certo, il viaggio è stato davvero pesante: sembra impossibile che 87 km possano durare tanto, però devo pensare:
a) che il percorso diretto da Trichendur non era neppure indicato sulla Lonely Planet e che è stato frutto di una osservazione casuale che mi ha risparmiato il giro ben più ampio che risultava da lì e che avrebbe superato i 150 km;
b) che il costo del viaggio è di 25 rupie, ovvero di meno di 40 cent;
c) che gli ultimi 30 km si sono svolti esattamente nel paesaggio assieme ipertecnologico e di India rurale, di centrali eoliche sparse nelle radure di un Tamil Nadu stranamente verdissimo: è quello che mi aveva stupito ed entusiasmato visto da lontano l’anno scorso e che avrebbe proprio costituito la mia meta di una escursione non segnalata da nessuno, ma corrispondente al desiderio di esplorazione di un simile frammento di futuro.
esperienza indimenticabile: in nessun posto del mondo si possono vedere in successione centinaia e centiaia o forse piì di un migliaio di pale bianche gigantesche che lentamente ruotano nel cielo azzurro, come per una scenografia ipermoderna di un don Quixote inesistente.
392. XI, 14. il terzo occhio del Marthuval Malai. 15 novembre 2010
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avevo la sensazione che questo brevissimo videoclip fosse un vero fallimento: il veloce rientro nella pensione per ritirare i bagagli e ripartire subito non mi aveva permesso di ricaricare la batteria della videocamera, oramai agli sgoccioli dopo la giornata quasi intera trascorsa a Tiruchendur; poche le immagini, quindi, nessuna ripresa per non esaurire la carica subito, anche se dopo qualche chilometro di autobus, scendendo verso la punta meridionale dell’India, mi ero trovato di fronte ad uno degli spettacoli più straordinari che abbia mai visto, che mi è rimasto stampato nella mente.
per la verità avevo già visto l’eccezionale prospettiva delle decine e decine di pale eoliche, forse centinaia, che si susseguono in questa zona altamente ventosa dell’India dove si incontrano le correnti marine e atmosferiche dei due lati opposti dell’Oceano Indiano, dalla cittadina di Kanyakummari, guardando verso est, nel viaggio dell’anno prima.
ma ora l’autobus attraversa questo spettacolo surreale dall’interno, per decine di km, che sono un susseguirsi di pale rotanti silenziosamente, di giganti buoni.
non condivido il purismo estetico di chi le considera un attentato al paesaggio e anche in Germania, dove se ne incontrano parecchie attraversando lo Schwäbisch Alb, la catena di rilievi ad est di Stoccarda, io le trovo più belle che disturbanti.
qui poi, non essendo isolate, ma in successione, creano un paesaggio assolutamente surreale.
ma ecco (meglio tardi che mai) una cartina degli spostamenti di queste due settimane del mio sesto viaggio in India (nella cartina Tiruchendur è indicata come Tuticorin, credo): e potete seguire tutto il viaggio da Kochi a Munnar, Madurai, Rameswaram, Tiruchendur ed ora Kanniyakumari.
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dicevo che ben poche delle foto prese dall’autobus in movimento rendono l’idea, ma le ultime di questo videoclip sì, e qualche operazione di ritaglio delle foto ha permesso di mettere in luce un panorama come non ne ho mai visto altro simile al mondo.
ed è un segno, anche della vitalità economica e della capacità innovativa dell’India, che resta un paese tradizionalissimo, ma anche modernissimo al tempo stesso.
il ritmo musicale di un rap del Tamil Nadu lo conferma.