i due, Grillo e Renzi, oramai lavorano in coppia, anzi si direbbe che Grillo sia passato al soldo di Renzi.
da quando ha perso le elezioni europee, dopo una campagna elettorale così demenziale che sembrava fatta apposta per perderle, Grillo non ne azzecca più una: sceglie Farage senza dirlo ai suoi, poi li fa votare online per farsi dire di sì, ma senza permettergli di scegliere i Verdi; oggi se ne esce con una delle sue barzellette che non fanno più ridere:
Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd.
su questa base, allora, Grillo è disposto a discutere con Renzi… della proposta di legge elettorale a 5 Stelle!
mica sulla base di quella di Renzi!
* * *
avete già finito di ridere?
chi lo immaginava che Grillo fosse così stupido?
fascistoide, grossolano, protervo, ok; ma finora chi non gli riconosceva almeno un certo fiuto politico? e invece, adesso, guardatelo!
* * *
le elezioni europee intanto non hanno dato a Renzi nessuna legittimazione popolare per il suo governo.
del resto, nella Costituzione italiana vigente, la legittimazione del capo del governo viene data dal Presidente della Repubblica che gli ha dato l’incarico e dal parlamento che gli dà la fiducia.
ma siccome il Parlamento è stato eletto con una legge anti-costituzionale e il Presidente della Repubblica è stato eletto dallo stesso Parlamento illegittimo, è molto dubbio che ci sia oggi in Italia un qualche organo a legittimità sostanziale, pur se dobbiamo prendere atto che alla fine un governo e un presidente devono pur esserci, ma sono quello che sono: un puro dato di fatto e nulla più.
* * *
ma ora smentiamo anche la leggenda che Renzi sia stato legittimato in senso proprio dal voto elettorale del mese scorso: quelle erano elezioni europee: ha votato il 60% degli elettori e di quelli che hanno votato quasi il 10% hanno annullato la scheda o l’hanno lasciata in bianco.
circa il 20% soltanto dei cittadini con diritto di voto ha dunque deciso di mandare dei parlamentari del PARTITO DEMOCRATICO al Parlamento Europe; non hanno votato per Renzi.
il quale è il più straordinario caso che si sia mai visto: di uomo politico votato al massimo come sindaco o segretario del Partito Democratico, che insulta alcuni parlamentari eletti della repubblica, dicendo che non rappresentano nessuno.
* * *
ma Grillo ha capito che gli elettori hanno mandato abbondantemente al Vaffanculo Day anche lui (ha avuto i voto di circa il 10% degli elettori) e adesso prova affannosamente a cambiare linea politica, con eccessi di zelo grotteschi e ridicoli.
se il problema era di legittimazione politica, allora perché Grillo non ha accettato la proposta di confronto di Bersani un anno fa?
Bersani sì, o poco o tanto, era legittimato dagli elettori in elezioni politiche nel 2013 ed era stato indicato come candidato possibile a capo del governo.
aveva votato il 75% degli elettori e le schede bianche o nulle erano state assieme circa il 5%.
quindi Bersani aveva avuto il voto del 30% circa del 75% degli elettori, che votavano per scegliere il parlamento italiano, non quello europeo.
fa circa il 22% di elettori reali di Bersani in elezioni politiche italiane rispetto al 20% reale di Renzi in elezioni europee.
morale della favola: lasciate che i media rigirino le frittate come vogliono e ve la raccontino come gli pare per celebrare il nuovo ducetto: la legittimazione politica di Bersani era molto più forte di quella di Renzi, che del resto neppure c’è stata.
* * *
a questo punto Grillo dovrebbe spiegare come mai con Bersani non ha trattato, ma con Renzi sì, e dandogli anche del legittimato.
inutile che Grillo si precipiti a rispondermi: ce l’ho io la risposta, sono capace di rispondere da me.
perché la proposta politica di Bersani era più a sinistra di quella di Renzi di oggi, ed è lo stesso motivo per il quale Napolitano l’ha sabotata costringendo Bersani a rinunciare.
eccola, dunque la porcata di Grillo; essere di destra e non trattare con Bersani perché è relativamente di sinistra, ma trattare con Renzi perché è di destra anche lui.
Sì, certamente Grillo è più di destra che di sinistra e si è più dato da fare a colpire quel che rimaneva della sinistra- già prima di Renzi intendo dire- piuttosto che Berlusconi. Gli ultimi sviluppi confermano. Sostanzialmente sono d’ accordo con te.
eh, già; ma siccome il movimento di Grillo, a differenza del suo capo, è – oppure era – più di sinistra che di destra, a questo punto non rimane che aspettare che Grillo perda una metà dei suoi elettori e si riduca al 5% reale…
Grillo ha fatto opposizione dura a Berlusconi, questo merito non glielo possiamo togliere, e il PD lo ha continuamente aiutato a far sì che questa battaglia dura contro Berlusconi fosse anche una battaglia contro il PD:
Leggiti il “Bonsai” di Sebastiano Messina su Repubblica di oggi, appena lo trovi.
Comunque, due considerazioni: una qualche, indiretta, legittimazione dal voto delle europee Renzi l’ha avuta.
Non diretta, ripeto, ma indirettamente negare che molti abbiano votato PD per sostenere il governo Renzi sarebbe poco veritiero.
In secondo luogo, in termini di voti assoluti Renzi ha fatto meglio di Bersani….
ho fatto ben fatica a trovarlo: http://giacomosalerno.com/2014/06/13/il-pasticciaccio-brutto-di-palazzo-madama-sebastiano-messina/
ripete un argomento che circolava già e mi sembra sciocco: perché sarà anche vero che le rappresentanze dei partiti nelle commissioni devono rappresentare le linee dei partiti, ma la sostituzione ha un senso soltanto se il dissidente rappresenta solamente se stesso: se rappresenta una corrente di pensiero strutturata nel partito, sostituirlo è semplicemente idiota, perché il dissenso emergerà comunque nell’aula.
quindi è meglio mediare in commissione che scontrarsi in aula.
mi pare che la sostituzione di Mineo sia indice sostanzialmente di panico e resta a mio giudizio un autogol per i motivi che ho detto.
e bada che non sono neppure contrario in linea di principio a un senato eletto in secondo grado, a condizione che chi fa parte del senato non faccia altro e che il secondo grado, e, a maggior ragione, non sia rappresentato dai sindaci delle città più grandi, cosa che introduce una inaccettabile distinzione di diritti politici fra i cittadini, che in senato devono essere rappresentati tutti.
Renzi, se vogliamo, ha avuto una legittimazione indiretta, che è come dire che non ne ha avuta nessuna, e questo non devo spiegarlo ad un giurista come te.
e continua a sfruttare una maggioranza alla Camera ottenuta in modo anti-costituzionale.
ce ne è abbastanza: siccome sono un moderato e non un estremista, potrei anche dire che una riforma costituzionale che abbia l’appoggio di una chiara e netta maggioranza di opinioni potrebbe anche essere accettata, nell’attuale marasma politico costituzionale, purché poi sottoposta comunque a referendum, e la riforma elettorale eventuale (già in ritardo di mesi) dovrebbe comunque essere seguita da nuove elezioni col muovo sistema; e il presidente della repubblica nuovo essere eletto dal nuovo parlamento…
sulla base dei miei calcoli, esposti sopra, no, Bersani ha fatto meglio di Renzi; se dici che ho sbagliato, dovresti essere così cortese da spiegare come: ma non parlarmi dei soli voti del PD, perché non vale, visto che alle elezioni Bersani si è presentato in una coalizione.
L’articolo di Messina non è quello, bensì quello intitolato “la brutta copia”.
Dovrebbe essere il primo fra i risultati di ricerca, dovrebbero renderlo libero a breve: http://ricerca.repubblica.it/ricerca/repubblica?query=&view=repubblica&mode=all&fromdate=1984-01-01&todate=2014-06-17&author=sebastiano+messina&sortby=ddate
A me pare francamente riduttivo dire che una legittimazione indiretta per Renzi alle europee sia nessuna legittimazione: sebbene non siano elezioni “mid term” sappiamo entrambi che spesso sono interpretate così dall’elettorato e tutto ci lascia presumere che sia stato così anche in questo caso. Può piacerci o meno, ma è fuor di dubbio che parte significativa di quel risultato elettorale sia “di” Renzi e come caloroso invito ad andare avanti. Non trovi?
O per cosa avrebbero votato gli italiani? (aldilà dei deputati europei, ovviamente).
Quanto al dato numerico, la cosa è assai semplice:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_2013
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_europee_del_2014_%28Italia%29
Alle politiche del 2013 Bersani prese con la coalizione “Italia Bene Comune” 10.353.275 voti, alle europee 2014 Renzi e il PD 11.203.231.
Spannometricamente, 850.000 voti in più. In termini assoluti, non percentuali.
Il che, certo, può esser letto in tanti modi: “paura” di M5S e Grillo, assorbimento di Scelta Civica etc. etc…. ma fra queste molteplici letture si sovrappone e si interseca anche, a parer mio, un voto “pro Renzi”.
l’articolo di Messina che hai citato è ancora riservato agi abbonati di Repubblica (abbonamento che mi guardo bene da fare), quindi lo leggerò, se lo leggerò (perché neppure per questo ardo particolarmente), semmai più avanti.
per cosa avrebbero votato gli italiani alle elezioni europee e/o alle amministrative? lo dici tu stesso, ed è ovvio: per i deputati europei, ovviamente, per i sindaci, per i consiglieri comunali!
il fatto che il Partito Democratico abbia raccolto il 40% dei voti espressi in queste elezioni, con metà dell’elettorato che ha rifiutato di votare, può rappresentare un punto di forza (io direi alquanto relativo), ma certamente non è una legittimazione politica vera e propria a governare il paese.
sono cose ripetute per decenni dai Democratici stessi quando riguardavano Berlusconi e mi pare stupefacente dovere star qui a ripeterle adesso a te; ma tanto sappiamo di essere reciprocamente sordi su alcuni temi.
perciò ritengo inutile proseguire.
siamo in una situazione di totale marasma istituzionale e viviamo sotto un governo arbitrario e di fatto, ma non costituzionale.
i sostenitori di questo governo, come sei tu, vogliono sostenere di governare con una legittimazione di fatto? prego, si accomodino.
è come dire che governano con la forza, ma la Costituzione non c’entra; e io purtroppo appartengo ancora a quella generazione che, per accedere a un incarico pubblico, giurava fedeltà alla Costituzione.
quindi questo governo lo sopporto, come avrei sopportato il Duce sotto il fascismo, e nulla di più.
prendo atto che per fortuna è un po’ meno violento e sanguinario, ma non faccio fatica a riconoscervi la stessa arroganza stra-paesana di fondo.
ultimo punto: ho controllato con cura per paura di avere sbagliato il mio metodo, che invece è corretto e ha l’unico difetto di essere stato a fatto a spanne su cifre arrotondate.
inserendo i dati completi, risulta che alle politiche 2013 avevano diritto di votare poco meno di 47 milioni di elettori, e alle elezioni europee del 2014 oltre 50 milioni e 600mila, cioè oltre 3 milioni e mezzo in più (non chiedermi i motivi di questo grosso scostamento perché non so neppure immaginarli)
ora è evidente che il voto di 10 milioni 350mila elettori su 47 milioni scarsi va paragonato, in termini percentuali, con 11.200.000 su 50.600.000; gli 850.000 elettori Democratici in più vanno commisurati ai 3 milioni e mezzo di elettori in più, e sono una quota decisamente deludente.
in sostanza Bersani prese il 22,07% (come avevo scritto) contro il 22,11% per Renzi – qui gli arrotondamenti hanno prodotto nel post una percentuale un poco più bassa; ma sono ritocchi di decimali di punto percentuale, che non cambiano la sostanza del discorso fatto sopra, che resta tutta.
risultato sostanzialmente equivalente, ma netto spostamento dei flussi elettorali a destra, per niente ripagato in termini di espansione vera dell’elettorato.
invece che esaltarsi troppo a Partito Democratico farebbero bene a riflettere sui dati reali.