quella che ci serve è una “felicità” di fondo anche di profilo medio-basso, ma abbastanza stabile da aiutarci a vivere: chiamiamola così, se non vogliamo definirla fiducia in noi stessi o auto-stima.
ma ci sono coloro che hanno questa felicità di base in forma eccessiva, e sono gli ego-centrici inguaribili, gli ambiziosi insaziabili, i forsennati dell’attivismo perpetuo.
talmente felici di se stessi in modo esagerato, da comportarsi come le persone più infelici del mondo, senza neppure accorgersi di esserlo…
gli antichi greci definivano questa esagerata presunzione di sè hýbris, arroganza, prepotenza, e lasciavano agli dei e al tempo il compito di punirla.
direi che quella che a noi serve è una nostra serenità di fondo, che ha in sé equilibrio.
non userei la parola “felicità” che, per me, dura un attimo e vola via per, poi, tornare per un altro attimo, forse.
gli ego-centrici inguaribili, gli ambiziosi insaziabili, i forsennati dell’attivismo perpetuo non credo siano così “felici” come tu scrivi. non lo credo proprio.
sono alla ricerca spasmodica di qualcosa di cui loro necessitano per poter andare avanti…
come possono essere felici? no, non lo sono.
sicuramente non sono neppure sereni.
grazie, Bort.
ti sorrido
gb
la presunzione di sé è una delle forme di una latente bassissima auto-stima!
credimi.
gb
sempre interessanti e stimolanti i tuoi post!:-)
questa seconda obiezione esige da me una riflessione più attenta.
e dopo averci pensato, direi che forse hai ragione; avviene per l’auto-stima, in questo genere di persone, la stessa cosa che avviene per la felicità: non conoscono quella vera.
per questo, non avendo vera auto-stima dentro di sè, sono costretti a cercare nevroticamente l’approvazione altrui….
grazie del commento; posso dire che altrettanto stimolanti sono i tuoi commenti. 🙂
be’, posso anche darti ragione: l’uso della parola felicità che ho fatto in questo post è sottilmente provocatorio, dal punto di vista intellettuale.
neppure io credo che i tipi di cui parliamo siano davvero felici: credo che ignorino talmente che cosa sia davvero la felicità, così da condannarsi ad una vita assolutamente in-felice e chiamarla felicità solo per ignoranza della felicità vera.
Si sta parlando forse del nulla…..
Definire felicità è di per sé difficile, affibbiare ad altri la sua non conoscenza è cosa ancor più ardua.
Spesso consideriamo senza problemi e sofferenze chi è felice, sbagliando.
Al contrario chi è felice, ha problemi come chiunque ma, riesce (e vuole) vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Trovare il lato positivo in ogni cosa che succede nella vita, ed usarlo come un trampolino di lancio, questo è il segreto.
Cito Sabin che con la sua vita da studioso ha amato milioni di bambini che soffrivano, ha debellato una malattia e il dolore che provocava per superarla, usando le stesse armi, i microbi.
Tendo ad usare il suo stesso metodo tutte le volte che riesco e posso, questo mi rende felice.
Butto il mio cuore oltre la sofferenza poi lo cerco.