l’opposizione parlamentare, che rappresenta una chiara maggioranza degli italiani e che sfila davanti al Presidente della repubblica per protestare contro il modo in cui Renzi sta facendo passare la riforma della Costituzione, si guarda bene dal porre il problema della illegittimita` del parlamento.
la stampa che conta ha gia` [reannunciato che il Presidente li ascoltera`, dira` due buone parole, ma non fara` niente e non si e` capito se era una notizia o un suggerimento mafioso.
certo e`bello vivere in un paese che sara` anche agli ultimi posti in Europa per liberta` di stampa, ma sa dirti i fatti prima che succedano, come se i giornali fossero le previsioni del tempo.
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d’altra parte non pare neppure che l’opposizione ponga il problema della legittimita` stessa del parlamento.
non sia mai che Mattarella lo sciolga e li mandi precocemente a casa tutti, togliendogli non solo le prebende attuali, ma il diritto a maturare un assegno a vita, che scatta soltanto dopo due anni e mezzo, cioe` verso la fine di quest’anno solare.
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intanto pero` qualcuno fa campagna di disinformacia: Sabino Cassese sul Corriere della Sera arriva a mettere tra virgolette questa frase, come parte della sentenza n. 1 2014 della Corte Costituzionale che ha proclamato illegittima l’attuale legge elettorale:
la sentenza «non tocca in alcun modo il Parlamento in carica», perché non ha «nessuna incidenza» su di esso.
il virgolettato e` semplicemente falso: questa frase nella sentenza semplicmente non c’e`, e chi vuole puo` controllare di persona, andando a rileggerla qui.
ma e`con queste autentiche menzogne che si manovra l’opinione pubblica.
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nella sentenza c’e` scritto altro:
Essa, pertanto, non tocca in alcun modo gli atti posti in essere in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto.
sta parlando al passato: la sentenza non puo` mettere in discussione, in questo caso, il passato, sia con riferimento alle elezioni gia` avvenute sia agli atti che il Parlamento ha gia` adottati, che rimangono validi.
Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti.
(e` da notare peraltro che e` normale che nella sua prima seduta ogni consiglio eletto proceda alla convalida degli eletti; per il Parlamento invece la convalida e` prevista entro 18 mesi dalle elezioni, ma il termine non e` perentorio, la convalida non c’e` neppure stata e probabilmente neppure mai la vedremo, considerato che o viene fatta ora per allora, con la legislazione esistente al momento della proclamazione degli eletti, oppure dovrebbe portare alla modifica sostanziale della composizione del Parlamento con la cancellazione delle maggioranze arbitrarie costituite nelle due Camere).
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la Corte Costituzionale sta soltanto dicendo che non tocca a lei decidere dello scioglimento del Parlamento (il potere spetta al Presidente della repubblica) e che una sentenza sulla legge elettorale modifica semplicemente la legge elettorale stessa.
Nessuna incidenza è in grado di spiegare – cioe` di esercitare – la presente decisione neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali.
ma nella conclusione della sentenza, tra le righe di un tipico linguaggio felpato e giuridichese, si puo` ben cogliere un suggerimento che non e` stato raccolto:
E` la stessa Costituzione a prevedere, ad esempio, a seguito delle elezioni, la prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» (art. 61 Cost.).
le Camere sono in carica a tutti gli effetti, ma – sembra suggerire la Corte – in una specie di regime di prorogatio e fino a che non siano riunite le nuove.
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pare logico che anche la Corte si aspettasse, come ogni persona di buonsenso, lo scioglimento delle Camere e nuove elezioni, dopo la sua sentenza, e non la prosecuzione dell’arbitrio in forza del principio dell’autorita` dello stato.
stava e sta nella sensibilita` del Presidente della repubblica, che viene eletto come supremo garante della Costituzione, valutare come sanare questa ferita profonda al funzionamento dello stato democratico che ora si sta traducendo addirittura in una modifica della Costituzione presa a stretta maggioranza da un presidente del Consiglio non emerso da elezioni politiche generali, ma da elezioni di un singolo partito, la cui autorita` parlamentare e` legata ai sondaggi o al voto in elezioni non politiche.
e che governa grazie ad un premio di maggioranza illegittimo.
ne` Napolitano ne` Mattarella, che si e` fatto addirittura eleggere da un parlamento simile. hanno avvertito o avvertono il minimo disagio democratico per questo stato di cose.
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non sono i miei presidenti, sorry, e arrivo a dire bravo a Salvini che ha rifiutato l’invito di Mattarella.
Che ci vado a Fare da Mattarella? Cosa devo chiedergli? Il numero di telefono del suo parrucchiere?
replica anonima dal Quirinale:
A quanto si apprende, vi è stupore al Quirinale per le dichiarazioni rese martedì dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, il quale ha annunciato che non sarà presente in occasione dell’udienza con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
controreplica di Salvini:
Mi stupisco dello stupore del Quirinale. A parlare dei lavori in Parlamento, ci andranno i capigruppo in Parlamento. Quando servirà, ci andrò io. Spero che il Quirinale sia preoccupato per la situazione in Libia, non per l’agenda di Salvini.
Salvini, ecco almeno uno che non e` andato a fare manfrina.
L’ha ribloggato su Buseca ن!.
grazie! 🙂