LaJornada di domingo, domenica, 2 novembre 2014, periodico messicano diretto da una donna, Carmen Lira Saade, distribuito gratuitamente alla salita sull’aereo in partenza, ha riempito di varie considerazioni il mio viaggio aereo da Ciudad de Mexico a Cuba, ieri, e all’arrivo non avevo ancora quasi finito di leggerlo (per quanto io possa leggere davvero degli articoli scritti in spagnolo); quindi mi sembra giusto rispecchiare anche qui queste riflessioni, che hanno riguardato tre temi diversi, da tempo al centro dei miei interessi.
la prima riflessione finisce col riguardare l’Italia e la sua situazione politica, ma si collega ad un tentativo di dire qualcosa di generale sul Messico, dopo la mia visita, e sarebbe una bella pretesa dopo esserci stato per 5 giorni nominali, ma in realta` tre, essendo arrivato il primo nel cuore della notte e partito il quinto ancora prima dell’alba, e solo nella capitale; qualcosa potro` aggiungere forse dopo le ultime due settimane che passero` in viaggio tra 12 giorni nella sua parte meridionale; ma insomma la presenza su questo giornale messicano di alcune affermazioni che coincidono con le mie impressioni mi da` l’audacia di cominciare a dirle.
* * *
credo che questo sia un giornale, peraltro, nettamente di sinistra, cioe` ispirato a valori di eguaglianza e a quell’idea particolare di liberta` che e` connessa a questo valore; e gia` questa e` una prima osservazione importante, perche` in Italia manca chiaramente una stampa di questo tipo, cosi` chiaramente impegnata (Il Manifesto o L’Unita` non fanno piu` testo in proposito, si sono chiaramente allontanati dalle loro ispirazioni originarie).
e possiamo anche dire che la sinistra messicana ha alcuni caratteri francamente umoristici, per velleitarismo e spirito predicatorio fortemente retorico, che ritroviamo anche nell’ultra-sinistra italiana, e che diventano evidenti nel modo in cui affrontano il dramma incredibile della sparizione di 43 studenti fermati dalla polizia in una manifestazione nello stato di Guerrero:
“Intellettuali esigono l’apparizione immediata in vita degli studenti”
(per la cronaca questo appello risulta firmato anche da Toni Negri)
“Artisti in marcia chiedono la riconsegna immediata in vita dei 43 studenti normalisti”.
e se li avessero gia` ammazzati? come essere cosi` sicuri che siano ancora in vita, da esigerlo, addirittura?
* * *
ma questo non toglie affatto smalto all’analisi piu` spietata della condizione reale del paese la fa Jose` Augustin Ortiz Pichetti in una specie di articolo di fondo, dal titolo Correzione o repressione?
che ora in parte traduco, in parte sintetizzo, e che mi ha colpito per le impressionanti analogie con la situazione italiana, ma anche per le sue profonde differenze.
* * *
Il sistema politico e` senza forze ed e` in crisi. Il risultato e` prevedibile, pero` una soluzione manca. Il governo manca di risorse recursos e di intelligenza talento per una uscita democratica. Non puo` dare un colpo di timone e fare giustizia, perche` lo impedisce la regola d’oro dell’impunita`. Sembra orami diventato, come segnala Raul Zibechi, “in un apparato di coordinamento criminale, dove si incontrano i narcos e i politici per controllare la societa`…; uno stato fallito costruito negli ultimi due decenni“.
Il governo di Pena sapeva almeno dal 2013 della esistenza dei Guerreros Unidos e dei loro legami col PRI e col PDR locali e non ha fatto nulla.
Ora il governo prova ad accusare l’AMLO, ma e` palesemente un trucco per deviare l’attenzione che comincia a concentrarsi sul presidente e sui suoi collaboratori, reponsabili politici e giuridici di dare una soluzione alla sparizione dei 43 studenti ad Ayotzinapa.
Questa manovra perversa e` coerente con la linea d’azione del governo, che vuole restaurare il vecchio PRI in una societa` profondamente cambiata.
E` certo che il Congresso e` controllato: appoggio` le riforme di struttura rifiutate dalla maggioranza della popolazione, e perfino la suprema Corte ha perso la sua autonomia, come dimostra l’assurda sentenza che ha espresso sulla riforma energetica, che ha violato fondamentali diritti umani della popolazione.
Pero` Pena non puo` neppure ordinare la repressione generalizzata, dato che e` debole e manca di legittimita`.
La repressione potrebbe provocare una risposta di massa inimmaginabile, che non puo` essere esclusa se il governo portera` a uno stato di esasperazione estrema.
Come immaginare gli scenari di uscita? Il crimine organizzato, associato solidamente con la classe politica e i media, ha cercato di addormentare la popolazione e di bloccare un movimento capace di metterlo sotto scacco.
Credere che il regime sia eterno e` infantile. Entro poco dimostreremo che guadagnare la democrazia e` una impresa collettiva e che non potra` venire dal governo.
* * *
impressiona la lucidita` di questa analisi che denuncia come in Messico si sia formata una stretta inter-dipendenza tra sistema criminale e classe politica – come in Italia negli ultimi vent’anni, dove questa alleanza, portata alla luce del sole per primo da Berlusconi, e` rapidamente diventata, in questi ultimi anni, una caratteristica solo un poco meno evidente anche nel Partito Democratico.
ci si potrebbe chiedere se questa alleanza e la costruzione di un blocco politico-criminale non sia in realta` un tratto comune dei paesi di cultura cattolica, se non ci fosse l’esempio della Grecia ortodossa a dimostrare che l’illegalita` diffusa trova un punto di riferimento culturale adatto anche nella religione ortodossa, che del resto non impedisce la fioritura nemmeno della mafia russa.
solo dove una visione laica dello stato si afferma, in forza della religione protestante, come nell’area germanica o anglosassone, o della tradizione illuminista, come in Francia, il fenomeno dell’alleanza fra criminalita` e politica e` contrastato efficacemente, anche grazie al vigoroso appoggio dell’opinione publica, che nei paesi cattolici o comunque religiosamente tradizionalisti, invece, e` a sua volta strettamente coinvolta in questa alleanza mafiosa e la appoggia in maniera determinante.
insomma la prevalenza di una religiosita` fortemente suerstiziosa e di forme di pensiero magico pre-moderno sono il migliore terreno di sviluppo di quella alleanza fra politica e criminalita` che possiamo tranquillamente chiamare mafia e che in Messico, anche se non e` questo il suo nome ufficiale, chiaramente governa il paese attraverso il PRI, Partito Rivoluzionario Istituzionale (un ossimoro che dice da solo la follia del sistema politico messicano), cosi` come in Italia lo ha fatto attraverso Forza Italia e Berlusconi, fino a che e` stato in grado di contare qualcosa, e ora si e` infiltrata pesantemente anche nel Partito Democratico.
* * *
ma e` qui che mi colpisce la differenza fra la societa` messicana e quella italiana, perche` il Messico sembra in grado di capire meglio e anche di contrastare questo processo, piu` dell’Italia dove le forze di opposizione a questo sistema (e parlo del Movimento 5 Stelle) si sono rivelate fragili e confuse (ad essere benevolo) fino a perdere completamente ogni credibilita`.
ma questa e` semplicemente la differenza tra un paese attivo, giovane e vitale, come il Messico, e l’Italia, il paese piu` vecchio del mondo, se guardiamo all’eta` media degli abitanti: dove la principale forza elettorale e` rappresentata da persone anziane, totalmente teledipendenti, incapaci di idee proprie anche da giovani.
e proprio per questo l’Italia appare un paese senza speranza di reazione efficace, mentre l’esuberante e anche confusa sinistra messicana e` comunque presente ed attiva e fa sentire la sua voce, in piazza, ma anche sui media.
tramite un’altra fonte (non così investigativa e certo non così di sinistra: Anthony Bourdain e un suo reportage sul Messico) ero giunto anche io alla similitudine con l’Italia.
In entrambi, è evidente l’interconnessione fra criminalità e governo (in senso lato).
Mi ero spinto un passo oltre: la chiave prima per scogliere questo terribile nodo gordiano è la lotta alla corruzione, perché è la corruzione a creare questa unità di interessi e questa zona oscura che impedisce alla legalità di combattere il crimine, specie quando si annida negli apparati statali.
condivido, ma la chiave sta nell’appoggio dell’opinione pubblica che in Italia sembra piu` debole che nel mexico (vvedi post che spero di riuscire a pubblicare tra poco).
Pingback: 1. elenco dei post sul #roundtheworld, il viaggio attorno al mondo. | bortoround·
Pingback: quel Mexico visto dal Mexico, che assomiglia tanto all’Italia – my roundtheworld n. 124 -57 – bortoround·