il mio giro del mondo si va concludendo in modo molto disincantato e in tono minore.
ieri, dopo essere arrivato costipato per bene, a Citta` del Messico, mi sono piazzato in camera e a letto, senza uscirne piu` e dicendomi che la giornata aveva gia` avuto la sua ricompensa nelle sei ore di esplorazione del paesaggio messicano dall’autobus che ripercorreva a grandi linee la strada seguita da Cortez per distruggere l’impero atzeco.
e in effetti che paesaggi grandiosi, soprattutto nella prima parte che risale dalla costa fino ai 2.000 metri dell’altipiano su cui sorge anche la capitale: vallate selvagge e scoscese, distese di vegetazione intatta, qualche vulcano, uno persino con la vetta incoronata del bianco della neve; e deglo strani alberi ramificati, con le foglie di palma.
poi subentra quella specie di savana semi-arida che e` l’altopiano, piu` popolato e polveroso, fino a che si entra nella grande citta` con i suoi spettacolari quartieri settentrionali, letteralmente arrampicati sulle montagne su cui formano strani ritagli di case, in un modo che ho visto altrove solo a Damasco.
* * *
forse e` il non stare bene che mi rende depresso, o forse il fatto che oramai il viaggio volge al termine e mi ci stavo quasi abituando.
prendo anche atto dell’ultimo apparato al seguito che ha ceduto: questa volta e` il tagliabarba, che non e` sopravvissuto all’invasione dello shampoo nel trolley (arrivero` a casa conciato da barbone…).
ma adesso sono anche i piedi che hanno preso a farmi male, come se si sentissero gia` in libera uscita e autorizzati a protestare.
e pulendomi le orecchie la mattina, ho estratto da quella di destra che mi dava delle piccole fitte e pruriti da un paio di giorni, una formichina morta.
dai, e` ora di smetterla di sfidare la sorte, e di rientrare a casa..
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oggi comunque mi sentivo leggermente meglio, ho cominciato a sperare che forse la bronchite non seguira` il mal di gola e sono uscito un poco, sostanzialmente a vedere murales.
ne ho visto un paio di Rivera davvero notevoli, anche se tremendamente datati dal punto di vista ideologico; ne metto qui sotto quello che mi e` piaciuto di piu`, sull’Uomo regolatore dell’universo (proprio cosi`, marxisticamente).
ma avverto anche che la foto non e` completa e manca la parte finale a destra dove, come continuatore di Lenin e` raffigurato Trotskij, che in quegli anni viveva proprio qui, forse illuso sulle potenzialita` rivoluzionarie del paese, dove venne invece assassinato da un sicario di Stalin, dopo che aveva provato ad assassinarlo Siqueiros, per puro spirito patriottico comunista, uno dei grandi autori di questi murales.
ma per la grande massa dei lavori di Rivera confermo un giudizio scandalizzato sulla sciatteria di questo pittore: forse inevitabile considerando quanto ha prodotto, e forse evidenziata dal peggioramento dei colori dovuto al tempo, che rida` spazio alle linee e al disegno, ma insomma per me fastidiosa.
altri autori che non fossero banali imitatori suoi mi hanno convinto di piu`.
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pero` non erano i murales, sinceramente, che mi interessavano di piu`, anche se vedo nella loro retorica populista e nel loro marxismo da catechismo una delle lontane origini del male messicano di oggi.
ma ho fatto attenzione anche ai titoli dei giornali nelle edicole e ad altri aspetti della vita sociale, per cogliere le reazioni attuali al confessato assassinio dei 43 studenti rapiti dalla polizia nello stato di Guerrero:
una manifestazione studentesca abbastanza patetica per i numeri limitati, davanti al Palazzo delle Belle Arti, con qualche performance e l’ingresso gratuito al museo per oggi, come forma di protesta;
i camion di militari che continuano a passare minacciosi;
il piu` strano e silenzioso comizio che io abbia mai visto in vita mia, tutto di sordomuti che erano arringati col linguaggio dei segni e con lo stesso gesticolare commentavano fra loro;
due ragazzi, intesi come due maschietti, che si baciavano affettuosamente sulla bocca su una panchina senza che nessuno ci facesse caso;
altri due adolescenti che fermavano i coetanei e recitavano loro un rap molto divertente, a giudicare dalle risate, e poi si facevano dare qualche peso.
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i giornali strillavano nei titoli la grande riforma proposta dal presidente Enrique Peña Nieto (anche il Messico e` una repubblica federale presidenziale come gli Stati Uniti), che e` quella di sostituire le 18.000 polizie municipali del paese con 32 polizie dei diversi stati.
sai che innovazione; gustamente lo Spiegel, che ne parla, osserva che quella che va riformata per prima nel Messico non e` la polizia, ma la politica corrotta che la comanda, e fino a che i politici locali sono scelti dai cartelli della droga e` ridicolo pensare che una polizia dello stato locale, anziche` dei municipi, possa essere piu` decisa nel combatterli.
anzi, non stupisce che in questo momento in carcere siano, piuttosto che poliziotti e politici corrotti, 11 studenti che hanno protestato contro l’assassinio dei loro compagni di universita`?
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ma tanto Nieto che rischi corre per queste critiche?
i messicani mica leggono lo Spiegel, e lui puo` continuare a farsi tranquillamente i suoi affari, assieme alla moglie cosi` bella che sembra una modella ed ha appena avviato un’impresa per la produzione di merci di lusso, grazie a un finanziamento statale di decine di milioni di pesos.
eccoli, i nuovi governanti tipo dell’era post-moderna degli iper-plutocrati al comando: belli, corrotti, spregiudicati e sorridenti.
un modello che e` anche tutto italiano, evidentemente, tanto che l’Italia farebbe bene ad uscire dall’Unione Europea e ad entrare nell’Organizzazione degli Stati Sud-Americani, viste le maggiori affinita`.
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ma non sono neppure queste le notizie piu` terribili.
il fatto e` che sono stati appena ritrovati, sempre nello stato di Guerrero, dove sono spariti anche i 43 studenti, i corpi decapitati di 11 giovani, e non si sa neppure perche`, tanto che si fa l’ipotesi di una guerra fra bande.
non basta: altri 30 studenti liceali erano spariti qualche mese fa nella zona, ma la cosa non si era nemmeno saputa, perche` le famiglie, temendo per la propria vita, non avevano neppure fatto denuncia…
io stento a crederlo, qui tutto sembra assolutamente normale, la vita si svolge come se niente di tutto questo fosse reale.
ma poi pensieri confusi si affollano sul culto della dea della morte: un modo di abituarsi al sangue versato.
qui regnava il terrore per i sacrifici umani degli atzechi, gia` prima che arrivasse il genocidio di Cortez, e dopo la vittoria sua sulle armas, quella dei missionario sulle almas.
e ora l’abitudine al sacrificio umano continua.
* * *
11 decapitati e migliaia di desaparecidos ogni anno sono peggio di quanto sta facendo l’IS in Medio Oriente.
ma che importa? questo Messico e` un buon alleato degli Stati Uniti, e quindi anche nostro, e ci consente di fare buoni affari.
nessuna spedizione umanitaria dell”ONU verra` mandata a salvare i messicani da loro stessi, e loro neppure vorrebbero: si sono abituati cosi`.
pochi studenti protestavano davanti al palazzo delle Arti con le loro performance un poco grottesche.
ed eccomi a guardare con un senso di estraneita` e di fastidio la gente che sciama nelle strade, a preparare le compere natalizie, i babbinatale, i riti consueti del fine settimana di una citta` moderatamente globalizzata.
* * *
ed e` forse questo il vero senso del mio viaggio intorno al mondo?
questa capacita` quasi mostruosa dell’essere umano di adattarsi a tutto?
ma aspettiamo il rientro e una riflessione piu` tranquilla per dirlo.
Prima di tutto, cerca di stare bene.
La depressione è normale: qualcosa della tua vita sta per finire.
Ho letto con terrore le notizie che dai.
Mi raccomando. Curati e rientra tra noi.
Ti abbraccio forte
gb
rientrero` certamente in quella che chiamiamo normalita`, dimenticando la normalita` dell’altrove.
e andra` tutto bene perche` chi mi vuol bene viaggia con me… 😉
un abbraccio e non temere.
Io ho sempre viaggiato con te.
Tu lo sai!
E mi sono incantata con te e terrorizzata con te.
Ora è tempo di rientrare.
Un abbraccio stretto, Bort!
🙂
gb
che bello sentirsi abbracciare al rientro…
Hai ragione sulla “normalità”!
gb
🙂
commento ricevuto via mail:
Beata lei quella formichina che aveva trovato rifugio nel tuo orecchio, ……ma poi è morta.
Riguardo la barba forse anche in albergo si può trovare un barbiere ma capisco anche che tornare così ti dà un altro tono……. vero? …… Più figo e attraente.
Un complimento per darti il benarrivato…..
Comunque sarai interessante.
un barbiere in un albergo per globetrotter?
no, c’e` un bel panorama all’ultimo piano dove mi sono trasferito ieri, ma niente di piu`.
e poi anche tagliandola ieri, la barba sarebbe ricresciuta da qui a domani.
una barba bianca non mi pare che renda piu` attraenti se mal curata.
gli anni costringono a curarsi sempre con attenzione per diminuire la sgradevolezza dell’aspetto (almeno chi non ha la fortuna di restare piacevole a vedersi anche in vecchiaia).
grazie dei complimenti, comunque..
Un sorriso Bortocal…
…scaccia la malinconia e…. buon rientro a casa!
Pensa all’arricchimento che questo viaggiare ti ha donato; alla meraviglia dei luoghi e a quanti vorrebbero aver visto e vissuto quel che hai fatto tu.
Un caro saluto
…tu arrivi ed io parto.
Solo circa due settimane di assenza, niente di che
.marta
e grazie di aver condiviso con noi questo tuo viaggio che un pochino è diventato pure “nostro” 🙂
a presto
grazie mille, marta, e auguri per il tuo viaggio che spero sia dovuto a motivi altrettanto piacevoli del mio.
mi mancheranno i tuoi commenti, ma so gia` che recupererai al ritorno.
questo post è davvero importante
le associazioni fra culto della morte, gli omicidi degli studenti, e la vera morte dell’anima di chi compra cazzate natalizie nei negozi mentre a un passo da loro muoiono ragazzi (coraggiosi)
e nessuno manderà missioni di pace
ma qui c’è di più, la tua barba poetica è una protezione forse, al tuo sguardo nudo che sfida, lui sì, la propria morte possibile in un viaggio pericoloso.
Pericoloso per disagi fisici e per certe ossessioni che ti stanno turbando.
Vincile. Come fai sempre.
commento davvero importante perché mi apre gli occhi su qualcosa che era ben visibile, ma restava nascosto: davvero io ho inteso nel profondo questo viaggio come una sfida alla morte.
pericoloso un poco, sì, ma neppure troppo.
e, avendola vinta, per stavolta, sto infatti già fantasticando di un giro del mondo n. 2, come per rilanciare la sfida.
non avevo capito di essere alla ricerca inconsapevole di una morte “eroica”.
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