Gli stupri che avvengono in India sono stati arruolati a difesa dei due marò “ingiustamente” detenuti per la colpa di aver fatto fuori due pescatori. Anzi due pescatori indiani e dunque una responsabilità assimilabile alla violazione del divieto di sosta. Non essendo più possibile difenderne plausibilmente l’estraneità alla mattanza, venuta meno la possibilità di processarli in Italia, grazie alle mosse sbagliate dei fascio cialtroni di governo all’epoca dei fatti, non rimangono che gli argomenti indiretti e cioè una supposta barbarie indiana che permette di sdoganare il razzismo sottotraccia e al tempo stesso di reclamare la restituzione dei due a prescindere dalla loro colpevolezza o meno.
Gli stupri vengono a fagiolo e non solo per i giornali della destra bertucciante, ma anche per il Corriere degli illuminati grassatori ormai in gara a vellicare la pancia del Paese per meglio affamarla: in India ci fa sapere l’augusto quotidiano, c’è uno stupro ogni 21 minuti, il che…
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ci sono culture che francamente lasciano perplessi.
l’assoluto non rispetto per le donne,considerate….cose…mi fa inorridire…!
concordo con la sig.ra Le Pen …meglio tenerli lontani da noi..!
perche’ una rieducazione ,in nome del rispetto delle loro tradizioni e’ assolutamente impossibile.
assolute sciocchezze scritte da uno che non ha letto il post oppure lo ha letto e non ci ha capito un cazzo.
considerando che il tasso degli stupri contro le donne, calcolato sulla percentuale della popolazione, in Italia è il TRIPLO che in India, sarà forse meglio che siano gli italiani a stare lontani da quel paese – dove peraltro credo che siano ben poco graditi, ormai.
non c’è spettacolo peggiore di un buzzurro che accusa di essere buzzurri e incivili gli altri.
Il “Di ils.” scrive cose che rasentano la diffamazione (o sono) e in più mi farebbe piacere sapere che visuale aveva sulla E.L. all’epoca dei fatti. Anche il bortocal ha letto acriticamente tutto ciò che questo signore gli ha propinato, senza leggere nessun articolo nei giornali indiani (c’è anche una parte in inglese) e così avrebbe notato che tutte queste statistiche sono inficiate dalle pochissime denunce di violenza (una % bassissima) per paura di ritorsioni alle famiglie. Stia pur tranquillo signor bortocal, può ancora andare comodamente in India in quanto, lì, non tutti sono così convinti che i 2 marò non debbano ritornare a casa. Per due motivi: -qualcuno si è chiesto il perché dell’uso del Sua Act -qualcuno si è ricordato di ciò che ho scritto al punto 3). Analizziamo ora l’articolo: 1) è vero che le violenze in India, (quelle deninciate) in proporzione alla popolazione, sono meno che in alcuni paesi dell’occidente, ma è altrettanto vere che quì le violenze finiscono quasi sempre in omicidio. 2) pensavo che, come tutti, anche la parte politica alla quale appartiene questo signore, fosse per “l’innocenza fino a prova contraria”. 3) questi “scrittori” poi non sanno o non ricordano che i soldati indiani che hanno massacrato 15 poveri, innocui e disarmati pescatori thailandesi (che si avvicinavano alla nave difesa dagli indiani) non sono mai stati processati perché gli inquirenti indiani hanno dichiarato che gli errori di scambio pescatori per pirati si possono sempre commettere. Questo perché … erano thailandesi e non indiani? Perché i loro sono innocenti e nostri (se fosse successo) no? 4) il “divieto di sosta” è la massima espressione del vuoto d’idee che stanno dietro l’articolo: questo signore forse non sa perché c’è così una necessità di tenere lontane anche piccole barche: anni fa 17 marines americani sono morti pensando che delle piccole e innocue barchette di pescatori in avvicinamento fossero lì per difendere le loro reti, sbagliato, erano tutte minate! 5) come si fa a credere ancora ciecamente nell’impianto accusatorio indiano dopo il 2014, anno in cui è stata chiesta la Sua Act, unica legge indiana usata per condannare persone senza nessuna prova (visto che prevede l’inversione dell’onere della prova). Perché questo dopo che per 2 anni l’India ha giurato di avere prove schiaccianti sulla colpevolezza dei marò? E perché più di 7 giudici si sono rimpallati il processo? Ora guardate il seguente filmato
” https://www.youtube.com/watch?v=Ya48kLyjyB4 ” (“venad news 16 02 12 shooting neendakara1”) dove il capopesca dichiara alle tv indiane (sia qui che in altre interviste): “era buio, non ho visto nulla, ed erano le 21,30″ (da notare il poliziotto di fianco). Bene dopo qualche giorno dall’arresto dei 2 marò dichiara (e testimonia): “mi sono sbagliato, era giorno, circa le 16,30 e ho visto il nome della nave E.L.”. Posso capire sbagliare di 20-30 minuti, ma da notte a giorno, dalle 21,30 alle 16,30 e non vedere un nome e poi vederlo … è un po’ esagerato o no! E poi ci sono altre incogruenze, ma…Buona notte a tutti.
apprezzo le critiche.
però da quanto scritto sopra si dovrebbe pensare:
1) che, a differenza che in India, in Italia tutti gli episodi di violenza sessuale vengono denunciati, mentre non è affatto così.
2) che le violenze sessuali in India “finiscono quasi sempre in omicidio”: ma per favore! l’india avrebbe risolto il suo problema demografico, se fosse così!
3) che in Italia invece no; e notate che lo si scrive proprio il giorno in cui viene finalmente preso uno stupratore omicida che è riuscito a farla franca per quattro anni.
per il resto si entra nel merito delle accuse ai marò che non sono il tema di questo post e che ho già esaminato nelle risposte ad altri commenti della giornata su altro post: https://bortocal.wordpress.com/2012/06/08/288-lettera-aperta-al-presidente
la logica del “lui è peggiore di me e non ha diritto di giudicarmi” la trovo puerile; le altre ragioni vanno portate nel Tribunale indiano; peccato che l’Italia lo rifiuti per principio, salvo poi lamentarsi perché il processo non si svolge.
Per essere sinceri io ho risposto senza nemmeno pensare alla questione che se lì violentano donne e bambine allora non devono processare i marò. Mai detto. Quello che mi dà fastidio è (ormai dovresti averlo capito, e mi ripeto) come trattano un problema similare dei 17 (15 e 2) pescatori con 2 pesi e 2 misure.
Prima di tutto io sono contrario all’uso di questo tema per perorare la causa dei marò (e sono sicuro che la pensano così anche loro) ma sono intervenuto (che parolona … ho scritto qualcosa, spero non fuffa) perché questo “Di ils”, al contrario, lo usa per gettare discredito e vomitare sentenze su di loro. E tu semplicemente ti sei accodato, cadendo nella sua retorica con mattanza, hanno fatto fuori ecc e questo fa sembrare che tutti gli articoli contro le violenze esistano solo per il problema India-Italia.
In realtà, nel post mi sono spiegato male, e quindi avrei fatto il mea culpa comunque, perché ho generalizzato un po’ troppo in quanto le violenze finiscono spesso in omicidio, ma in stati ormai noti, che, però, hanno molti meno abitanti come lo stato dell’U.P. con poco più di 200 milioni di abitanti, inficiando lo stesso le % dell’articolo. In più nessuno ha calcolato le % di violenze alle bambine. Puoi-potete leggere il rapporto HRW.
Negli stessi giornali indiani l’argomento, puoi controllare di persona, è diventato una brutta attualità e così anche in giornali internazionali e non certo solo italiani. Vedasi le tante manifestazioni delle donne indiane per ottenere giustizia. Anche le tangenti italiane, che spesso toccano le aziende indiane, sono gettonate dai giornali indiani, ma anche internazionali.
Sbagli, gli italiani continuano ad essere ancora graditi in India (almeno fino all’aprile 2014).
Forse io ho esagerato ma queste violenze sono aumentate, e non solo in India, ma anche in Italia e nel Mondo. Ma nel 2014 non dovrebbero più esistere.
A chi vuole documentarsi consiglio, otre ai giornali indiani, anche due letture, verificabili in altre testate straniere, che faranno capire quanto ho detto sulle violenze spesso non denunciate e perché ho parlato di % non così semplicemente etichettabili:
“ http://www.huffingtonpost.it/2013/02/06/india-bambine-violentate-denuncia-hrw_n_2632031.html “
“ http://www.lavocedelgattopardo.com/ventidue-minuti-in-india/ “ ma ce ne sono tanti altri, anche in riferimento ad altri paesi, ma qui c’è un’emergenza per le bambine/i.
Ti faccio notare solo una cosa: il mio post esce nel giorno in cui… lo dici tu il presunto omicida è stato incastrato adesso, si, ma per un reato di 4 anni fa. Se ogni volta che scrivo coincidesse con l’arresto di uno di questi personaggi, scriverei tutti i giorni ma, ahimè, è stata solo una mera coincidenza.
Buona estate a Te e a tutti quelli dei vari post, perché, per un po’ di tempo non risponderò.
col blog da cui ho preso il post mi trovo generalmente in disaccordo, e qualche volta ho commentato aspramente lì certe affermazioni che ho trovato dissennate, non avendo il bene di una risposta.
in questo caso però si sottolineava un concetto col quale sono d’accordo: e cioè che in Italia, dalla faccenda dei marò in poi, si conduce una campagna di odio e disprezzo contro l’India, che è strettamente politica, vuole rappresentare questo paese come incivile, e non come una delle potenze emergenti di questo millennio e riduce il nostro paese in un ruolo provinciale di aspirante alla emarginazione; il tutto per indurre, non so bene attraverso quali puerili procedimenti mentali, a considerare i marò, fermati per omicidio, come dei perseguitati ingiustamente da selvaggi primitivi.
poiché conduco quasi quotidianamente una lettura di quotidiani online tedeschi, questo fatto è chiarissimo e incontestabile e meritava una protesta, a mio parere.
se poi vogliamo parlare, INVECE, del problema internazionale della violenza contro le donne, questo è un ALTRO discorso, che coinvolge anche noi.
naturalmente il livello della civiltà giuridica indiana (che a me appare addirittura superiore al nostro) non ha poi nulla a che fare con la sostanza del problema.
francamente che cosa è successo ai pescatori thailandesi non mi interessa minimamente, perché ho a cuore l’immagine internazionale dell’Italia e non quella della Thailandia o dell’India.
se avessimo una visione meno provinciale delle cose riusciremmo a vedere al volo il carattere grottesco ed umoristico ovunque, salvo che per noi, da avvocaticchi, di un modo di affrontare i problemi che trasforma la forma in sostanza.
dico che il sistema delle garanzie processuali non può essere fine a se stesso, ma va strettamente correlato alla verità sostanziale dei fatti.
e a fronte di un dato accertato, che è quello della natura dei proiettili che sono stati estratti dai corpi dei pescatori uccisi, appigliarsi alla scolorina con cui è stata corretta una relazione è cosa penosa.
ringrazio comunque delle repliche civili e documentate; ci si potrà ritrovare più avanti, è probabile, dato che la storia non è ancora finita…
– un’ultima precisazione: ci si può anche non credere, ma sono giorni che cerco di disegnarmi uno scenario mentale in base al quale arrivare in ipotesi a scagionare l’uomo a cui impronta genetica é stata ampiamente trovata sul cadavere della povera Yara.
ci ho messo tutta la mia fantasia di aspirante giallista, ma non ci sono riuscito; mi si perdoni quindi se, scrivendo a titolo personale, ho dato voce alla mia convinzione: magari prima o poi si troverà una spiegazione che al momento non appare.
per ora registro un accanimento nel far passare per prove a carico dettagli inconsistenti o addirittura prove a discarico, come la testimonianza del fratellino di Yara, che parla di un uomo grassottello.
però la prova genetica è come i proiettili nel corpo dei pescatori del Kerala: non lascia scampo, secondo me, ed è inutile cincischiarci su, almeno fino a che qualcuno non saprà dare una interpretazione alternativa attendibile.