1990, viaggio in Germania: Coburg – 447.

ci sono stati nel mio canale You Tube alcuni video strettamente familiari, dopo l’ultimo reso pubblico su Meißen: bambini al campeggio, bambini a Meißen, bambini a Coburg; ma ecco di nuovo un video che posso rendere libero nell’accesso, perché privo di elementi di questo genere e dunque rispettoso della privacy.

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tutte queste riprese sottopongono ad un faticoso esercizio mentale, che è quello di convincerci che noi siamo davvero quegli strani personaggi quasi consunti dal tempo che appaiono nelle riprese; perfino la gente nelle strade comincia ad apparire vestita in un modo datato, perfino a me che quegli anni li ho vissuti, per non parlare delle automobili; immagino quale possa essere l’effetto per chi non ha neppure visto quei tempi.

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con questo video rientriamo nel territorio della Germania occidentale: siamo nel centro di Coburg (in passato si scriveva Koburg), all’estremità settentrionale della Baviera, anche se poi la cittadina, oggi di 40.000 abitanti, non troppo lontana dalla wagneriana Bayreuth, è strettamente legata, invece, alla storia della Sassonia.

nel 1919, però, la stragrande maggioranza degli elettori, in un referendum, scelse di far parte della Baviera, nel suo distretto settentrionale della Franconia; e questo è il motivo per cui Coburg rimase, proprio sul confine, all’interno della repubblica Federale Tedesca all’inizio del secondo dopoguerra; e per questo gli edifici risultano un po’ meglio tenuti di quelli di Meißen, la città non pullula di cantieri e di lavori in corso come le città della Germania orientale dopo la fine della DDR e si hanno le tracce di una parvenza di benessere e di consumismo che oggi potrebbero addirittura farci sorridere per la loro modestia.

dei grandi monumenti di Meißen in realtà in quel viaggio abbiamo avuto una conoscenza piuttosto superficiale; il video credo che soprattutto possa rendere un clima e dare un’immagine della città nel suo apparire di allora.

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qualche parolina di lode finale, in aggiunta, a quella incredibile funzione di stabilizzazione che You Tube ha reso utilizzabile per i suoi video: è incredibile come riesca a portare una traccia di professionalità in riprese oscillanti per una manualità inevitabilmente grossolana.

tuttavia la stabilizzazione funziona male, per mancanza di punti di riferimento interni automatici, nei breve passaggi di dissolvenza fra una ripresa e l’altra.

in questo caso ogni dissolvenza che avviene con la videocamera instabile determina degli effetti di brusco scivolamento visivo vistosamente disturbanti.

siccome in questo videoclip sono parecchi, mi pareva giusto spiegarli; pensate che, senza le correzioni di You Tube, buona parte del video farebbe subire agli spettatori scivolamenti simili quasi in continuazione.

 

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