ci sono strani articoli sulla nostra stampa che vorrebbero sembrare interviste, ma sono raccolte di veline fatte da un/a giornalista (che in questo caso è di sesso femminile, si tratta di Maria Teresa Meli) messo/a in posizione adorante, cioè a 90 gradi.
il maestro del genere è stato Bruno Vespa, ma ci sono allieve che superano il maestro.
in questo caso basta l’esordio della Meli su Renzi ieri sul Corriere:
Ha l’aria di uno che ha fatto le ore piccole. Ed effettivamente è così. Si è svegliato alle cinque del mattino.
ora difficilmente uno che si alza alle 5 del mattino ha anche fatto le ore piccole; semmai le ha fatte uno che va A DORMIRE alle 5 del mattino.
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ma secondo la Meli Renzi va a dormire tardi oppure si alza presto, che tanto è lo stesso, “per leggere il suo livre de chevet, «la mia lettura quotidiana», lo chiama lui, il libro che ha sempre sotto mano e che ieri mattina troneggiava anche sulla sua scrivania: il riassunto del bilancio dello Stato, voce per voce.
Lo compulsa (da solo) quotidianamente e con Pier Carlo Padoan, Carlo Cottarelli e i loro rispettivi staff settimanalmente.
Lo sa quasi a memoria”.
insomma Renzi compulsa: sarebbe quasi il caso di dire che è compulsivo; è questo che vuole suggerirci la Meli?
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per la verità, secondo la Meli – e qui torna l’umorismo inconsapevole della giornalista da regime – “sulla sua scrivania c’è anche un altro dossier. Ben più agile. Glielo ha dato Denis Verdini.
i due dossier “giacciono lì sul suo tavolo, perché lui lega la politica italiana e quella europea con un nodo indissolubile”.
e la politica italiana è Verdini, mentre l’Europa è il bilancio dello stato.
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a questo punto Renzi parla senza neppure che la giornalista domandi:
Calcisticamente parlando, qualcuno pensa che io sia un fantasista, cioè quello che inventa il colpo a sorpresa, o il portiere fortunato, che para i rigori perché provoca l’avversario.
Non hanno capito che, dal punto di vista amministrativo, io sono un mediano (o in termini non calcistici, accessibili anche a chi non si interessa di pallone, un mulo), che su tutti i palloni si mette lì e “butubum-butubum” studia le carte.
Ma è meglio che non lo abbiano compreso: così arrivo a fari spenti lì dove voglio arrivare, con buona pace di tutti i commentatori e dei professionisti della gufata”.
sintesi quasi perfetta del Renzi-pensiero; io intento aspetto di capire che cosa sia “un mediano dal punto di vista amministrativo” “che arriva a fari spenti”: ma sarà meglio chiederlo a Prandelli, il Renzi della nostra Nazionale di calcio.
prima che debba dimettersi anche il Renzi.
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i risultati di tanta compulsazione del bilancio dello stato, butubum-butubum, non sono però particolarmente originali; sono la ripetizione esatta delle frasi che abbiamo già sentito per anni da Berlusconi (la giornalista preferisce citare Tremonti, non sia mai che il lettore si accorga che Renzi è la versione “di sinistra” del berlusconismo) e sono presto detti:
L’Italia è più forte delle paure dei vari osservatori e i dati lo dimostrano. (…) L’Italia è molto più forte di come si racconta in sede internazionale: ha un alto debito pubblico, è vero. Ma ha ricchezza privata.
non sfiora neppure la mente che questo sia il segno evidente del nostro male, cioè un’alta evasione fiscale reale, che fa sì che il fisco, in Italia, si occupi soltanto del lavoro dipendente, i nuovi paria di questa società.
anzi, Renzi ha fatto un passo avanti rispetto al berlusconismo di ieri; ha infatti scoperto che chi sta veramente male non siamo noi, ma l’Europa:
Il problema (…) è che la ripresa europea è fragile. Molto fragile. Più del previsto. Il problema è che la produzione industriale (…) segna negativo (…) in quasi tutta Europa, a cominciare dalla Germania. (…)
Tre anni fa, i mercati segnalarono un “problema Italia” in Europa. Adesso c’è un problema Europa nel mondo.
come se questo non fosse comunque un problema dell’Italia, vaso di coccio in Europa.
un (una) giornalista a questo punto dovrebbe sbottare dicendo: ma per favore, Renzi, non dica cazzate.
ma non succede: i fatti separati dalle opinioni, e le opinioni ben separate dai fatti, mi raccomando.
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prosegue il Renzi butubum-butubum, quello “che studia le carte”:
Mi piace pensare agli esperti di alcune banche che dieci anni fa dicevano che l’Italia sarebbe fallita.
In questi dieci anni sono fallite le banche e nessuno ce l’aveva annunciato.
L’Italia, invece, è sempre qui.
effettivamente che siano fallite le banche non ce l’ha ancora annunciato nessuno, anzi – per dirla tutta – nessuno se ne è ancora accorto, dato che gli stati le hanno salvate a spese nostre.
ma qui il delirio è talmente evidente che la Meli raccoglie tutte le sue forze e accenna a un’obiezione: questa!
Ma non si può dire va tutto bene, madama la marchesa.
commento che sembra fatto apposta per ricevere una risposta prettamente renziana:
D’accordo con lei. Infatti non va tutto bene. È una situazione difficile, da gestire con grande responsabilità.
Ma essere responsabili non significa essere catastrofisti.
Responsabile è chi quando vede un ostacolo prova a cambiare strada, non chi urla più forte.
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ed ecco un esempio concreto e calzante di quel che intende Renzi per essere responsabile:
Nel piano sblocca Italia c’è un progetto molto serio sullo sblocco minerario.
È impossibile andare a parlare di energia e ambiente in Europa se nel frattempo non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia e in Basilicata. (…)
Potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e dare lavoro a 40 mila persone e non lo si fa per paura delle reazioni di tre, quattro comitatini.
bene, se queste cose le diceva Berlusconi si sollevava l’Italia di sinistra; ora tutto tace da quelle parti, anzi Sinistra Ecologia e Libertà si dissolve per passare a Renzi, semmai è una fetta di destra che protesta.
ma si protesti o no, bubbole erano allora e bubbole restano adesso.
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un momento: c’è ancora un pensiero di Renzi sull’Europa:
io le ho detto [alla Merkel] che con il Brasile la Germania era stata poco flessibile e lei mi ha risposto: ci vuole la giusta flessibilità.
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per chi volesse continuare a ridere, il resto dell’intervista è qui: peccato che non si parli più di “Europa”, cioè di economia, ma di Italia, cioè di Verdini e di “riforme”, del Senato e della legge elettorale.
A dispetto di alcune dichiarazioni di fuoco dei suoi, Berlusconi fino a questo momento non ha mai fatto venir meno la sua parola e il suo impegno: diamo a Cesare quel che è di Cesare.
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e adesso, appurato che per Renzi Cesare è Berlusconi (e non Prandelli), direi che posso anche smetterla di studiare il dossier Renzi, siccome mi sono svegliato oggi anche io alle 5 di mattina e il cielo è grigio e devo andare a Equitalia.