* * *
.
sintesi del post:
.
1. l’egoismo patologico, secondo la tradizione cattolica
.
2. l’egoismo ben temperato delle altre religioni
.
3. l’egoismo imperfetto dell’ateismo
.
4. l’egoismo nella relazione di coppia
.
5. le radici cattoliche dell’egoismo fuori controllo
.
* * *
.
1. l’egoismo patologico, secondo la tradizione cattolica
.
qualcuno parla di egoismo patologico, e qui posso dire il mio punto di vista di egoista patologico sommamente altruista: una sintesi che solo apparentemente e` un ossimoro: nessuna contraddizione, invece (ma lascio a lettori ed eventuale commenti approfondire perche`).
* * *
posso soltanto dire che tutti siamo egoisti, e tutti o quasi vissuti in una cultura cattolica che a parole ci abitua a considerare l’egoismo negativo.
.
2. l’egoismo ben temperato delle altre religioni
in questo il cristianesimo e` unico: ne` l’islam ne` il buddismo ne` l’induismo o alcuna altra religione impongono di non essere egoisti, obiettivo impossibile e contronatura, ma si accontentano di porre limiti diversi all’egoismo naturale, cercando quasi di indirizzarlo e di trasformarlo in qualcosa di potenzialmente positivo.
ecco uno dei motivi che mi inducono a pensare che il cristianesimo sia una religione venuta male, sintesi fra l’ebraismo assolutamente egoista e il filantropismo ellenistico della filosofia stoica, che invece predicava la sottomissione dell’individuo al tutto (cioe` all’impero) e dunque condannava in maniera assoluta ogni forma di individualismo egoista.
mi pare che il cristianesimo abbia preso il peggio di queste due tradizioni mescolandole malamente.
.
3. l’egoismo imperfetto dell’ateismo
tra le religioni potrei porre anche l’ateismo, perche` anche l’ateismo e` una religione, cioe` una interpretazione del mondo che fonda una morale civile, e neppure l’ateismo nega il necessario egoismo, ma si sforza di integrarlo in una visione solidaristica piu` ampia.
in altre parole il problema dell’egoismo e` visto da un punto di vista laico, che prova ad affrontare i problemi della vita senza ricorrere all’idea poco chiara e poco fondata di Dio oppure senza aderire ai ritualismi di alcune religioni prive dell’idea di Dio, come in generale il buddismo e le altre religioni orientali.
siamo egoisti perche` siamo animali che tendono alla propria conservazione per impulso biologico necessario e naturale; ma siamo animali caratterizzati dal linguaggio simbolico di secondo livello e dalle capacita` metalinguistiche: cioe` sappiamo parlare anche dei simboli, del linguaggio, e questo ci dona il privilegio, ma anche la condanna, del pensiero astratto.
ed e` questa capacita` complessa di pensare che ci permette di capire che un egoismo strettamente individuale presenta dei punti deboli, dato che noi siamo organismi individualizzati che lottano per mantenersi in vita, ma ci riusciamo anche in quanto membri di gruppi sociali piu` o meno complessi e da ultimo come componenti di una specie larvatamente auto-cosciente e teoricamente capace di gestirsi come tale.
come parte dell’umanita`, di una comunita` statale, di gruppi sociali variamente articolati nel territorio, di cerchie di amici, di una famiglia o, a volte, anche solo di una semplice relazione di coppia, sappiamo bene, o almeno possiamo saperlo, che il nostro benessere e` strettamente legato a quello di tutti questi gruppi.
io non posso essere pienamente felice se la persona con la quale sono in coppia non e` felice, se la mia famiglia e` in crisi, se i miei amici soffrono, se la comunita` locale in cui vivo e` devastata dalla delinquenza o dai problemi ambientali o e` semplicemente male amministrata e soffre per la burocrazia, se lo stato nel quale vivo mi tormenta o mi opprime, oppure non riesce a garantirmi condizioni di vita dignitose, se il pianeta e` in via di distruzione.
.
4. l’egoismo nella relazione di coppia
a volte entriamo in crisi se soltanto la nostra vita di coppia non funziona, se ci rendiamo conto che stare assieme moltiplica i problemi e le sofferenze di entrambi: cerchiamo di risanare il rapporto senza riuscirci, a volte ci rassegniamo a convivere senza amore, come spesso e` necessario fare se ci sono dei figli, a volte scegliamo di rompere questo rapporto, dato che i benefici della rottura ci appaiono superiori a quelli della prosecuzione della convivenza.
e` sufficiente desiderare di rompere un rapporto di coppia, perche` non soddisfa le nostre esigenze, per sentirsi egoisti?
iho penso di no, dato che il rapporto di coppia, fra tutti quelli che abbiamo visto, e` l’unico che non e` necessario in se stesso.
lo sarebbe se l’uomo fosse una specie animale assolutamente monogama (ce ne sono), ma noi siamo soltanto una specie tendenzialmente monogama, ma che tuttavia ammette una moderata poligamia collaterale: eppure fratutte le varianti di comportamento possibile non manca neppure la poligamia occasionale multipla come stile di vita.
alla appartenenza ad una famiglia non si sfugge, ma un rapporto di coppia non e` assolutamente indispensabile aderire e si puo` viverne anche al di fuori, sia provvisoriamente, in attesa di formarne un altro, sia stabilmente, se si comprende di essere inadatti ad una relazione di questo genere.
quindi non ci si deve sentire colpevoli soltanto perche` il rapporto con una persona non funziona e desideriamo romperlo.
* * *
si puo` essere ingiusti semmai nei modi di realizzare questa decisione.
era uno stronzo l’uomo che stava con una mia amica, Anita, da quasi vent”anni e che decise di lasciarla, svuotandole completamente la casa, mentre lei era fuori, e lasciandole al centro della stanza vuota un bigliettino: Mi hai veramente rotto i coglioni.
ma non perche` aveva deciso di lasciarla, ma per la forma tremendamente traumatizzante scelta, quasi per ferire fino in fondo e quasi distruggere la persona che non sopportava piu`.
.
5. le radici cattoliche dell’egoismo fuori controllo
insomma, chi ha ricevuto una educazione cristiana deve imparare a diventare misuratamente e ragionevolmente egoista, si direbbe; chi vive un egoismo circoscritto e mediocre deve imparare al contrario a capire che interessarsi anche di cio` che lo circonda e` una forma di egoismo piu` perfezionato ed efficace.
indubbiamente in Italia il problema principale e` il secondo.
e` strano, vero? l’Italia e` un paese apparentemente e dichiaratamente cattolico, ogni giorno, quasi, i giornali ospitano come un bollettino parrocchiale le piu` diverse dichiarazioni di fonte ecclesiastica contro l’egoismo.
eppure l’Italia e` anche il paese dove l’egoismo senza respiro ha piu` agio di manifestarsi, fino a togliere appunto il respiro.
forse proprio perchhe` affida la limitazione dell’egoismo incontrollato soltanto ai buoni sentimenti religiosi e non alla legge che e` invece lo strumento adeguato a tenerlo sotto controllo.
.
ma questo e` un altro discorso, e questo post finisce qui.
commento inviato via mail (e` molto facile inserire i commenti direttamente qui, ma qualcuno preferisce comunque la mail):
hai scritto:
3. l’egoismo imperfetto dell’ateismo
(…) io non posso essere pienamente felice se la persona con la quale sono in coppia non e` felice, se la mia famiglia e` in crisi, se i miei amici soffrono, se la comunita` locale in cui vivo e` devastata dalla delinquenza o dai problemi ambientali o e` semplicemente male amministrata e soffre per la burocrazia, se lo stato nel quale vivo mi tormenta o mi opprime, oppure non riesce a garantirmi condizioni di vita dignitose, se il pianeta e` in via di distruzione.
Perché inserirlo a questo punto. Non poteva essere valido anche per altri punti o in anteprima?
bella domanda, ma risposta facile.
perche` soltanto l’ateo ha bisogno di giustificare il superamento dell’egoismo, che e` in apparenza cosi` poco naturale.
chi crede in una fede che gli vieta ogni forma di egoismo non ha bisogno di chiedersi perche` mai essere altruisti e verso chi.
il suo altruismo deve essere assoluto e totale e non ha bisogno di altre giustificazioni se non che la parola di Dio lo esigerebbe.
e` per questo che scrivo che questo altruismo assoluto, incondizionato e obbligatorio, e` malato e falso nella sua natura profonda.
e` l’altruismo obbligato, ma in concreto soltanto teorico, di chi non sente abbastanza forte il bisogno istintivo di essere generosi, e dunque accetta questa caricatura innaturale dell’altruisnmo come puro dovere.
Cattolico= universale.
Quindi che prende con sé tutti e tutto.
Perché tutto si ricapitolerà in Cristo.
Riguardo poi alla coppia è necessario sottolineare che ci si promette, nel bene e nel male, fedeltà che non si riduce ad un semplice non farsi le “corna” ma al non tradire quell’impegno.
Non siamo animali no? Lo dici pure tu che abbiamo una mente “superiore”, allora forse molti non la sanno usare in maniera corretta.
La coppia non è un’ imposizione, è una libera scelta che ognuno si prende nei confronti dell’altra metà.
Si è anche liberi di rompere le promesse, di mancare alla parola data perché non si ha voglia o tempo di capire cosa non va, nè tantomeno impegnarsi per risolvere i problemi, perché la vita non è una favola.
E’ la logica del consumismo imperante, ci si mette insieme e quando l’altro non accondiscende o non corrisponde a ciò che pretendiamo si butta via come fosse un fazzoletto usato.
In ugual modo nell’amicizia, buona solo quando “l’amico/a” vengono buoni e utili a qualcosa, poi arrivederci e grazie.
Tu lo chiami sano egoismo?
Rinnovarsi, sorprendere, capire e accogliere lo trovo più stimolante che arrendersi alla routine, con la certezza che ti sta accanto conosce tutto di te, anche i difetti e nonostante questo ti ama di una tenerezza dolcissima e con un fuoco inestinguibile.
Sapere che puoi sbagliare ma la tua metà non smetterà di amarti per crescere insieme fino alla fine, è cosa non da tutti.
In ugual modo nell’amicizia.
Mia figlia non è cristiana cattolica ma ha capito da sola, lasciandomi stupita, che mancare alla parola data è come uccidere una persona.
Mi raccontava che un suo collega ha detto una cosa molto personale ad una persona che credeva amica, per poi scoprire che questa aveva tradito la sua fiducia buttando ai quattro venti la sua confidenza.
Per mia figlia vedere il dolore negli occhi di questo collega le ha fatto equiparare il tradimento all’uccisione, perchè smettendo di fidarci, ci incattiviamo diventando sempre meno umani.
E’ così che ci sentiamo quando succede a noi, ma se siamo noi a farlo ad altri sembra che sia una bazzecola.
chi va con dio dice: padre ho peccato, e il padre lo assolve.
ma per l’ateo assolvere sè stesso, quando sa di aver sbagliato, è un ben altro paio di maniche: l’ateo è costretto a riflettere molto di più sulle proprie azioni.
per questo gli atei resteranno in minoranza in una società incivile dove non commettere “peccato” equivale a camminare perennemente sulla lama di un coltello, senza nessun dio a fargli da corda di sicurezza.
in un mondo incivile, gli atei che pensano troppo sprofondano nell’abisso, o diventano i santi di una nuova religione.
un ateo che pensa sbaglia, o mente.
la buona novella pasquale dell’ateo risorto…
commento suggestivo, ma…
un momento: l’assoluzione dal peccato compiuto tramite la confessione al prete e` un tratto esclusivamente cattolico e le altre religioni non la conoscono, neppure il cristianesimo protestante in questa forma.
il legame culturale molto stretto fra confessione, buonismo e perdonismo e` evidente ad ogni osservatore, ma questo non significa che la confessione sia la causa o non piuttosto la conseguenza di questo atteggiamento, anche se l’interpretazione piu` ragionevole resta quella di un feed back reciproco.
e` altresi` evidente che in Italia ci sono stati, in coincidenza con la Riforma protestante, diversi tentativi, rimasti minoritari, di aderire a una nuova visione etica dei rapporti sociali, molto piu` rigorosa, che si collega alla pratica reale della democrazia e ne costituisce il presupposto e il fondamento.
questi tentitivi risorgono costantemente, anche oggi in altra forma, ad esempio come richiesta di rigore giudiziario, e costantemente vengono sconfitti con l’accusa del tintinnar di manette, che e` sempre molto efficace in un paese tanto libertario, cioe` tanto mafioso.
e` vero quindi che nei paesi cattolici l’ateo riflette molto di piu` sulle sue azioni, dato che l’unico che puo` giustificarle e` lui stesso e un ateo solitamente puo` essere piu` rigoroso di un prete, ma e` anche vero che anche gli aderenti a ogni altra religione che non sia la cattolica sono costretti ad un comportamento molto simile.