naturalmente una analisi storica completa della presidenza Napolitano comporterebbe una valutazione specifica del primo governo del Presidente, messo in piedi da lui, il governo Monti, e della sua politica; ma ovviamente questo farebbe dilagare oltre la dimensione cospicua gia` assunta, questa raccolta di post, che rimane invece solidamente ancorata al tema di una valutazione specifica dell’azione di Napolitano in quanto presidente.
cosi` rimane pure sullo sfondo, anche se un po’ meno, il quadro dell’infittirsi dei problemi giudiziari di Berlusconi.
nei due post di sintesi precedenti abbiamo visto come la debolezza di Napolitano sul fronte della lotta alla mafia e i passi falsi compiuti durante le indagini della Procura di Palermo sul patto fra politica e mafia lo abbiano costretto a lanciare un segnale di pace verso il mondo berlusconiano, con l’idea originale di salvare dal carcere inflittogli dalla magistratura, o meglio dagli arresti domiciliari, uno dei suoi esponenti piu` in vista, il giornalista e ben presto parlamentare Sallusti, con una grazia che non cancello` la pena, ma la ridetermino` come sanzione pecuniaria.
tra parentesi in questi giorni il Parlamento e` al lavoro per impedire che in futuro altri Sallusti, cioe` altri giornalisti diffamatori, possano pagare col carcere le loro azioni di manipolazione della verita` e dell’opinione pubblica.
insomma, Napolitano cerca di evitare in tutti i modi lo scontro con Berlusconi, che vuole le elezioni anticipate sperando di riuscire a tornare al potere e bloccare i processi.
cerca di dargli ragione, anche quando non ne ha, e di tenerselo buono, ma e` un’impresa vana, come cercare di tenere fermo uno caduto in acqua che affoga.
il 6 dicembre 2012 Berlusconi toglie a Monti il suo appoggio in Parlamento, astenendosi sulle leggi in discussione sia alla Camera sia al Senato.
Napolitano convoca Monti l’8 dicembre e gli fa annunciare le dimissioni dopo conclusa la discussione sulla legge di stabilita`, cosa che avverra` il 21 dicembre.
nessun passaggio parlamentare, Napolitano li ha sempre visti come il fumo negli occhi: del resto, questo non e` il governo del presidente?
Napolitano scioglie, con calma, le Camere, ma il governo rimane in carica per gli affari correnti.
questa situazione ibrida si protrarra`, incredibilmente, per mesi, fino al 28 aprile 2013, nuovo governo Letta: mesi di stagnazione perfetta, come piace a Napolitano, tempo perso per l’Italia sempre piu` in crisi, economicamente e politicamente.
il bilancio finale del primo settennato di Napolitano non potrebbe essere peggiore e l’esito delle elezioni sancisce questo risultato catastrofico.
del resto la crisi non nasce dalla crescente impopolarita` del governo Monti o dalle proteste sociali contro alcuni aspetti della sua politica: e` una crisi tutta interna al mondo del potere e ai suoi palazzi che Napolitano gestisce come un felpato ed infelice gattopardo.
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447. la riforma elettorale del secolo: l’astensionismo attivo.
tristemente periodicamente ritualmente veniamo informati che i partiti non sono riusciti a raggiungere nessun accordo sulla legge elettorale.
Napolitano protesta, la vuole a tutti i costi, il popolo (ammesso che si possa pensare che ci sia ancora un popolo in Italia) se ne disinteressa.
lasciatemi essere dalla parte del popolo bue per una volta, lasciatemi lanciare da subito la proposta elettorale del secolo: facciamola noi la riforma elettorale.
nel modo più semplice e chiaro: non andando massicciamente a votare, facendo in modo che una chiara e netta maggioranza di cittadini diserti le urne.
lasciando che il governo venga eletto da un gruppo residuo di persone manovrabili con le televisioni o con i blog e più ancora con la rete delle clientele mafiose.
lasciamolo nudo il governo corrotto di chi vota per i partiti corrotti; che vengano a dircelo, dopo, che governano in nome nostro!
non scegliamo il male minore, scegliamo il bene maggiore, che è quello di non avere niente a che fare con questa classe politica e di tagliarle l’erba sotto i piedi. (…)
ma tutto il resto del post e` da (ri)leggere, secondo me, anche se in apparenza finisce fuori tema.
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601. gliel’hanno data vinta ancora una volta.
https://bortocal.wordpress.com/2012/12/09/601-glielhanno-data-vinta-ancora-una-volta/
i conti non mi tornano.
bastava leggere Libero per vedere come il Partito di Berlusconi si stava sfasciando: più di 80 assenti alle ultime votazioni, e un numero di favorevoli al governo che andava crescendo e stava per superare il limite di guardia oltre al quale il governo Monti avrebbe anche potuto continuare con una sua maggioranza in parlamento.
inoltre mancava ancora un semplice passaggio parlamentare formale per l’emanazione del decreto delegato sulla ineleggibilità dei condannati, che è la vera causa della crisi, e il governo, sentito il parlamento, poteva trasformarlo in legge, perché comunque delegato a farlo.
invece Monti rinuncia alla battaglia, dopo essere entrato nello studio del Presidente della Repubblica dicendo “mi sfiducino in parlamento” e “non sono preoccupato”.
come mai?
forse questo è tutto un gioco delle parti e anche l’opposizione Democratica è felicissima di questo brusco scioglimento del Parlamento che manda in soffitta il decreto delegato preparato da Monti per la interdizione della politica ai condannati?
aveva torto Andreotti: a pensar male in questo paese corrotto più della Tunisia (secondo le recenti ricerche internazionali) non si fa affatto peccato.
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ecco una tipica crisi extraparlamentare da prima repubblica che ha un autore con nome e cognome, che purtroppo si chiama Napolitano.
Napolitano si irritò moltissimo con Prodi nel 2008 quando disobbedì ai suoi ordini e volle farsi sfiduciare dal Parlamento, e un anno fa ha costretto Berlusconi alle dimissioni nella stessa maniera.
si tratta di una sottile ma grave alterazione degli equilibri costituzionali nella direzione di un presidenzialismo non scritto nella Costituzione, che prevede soltanto la sfiducia del Parlamento, non la sfiducia del Presidente della Repubblica.
Art. 94.
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.
imponendo le dimissioni al capo del governo sulla base di dichiarazioni del leader di qualche partito, Napolitano impone una mentalità da prima repubblica, secondo la quale un governo non dipende direttamente dal parlamento, ma dai partiti.
e in questo modo consolida il potere dei partiti rispetto a quelli dei deputati, modificando la Costituzione di fatto in una direzione oligarchica.
dal comunicato del Presidente della Repubblica:
IlPresidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l’esercizio provvisorio – rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo – siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio.
ma la Costituzione non fa dipendere i governi dalle forze politiche, bensì dai parlamentari.
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questa deformazione allo stesso tempo partitista e presidenzialista della Costituzione (nella Costituzione di fatto il Presidente della Repubblica si pone come il garante del potere dei partiti) viene esaltata come un successo pubblico dai partiti teoricamente antiberlusconiani e dalla stessa stampa servile che ha presentato come un successo della legalità la sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito la non applicabilità al Presidente della Repubblica delle legge comune.
l’altroieri Monti aveva dichiarato che il Re Sole lo aveva abbandonato.
tutti hanno inteso che parlasse di Berlusconi; pochi hanno inteso che parlava di Napolitano.
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da questa vicenda ricavo due morali:
1) la scarsa sensibilità democratica e costituzionale di un partito che pure si definisce Democratico, che non ha fatto pervenire neppure il più sottile mormorio di distinguo o qualche flebile riserva rispetto all’operato di un presidente della repubblica che è pur sempre un suo uomo
2) la conferma di una sostanziale e drammatica incapacità politica del gruppo dirigente del principale partito della sinistra italiana, che da vent’anni non ha la forza di opporsi con una battaglia aperta a Berlusconi.
e la spiegazione di questo fatto guardando alle primarie di questo partito, che hanno dimostrato, col successo della candidatura Renzi, che i suoi berlusconiani interni di fatto, i suoi berlusconiani senza Berlusconi, lo caratterizzano in profondità, segnando la disfatta preventiva di questo partito in ogni battaglia che rinuncia a combattere.
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mi corre l’obbligo di ricordare a chi si fosse fatto suggestionare da queste considerazioni che io non capisco nulla di politica italiana né dei suoi tatticismi gesuitici più che machiavellici, e che la mia mentalità resta irrimediabilmente tedesca.
spero comunque che la presentazione di un punto di vista radicalmente diverso dalle opinioni del coro abbia almeno una funzione utile di stimolo alla riflessione.
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604. dare l’incarico a Berlusconi per la crisi che non c’è.
https://bortocal.wordpress.com/2012/12/10/604-dare-lincarico-a-berlusconi-per-la-crisi-che-non-ce/
Facciamo una scommessa adesso noi tre che se Napolitano ridà l’incarico a Berlusconi ottiene la maggioranza anche al parlamento?
Lui non è caduto, non è caduto mai… assolutamente, lui si è dimesso senza essere mai stato sfiduciato dal parlamento.
Michaela Biancofiore, deputata del Pdl alla Camera, una delle così chiamate “Amazzoni”.
sì, facciamola sta scommessa, che ci sarà da divertirsi.
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ma allora, un momento: questo vale anche per Monti; e allora…
dov’è la crisi di governo?
il governo è ancora in carica…
il primo compito di un Presidente della Repubblica in un regime parlamentare è di assicurare la governabilità senza sciogliere il parlamento, che è sempre una spesa ed un segnale di instabilità.
a tutti i costi.
e che cosa dovrebbe fare il Presidente di fronte ad una crisi di governo che adesso non c’è?
niente, assolutamente niente: infatti per prima cosa dovrebbe accorgersene, che la crisi non c’è.
usare i poteri del presidente con un governo in carica, questo è il presidenzialismo….
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Monti ha dichiarato che si dimetterà, approvata la legge di stabilità, e certamente lo farà.
quando succederà, non prima, il presidente DEVE verificare se questo governo ha una maggioranza in parlamento.
e lo deve fare nell’unico modo possibile secondo Costituzione: mandandolo nel Parlamento a chiedere la fiducia.
perché la fiducia ai governi non la danno le segreterie dei partiti, ma i singoli parlamentari.
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ci saranno deputati berlusconiani che, a viso aperto, voteranno la fiducia a Monti anche se Berlusconi non vuole?
potrebbe perfino essere, qualcuno del suo partito ha già cominciato.
perché non vedere il bluff, se in questo momento Berlusconi ha contro perfino la Chiesa Cattolica, Comunione e Liberazione e Alemanno ed altri parafascisti; possibile che tutti i suoi lo votino in questa folle avventura suicida dettata dalla disperazione?
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ma se Monti non avrà la fiducia, Napolitano DEVE affidare l’incarico di formare un nuovo governo a Berlusconi stesso.
è Berlusconi il vincitore delle elezioni 2008 di questo parlamento e non ha mai avuto un voto di sfiducia.
la democrazia non è un optional: l’incarico tocca a lui, senza dubbio costituzionale possibile.
vediamo quanti lo votano e se avrà la maggioranza, adesso, dopo che il parlamento (se lo farà davvero) avrà tolto la maggioranza a Monti.
ma se Napolitano non ridà l’incarico a Berlusconi lascerà alla destra l’arma in mano di dire che è un golpista.
a destra hanno già cominciato a dirlo, e con qualche ragione.
ma se Napolitano svuoterà quest’arma propagandistica, dimostrando che Berlusconi non ha più una maggioranza neppure nel SUO parlamento, svuoterà di fatto, e con piena correttezza costituzionale, anche la sua campagna elettorale.
* * *
a questo punto, per capirla meglio, facciamo un diario della crisi che non c’è?
5 dicembre: la corte costituzionale dà ragione a Napolitano nel conflitto che ha sollevato contro i giudici di Palermo che indagavano sulla trattativa stato-mafia e ordina di distruggere le intercettazioni che lo riguardano
6 dicembre: il Consiglio dei ministri approva il decreto sulle liste pulite e sulla non candidabilità dei condannati; il decreto deve passare al Parlamento per un semplice parere, dato che il governo è comunque già stato delegato a farlo.
6 dicembre: Berlusconi annuncia che si candida alle prossime elezioni.
una concomitanza di tre fatti puramente casuale?
oppure, come mai Berlusconi sente un pericolo gravissimo nell’imminenza del processo sulle trattative stato mafia?
il suo lacchè siciliano Alfano attacca duramente Monti alla Camera.
Monti replica che vuole chiedere la fiducia.
7 dicembre, sera: Monti va a colloquio col presidente ed esce dicendo che fra qualche giorno si dimette.
8 dicembre: Bortocal scrive:
ho dato Berlusconi per morto troppe volte, però dovremmo sapere riconoscere quandole sue mosse sono date dalla disperazione.
questione di vita o di morte per lui, più che altro….
Berlusconi deve tornare in parlamento per riavere l’immunità parlamentare, e per rientrare in parlamento in condizioni di sicurezza deve impedire la definitiva approvazione del decreto per la pulizia in politica, che gli taglierebbe le gambe e gli aprirebbe le porte della galera (o meglio degli arresti domiciliari, considerata l’età lo rinchiuderebbero ad Arcore a fare il trenino con le ragazze eleganti).
questo di Berlusconi è l’ultimo bluff e gli andrà male: la mossa della disperazione che fa con un sorriso finto sulle labbra.
staremo a vedere quando si arriverà davvero al voto di sfiducia quanti saranno rimasti con lui.
e soprattutto sono sicuro di una cosa: che o Maroni vuole suicidare la Lega oppure non potrà mai allearsi con Berlusconi, altrimenti perde mezzo elettorato, e quindi sparisce.
9 dicembre: Bortocal scrive:
ho dato per morto Berlusconi troppe volte in questi anni e la stupidità degli italiani ha sempre superato ogni mia previsione.
la sinistra secondo me continua a sbagliare e Napolitano è il leader delle scelte sbagliate: hanno dissuaso Monti da uno scontro netto; il bisogno degli ex comunisti di essere buonisti è irresistibile e legato ai loro complessi di colpa.
qui era il caso di scontrarsi con Berlusconi e di smantellare il suo apparato prima delle elezioni, prendendosi il tempo anche per una sua condanna per prostituzione minorile.
hanno ancora una volta deciso di lasciargli il suo potere intatto e di stare al suo gioco.
chi li capisce è bravo; qui lo dico semplice e chiaro: non si può vincere nessuna guerra se si è guidati da dementi.
e che dire dell’ultrasinistra o di Grillo che da mesi gli tirano la volata agitando idiotamente inconsapevole tutti i temi berlusconiani della propaganda anti-Monti, invece di averne di propri, recuperando se stessa?
10 dicembre: Bortocal scrive:
rispetto a Berlusconi ho sottolineato il rischio non di una ineleggibilità immediata, ma di una decadenza da parlamentare o da qualunque altra carica pubblica dopo eletto, nel caso che qualche sua condanna diventi definitiva.
ho poi dimenticato di aggiungere, come buona motivazione per fare sciogliere il Parlamento, l’asta dei diritti televisivi che avrebbe portato nelle casse dello stato un milione di euro, ovviamente prendendoli anche dalle sue tasche.
a me pare che sul processo Ruby rischi parecchio per l’oggettiva gravità del reato di prostituzione minorile (aggravato da lui! aha ahha), e per la vicinanza ai fatti.
e sui diritti tv, chi non manderebbe a picco anche un paese intero per almeno mezzo milione di euro?
del resto bisognerebbe guardare con più attenzione la disastrosa situazione economica di Mediaset per capire fino in fondo la disperazione che guida Berlusconi in questa specie di suicidio in diretta…
preciso ancora: suicidio con la roulette russa.
nessuna norma della Costituzione, ma neppure nessuna prassi precedente a Napolitano prevede che il Presidente della Repubblica svolga delle consultazioni per capire se il governo in carica gode della maggioranza parlamentare: è una deriva presidenzialista evidente, ed il rispetto dovuto al ruolo svolto da Napolitano nel contrastare Berlusconi quando era trionfante non dovrebbe impedirci di protestare.
la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica un modo solo per verificare se un governo ha la maggioranza: mandarlo in Parlamento, e perfino se un Presidente del Consiglio si dimette il presidente della Repubblica dovrebbe SEMPRE rimandare in parlamento il governo per verificare la volontà parlamentare.
alla fine del suo mandato Napolitano sta realizzando proprio il progetto presidenzialista reso esplicito da D’Alema nel 2006 e che ne impedì l’elezione…
ma il presidenzialismo di un presidente eletto non dal popolo direttamente ma dai partiti in parlamento ne fa un presidenzialismo a difesa del sistema dei partiti: qualcosa di profondamente malsano.
è assolutamente positivo che il PD si distingua dal Presidente della Repubblica anche quando è un suo autorevole rappresentante del passato, ma proprio per farlo meglio sarebbe, al contrario, opportuno che lo criticasse quando occorre.
Napolitano è una grossa delusione; non posso in un blog che non ha responsabilità politiche dirette trattenermi dal dire quella che mi sembra la verità; ho difeso duramente Napolitano poco tempo fa da critiche irrispettose.
le mie non mancano di rispetto, ma sono forse diventate ancora più dure nella sostanza.
e non posso pormi problemi di opportunità, almeno in un blog sconosciuto…
quanto al nuovo incarico sto per scrivere qualcosa che sconvolgerà…
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8. Ludovico Vico, democratico, e la campagna elettorale più insulsa della storia.
(…) ho appena letto che in Ungheria, oggi sotto una semidittatura di una destra peggio che berlusconiana, la Corte Costituzionale ha bocciato la legge elettorale: prima che sia applicata, naturalmente.
da noi vi pare che dal 2005 ad oggi la Corte Costituzionale abbia avuto il tempo e la voglia di trarre le conseguenze dalla sua affermazione generica che questa legge elettorale non è compatibile con la Costituzione democratica?
ed è la stessa Corte che ha dato ragione a Napolitano, dove in tutta evidenza aveva torto, condizionando il futuro di questa repubblica in senso para-monarchico.
ci toccherà ancora votare con una legge antidemocratica: chi vuole, almeno…
ma come è possibile piegarsi a questo sopruso? (…)
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129. il deplorevole appoggio di Napolitano a Berlusconi.
il presidente Napolitano si sta ormai muovendo da qualche tempo ai margini della Costituzione.
per fortuna rimane ancora solo un paio di mesi, anche se sta cercando di fare tutto il danno possibile.
ha appena dichiarato:
È comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile.
lo ha detto al Consiglio Superiore della Magistratura.
ma sta parlando ai giudici?
no, sta parlando al prossimo Parlamento, che non gli piace, non è uscito dalle urne come lui voleva.
ed è qui, se questa interpretazione è giusta, che sta violando la Costituzione nella sostanza, che non gli assegna un ruolo di guida politica del Parlamento.
* * *
Napolitano ha imposto un’uscita dal berlusconismo attraverso Monti, che è durato poi quasi un anno e mezzo, con tutti i guasti di una politica di destra nel piano dei diritti civili, della politica estera, della concezione dello stato.
pareva l’unica strada non traumatica per ottenere il risultato, senza vedere collassare lo stato, e molti (me compreso) l’hanno accettata per questo; c’è stata una sostanziale condivisione della scelta, anche se il consenso è via via caduto quando si è verificata la sostanza ideologica di destra del governo, ed è crollato al 10% quando Monti ha cercato di salvare la destra italiana presentandosi alle elezioni per liberarla dall’abbraccio mortale con Berlusconi.
ma la destra ha preferito suicidarsi con lui, nel sogno, mancato per un soffio, di vincere ancora una volta la partita sotto la sua guida.
Napolitano oggi vorrebbe veder continuare lo squilibrato compromesso fra Berlusconi e il Partito Democratico (squilibrato in tutti i sensi): dopotutto è lo schema politico reale degli ultimi vent’anni.
purtroppo per lui, il Parlamento e gli italiani non sono oggi come lui vorrebbe.
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sarà anche vero che Berlusconi è arrivato alle elezioni ad un soffio come secondo dalla coalizione di Bersani, ma rimane il fatto che il 70% di questo parlamento è antiberlusconiano.
quindi Napolitano sta dicendo al parlamento e non ai giudici che a Berlusconi va garantito di continuare a fare politica, nel modo inquinato in cui lo ha fatto: gli va garantito di potere continuare a corrompere, comperare deputati, far dichiarare a un parlamento succube che Ruby era la nipote di Mubarak.
non ci si può liberare di lui per via giudiziaria, dice Napolitano, ma neppure per via parlamentare, sottintende Napolitano.
nessuno si sogni di applicare la legge con Berlusconi, di trattarlo come un normale cittadino, di sottoporlo a processo come chiunque altro sia sospettato di avere violato la legge, né soprattutto di condannarlo.
oppure di escluderlo dal parlamento in base alla vigente legge elettorale come concessionario statale, dato che lui ha sempre imposto ad un Partito Democratico succube di fare finta che questa legge non esista.
Napolitano interviene per dire al suo partito, che sta – speriamo – per tradirlo, che non può permettersi di farlo.
e gli spiega anche perché.
* * *
Berlusconi non può essere sottoposto alla legge, dice Napolitano, come se fosse un qualunque marò che ammazza in India.
perché Berlusconi non è un comune cittadino, è un politico e i politici non possono essere sottoposti alla legge comune.
a questo punto le flebili parole di critica che Napolitano aveva pronunciato stamattina sull’occupazione del Tribunale di Milano da parte di un centinaio di deputati PdL di Berlusconi con velleità squadriste (neppure tutti: la Carfagna è rimasta a fare shopping a Roma, per esempio) cominciano ad apparire dei sottili farfugliati distinguo, che non rispecchiano più la coscienza comune.
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presidente Napolitano, la gente comune si chiede come avrebbe reagito la polizia se ad occupare il tribunale fossero stati degli indignados o dei ragazzi dei centri sociali.
e si chiede semplicemente perché quei facinorosi che sono entrati in tribunale per impedirne il funzionamento non siano stati presi a democratiche manganellate dalla polizia.
gli italiani sono stanchi, presidente Napolitano, e la situazione sta diventando rivoluzionaria ed esplosiva.
ma Lei non lo sa, non lo sente, i Suoi consiglieri sembrano altrettanto lontani dagli umori popolari ed attenti solo a quelli dei palazzi.
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la Sua visione della politica, Presidente, è datata, superata dai fatti, che stanno prendendo una piega imprevista, che è quella del crollo dei sistemi politici, e che abbiamo già visto vent’anni fa, quando è crollata la prima repubblica, ed ora sta crollando la seconda.
se il Partito Democratico La seguisse, presidente, si condannerebbe all’autodistruzione.
per fortuna questo Bersani lo sente e non La segue.
ma Lei non lavori contro il partito da cui viene, perché se i deputati democratici non firmano per escludere Berlusconi dal parlamento, il Partito Democratico è finito.