mi ero ripromesso fra me e me di far coincidere con l’elezione del nuovo presidente la fine di queste note sulla presidenza di Napolitano, vista attraverso il mio blog, e dunque qui potrei fermarmi, alla n-esima puntata di questa lunga serie, considerando anche che ho giusto esaurito l’analisi della prima presidenza Napolitano e sto passando alla seconda.
pero` da un lato questo post e` gia` abbozzato e mi dispiace buttare il lavoro; dall’altro, a ben guardare, Mattarella entrera` nella carica soltanto dopo avere prestato il giuramento e dunque ho ancora tre giorni di tempo per concludere (anche se la massa dei post rimasti da vedere non e` piccola!).
ma soprattutto come rinunciare a presentare il mio primo e ultimo videoclip su Napolitano nel mio canale You Tube? 🙂
anzi, lo evidenzio gia` qui, perche` e` una buona sintesi di questo post di nuovo kilometrico e, lasciandolo in fondo, non ci arriverrebe nessuno. 😦
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le vicende della formazione del governo Letta si svolsero nel 2013 lontane dal mio occhio attento: ero in viaggio in Indonesia e non ebbi troppo tempo per seguire la stampa italiana online.
quindi l’oscuro e dignitoso Letta me lo ritrovai davanti abbastanza impreparato: l’immagine, la mera apparenza, di un uomo troppo per bene, come Monti, per il popolo italiano, e Napolitano perseverava nell’errore.
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ma non era tanto qui il problema: oramai la sua presidenza, cosi` consolidata dalla rielezione, stava deragliando completamente al di fuori della Costituzione, almeno quella reale alla quale eravamo abituati, se non proprio quella scritta, che subisce nel quasi biennio del secondo Napolitano una totale re-interpretazione.
e tuttavia il delirio politico attorno a Napolitano e` tale che in questo marasma, al quale contribuisconno anche certe scelte discutibili sue, lui finisce davvero per apparire come l’unico punto di riferimento ragionevole e saldo di un paese allo sbando – come dice l’amico Raimondo Bolletta nel suo blog.
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chi lo desidera puo` leggersi anche questo post, che non riporto, ma ha qualche attinenza col tema:
237. schizofrenia Democratica. 5 giugno 2013
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251. Bersani l’asparago (schizofrenico).
(…) La Grande coalizione non funziona.
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277. se il Grasso democratico cola.
https://bortocal.wordpress.com/2013/06/30/277-se-il-grasso-democratico-cola/
(…) nel passaggio centrale dell’intervista il presidente del Senato dice che “la necessità delle riforme non è negoziabile”.
di che riforme parla? l’unico riferimento, e sarebbe appropriato rispetto alla posizione che riveste, è quello alla legge elettorale.
si permette addirittura di dire che Napolitano di dimetterebbe se “le riforme” non dovessero passare; poi però osserva serenamente che della riforma elettorale non si parla.
che cos’è? un invito a Napolitano perché si dimetta?
sarebbe carina, visto che toccherebbe a lui, almeno provvisoriamente, prendere il suo posto.
intanto che suggerisce a Napolitano di dimettersi, ne fa però l’interprete autentico:
Nel caso in cui venisse meno la fiducia a questo esecutivo, sono certo che Napolitano non escluderà alcuna possibilità per altre possibili coalizioni.
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282. giornalisti provinciali e generali che scrivono contro i giornali.
(…) i giornali calunniano pesantemente Napolitano, affermando che ha presieduto al Quirinale una riunione del Consiglio Supremo dell’Esercito e fatto uscire un comunicato per dire che il Parlamento non ha il diritto di definire le scelte relative all’acquisto degli F 35, perché sono esclusivamente tecniche.
se la notizia fosse vera in questi termini, sarebbe un piccolo colpo di stato italiano, di segno certamente diverso però da quello egiziano.
qui invece la spiegazione è un poco più complessa perché i giornali avevano fatto passare la notizia, falsa, che il programma di acquisto degli F-35 era bloccato: invece la mozione approvata dal Parlamento diceva soltanto una cosa assolutamente ovvia e banale, per non dire una assoluta idiozia: che ogni ULTERIORE acquisto sarebbe stato discusso dal Parlamento.
e che intanto gli acquisti già decisi continuano.
e a questo punto i generali del Consiglio Superiore della Difesa si sono soltanto dati una mossa contro i giornalisti, per precisare una cosa altrettanto ovvia, e cioè che, dove l’acquisto è già stato deliberato dal Parlamento, se il Parlamento non rivede la sua decisione, le scelte conseguenti sono operative e spettano soltanto al governo.
una ovvietà assolutamente naturale anche questa, ma che i giornali hanno dato ai loro lettori come uno scandaloso intervento del Presidente della Repubblica contro il Parlamento, per nascondere la bufala data prima e cioè lo scandalo vero di come avevano dato la precedente notizia per favorire il governo e fare credere a noi gonzi che si era sospeso l’acquisto degli F-35.
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l’acquisto degli F-35 rimane comunque uno scandalo ed uno scandalo ancora più grave è che non agiscano contro l’acquisto coloro che sono stati eletti facendo credere di volerlo contrastare.
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293. cercansi fucili.
https://bortocal.wordpress.com/2013/07/11/293-cercansi-fucili/
Beppe Grillo va dal Presidente della Repubblica a parlare di fucili.
Napolitano ascolta senza metterlo alla porta.
aveva detto che non voleva Casaleggio fra i piedi, ma Casaleggio è andato lo stesso e non è stato messo alla porta neppure lui.
ma i fucili di Grillo…
che siano ancora quei 300mila fucili che Bossi si deve essere perso nelle valli bergamasche?
anche gli elettori, probabilmente, gli stessi.
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qualcuno sa dirmi dove sbattere la testa?
la loro, intendo pensandoci meglio (e su sollecitazione di tramedipensieri… ;))
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306. Democratici convinti di qualcosa, finalmente: viva gli F-35.
(…) Nicola Latorre, l’uomo di D’Alema nel Partito Democratico, ha annuciato in parlamento il voto favorevole al programma di acquisizione in corso degli F-35, secondo il recente diktat di Napolitano respingendo la proposta SEL e 5Stelle di sospendere l’acquisto:. (…)
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312. Napolitano: chi semina ventaglio raccoglie obbligata tempesta.
Si può mettere a repentaglio la continuità di questo governo, impegnato in un programma di attività ben definito, senza offrire pesanti ragioni ai più malevoli e anche interessati critici e detrattori del nostro paese, pronti a proclamare l’ingovernabilità e inaffidabilità dell’Italia ?
I contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili.
si è mai sentito in settant’anni di repubblica italiana un Presidente della Repubblica che difende il governo esistente e accusa l’opposizione di essere anti-italiana?
sì, forse, ma in anni molto lontani, prima di Ciampi, prima di Scalfaro, prima di Pertini.
forse al tempo di Cossiga, di Leone, di Gronchi, presidenti di destra che attaccavano l’opposizione.
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il discorso di Napolitano di ieri, il discorso del Ventaglio, fatto, si noti bene, ai giornalisti, come per suggerirgli che cosa devono scrivere sui giornali, passerà nei libri di storia come il manifesto ideologico del nuovo presidenzialismo italiano e l’inizio ufficiale di una dittatura di fatto già instaurata sotto parvenza parlamentare?
io credo di no, questo è un percorso verso il suicidio politico: Napolitano sta tirando una corda che si spezzerà.
se lui è il vero capo del governo e ci comporta come tale, la caduta del governo travolgerà anche lui, e ancora nel 2013 o poco dopo l’Italia potrà avere non solo due papi che scrivono una enciclica assieme a quattro mani come una banda rock, ma anche due presidenti della repubblica, uno dimissionario anche lui.
credo che Napolitano stia semplicemente logorando e rendendo poco credibile l’unica istituzione che ancora reggeva della seconda repubblica: il presidente.
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grazie anche a lui, inizialmente: occorre ben ricordare che Napolitano fu eletto sette anni fa come alternativa a D’Alema e al suo esplicito manifesto presidenzialista di allora, e che per i rimi anni della sua presidenza si è mantenuto fedele al disegno originario.
il deragliamento ha coinciso con la fine del berlusconismo: è come se, oramai abituato e mitridatizzato dal presidenzialismo berlusconista, il Partito Democratico abbia scoperto che no si poteva più vivere senza un presidenzialismo alternativo; e allora ben venga quello di Napolitano che dal novembre 2011 è il vero capo del governo e come tale si comporta, trattando il presidente del consiglio, sia egli Monti oppure Letta come propri sottoposti.
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è chiaro che siamo di fronte ad una alterazione della nostra Costituzione sostanziale, anche se poco riconoscibile in apparenza.
perché costituzionalmente il nostro Presidente della Repubblica non è politicamente responsabile delle sue azioni.
ma se si comporta da capo del governo, è come dire che il governo non è più responsabile politicamente, cioè davanti agli elettori,
e a questo punto la democrazia è finita, il potere è fuori controllo e si fonda su stesso soltanto.
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naturalmente questo progetto neopresidenzialista funzionerà soltanto se vi sarà una ripresa economica, e questo lo sa bene anche Napolitano, che dice:
E’ possibile cogliere in modo obbiettivo e puntuale segni incoraggianti di stabilizzazione e ripresa dell’attività produttiva nella seconda metà di quest’anno, pur essendo il 2013 destinato a concludersi con un calo del PIL dell’1,9 per cento in media d’anno.
ma Napolitano conosce anche bene “i rischi che sui mercati finanziari corre ancora l’Italia, sensibile – per via dell’alto debito pubblico e di deboli prospettive di crescita – “alle variazioni” – si sottolinea – “del clima di fiducia degli investitori”, condizionato anche dalle valutazioni degli analisti”.
però questi rischi sono molto reali, anche a fronte della inattività del governo e del carattere completamente sbagliato della politica economica proposta (eliminazione dell’Imu, per alimentare i consumi dei benestanti, anziché una solida aggressione e riduzione del debito pubblico con misure straordinarie).
però Napolitano abbandona il suo marxismo giovanile e rovescia completamente il discorso, dandogli solide basi autoritarie: se questo avverrà, la colpa sarà degli oppositori politici:
Inutile dire come il clima di fiducia verso l’Italia (…) potrebbe invece peggiorare anche bruscamente dinanzi a una nuova destabilizzazione del quadro politico italiano.
sarà dunque la politica, secondo Napolitano, a destabilizzare l’economia e non viceversa.
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questo discorso è molto molto brutto, ma proseguendo si arriva a passaggi davvero superiori ad ogni immaginazione:
Occorre sgombrare il campo egualmente da gravi motivi d’imbarazzo e di discredito per lo Stato e dunque per il paese, come quelli provocati dall’inaudita storia della precipitosa espulsione dall’Italia della madre kazaka e della sua bambina, sulla base di una reticente e distorsiva rappresentazione del caso (…).
Siate certi che mai indulgerò alle tendenze di taluni a “fare della stampa un bersaglio”, o ad attribuirle colpe di parole e scelte dei politici.
Ma il mio richiamo alle responsabilità del momento si rivolge certamente anche alla stampa.
Napolitano all’incontro annuale con i giornalisti, sede tradizionale di consueti pistolotti sulla libertà di stampa, li bacchetta invece per dare una rappresentazione “distorsiva” del caso kazako, del quale si sta occupando persino l’ONU?
segno evidente che almeno fuori d’Italia qualcuno sta seguendo con evidente preoccupazione l’avvitamento reazionario in atto nel nostro paese…
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ma a questo punto lascio del tutto la parola a lui e affido ai miei quattro lettori il compito di giudicare il discorso di un Presidente della Repubblica che non intende più rappresentare l’intera nazione, ma solamente quella sua parte che appoggia il governo:
(…) da parte di forze politiche di opposizione si tende in questo momento a far franare un equilibrio politico e di governo che si giudica spurio prima ancora che inadeguato.
Per spingere il paese, le sue istituzioni rappresentative, verso quale sbocco?
Tutti i propositi alternativi, anche se appaiano velleitari, possono essere legittimi. Ma inviterei coloro che lavorano su ipotesi più o meno fumose o arbitrarie, a non contare su decisioni che quando si fosse creato un vuoto politico spetterebbero al Presidente della Repubblica e che io – mi spiace, Presidente Sardoni, di non poter rispondere a quelle sue domande – non starò certo ora ad anticipare.
Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese.
obbligati, presidente.
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313. l’Innominabile.
https://bortocal.wordpress.com/2013/07/20/313-linnominabile/
“Ieri però è intervenuto nel dibattito politico, perché questo è un dibattito politico, chi sta sul Colle, a dimostrazione del fatto che…
Scusi, non sono ammessi riferimenti al Capo dello Stato, lasciamolo fuori da quest’aula (applausi scroscianti).
Io penso che… io penso che… sia ammissibile fare delle riflessioni e le facciamo a voce alta, per cui per noi tutto questo avviene in trasparenza. Se poi sbaglierò dovranno essere i cittadini a valutare. Il nostro Presidente della Repubblica… Il nostro Presidente della Repubblica…
Lei è invitato a lasciarlo fuori.
… ha condiviso, lo cito, …
No, Lei non può citarlo.
… una storia inaudita.
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chi parla è il senatore Morra di 5 Stelle nel dibattito sulla sfiducia individuale al ministro Alfano.
chi lo interrompe è il presidente del Senato non del Kazakistan, ma dell’Italia.
ma la differenza non si nota.
la storia inaudita è quella dell’Italia, ormai ridotta a semidittatura, prima ancora nei comportamenti che nei fatti.
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il video di questa storia davvero inaudita è qui:
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324. perfino Jahvè era più liberale.
https://bortocal.wordpress.com/2013/07/26/324-perfino-jahve-era-piu-liberale/
L’attuale presidente della Repubblica che funge da presidente del consiglio dei ministri e forse da capo indiscusso del Pd e del Pdl deve capire che non siamo in una monarchia costituzionale con a capo Re giorgio primo ma in una…
– Lei non può parlare così del presidente della Repubblica, ne abbiamo già discusso e non può chiamare in causa il capo dello Stato.
Ma il presidente fa parte della Repubblica…, Va bene allora lo chiamerò l’innominabile. … dovrebbe guardarsi allo specchio….
– Se Lei continua sono costretta a toglierLe la parola….
Io non ho nominato nessuno e non posso nominare chi non ho nominato.
– Ho richiamato il collega Colletti a non chiamare in causa il Presidente della Repubblica, l’ho esortato a non farlo.
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questo dialogo, degno del Soviet Supremo dell’epoca di Stalin oppure del teatro dell’assurdo di Jonesco, si è svolto oggi alla Camera dei Deputati della repubblica italiana: le battute in corsivo sono della presidente Boldrini, le altre del deputato 5 Stelle Colletti.
allora non era uno scivolone quello di Grasso, il presidente del Senato che ha introdotto la strana e inedita regola che il Presidente della Repubblica non può essere nominato in Parlamento; la stessa regola è stata richiamata anche dalla Boldrini, la presidente della Camera, ma è sconosciuta ai regolamenti, ai codici e perfino alla Costituzione che fissa anzi l’assoluta libertà di parola dei parlamentari.
Art. 68.
I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse (…) nell’esercizio delle loro funzioni.
la deriva presidenzialista, iniziata con la sentenza della Corte Costituzionale sulla non intercettabilità neppure secondaria del Presidente della Repubblica è totalmente in atto.
e in una versione così grottesca che lascia senza parole.
cito un commento su Repubblica, per ora sono ancora ammessi almeno i commenti sul Presidente della Repubblica fuori dalle aule del Parlmento, in questo paese:
La pazzia impera, o c’è di peggio? Credo che questa storia ripetuta dell’innominabilità di Napolitano rasenti il grottesco e sconfina nel preoccupante. Credo che forse ai tempi di Serse o di Hammurabi ci fossero divieti a pronunciare il nome del sovrano, o forse vogliamo rifarci a esempi più consoni questo accadeva in regni africani come quello di Bokassa o di Mobutu.
Il servilismo di PD e PDL , il dover ringraziare da mane a sera qualcuno per il posto di presidente di qualcosa sta scombinando menti deboli e impreparate.
Su questo proprio Napolitano dovrebbe intervenire, e in fretta prima che questo paese cada definitivamente nel ridicolo.
A meno che il Grande Capo non sia d’accordo e allora visto la fine che hanno fatto i nastri delle intercettazioni.
a me pare evidente che al Presidente questi atti di servilismo da basso impero non dispiacciono per niente, altrimenti avrebbe già fatto sapere ai servizievoli che gli fanno danno, come gli fanno.
ma neppure Hammurapi o Serse sono citazioni adeguate; l’unica veramente appropriata che trovo sta nell’Esodo, 20, 7:
Non nominare il nome del Signore tuo (…) invano, perché il Signore non riterrà innocente chi proferisce invano il tuo nome.
santo Dio, è il caso di dirlo: era più liberale Mosè, che almeno permetteva che il nome del Signore si potesse fare se c’era un motivo per farlo.
ora tanto più cresce il ruolo politico attivo assunto da Napolitano che ha abbandonato quello di rappresentanza dell’unità della nazione che la Costituzione gli attribuisce per diventare il rappresentante soltanto di chi appoggia il governo, che è il cittadino sano, mentre i nemici del governo sono gli instabili e i nemici della patria che vogliono farle danno trascinandola nella instabilità, tanto più diventa duro e feroce il divieto di parlare di queste cose.
finché c’è tempo lasciatemi riportare allora questo libero giudizio politico, sempre da commenti che leggo in giro:
Qui la costituzione non c’entra. Un Presidente della Repubblica che prende 2 partiti che dovrebbero essere antagonisti, li costringe a fare un governo insieme fregandosene del voto elettorale, prima ancora aveva preso 10 saggi a suo piacimento, gli fa redigere il compito del programma di governo, poi passa il compitino da svolgere a un primo ministro diverso da quello scelto dal popolo nelle primarie….. beh, un presidente così, oggettivamente non s’era mai visto.
è una lotta aperta e campale contro la democrazia che per ora si svolge nelle aule del Parlamento, ma poi dilagherà ad ogni livello e ci tapperà la bocca.
Per quale motivo il Parlamento dovrebbe essere sottoposto a censura preventiva nei confronti del presidente della repubblica? Siamo veramente in una monarchia? Fascismo, si chiama fascismo.
con la morte nel cuore, perché non stimo Grillo, ma non vedo nessun altro che si oppone, io da stasera la mia decisione l’ho presa e non solo voterò Grillo d’ora in poi, ma appoggerò ogni sua altra iniziativa contro la deriva antidemocratica in corso.
su tante altre cose i torti di Grillo sono gravi, anzi gravissimi, e quindi contrasterò altre sue proposte, ma sull’analisi del berlusconismo e del Partito Democratico meno la L di Libertà riconosco che aveva ragione e che ho avuto torto io, e sulla difesa della democrazia, considerando che la Boldrini è di SEL, se nessun altro si fa avanti, io sono con lui.
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sul blog di gruppo I discutibili, qui, potete trovare il mio quinto “fuori onda” sul tema.
adesso anche qui:
per la cronaca, Napolitano, per fortuna, ha fatto smentire duramente i due troppo zelanti presidenti: https://bortocal.wordpress.com/2013/07/28/331-innominabile-non-e-napolitano-ma-sono-grasso-e-boldrini/
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329. quer pasticciaccio brutto dello Statuto Democratico.
https://bortocal.wordpress.com/2013/07/28/329-quer-pasticciaccio-brutto-dello-statuto-democratico/
(…) quanto al candidato premier, si è appena visto il conto che ha fatto Napolitano di Bersani, scelto da milioni di elettori democratici alle primarie, e sia che l’Italia viri verso il presidenzialismo anche nella Costituzione, oltre che di fatto, sia che semplicemente si ritorni all’impostazione originaria della Costituzione che prevede che il capo del governo sia comunque scelto dal presidente della repubblica, meglio si farebbe a stare nella costituzione e a lasciare perdere questo rito fuori posto, destinato ad essere del tutto cancellato, spero, se si arriverà all’abrogazione della legge elettorale Calderoli. (…)
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331. innominabile non è Napolitano, ma sono Grasso e Boldrini.
“Ai presidenti delle Camere spetta di garantire, nel dibattito parlamentare, il rispetto di regole di correttezza istituzionale e di moderazione del linguaggio.
Semplicemente ridicolo è invece il tentativo di far ritenere che il presidente della Repubblica aspiri a non essere nominato o citato in modo appropriato nelle corso delle discussioni in Parlamento”.
il comunicato Napolitano non l’ha fatto uscire direttamente e non l’ha firmato personalmente.
e neppure i due che sono oggetto del cicchettone sono nominati.
però il concetto è chiaro abbastanza e almeno su questo diciamo grazie al nostro presidente, che forse avrebbe fato bene a intervenire prima, dopo le prime battute infelici di Grasso.
ma meglio tardi che mai.
abbiamo due presidenti della Camere ridicoli, ecco tutto.
e come mai questa notizia la trovo solo su Libero, mentre Corriere e Repubblica online stanno zitti?
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343. verso le dimissioni di Napolitano?
https://bortocal.wordpress.com/2013/08/03/343-verso-le-dimissioni-di-napolitano/
le voci si moltiplicano da varie parti, ma prima delle voci è la logica a dirlo.
Napolitano si è fatto rieleggere come garante della grande intesa fra Popolo delle Libertà (criminali) e Partito Democratico.
se questa intesa salta, perché Berlusconi esige che qualcuno lo tiri fuori dai guai in cui è messo da solo (ma che sono solo all’inizio), allora salta anche il ruolo di Napolitano di garante della fine della guerra dei vent’anni (una guerra veramente combattuta da una parte sola, quella della destra).
ma questo salvataggio non è possibile in alcun modo all’interno della continuità costituzionale e legale: lo diventerebbe solo con un colpo di stato e una nuova Costituzione.
e Napolitano è già pronto a dimettersi.
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buona notizia per tutti, sinceramente.
e l’Italia potrà eleggere un altro presidente (torna in campo Rodotà?) come espressione della maggioranza reale uscita dalle elezioni di quest’anno, che era e resta antiberlusconiana ed è stata stravolta da questa alleanza contro natura.
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però fate attenzione a due dati, entrambi sottovalutati.
1. come agirà la componente occulta del Partito Democratico che ha già fatto saltare Prodi? sarà disposta, all’ombra di un nuovo voto segreto, a salvare Berlusconi perfino dalla decadenza, del tutto dovuta, da senatore?
2. quale sarà il ruolo di Alfano come ministro dell’Interno e dunque capo della polizia nei prossimi giorni?
quando i berluschini parlano di possibile guerra civile, vogliono parlare dei 300.000 presunti macchiettistici fucili bergamaschi di Bossi, oppure intendono alludere alla possibilità di tentare un colpo di stato attraverso la polizia, che dipende pur sempre da un uomo di Berlusconi?
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in questo contesto le dimissioni di Napolitano, se non è già pronto un successore da eleggere alla prima votazione con la maggioranza dei due terzi, potrebbero aprire un pericoloso vuoto di potere.
però alla fine sapete già che cosa penso: che tutto questo è pur sempre inutile ammuìna dei suoi per farlo contento, ma che la sorte di Berlusconi è segnata, dato che l’Italia è e pur sempre resterà un paese formalmente democratico.