo militante: minacce ai non credenti e promesse di sterminio per mano divina.
il testo diventò rapidamente molto imbarazzante, conclusa catastroficamente la rivolta giudaica: per questo venne composta la Prima lettera ai Tessalonicesi dal contenuto pacifista, e successivamente un rimaneggiatore o pseudo-Paulus, almeno in una integrazione successiva, precisava che non si poteva dare una data precisa per l’avvento del regno di Dio e il ritorno di Jeshu:
5,3 Quando diranno “pace e sicurezza”, allora improvvisa li sorprenderà la rovina, come le doglie della donna incinta, e non avranno scampo.
siccome la “Prima” Lettera affrontava lo stesso problema della seconda venuta di Cristo sulla terra per la realizzazione del regno di Dio, di conseguenza i due testi vennero collegati fra loro per la stretta affinità tematica ed anche il testo originario viene inglobato in una cornice simile, cioè venne inserito in una Lettera ai Tessalonicesi.
la cosa servì egregiamente a mascherarne l’originario significato rivoluzionario (un processo simile viene realizzato anche per l’Apokalypsis); ci si aggiunge anche una polemica “contro qualche falsa lettera fatta circolare sotto il mio nome”, che definisce “il giorno del Signore imminente”.
* * *
all’inizio pensavo che questa polemica fosse contro la Prima Lettera, ma l’analisi più approfondita condotta rivela che non è così: la presunta Prima Lettera è già una prima rettifica al testo base contenuto nella Seconda.
ma allora contro chi è la polemica?
elementare Watson: contro la versione originaria di questa stessa Lettera, dove la previsione dell’avvento del regno di Dio, collegato alla rivolta contro i Romani, era ancora ben chiara.
in sostanza, rimaneggiando questo testo lo si inserì in un contesto che ne cancellò quasi completamente il significato – che infatti si riesce a fare riemergere solo con qualche difficoltà – e poi si misero in guardia i fedeli contro le versioni più antiche e meno manomesse, definendole false.
è tutto molto interessante!
e concordo con te.
devo rileggere tutto con più calma però.
ogni passaggio va seguito attentamente.
grazie.
un sorriso
gb
ciao, gelso, bentornata; mi chiedevo appunto che fine avessi fatto.
e grazie del commento: tutto mi sarei aspettato, salvo che qualcuno definisse interessante questo post… 😉
comunque, effettivamente, rispetto ai precedenti sulla stessa tematica, qui è risultato relativamente più facile semplificare l’argomento e riportarlo ad un nucleo chiaro.
come vedi, sto seguendo un criterio di redazione online: non attendo di avere le idee chiare su un argomento e di pubblicare le mie conclusioni, come dovrei fare in una trattazione accademica, ma lo espongo proprio via via come si va prospettando nella mia mente.
aggiungo che non ho consultato ancora la bibliografia sulla Seconda Lettera e dunque non so se nelle mie osservazioni sono già stato preceduto da qualcun altro…
anche questo è un metodo assolutamente non accademico, e forse anche sbagliato, ma preferisco formulare delle ipotesi a mente vergine e poi andare a verificarle, per evitare il rischio di farmi condizionare dalle ricerche precedenti.
ciao, a presto, spero.
approvo il tuo metodo di lavoro!
un sorriso
gb
grazie.
è una bella spinta ad andare avanti: mi sono preso qualche giorno di stacco di scrittura, ma ci ho pensato su nei ritagli di tempo ed ora ho una ipotesi chiara in testa; oggi credo che la metterò giù anche per iscritto.
Pingback: ipotesi sulla formazione e sulla storia della Seconda lettera ai Tessalonicesi – CCMC 16 – 131. | Cor-pus·
perche’ non scrivi un post su…”pietro è la pietra su cui cristo ha fondato la sua chiesa?”….. sembra sia anzi sicuaramente è un altro falso operato da santa romana matrigna tipo il testamento di costantino…per avvalorare il suo potere.
troppo facile, direi… 🙂
la frase di cui ti occupi è soltanto nel Vangelo secondo Matteo, che risale certamente, nella versione che abbiamo oggi, alla metà del II secolo, dato che Papia, vissuto nella prima metà, parla di questo vangelo come di una semplice raccolta di detti.
in questo stesso vangelo la frase appartiene ad una aggiunta ben riconoscibile, ancora più tarda.
infatti si parla di “chiesa”, termine praticamente assente nei vangeli e introdotto soltanto nelle pseudo-lettere di san Paolo. (una volta dimostrata la falsità di queste, e degli Atti degli Apostoli, è l’intera storia delle origini del cristianesimo e della chiesa che va riscritta).
ma Jeshu non intese fondare mai nessuna chiesa, intendeva fondare un nuovo regno di Israele, non una chiesa.
come potesse occuparsi di una idea che sorse più di cent’anni dopo la sua morte è dura da spiegare.
quanto al Simone, fratello di Jeshu, che viene designato da Jeshui col soprannome di “Macigno”, Cefa in ebraico, poi latinizzato in Petrus, ci sono buone probabilità che sia quello di cui parla Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche 20:
“Sotto l’amministrazione del procuratore Tiberio Alessandro (44-46), si verificarono disordini che portarono alla cattura di due figli di Giuda il Galileo: si chiamavano Simone e Giacomo, e furono entrambi crocifissi; questi era il Giuda che, come ho spiegato sopra, aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea”.
perfino negli Atti degli Apostoli l’ultimo episodio della vita di Simone Cefa raccontato è una sua presunta liberazione miracolosa dal carcere, poi non se ne sa più nulla.
e comunque la data della uccisione di Giacomo, detto negli Atti degli Apostoli, fratello di Giovanni, e della liberazione di Pietro, narrata negli Atti degli Apostoli, è la stessa: il 44-45