ecco il mio primo bollettino parzialmente positivo della guerra mondiale contro i fondamentalisti islamisti che si sono autoproclamati Califfato e Stato Islamico; ma per trovare motivi di conforto ho dovuto attingere alla stampa tedesca (lo Spiegel, qui).
lo Stato Islamico sembra entrare in crisi: in Siria pare che un centinaio di prigionieri siano fuggiti dai fondamentalisti, i seguaci si combattono fra loro, e il capo al-Baghdadi non puo` adempiere al suo compito piu` importante.
un po’ pochino per esultare? un articolo propagandistico? vediamo meglio.
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inizio dal punto piu` importante (la fonte di queste informazioni e` l’Osservatorio dei diritti umani in Siria, che ha sede a Coventry e molti contatti col paese, e si e` rivelato sinora attendibile, secondo lo Spiegel):
1. Al-Bab, capoluogo di provincia del nord della Siria, una cinquantina di km a nord-est di Aleppo, passata all’opposizione contro Assad nel luglio 2012, tento` un anno dopo l’esperimento, fallito, di una specie di repubblica sovietica, ma venne conquistata dagli islamisti, rimasti da allora quasi indisturbati; ma ora, dopo un anno e mezzo, da poco tempo i ribelli sono riusciti a cacciare le milizie del terrore dalla citta`.
la settimana scorsa gli islamisti hanno imposto il coprifuoco nella citta` dalle 10 di sera al sorger del sole.
almeno nove militanti dello stato islamico sono stati uccisi lunedi` dai loro compagni, perche` volevano fuggire in Turchia, distante una trentina di km.
martedi` circa 100 prigionieri sono fuggiti al controllo degli islamisti: il numero elevato fa pensare a complicita` interne.
2. ma, secondo lo stesso Osservatorio il problema della diserzione non riguarda soltanto Al-Bab, ma e` ampiamente diffuso: tra ottobre e dicembre 120 combattenti dello Stato Islamista sono stati impiccati per aver tentato di disertare; a gennaio lo Stato Islamista ha introdotto una legge che vieta agli uomini sotto i 50 anni di lasciare le citta`.
3. alcuni disertori sono stati intervistati dal Wall Street Journal; la loro testimonianza va presa naturalmente soprattutto come manifestazione di uno stato d’animo: parlano di corruzione, di contrasti interni, di combattenti provenienti dall’Occidente trattati meglio dei locali e soprattutto della mancanza di successi militari recenti, e quindi di bottino, con conseguenze negative sull’umore dei soldati.
ma soprattutto i disertori si dicono sconvolti dalla brutalita` delle milizie: molti simpatizzanti dello Stato Islamico ritengono propaganda l’uccisione di innocenti, fino a che non ne diventano testimoni oculari.
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la forza del movimento islamista stava tutta nell’apparire come un movimento invincibile, in continua espansione; su questa base al-Baghdadi ha raccolto migliaia di aderenti dall’Occidente.
ora, proseguire l’espansione significa indebolire il nucleo centrale e negli ultimi tempi, invece, nella zona siriana sta raccogliendo solo rovesci.
lo Stato Islamista sembra avere superato il punto piu` alto del suo successo: il mito della invincibilita` e` alle spalle.
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fino a qui le notizie dello Spiegel; mi accorgo ora che notizie analoghe, ma con fonti e particolari parzialmente diversi, sono state date due giorni fa in Italia dallo Huffington Post, qua: il che potrebbe far pensare che si tratti di una campagna propagandistica internazionale.
tuttavia le prendo per buone, appaiono plausibili; ed ora formulo una ipotesi personale: forse l’offensiva mediatica con i video di ogni sorta di disumana follia, cosi` prontamente ripresi e fatti circolare dai nostri media, corrispondono ad una strategia mediatica precisa di mascheramento delle difficolta`.
gli orrori dai quali siamo stati bombardati, con la complicita` di precise centrali di propaganda di ben altro colore, servono soltanto a dare al mondo un’immagine di forza e decisione, proprio mentre sul campo di battaglia le cose si stanno mettendo male.
la ferocia nasconde l’imminenza della disfatta e questa a sua volta la stimola, secondo una sceneggiatura che abbiamo gia` visto settant’anni fa al crollo del nazi-fascismo.
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ma di tutte la notizia piu` positiva e` quella di una crisi degli integralisti islamisti che nasce al loro stesso interno e di un rifiuto del loro messaggio che si fa largo nel mondo islamico.
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