sul suo blog Civati fa una descrizione quasi perfetta di quel che dovrebbe fare un partito di sinistra in Italia: cose che, se ci fosse la volontà di farle sul serio, porterebbero perfino dei voti.
Chiedo matrimoni egualitari, stop agli F-35, stop al consumo di suolo (magari anche NoTav), reddito minimo, progressività fiscale, conflitto d’interessi, ius soli, legalizzazione delle droghe leggere.
condivido tutto, fatemeli soltanto rimettere in ordine di importanza e logico secondo me, aggiungere una voce dimenticata (ma non da me, sarà l’età non più freschissima a ricordarmela), e fatemi togliere la TAV, alla quale resto favorevole:
Chiedo progressività fiscale, reddito minimo, stop al consumo di suolo, stop agli F-35, ius soli, conflitto d’interessi, diritto alla auto-determinazione dei modi del morire, matrimoni egualitari, legalizzazione delle droghe leggere.
dice Civati:
Recupero una dozzina di senatori.
Poi vado da Renzi e gli dico il contrario di quello che propongono Formigoni e Sacconi, oggi sui giornali.
E vediamo come va a finire.
bene, vogliamo partire, allora?
un momento, dice Civati: non ho detto che lo faccio, ho detto che quasi quasi lo faccio, Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra.
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dicendo quasiquasi, non se se Civati se ne rende conto, trasforma tutto in una battuta.
comunque speriamo che non sia così: io ci sto senza quasi.
se fosse vero, se Civati fa davvero quella scissione da sinistra del Partito Democratico che auspico da tempo e per la quale (ma non solo) ho litigato via blog con redpoz, il civatiano, io sono qui.
valga quel che valga sono disponibile a impegnarmi e a spendere quel poco o tanto di credibilità che ho nella vita reale dopo quasi cinquant’anni di professione.
ma se scherzi, Civati, ti faccio un culo così… 🙂
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se sei come quella marpiona della Puppato…, che diceva di essere civatiana.
ecco una nota che ho ricevuto da Francesco Cecchini, che la sta facendo girare per i blog:
Nonna Puppato arriva in ritardo alla direzione del PD, come informa nella cronaca locale di Montebelluna il cronista della Tribuna di Treviso, Enzo Favero, ma in tempo per unirsi al coro renziano che ha liquidato il governo Letta.
Mentre Civati ed i suoi sostenitori hanno votato no, compreso Casson, Puppato civatiana fino a ieri ha votato si alla proposta di Renzi, probabilmente alla ricerca di un incarico politico.
Va sottolineato che Puppato alle ultime primarie del PD, non ha ottenuto i voti necessari per essere eletta all’Assemblea Nazionale, ma è stata messa in direzione come parte della quota spettante a Civati.
Nonna Puppato non si smentisce dice delle cose e poi ne fa altre.
quindi, Civati, vedi proprio di non smentirti pure tu.
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sembra infatti che l’abitudine a mentire sia oramai un dato costante dentro il Partito Democratico.
sarebbe interessante una analisi antropologica della psicologia del chierichetto e dello scout a partire dal caso Renzi: un perfetto democristiano, del quale si era persa la razza, a parte le sopravvivenze in area protetta di Casini e Formigoni; ma pare che in oratori e parrocchie si impari soprattutto a mentire.
ma non c’è bisogno di impegnarsi troppo sulla psicologia del chierichetto, perchè una analisi completa l’ha già fatta di se stesso Renzi in persona, dettando la sua biografia sul sito del Partito Democratico:
biografia
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alle primarie dell’8 dicembre 2013 Renzi dunque è stato scelto dai votanti come Segretario del Partito Democratico, lo dice anche lui, e proclamato come tale dalla Assemblea Nazionale dello stesso partito il 15 dicembre.
il candidato premier per la coalizione di sinistra PS, SEL, PSI per le elezioni 2013 era stato eletto alle primarie del 25 dicembre 2012 ed era stato Bersani.
in occasione delle primarie 2013 per il segretario la Commissione per il Congresso presentò la seguente raccomandazione sul Regolamento del Partito:
1) La figura del Segretario e il candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
1. Un apposito Regolamento quadro, approvato dalla Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, disciplina lo svolgimento dei referendum interni e le altre forme di consultazione e di partecipazione alla formazione delle decisioni del Partito, comprese quelle che si svolgono attraverso il Sistema informativo per la partecipazione.
2. È indetto un referendum interno qualora ne facciano richiesta il Segretario nazionale, ovvero la Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, ovvero il trenta per cento dei componenti l’Assemblea nazionale, ovvero il cinque per cento degli iscritti al Partito Democratico.
3. La proposta di indizione del referendum deve indicare: la specifica formulazione del quesito; la natura consultiva ovvero deliberativa del referendum stesso; se la partecipazione è aperta a tutti gli elettori o soltanto agli iscritti.
4. Il referendum è indetto dal Presidente dell’Assemblea nazionale, previo parere favorevole di legittimità della Commissione nazionale di garanzia, sulla base di uno specifico Regolamento approvato dalla Direzione nazionale.
5. La proposta soggetta a referendum risulta approvata se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi.
6. Il referendum interno può essere indetto su qualsiasi tematica relativa alla politica ed all’organizzazione del Partito Democratico. Il referendum può avere carattere consultivo o deliberativo.
Qualora il referendum abbia carattere deliberativo, la decisione assunta è irreversibile, e non è soggetta ad ulteriore referendum interno per almeno due anni.
7. Le norme dello Statuto, fatto salvo quanto previsto all’articolo 43, comma 3, non possono essere oggetto di referendum.
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e allora, come mai uno che ha il curricolo politico e intellettuale di quello spessore che abbiamo letto si fa eleggere Sindaco di Firenze poi molla la città, e si fa eleggere Segretario del Partito Demcoratico e dopo due mesi molla il partito?
pensare che faccia insieme le due cose, e magari assieme anche il sindaco di Firenze, è una evidente follia, che però il Partito Democratico aveva inserito nel proprio Statuto, abbastanza in spregio alla Costituzione che attribuisce la scelta del capo del governo al Presidente della Repubblica e non ad un partito politico.
Renzi e il Vasari, dice niente a nessuno questa battuta?
il blog ha la memoria lunga e anche non l’avesse i motori di ricerca di portano subito sul luogo del delitto.
era il 4 ottobre 2012, Renzi non era ancora l’uomo della Provvidenza sconclusionata, pur se inviso al Vaticano, e io ebbi modo di occuparmi di lui; non ho da cambioare una virgola di quello che ho scritto, e spero ancora di sbagliarmi, per il bene comune:
gli elettori nella democrazia parlamentare non sono chiamati a scegliere, ma a sognare.
perfino dei sogni così mediocri e per casalinghe inquiete, da chiamarsi Renzi.
basta guardare in queste settimane in Italia come procede la resistibile ascesa elettorale di Renzi, l’inconsistente vincitore della Ruota della Fortuna della politica italiana.
sindaco impopolare nella sua città, raccontatore di balle amministrative varie e protagonista di iniziative sconclusionate come il flop della scoperta della Battaglia di Anghiari leonardesca a Palazzo Vecchio, condannato dalla Corte dei Conti per spese amministrative improprie, gira l’Italia con un mare di soldi, propalando qualche battuta qualunquista contro i costi della politica dei quali è uno dei migliori rappresentanti già condannato, ed è appoggiato da una discreta quota dei media come il possibile bis berlusconiano, nato come una mostruosità a sinistra.
nuovo Blair, almeno nei denti.
difficile non capire il livello della borghesia italiana e l’approssimazione caciarona con la quale si intende continuare a gestire il paese se si guarda al suo nuovo pupillo: coloro che hanno investito su vent’anni di Craxi, prima, e poi su vent’anni di Berlusconi, ora scommettono sui vent’anni futuri di Renzi, abbastanza approssimativo ed inconsistente da essere una garanzia per chi vuole continuare a gestire i propri affari sotto prestanome.
ma Renzi chi lo ha scelto, secondo voi? la fetta del popolo democratico delle primarie che lo voterà, mentre lui fa il solito vittimismo che in Italia ripaga sempre, accusando il vertice del partito Democratico di sabotarlo, mentre il vertice è in realtà costretto a lasciargli spazio e deve modificare lo statuto votato da un congresso per consentirgli di candidarsi?
ed è così la campagna elettorale italiana 2013 si avvia ad essere uno scontro titanico a suon di renzate contro beppate.
come col vacuo Renzi sono i poteri reali a scegliersi i candidati sui quali il popolo bue viene chiamato a “scegliere”.
peccato che la “scelta” sia direttanente collegata alla potenza di fuoco propagandistica e mediatica che quegli stessi poteri sono in grado di mettere in campo (…).
insomma non possiamo chiudere gli occhi sul fatto che la democrazia parlamentare è la perfetta commercializzazione della politica.
e le elezioni sono una farsa nella quale veniamo chiamati ad un grosso sondaggio commerciale a spese pubbliche sul prodotto preferito.
e le caratteristiche commerciali del prodotto sono: sorriso da pescecani stupido, viso sufficientemente anonimo da ricordare un reality, parole sufficientemente banali da contentare tutti, e infine un tocco in più di personificazione dei vizi nazionali, per cui un candidato francese deve essere arrogante e nazionalista, un italiano semimafioso e puttaniere, un russo brutale e una tedesca tecnocratica.
ed, oplà, il candidato è fatto: pronto ad essere veduto, con garanzia dai 4 ai 5 anni , a seconda degli usi locali; e il popolo è scoperto illusoriamente come tale solo al momento del voto, per poi ridiventare massa amorfa di consumatori eterodiretti, allora e sempre.
Civati sta cercando di evitare che il governo Renzi nasca come un governo Pd-FI. I segnali, purtroppo, ci sono tutti: la rottura definitiva con Sel, i senatori di Verdini che potrebbero dare la fiducia, gli ammiccamenti degli house organs berlusconiani. Sarebbe davvero troppo e secondo me Civati fa benissimo a provare ad opporsi. Se andrà così, penso proprio che sarà costretto ad uscire dal Pd. Ma spererei proprio di no. L’altroieri Renzi ancora diceva “mai con Berlusconi al governo”. Come voltafaccia sarebbe davvero intollerabile
ciao.
secondo me Civati deve decidere una volta per tutte se opporsi oppure provare ad opporsi.
non è che la decide qualcun altro fuori di noi questa scelta, siamo noi a farla.
in questo momento Civati deve fare quello che dice che vorrebbe fare: rompere il Partito Democratico e creare una Nuova Sinistra.
probabilmente non riuscirà ad impedire l’ascesa al potere di Renzi, considerando che Berlusconi è pronto a regalargli i senatori che gli mancano.
ma almeno sarebbe una scelta chiara, considerando che Renzi sta appunto andando al governo CON BERLUSCONI, lo vedono anche i sassi.
restare nel Partito democratico a votare la fiducia a Renzi in queste condizioni, scusami, ma è una puttanata perfetta.
e purtroppo lascia tutto e solo lo spazio a Grillo.
come vedi, la nostra analisi è simile, ma le risposte no… 🙂