una Pasqua critica: buona rinascita nella primavera – CCMC 23 – 159.

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sintesi del post:

1. auguri laici pagani ed atei di buona primavera

2. la fede come strumento irrazionale di identificazione culturale

3. il tema della resurrezione nelle religioni dell’impero romano

4. la formazione dei vangeli canonici e il tema della resurrezione, inizialmente assente

5. la tradizione sulla sopravvivenza di Jeshu alla crocifissione

6. la formazione storica nel cristianesimo del tema mitologico della resurrezione

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1. auguri laici pagani ed atei di buona primavera

io non vi dico Buona Pasqua: paganamente vi dico Buona rinascita nella primavera.

e, senza volere rompere le scatole a nessuno e rispettando la fede che non vuole essere disturbata e dunque non ha che da restare lontana da questo blog, vorrei tornare a dire qualcosa di razionale e critico su questo momento.

e` il mio modo di farvi gli auguri: auguri di una mente lucidamente pensante e di un cuore coraggioso amante di quel tanto di verita` che possiamo conquistare.

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2. la fede come strumento irrazionale di identificazione culturale

del resto nessuna critica razionale e` veramente in grado di mettere in crisi la fede.

anzi, in un certo senso la rafforza.

la critica che evidenzia le assurdita` razionali che costituiscono il fondamento di ogni fede, in misura maggiore o minore (la grande religione che contiene le assurdita` maggiori e` certamente quella cattolica, le meno lontane dalla riflessione critica sono quelle orientali, almeno nelle loro versioni colte, mentre le popolarizzazioni poi vedono il trionfo degli aspetti piu` supersitziosi anche in loro; e quindi quella che rimane piu` intatta dalle degenerazioni logiche delle fedi piu` popolari e` il taoismo, in quanto religione fortemente minoritaria e quasi aristocratica o snob.

ma i razionalisti che criticano le religioni per le loro incoerenze logiche dimostrano di capirne affatto la funzione.

una religione e` uno strumento di forte identificazione di un gruppo sociale allargato: quanto piu` assurde sono le convinzioni poste a fondamento di questa fede, tanto piu` rigorosa e` la delimitazione di questo gruppo dagli altri, che non possono condividere palesi assurdita`, ma si tengono le proprie.

faccio un esempio con l’ultima dogma cattolico proclamato nel 1950 da papa Pio XII, oggi dichiarato venerabile, il secondo gradino che porta al riconoscimento della santita`, dal punto di vista della chiesa cattolica: il dogma dell’Assunzione di Maria, che segue a quasi un secolo esatto di distanza a quello della Immacolata concezione, proclamato da Pio IX nel secolo precedente.

quale persona sensata puo` credere, in termini razionali, che il cadavere della madre di Jeshu fosse stato trasportato in cielo dopo la morte, come racconta il Transito della Beata Maria Vergine, testo del quarto secolo, peraltro a quel tempo considerato apocrifo ed ereticale?

ma lo scopo del dogma, prontamente celebrato dallo stato italiano con l’introduzione nel calendario della festivita` dell’Assunzione del 15 agosto, non e` certo quello che effettivamente qualcuno creda a queste fanfaluche senza senso alcuno (in che parte esatta del cielo sarebbero finite corpo ed anima, immateriale! e dunque non localizzabile)?

che importa? la funzione del dogma non e` questa: e` che il cattolico s9i senta ben diverso dal protestante o da ogni altra religione.

per questo, il dogma, quanto piu` e` assurdo, tanto piu` e` efficace.

consideriamo, per imparzialita`, il divieto islamico di mangiare carne di maiale: si puo` ragionevolmente credere che il Dio supremo, che peraltro parla arabo, si preoccupi di che cosa mangiano gli esseri umani e in particolare abbia qualche motivo per impedirgli di nutrirsi dei suini?

evidentemente no: ma la funzione del divieto cosi` assurdo e` quella di far considerare impuri ed inferiori tutti gli esseri umnai che non lo rispettano, e proprio perche` totalmente irragionevole, ci riesce benissimo.

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3. il tema della resurrezione nelle religioni dell’impero romano

lo stesso dobbiamo dire, purtroppo, dell’elemento centrale della fede cristiana, in tutte le sue varianti: la resurrezione di Cristo.

soffre delle stesse incoerenze dell’Assunzione di Maria ed e` incompatibile con un corretto uso della ragione, ma proprio per questo, al momento in cui questa fede nacque, era un efficace elemento di distinzione dalle fedi di chi credeva nella resurrezione di Osiride oppure di Mitra, il dio che era nato da una vergine il 25 dicembre, si festeggiava il giorno di domenica, che era la festa del sole, e risorgeva ogni anno dalla morte all’equinozio di primavera; ma ancor prima il tema della resurrezione individuale era stato centrale nelle religioni misteriche e nei culti di Dioniso e Orfeo. 

nessuno del resto chiede ai cristiani di credere razionalmente alla resurrezione di Jeshu; gli si chiede di crederlo irrazionalmente, come elemento di distinzione e separazione dal resto della comunita` umana che non puo` crederlo, naturalmente.

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4. la formazione dei vangeli canonici e il tema della resurrezione

anche a stare agli studi piu` ufficiali sulla nascita del cristianesimo, quelli che non disturbano troppo la tradizione religiosa consolidata, il Vangelo secondo Marco viene considerato il piu` antico tra quelli riconosciuti dalla Chiesa (a torto, secondo me, perche` il nucleo originario del Vangelo secondo Giovanni e` ancora piu` antico e fondato su una raccolta di testimonianze degli ultimi testimoni oculari della vita di Jeshu, come ho provato a dimostrare qualche anno fa; ma questo e` un altro discorso).

di questo Vangelo secondo Marco noi possediamo pero` una versione gia` manomessa: sappiamo, ad esempio, da una lettera di un antico scrittore cristiano scoperta qualche anno fa in una biblioteca (e poi scomparsa) che conteneva anche un racconto della liberazione di Lazzaro dal sepolcro, che venne poi cancellato per certi suoi aspetti imbarazzanti, come la notte trascorsa assieme a Lazzaro da Jeshu subito dopo, “nudo con nudo”, per probabili riti di iniziazione.

del resto la critica che Celso formulo` verso la fine del secondo secolo alla nascente letteratura cristiana e` l’unica possibile chiave di lettura del caotico insieme di testi prodotti dal cristianesimo dal momento nel quale comincio` davvero a definirsi come religione autonoma, e cioe` dalla fine del primo secolo: un rifacimento continuo, fondato su manipolazioni e riscritture di qualunque testo, a seconda delle diverse esigenze del momento.

e questo processo di interpolazione sistematica dei testi fa si` che noi propriamente non abbiamo nessun testo autentico delle prime origini cristiane o quasi: il Vangelo secondo Giovanni, come detto, e` una totale rielaborazione in chiave teologica avvenuta tra il primo e il secondo secolo di un testo piu` antico completamente differente e contiene segni evidentissimi di stratificazioni successive, in particolare proprio nel finale e perfino nel racconto della resurrezione, dove sono chiaramente un inserto successivo i versetti 20, 1-18, che contengono la descrizione specifica della scoperta della scomparsa del corpo di Jeshu da parte da parte della moglie, Maria di Magdala; il Vangelo secondo Marco e` l’integrazione terminata nel quarto secolo di un testo gia` modificato e censurato rispetto alla versione originale, che dedica alla “resurrezione” solamente un vago accenno; il Vangelo secondo Matteo che leggiamo noi oggi non ha nulla a che fare con quello che leggeva e descrive Papia, il primo studioso della tradizione cristiana, alla meta` del secondo secolo: si tratta di un testo completamente diverso, scritto dunque dopo, e sulla base di una raccolta di detti di Jeshu piu` antica, la cosiddetta fonte Q; alla stessa fa riferimento anche il Vangelo secondo Luca, sconosciuto a Papia, e dunque da datare al massimo alla meta` del secondo secolo.

questa descrizione della formazione dei quattro vangeli canonici e` alquanto diversa da quella in circolazione, che semplicemente ignora del tutto l’unica testimonianza quasi contemporanea, quella di Papia, giuntaci in maniera indiretta e frammentaria, ma sufficiente a smentire le ricostruzioni interessate che collocano la redazione dei testi attuali dei vangeli canonici nel primo secolo, cosa possibile soltanto per le versioni originarie dei vangeli secondo Marco (irrecuperabile), secondo Giovanni (ridefinibile induttivamente con metodo filologico) e della fonte Q, la raccolta di detti (effettivamente ricostruita con lo stesso metodo).

ma al primo secolo risalgono anche i nuclei dei due antichi testi, ben noti a Papia, poi definiti Vangeli apocrifi di Giuda Tommaso (il fratello gemello) e di Filippo, scoperti alla meta` del secolo scorso; anche loro manomessi dalla tradizione, ma il loro nucleo, enucleabile filologicamente e quindi per via induttiva, e` chiaramente fondato su testi piu` antichi dei vangeli sinottici ed anche di quello secondo Marco, che fu scritto soltanto dopo la diffusione della raccolta di testimonianze confliuita nel Vangelo secondo Giovanni, per produrre una narrazione ordinata.

mentre a parte e piu` tardo e` il testo gnostico del Vangelo di Giuda, recentemente scoperto e pubblicato.

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poco fa un blogger, Sendivogius, nel suo post pasquale di libero pensatore accennava soltanto brevemente che la parte finale del Vangelo secondo Marco che parla esplicitamente di apparizioni di Jeshu risorto (16, 9-19) manca nei codici piu` antichi del testo ed e` pacificamente e indiscutibilmente una aggiunta del IV secolo: nella parte precedente la resurrezione e` soltanto annunciata da un giovane vestito di bianco, ma non ha testimoni; d’altra parte, secondo questa versione, le donne che avevano visto questo giovane non dissero nulla a nessuno: affermazione che contraddice apertamente il contenuto degli altri tre vangeli canonici.

la resurrezione manca completamente nei due antichi Vangeli apocrifi di Giuda Tommaso (il fratello gemello) e di Filippo; il primo e` chiaramente fondato su un nucleo piu` antico dei vangeli sinottici ed anche di quello secondo Marco, e chiama Jeshu Il vivente; nessuna traccia se ne trova nella ricostruita fonte Q dei vangeli secondo Matteo e secondo Luca.

ora se tutto fa pensare che la versione originaria dei primi seguaci mancava della storia della resurrezione, il semplice motivo e` che essa non si era ancora formata, e forse essa appare, in forma molto vaga per la prima volta proprio nel Vangelo secondo Marco, attorno all’anno 80 circa (data presumibile della sua composizione).

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la vera e unica prova contraria starebbe nelle cosiddette Lettere di Paolo, se potessero essere considerate autentiche e scritte attorno alla meta` del primo secolo; ma cresce il numero degli studiosi che le considera un falso della meta` del secondo secolo di Marcione, ufficialmente il loro scopritore.

falsi integrali, non semplici ritocchi di lettere autentiche almeno nel loro nucleo, nella moda letteraria del tempo che aveva visto svilupparsi impetuosamente un nuovo genere, quello della raccolta di epistole (autentiche oppure no: in prosa o in poesia), a partire dalla pubblicazione delle raccolte di quelle vere di Cicerone e poi Seneca o di quelle false di Platone e che si era allargata ad ogni sorta di personaggio che interessasse prendere come fondatore di qualche modo caratteristico di pensare.

ho dedicato l’anno scorso una serie di post al tema e spero di essere riuscito a dimostrare in maniera convincente, a proposito delle Lettere di Paolo, che si tratta proprio di un falso, e che l’unico testo che potrebbe effettivamente essere attribuito, se non proprio a questo presunto Saul/Paulus, alla cultura ebraica precedente la distruzione di Gerusalemme del 70, e` quello della cosiddetta Lettera agli Ebrei, che la critica dominante considera non autentico, proprio perche` incompatibile con le altre lettere, ma che invece puo` essere attribuito al clima culturale ebraico della seconda meta` del primo secolo, escludendo la parte finale chiaramente frutto di manomissioni successive.

ora e` proprio questo testo, interamente dedicato all’analisi della figura di Jeshu dal punto di vista della religione ebraica, che si diffonde ampiamente sul tema del suo sacrificio, ma non accenna mai alla resurrezione.

e del resto, se poi Jeshu e` risorto dalla morte, allora il suo che sacrificio e`?

Jeshu e` morto per riscattare l’umanita` dal peccato originale, si dice.

si`, ma poi e` risorto, il che rende la sua morte quasi una finta, una recita, uno scherzo: ma il suo sacrificio (ammesso che Dio possa sperimentare la morte, anche assumendo forma umana) che sacrificio e` se la morte di Jeshu non dura tre giorni?

che importa? i cristiani a questo credono, questa fede li fa sentir bene, hanno il piacere di condivdere queste coinvinzioni totalmente assurde se non come vaghe metafore sulla vita con molti altri, e di sentirsi diversi e migliori da chi non ci crede…

funziona, funziona.

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5. la tradizione sulla sopravvivenza di Jeshu alla crocifissione

la storia della resurrezione di Jeshu, anche se sviluppatasi a fondo soltanto nel secondo secolo, probabilmente aveva cercato comunque di collegarsi alle tradizioni sulla sua morte.

fra tutte le spiegazioni razionali del sepolcro vuoto, quella che correva originariamente in ambiente ebraico e` che il suo corpo fosse stato rapito dal sepolcro dai discepoli, naturalmente.

ma qui si innesta il problema rappresentato dal fatto che il Vangelo secondo Matteo, quando dice che il corpo di Jeshu fu deposto nel sepolcro, usa il termine greco soma che indica un corpo vivo e non quello che indica il cadavere.

su questa base ecco anche che circolava anche probabilmente l’idea che la morte di Jeshu fosse stata apparente (narcotizzato con la spugna imbevuta di aceto, ma anche di un potentissimo sedativo) e che il suo corpo agonizzante, dunque ancora vivo, fosse stato deposto nel sepolcro messo a disposizione da un fariseo che simpatizzava con lui, nel quadro di una congiura per salvargli la vita, e successivamente, dopo alcune cure essenziali, fosse stato sottratto per trasportarlo in Galilea, sede del suo movimento.

queste tradizioni sopravvivono ancora oggi in un particolare movimento islamico, considerato ereticale dalla maggioranza, gli Ahmaddiyya: per loro Youdafaz o Juzasaf, nome che attribuiscono a Jeshu, sarebbe sopravvissuto 4 ore sulla croce, quindi si sarebbe ripreso dal suo svenimento all’interno della tomba in cui era stato deposto e successivamente sarebbe fuggito in India, esattamente nel Kashmir, dove sarebbe morto in tardissima eta`.

un santuario islamico ne conserva tuttora la tomba.

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la tomba di questo santone, intendo.

nell’insieme la storia sembra poco credibile, ma non l’ho mai studiata a fondo; ed e` sospetto anche il parallelismo con i racconti sul passaggio in India di Giuda, il fratello gemello di Jeshu, che tuttavia potrebbe avere qualche fondamento in piu`. 

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6. la formazione storica nel cristianesimo del tema mitologico della resurrezione

a questo punto non resta che concludere che la storia della resurrezione venne a formarsi non prima della fine del primo secolo, se non piu` tardi ancora, quando il cristianesimo usci` dalla sfera culturale ebraica e divenne a tutti gli effetti una nuova religione che si confrontava nell’impero romano con i culti misterici o con la religione isiaca, di origine egiziana, nelle quali il tema della resurrezione era presente, mentre esso era semplicemente inconcepibile nel mondo culturale ebraico in cui si era svolta la predicazione di Jeshu e la sua missione di rivendicazione del trono di un nuovo regno teocratico di Israele.

Jeshu: riformatore radicale della religione ebraica, in linea con l’ispirazione degli zeloti, ma aperto, ecumenicamente, anche a tutte le altre varianti del pensiero religioso ebraico (sadducei filo-romani esclusi) e non ancora fondatore di una nuova religione.

ne` tantomeno convinto di dover risorgere, cosa che rende tutto il racconto della sua cattura e perfino della sua esecuzione persino farsesca da un certo punto di vista.

una pura grottesca recita, dato che in tutto quel che avviene Jeshu si comporta sempre come se non sapesse che sarebbe risorto dalla morte (e in effetti non lo sapeva ne` lui ne` chi ne raccontava originariamente la vita).

ultimo e definitivo tassello che dimostra la formazione piuttosto tarda di questo racconto mitologico, che venne poi malamente innestato, senza nessuna attenzione alle incoerenze complessive che venivano a crearsi, su un racconto originario che non lo prevedeva e che restava incompatibile con questo lieto fine a sorpresa.

8 risposte a “una Pasqua critica: buona rinascita nella primavera – CCMC 23 – 159.

  1. Anzi, i Vangeli dicono anche che Gesù aveva già detto ai discepoli che sarebbe risorto. Ma loro non avevano capito! Quindi comunque non se l’aspettavano. Pero’ dopo, quando sarebbe risorto effettivamente, allora ai discepoli è venuto in mente che glie l’aveva già detto hahahaha

    D’altra parte sulla carne di maiale devo dire una cosa. Supponiamo che il Cristianesimo sia vero e l’Islam falso. Il Cristianesimo crede che esista un Dio buono che vede cio’ che c’è nel cuore di ogni uomo. Allora, questo dovrebbe premiare anche i sacrifici fatti da un Musulmano che per i tanti anni della sua vita si è sempre astenuto dalla carne di maiale, quindi il Cristiano dovrebbe comunque credere che quei sacrifici del Musulmano non sono stati inutili. Naturalmente, non vale il contrario, perché l’Islam invece ritiene che non conti la buona fede, per esempio di un Cristiano che vada in pellegrinaggio a Santiago. Per il Musulmano il merito di andare a La Mecca o a Santiago non sono minimamente paragonabili. Per un Cristiano che crede che cio’ che conta è l’intenzione, forse invece si’ (e neanche tutti i Cristiani, naturalmente).

    • ciao.

      “i Vangeli dicono anche che”…; devo ripetere che non ha senso mettere assieme “i Vangeli”: sarebbe come fra duemila anni se qualcuno considerasse un tutto unico i diversi comunicati delle organizzazioni islamiste che si combattono fra loro lottando per l’egemonia.

      chi scriveva un vangelo lo faceva SEMPRE per differenziarsi da quelli che esistevano gia`.

      inoltre, come scrivevo qui sopra, sulla scorta di Celso, i vangeli stessi venivano modificati continuamente per adeguarli alle nuove eisgenze via via.

      quindi occorre capire e citare letteralmente chi come quando e dove faceva determinate affermazioni, anche per capire perche`.

      al momento a me viene in mente Giovanni 20 9: “Infatti non avevano ancora compresa la Scrittura secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti”.

      la frase sembra aggiunta in un secondo momento per spiegare come mai Maria Maddalena trova il sepolcro vuoto, corre dai discepoli ad avvertirli, loro verificano il fatto e se ne tornano a casa senza fare altro.

      l’episodio sembra una conferma della mancanza di una idea della resurrezione durante la predicazione di Jeshu; qui infatti non si dice affatto che Jeshu aveva predetto di risorgere senza essere capito, ma che la resurrezione sarebbe stata profetizzata dalle Scritture, sempre senza che fosse capita la profezia.

      in Marco 10, 34, invece, si dice che Jeshu prende da parte i dodici seguaci del suo cerchio magico e gli dice, parlando di se stesso in terza persona: “ma dopo tre giorni lui risuscitera`”.

      la notizia e` talmente esplicita e diretta che, evidentemente, e` incompatibile con la versione che si trova in Giovanni, che e` palesemente piu` antica.

      chi scrive il Vangelo secondo Marco polemizza con quello che troviamo scritto in quello secondo Giovanni: come fai a dire che non sapevano che Jeshu sarebbe risorto? anzi, lui ai suoi piu` intimi glielo aveva predetto, di nascosto, naturalmente (dato che nessuno ne aveva mai saputo niente…).

      ma tu a quali altri passi evangelici ti riferisci?

        • e io intanto ho trovato Matteo, 17 22-23:
          Mentre percorrevano la Galilea Jeshu disse loro: Il figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini; e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgera`. Essi ne furono profondamente rattristati.

          reazione cosi` inadeguata che basta da sola a dimostrare che l’episodio e` inventato.

          Luca cerca di rimediare? peggio la toppa del buco:

          18, 31-34: 31
          Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: 32 verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34 Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

          che cosa ci sia di oscuro in queste parole non si capisce proprio.

          in 24 6-8, invece l’angelo che sta sul sepolcro dice alle donne:

          6 Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7 e diceva: «Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno»». 8 Ed esse si ricordarono delle sue parole.

          l’autore non riesce ad essere coerente nemmeno con se stesso.

          in 17 25 Jeshu avrebbe detto ai discepoli che sarebbe tornato.

          ma prima e` nessario che patisca molto e che sia ripudiato da questa generazione.

          nessun annuncio esplicito di una resurrezione.

          in 11 29 si accenna genericamente al segno di Giona (sputato dal pesce al terzo giorno).

          in 9 44 c’e` una generica profezia della passione, ma nessun riferimento alla resurrezione.

          ma poco prima, in 9 22 era stato molto piu` chiaro!

          «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

          non so bene se abbiamo esaurito il quadro, sinceramente.

          in base a questi passi possiamo dire che Giov. rimanda per la resurrazione alle profezie, ma a nessuna anticipazione di Jeshu.

          Marco corregge Giovanni in tre punti:
          8, 31-33:
          31 E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32 Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33 Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

          9, 31-32:
          31 Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». 32 Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

          nella terza profezia della passione, fatta ai Dodici, i concetti sono ripetuti, ma non si descrivono le reazioni dei suoi seguaci.

          Matteo ha un’altra versione ancora.

          e infine Luca che ha altre varianti di una storia che comunque e` sempre chiaramente inventata.

    • Mentre gli preparavano il pranzo, Pietro ebbe una visione e vide qualcosa che scendeva dal cielo, una tovaglia piena di animali che la legge di Mosè vietava di mangiare. Una voce gli disse, Pietro alzati uccidi e mangia. Pietro rispose, non lo farò mai Signore perché sono animali proibiti e impuri. La voce gli disse, non devi considerare impuro quel che Dio ha dichiarato puro. Intanto arrivarono gli uomini di Cornelio e il giorno dopo Pietro li seguì fino a Cesarea. Arrivati a casa di Cornelio Pietro vi entrò e disse ai circostanti: voi sapete che non è lecito a un ebreo entrare in casa di un pagano. Ma Dio mi ha mostrato che non si deve evitare nessun uomo e nessun cibo come impuro.

      Gli atti degli apostoli descrivono questa visione di Pietro,
      Moselle sa spiegare perché Dio dovrebbe “premiare” i sacrifici dei mussulmani che non mangiano maiale?
      Sono molto colpita dal fatto che Moselle sappia, ancor meglio di Dio, cosa Dio stesso dovrebbe o non dovrebbe fare.

      Che la resurrezione sia un mito lo dite voi, gente né migliore né peggiore di molta altra, ma come fate a esserne certamente sicuri?
      Non conoscete una marea di cose che succedono a questo mondo a cui non sanno dare spiegazioni nemmeno gli scienziati più stimati ma siete certissimi delle vostre opinioni, semplicemente ciò che non capite per voi non esiste.
      Un modo come un altro di vivere, eliminando tutto ciò che diventa problema non risolvibile con logica umana.

    • aspetta: per puro caso oggi mi e` capitato di leggere questo passaggio del Corano:

      Sura 5 o del convito, versetto 48:

      Giudica dunque ebrei e cristiani alla luce del libro e le passioni non offuscheranno il tuo giudizio. In verita` Dio ha assegnato a ciascun uomo una via da seguire, mentre, se avesse voluto, Egli avrebbe fatto degli uomi ni una sola comunita` con una sola fede. Ma cio` non e`, perche` Dio vuole mettervi alla prova. Gareggiate dunque nel compiere le buone opere e nel giorno del Giudizio sarete radunati davanti a Lui. Quel giorno conoscerete da Dio la verita` sulle cose che vi hanno tenuti separati su questa terra.

      e dopo molti altri versetti di un tono ben diverso, ecco il versetto 66: In verita`, se essi metteranno in pratica la Torah e il Vangelo e quanto Dio ha rivelato loro, i cieli e la terra saranno benevoli verso di loro.

      forse anche per gli islamici potrebbe essere piu` importante la bonta` delle azioni che la fede nel nome della quale sono state compiute.

  2. Pingback: alle origini dei vangeli secondo Matteo Luca: alcune idee sulla Fonte Q – 121 – Cor-pus 2020·

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