art.18 e false lettere di dimissioni, come ci prendono per il culo – 665.

nelle battaglie italiane ricorrenti per La Secchia Rapita, la parte di protagonista spetta adesso all’art. 18, attorno al quale si svolgono le scaramucce finte di un ceto politico corrotto e d’accordo nel fregare i fessi che si fidano ancora di questa gentaglia.

e` tutta una presa in giro, se non si ripristina la Legge 17 ottobre 2007, n. 188 (governo Prodi), Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice, del lavoratore, nonché del prestatore d’opera e della prestatrice d’opera, che imponeva l’obbligo di redigere le dimissioni su apposito modello informatico, predisposto e reso disponibile da uffici autorizzati.

queste procedure impedivano la prassi mafiosa di imporre all’atto dell’assunzione di consegnare al datore di lavoro una lettera di dimissioni firmata con la data in bianco, dato che la data delle dimissioni doveva risultare in maniera inequivocabile davanti a un soggetto istituzionale terzo.

del resto un documento firmato senza data e` giuridicamente nullo.

un puro ricatto “al momento dell’assunzione quando, insieme al contratto, viene fatta firmare anche la lettera di dimissioni senza data, da usare soprattutto nei confronti delle lavoratrici madri”.

* * *

la deputata di Sel Marisa Nicchi fu la prima firmataria della legge 188/2007 sulle dimissioni in bianco e denuncia oggi la vergogna del mancato ripristino, che e` probabilmente il prezzo pagato per tacitare la destra.

la legge infatti fu poi abrogata da Berlusconi nel giugno del 2008, appena tornato al governo.

ma, se questa prassi continua liberamente, ogni discussione sulle tutele necessarie contro i licenziamenti discriminatori e` pura presa per i fondelli dell’opinione pubblica.

siccome e` il mio cuginetto Sacconi che volle questa norma col governo Berlusconi e ora fa parte del partitello di Alfano indispensabile per la maggioranza renziana, questa vergogna invece non verra` toccata.

ieri infatti la maggioranza in commissione Lavoro di Montecitorio ha bocciato tutte le proposte emendative tese a inserire nella delega la norma contro le dimissioni in bianco.

e la cosiddetta sinistra del Partito Democratico che ha in mano quella Commissione?

e non ce la vengano a raccontare piu`, per favore.

4 risposte a “art.18 e false lettere di dimissioni, come ci prendono per il culo – 665.

  1. ma infatti, tutta la manfrina sull’articolo 18 è aria fritta; la partita vera è sui principi, Renzi deve portare in Europa lo scalpo dei lavoratori, dimostrare di poterli piegare, come loro maestà pretendono.

    • massimo, sono onorato del tuo commento, ma non sono affatto d’accordo.

      nel resto d’Europa i lavoratori sono variamente tutelati effettivamente da licenziamenti discriminatori, e nessuno, ma proprio nessuno ci chiede quel che ci vogliono far credere, cioe` di far regredire la condizione sociale dei lavoratori italiani a fine Ottocento.

      l’Europa non ci chiede affatto mquesto tipo di riforme da paese di scalzacani: al contrario sta cercando invano di farci introdurre delle riforme capaci di civilizzarci.

      hai presente le prese di posizione di Draghi, per dire?

      l’unico che vuole far abolire l’art. 18 e` Marchionne, che oltretutto e` americano, di fatto, e non europeo, e dato che e` stato condannato al reintegro per comportamento anti-sindacale proprio per quell’articolo.

      chissa` quando almeno le persone intelligenti si accorgeranno che tutta questa polemica anti-europea e` uno dei trucchi con cui la nostra miserabile classe dirigente ci prende per il naso, cercando di deviare l’indignazione giusta verso l’obiettivo sbagliato.

      nella famosa lettera a Berlusconi del 2011, documento ufficiale dell’Unione Europea – che viene citata a sproposito per sostenere che ce lo chiede l’Europa – si diceva testualmente:

      c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

      francamente mi pare che con la revisione dell’art. 18 proposta da Renzi c’entri molto poco.

    • non per nulla Prodi e` stato fatto fuori dalla sinistra stessa… e ripetute volte.

      e a me pare evidente che l’autore dell’ultimo siluramento da Presidente della Repubblica sia stato ANCHE Renzi (oltre a D’Alema).

      ma oramai parlare di sinistra a proposito di Renzi e` totalmente fuori luogo.

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