Ruta Puuc (Labna`, Xlapak, Sayil), Kabah, Uxmal – My roundtheworld n. 150 – 678

avete mai provato? a comprare su un bus, da un ambulante che sale fra una stazione e l’altra, mezzo chilo di succosissimi mandarini sbucciati conditi col peperoncino salato messicano?

no? allora vi siete persi qualcosa.

* * *

avete mai visto? in un piccolo parco davanti a una chiesa, una sposa circondata da una ventina di damigelle in pizzo rosa, una piu` bella dell’altra, e cosi` belle, prese tutte assieme, da farvi dubitare che si tratti soltanto di una messa in scena fotografica con modelle, anche perche` lo sposo sta in disparte e sbadiglia clamorosamente?

no? e pensare che avevo scritto della gente messicana che era brutta…

eppure alla fine ho dovuto ammettere che quello era un matrimonio vero di gente vera.

* * *

oggi percorso da Merida fra i 5 siti archeologici maya del titolo, straordinariamente belli e interessanti, su un autobus di linea che fa questa specie di circuito un’ottantina di km a sud della citta` e in una zona dove la straordinaria piattezza della regione lascia il passo ad un anello sottile di alture, rilevato un centinaio di metri.

e` il primo anello di 180 km di diametro, da impatto del meteorite di 66 milioni di anni fa, di cui adesso qualche studio recente sostiene che non fu responsabile dell’estinzione dei dinosauri, dato che erano gia` spariti da 2 o 3 milioni di anni (oppure 300.000), ma che determino` egualmente l’andamento dell’evoluzione dei mammiferi.

un secondo anello e` piu` in la`, dato che il cratere maggiore ha un diametro di 300 km.

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ed e` strano come non si colga nei resoconti di viaggio il carattere fuori del comune di questo tratto della superficie terrestre, assolutamente spianato, tanto che non vi sono fiumi, e questo e` sconcertante, ma solo piccoli bacini, i famosi cenotes, dove si deposita l’acqua che non viene assorbita dal terreno, e anche i cenotes sono legati alla particolare conformazione del terreno provocata dal meteorite.

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e` su questo paesaggio che davvero andrebbe definito lunare, almeno per la sua origine, che i maya costruivano linee di collegamento impressionanti larghe 20 metri, lastricate in bianco e lunghe decine di km e in un caso perfino un centinaio di km, trasformandolo in un reticolo di osservazione.

forse fu cosi` che arrivarono a rendersi conto dell’impatto di milioni di anni prima, raffigurato, se non ho le traveggole, sul tempio del Dio discendente di Tulum: riflettendo su come era stranamente conformato quel territorio, e non attraverso le osservazioni astronomiche, come ho ipotizzato in un post precedente.

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* * *

forse questa anomalia del terreno si nota poco perche`la giungla non troppo sviluppata che ricopre tutto, ed e` limitata nella crescita appunto dal problema dell’acqua, rende meno evidente la piattezza spettrale della pianura.

ma questa giungla soffre dello stesso problema che condiziono` la vita di queste citta` che oggi ho visitato: che nascevano da un disboscamento, volto a ricavare campi per le culture; ma siccome qui non venne mai scoperta la rotazione delle culture, grande innovazione agricola dell’Europa medievale, il disboscamento continuava allargandosi, fino a che diventava impossibile raggiungere i campi dal centro a bitato.

e allora si abbandonava tutto alla giungla vorace, per spostarsi altrove e ricomincare da capo.

ecco la quantita` incredibile di citta` maya distribuite attraverso vari momenti della loro storia e oggi variamente ri-sepolte nella giungla.

di varia grandezza, variamente restaurate, variamente affascinanti.

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Labna`

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Xlapak

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Sayil

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Kabah

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Uxmal

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e` qui che ho conosciuto una coppia di due simpatici italiani, piemontesi, all’ottavo mese del loro viaggio nel mondo, che durera` un anno, fino ad aprile, dall’India alla Thailandia, dal Myanmar al Laos, dalla Cambogia a Los Angeles, dal Nicaragua al Messico e dalla Florida al Canada, dove resteranno gli ultimi due mesi, per cercare di costruirsi un futuro li` nel campo della ristorazione, dove sono esperti entrambi.

due italiani che viaggiano ancora piu` in economia di me (lui e` rimasto fuori dei siti, lasciando sempre l’ingresso a lei per una carenza casuale di contante), attualmente ospitati a Merida da un giovane docente di storia, grazie ad un programma di couch sharing su internet; e lo sharing del couch è tale che il ragazzo gli ha ceduto il suo letto, dove loro dormono loro due, e lui dorme su un’amaca, che sta giusto sospesa sopra al letto: non vi dico lo scambio di informazioni e di valutazioni… – sullo sharing, intendo, non su questa situazione degna di un film.

16 risposte a “Ruta Puuc (Labna`, Xlapak, Sayil), Kabah, Uxmal – My roundtheworld n. 150 – 678

          • Affermare che il mondo è tutto bello mi pare cosa scontata….e invece non lo è affatto.

            Anche quel che diciamo che “non ci piace” quando lo si ha davanti…penso la nostra percezione sia diversa, molto diversa…perchè a furia di viaggiare ci si spoglia.

            • ci si spoglia dei pregiudizi, e tra questi rientrano anche i nostri criteri estetici.

              una delle cose che ho imparato in questo viaggio e` quella frase di Confucio nel piccolo quartiere cinese dell’Avana: tutte le cose hanno una loro bellezza, ma non tutti sanno vederla.

              direi che, purtroppo, non tutti hanno neppure la possibilita` di vederla, perche`, a poterci stare davanti dal vivo, e` piu facile capire la bellezza di cio` che ci e` sconosciuto.

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