anche Matteo si è iscritto al mio blog tre giorni fa.
no, non lui! 😉
questo Matteo vive a Londra e presenta il suo blog così:
Perchè questo blog
Day Off ovvero il giorno off, quello in cui non si lavora e che non è detto sia sempre il weekend: anzi, soprattutto all’inizio della vostra scalata al successo londinese, se fate il lavapiatti o se fate i cappuccini a cottimo come Gian Maria Volontè ne La classe operaia va in paradiso, sarà quasi sempre un inutile lunedì o martedi.
Londra perchè è il luogo in cui tutto si svolge, anche se spesso i miei pensieri viaggiano per altri lidi, sempre in fuga, pure da qua, come ciclisti gregari in fuga.
Si parla di Londinium ancora da conquistare molti secoli dopo i romani, di sushi perchè è il mondo in cui al momento ristagno; si guarda spesso all’Italia, ci si perde a volte nei ricordi e si divaga a tratti di musica, calcio e fantacalcio.
Se vi va, i pensieri, parole, opere e omissioni di qualcuno a cui piace essere letto…
* * *
intanto complimenti ad uno che ha la sincerità di dire che gli piace essere letto; di solito tutti ce la contiamo su con la storia che ci piace scrivere… 🙂
e poi come mai vivere all’estero moltiplica il desiderio di fare un blog?
anche io ho cominciato col mio blog in Germania e forse non ci avrei mai pensato se fossi rimasto in Italia.
forse è un modo di riempirsi le giornate con l’aria di casa?
o, come in questo caso, di discutere di pallone con gli amici quando non hai intorno nessuno per farlo?
* * *
Chi sono
Nato nell’anno in cui hanno scoperto la P2 mentre Fulvio Collovati siglava il gol dell’1-0 contro il Lussemburgo.
Un tipo da dissolvenza impiegato nel mondo del sushi e dell’healthy food.
Londra nord ovest.
Beatles non Rolling Stones.
Juventino ma con visioni opposte a quelle di allenatore e presidente.
Vintage per non dire vecchio dentro.
Un giorno mi prenderò un anno sabbatico e scriverò un libro.
Tuttora vivente..
* * *
per il resto un onestissimo diario, forse consigliabile ai giovani che meditano di fuggire dall’Italia, per farsi un’idea di che cosa potrebbero incontrare a Londra.
e tenete anche conto che Matteo 101 tra 29 giorni sarà a New York.
Bella idea di raccontare i tuoi follower, complimenti!!
Bortocal sei il blogger più prolifico che seguo come fai?? Io prima di scrivere qualcosa di senso compiuto lo devo letteralmente partorire….per non parlare poi del periodo di gestazione!!!!
è la pensione che rovina me e anche voi… 🙂
sto attivamente cercando di darmi degli obiettivi di scrittura alternativi al blog, in modo da fare respirare almeno voi… 🙂
credo poi di essere favorito dall’età, e dal fatto che molto di quello che scrivo è una semplice revisione, con aggiornamenti, di cose pensate da quasi una vita intera alle spalle 🙂
Detta così posso solo peggiorare con l’età!! 🙂
oh, non c’è problema: chissà quando la vedrà, la pensione, la vostra generazione!!! 🙂
però aspetta: sei sicuro di avermi fatto un complimento? 😉
ahimè lo so…..morirò portando piatti dentro un ristorante!! Tranquillo che è un complimento!
oh, ma sei matteo anche tu…
decisamente i matteo proliferano di questi tempi…
non è il lavoro che fa a fare la qualità di un uomo, questo è certo…
e si sono matteo anch’io 🙂
mio padre diceva sempre che il lavoro rende l’uomo simile alla bestie….e di questi tempi e molto calzante come massima!
e come la mettiamo adesso con la repubblica fondata sul lavoro e col lavoro che nobilita l’uomo? 😦
una costituzione distrutta con una sola battuta…
ma chi le ha scritte quest frasi non ha mai lavorato 1 minuto!
ma, non lo so. 🙂
ho sempre fatto un lavoro intellettuale nella mia vita: insegnante o affini.
non credo che lavoro sia soltanto quello prevalentemente manuale.
quando insegnavo alle medie, da giovane, alla fine di una mattina di scuola, rientrando a casa dovevo buttarmi sul divano per mezzora, per riprendermi; ed ero molto giovane.
lessi una volta che un insegnante consuma tanti zuccheri in un’ora di lavoro quanto un taglia-legna…
comunque la mia era chiaramente una battuta… 😉
anche la mia naturalmente 🙂
Sono figlio di una generazione per cui il lavoro era sacro e di questo ringrazio chi mi l’ha trasmesso questo valore, poi non importa se lavori di testa o di gambe l’importante é metterci tutto l’impegno.
@ mondoteo
non vorrei far prendere al dialogo una piega troppo seria, ma apparteniamo oggi ad un mondo che vede nel lavoro soltanto uno strumento per fare soldi, e perde in questo modo il senso autentico della vita e uno dei suoi piaceri, che è il lavoro ben fatto.
qualunque sia il lavoro, naturalmente…
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