Messico per sfigati – My roundtheworld n. 145 – 669

mi si e` rotta una ruota del troller, che pesa 20 kg, ed ora va trascinato a viva forza, mentre fa resistenza (assieme alla sacca che ne pesa altri 13).

non ho piu` una fotocamera: ne ho rotte o perse 5 in meno di 5 mesi di viaggio.

ho perso l’I-phone.

ho rotto il netbook.

ho dovuto buttare un paio di scarpe, completamente sfondate.

(pero` ho trovato un orologio, una lavanderia mi ha resittuito un paio di calzoni corti in cambio di un paio di mutande, e in Polinesia mi hanno regalato un paio di scarpe da ginastica da 5 euro).

ieri, arrivato all’hotel di Isla Mujeres, quando ho chiesto se c’era la connessione internet, ho constatato che anche il laptop giapponese si era bloccato.

soltanto a stento sono riuscito a disconnetterlo dalla batteria e a riavviarlo, dopo due ore di tentativi.

siccome sono convinto per prove provate di non avere affatto un kharma negativo, a questo punto ripeto una domanda gia` fatta: chi porta sfiga a chi? chi sta buttando il malocchio su questo viaggio con riti vudu`?

ed escludo che sia la povera Brigitte, che incontro uscendo da colazione, e che vaga di nuovo sorridendo in cerca di un posto dove farla lei, e che non penso neppure di invitare a condividere la mia camminata di oggi, che sara` molto impegnativa.

* * *

e dunque, continuando, da ieri su Cancun e le sue isole e` calato un maltempo autunnale che non si ricordava a memoria d’uomo: tempesta, e lo sapete gia`, ma oggi piu` forte (e piu` meravigliosa a vedersi), pioviggino intermittente, vento a tratti e in alcuni punti fortissimo fino quasi a impedire doi reggersi in piedi.

e peccato davvero non avere potuto filmare le onde imponenti sugli scogli: davanti a me una ragazza che alla Punta Sur scavalca la recinzione per farsi fotografare dal fidanzato, viene quasi travolta da un’onda immane; riesce a tenersi in piedi mentre io urlo dal terrore, ma rimane bagnata fradicia, ovviamente, dalla testa ai piedi.

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meraviglioso, forse persino piu` bello del Sentiero dell’Amore nelle Cinque Terre, nei suoi percorsi, questo promontorio appuntito, trasformato in museo all’aperto di coloratissime sculture moderne, e che si perde nel nulla, come in una Finis Terrae che ricorda la Cornovaglia; e qui infatti finisce il Messico, o meglio comincia, dato che questo e` il suo punto piu` orientale, come ricorda una targa, e qui e` dove sorge prima il sole in Messico.

e. in un punto strategico, una poltroncina di legno che aspetta me, per farmi sentire, spaparanzato, il signore del mondo. 

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* * *

bellissimo anche il piccolo acquario quasi artigianale che permette di vedere da vicino come si avviticchiano i cavallucci marini alle ramaglie sott’acqua, come drenano la sabbia e la filtrano con la bocca le aragoste, come sia abile a mimetizzarsi il pesce pietra, che infatti non ho visto affatto, e il tutto ha una dimensione cosi` dolcemente casalinga che ti sembra che pesci, polpi e crostacei ti siano familiari.

e l’acquario introduce il vivaio per la protezione di una specie di tartarughe marine da pericolo dell’estinzione, con il recinto dove stanno al caldo (temporali permettendo) sotto la sabbia le uova in attesa della schiusa.

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* * *

insomma, sfigato o no che io sia, bellissimo e` risultato anche il cattivo tempo fuori del normale; anzi, senza questo vento quasi da uragano chi le avrebbe viste delle onde cosi` belle?

chi avrebbe capito alla fine, trovandosene uno davanti al naso, che quegli uccelli stranamente geometrici che restano sospesi il cielo immobili nella tempesta con impercettibili movimenti come avessero un filo segreto, sono, a giudicare dal becco ricurvo, una specie di gabbiani?

chi se lo sarebbe sentito, poi, planare sul cranio con gli artigli e poi volare via uno dei gabbiani piu` regolari?

chi avrebbe visto un pescecane che si lascia abbracciare nel suo recinto per le fotografie, una volta saltato invece il delfinarium per il fastidio al semplice pensarci?

e chi avrebbe mangiato della squisita ropa vieja cubana, trascurata a Cuba, e invece ritrovata qui?

ma il proprietario del ristorante e` un italiano che vive a Cuba (un altro!) e Joseph, il cameriere, 22enne pieno di voglia di chiacchierare, mi intrattiene mentre pranzo, fino a che lo invito a sedersi, con discorsi confusi tanto in inglese quanto in spagnolo sulla sua religione, che e` quella afro-cubana degli orisha, cioe` quella delle danze cubane della mia ultima notte all’Avana.

comunque capisco poco e mi pare che lui vagoli senza capo ne` coda fra argomenti diversi, con lo scopo non detto della propina, che regolarmente infatti gli lascio in valuta USA.

propina e` la mancia, la prima parola iberico-messicana che ho imparato mettendo piede qui, ed ecco un’altra bella differenza fra il Messico e Cuba…

* * *

e da bravo sfigato che cammina per 20 km, snobbando le macchinine che girano qui, e che alla fine ho riconosciuto che sono quelle per i campi da golf, io mi sono fatto tutta l’isola a piedi oggi: in fondo e` lunga solo 10 km ed e` stato divertente farla perche` i due percorsi sui sui due lati, distanti a volte forse meno di 200 metri, erano completamente diversi.

e a nord come ululavano il vento e le onde, mentre a sud il mare era calmissimo, per non dire della laguna.

mondo strano e diverso, mondo sfigato pure, se volete, ma questo giro del mondo che sta per finire mi piace un sacco!

9 risposte a “Messico per sfigati – My roundtheworld n. 145 – 669

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