per fortuna la Corte Costituzionale tedesca ha dato oggi il via libera al meccanismo di stabilità europeo rigettando definitivamente tutti i ricorsi contrari della Linke, dell’Unione “Mehr Demokratie” (Più Democrazia), che aveva raccolto più di 37.000 firme, e del vice-presidente della CSU Peter Gauweiler: questa è la vera notizia!
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invece niente dice così bene, purtroppo, l’irrilevanza politica attuale dell’Italia in Europa come il silenzio perfetto mantenuto sia ieri sia oggi dallo Spiegel online, il principale periodico tedesco, sulla visita di Renzi a Berlino.
che da noi viene presentata, più o meno, come un fatto epocale, ma che ai tedeschi non ha fatto né caldo né freddo.
è vero che, arrivato a Berlino infagottato in un mostruoso cappotto da Totò a Milano, Renzi ha cambiato verso anche ai bottoni del medesimo; ma di solito la stampa tedesca non ama occuparsi di questo tipo di “notizie”, che dominano invece la nostra “informazione”.
del resto, tutto quello che lo Spiegel aveva da dire su Renzi lo aveva già detto il giorno prima il suo arrivo, esprimendo la viva irritazione dell’opinione pubblica tedesca verso l’Italia in questo momento.
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ecco la traduzione dell’articolo.
Il premier dell’Italia dalla Merkel: Renzi spera su una licenza per indebitarsi.
Matteo Renzi ha conquistato il potere in Italia con metodi rudi. Ma nella sua visita di esordio a Berlino potrebbe presentarsi col cappello in mano. In sostanza vuole vendere alla Cancelliera Merkel una tesi paradossale: il suo paese dovrebbe fare più debiti – perché questo sarebbe un bene per l’Europa.
In ogni caso ha portato con sé un bell’omaggio: una maglia viola, pubblicità davanti e dietro il numero 33, con una dedica sopra ad Angela Merkel “con simpatia” di Mario Gomez. Propriamente, dopo i lunghi esiti di un incidente, al momento Gomez non appartiene ai calciatori di spicco del campionato italiano: ma proprio domenica gli è riuscito di segnare un gol: come inizio della coversazione è proprio il tema ideale. Perchè già l’estate scorsa, quando Matteo Renzi fece due chiacchiere la prima volta con la Cancelliera, hanno parlato del calciatore tedesco che fa parte della Fiorentina, la squadra della città di Renzi, e fu un bell’incontro: Renzi rimase meravigliato che la tedesca fosse gentile e spiritosa e che si interessasse anche di calcio: Merkel trovò il disinvolto baby politico italiano interessante e divertente.
Allore Renzi era ancora sindaco di Firenze; dopodiché si è impadronito prima del suo partito e poi del governo: così oggi arriva – a 39 anni, il più giovane primo ministro che l’Italia abbia mai avuto – alla sua prima consultazione italo-tedesca con ancora più consapevolezza di sè, ma in una missione delicata: per questo è tanto più importante per lui un esordio del colloquio ben riuscito.
Tasse giù, debiti su
Renzi ha promesso a piena bocca alla sua gente di ribaltare l’Italia da cima a fondo. “Ogni mese una riforma”, è la sua parola. Meno tasse, meno burocrazia, scuole migliori, migliori ospedali e soprattutto più lavoro. In particolare per gli italiani più giovani, di cui quasi la metà è disoccupato. Anche se tutto questo suona giusto e promette un successo a lungo termine, per prima cosa costa soldi. Ma lo stato italiano non italiano non ne ha, piuttosto trabocca di debiti. A gennaio questi sono saliti ancora di 20 miliardi di euro e, con la politica di Renzi, nel corso dell’anno cresceranno ancora. E su questo lui cerca il consenso dell’Europa e soprattutto l’ok di Angela Merkel. Non sarà facile.
Renzi assume toni più morbidi
Ma Renzi segue una strategia mirata: i toni decisi del tempo della sua salita al potere, per esempio che il limite del 3% di indebitamento nell’euro-zona non gli interessa, li ha messi da parte. Naturalmente si atterrà a tutte le regole in vigore dell’Unione Europea, dice adesso. Ma molte di queste regole sarebbero sbagliate, alcune “assurde”, aggiunge, e per questo bisogna cambiarle: non vuole dunque rinnovare solo l’Italia, ma anche l’Europa.
“Lavoro e crescita” dovrebbe chiamarsi ora l’obiettivo; la politica ostinata del risparmio avrebbe portato quanto meno il Sud Europa sempre più profondamente nella miseria. Prima della sua visita a Berlino Renzi è stato per questo sabato a Parigi e si è preso l’appoggio del presidente Hollande. Assieme vogliono schierarsi “per un’altra Europa”. E fino a che questo fine non sia realizzato vogliono entrambi almeno più spazio di gioco per una politica che ricerca la crescita e i posti di lavoro anche all’interno delle regole esistenti. Più compiti quindi – e più debiti.
Ma un secco “No” dall’Europa del Nord, questo è il calcolo di Renzi, al momento non è prevedibile: sarebbe rischioso, perché:
– tra poche settimane ci sono le elezioni europee, un duro scontro tra i grandi paesi dell’Unione Europea porterebbe ancora più elettori ai partiti anti-Europa
– dopo le elezioni verrà formata anche una nuova Commissione Europea, che sarà probabilmente presieduta da Martin Schulz, il politico della SPD, invece che dal pupillo della Merkel, il conservatore portoghese José Barroso
– nella seconda metà dell’anno in corso la cosiddetta presidenza del Consiglio dell’Unione Europea spetterà all’Italia; Renzi avrà quindi un influsso rilevante su che cosa verrà messo all’ordine del giorno e che cosa no.
Un trio per uscire da un corso pieno di sbandate?
A questo si aggiunge che il duo franco-tedesco, insostituibile per la stabilità e e lo sviluppo dell’Unione Europea, non ha al momento una giusta armonia. Merkel e Hollande stanno su posizioni opposte su molte questioni politiche. Se prendono Renzi in più e guidano la vacillante Europa come trio, questo può rendere, dove possibile, qualcosa più facile. Infatti anche l’italiano appartiene formalmente alla famiglia dei partiti social-democratici, ma è arrivato al partito federazione di centro-sinistra, il Partito Democratico, come esperto democristiano: diversamente da Hollande e in maniera molto simile alla Merkel Renzi procede perlopiù in modo del tutto pragmatico.
Così potrebbe succedere che la severa commissaria del risparmio a Berlino parli ad alta voce degli obblighi del patto di stabilità (Fiskalpakt) e di altre linee obbligate: nello stesso tempo potrebbe però non reagire se Renzi quest’anno non abbasserà l’importo globale del debito pubblico italiano secondo gli accordi, ma lo porterà dal 2,6 al 2,8 % del Prodotto Interno Lordo. Così Renzi vuole finanziare i suoi abbassamenti delle tasse. E se alla fine dell’anno i debiti saranno diventati ancora un poco di più, allora “Scusa, Angela.” “Macht nichts, Matteo.” – Non fa niente, Matteo.