come in ogni guerra che si rispetti l’informazione fa parte della guerra stessa e in un paese in guerra filtrano soltanto le informazioni positive.
nella guerra globale in corso contro il Califfato Islamico, che chiamiamo IS, manca inoltre una sua Radio Londra, che informi del punto di vista propagandistico del nemico.
ma il silenzio seguito agli annunci positivi di un mese fa (v. Bollettino n. 7) e` stato riempito di tante piccole notizie frammentarie decisamente negative, che delineano un quadro di successi crescenti degli islamisti in vari settori in cui si svolge la guerra.
la conquista di un campo profughi alla periferia di Damasco, la decisione di Al Qaida di sciogliersi per confluire in questa nuova entita` vincente, l’adesione data all’IS da parte di uno degli imam piu` autorevoli della Libia, che trascinera` con se` alcuni gruppi islamisti finora distinti, e da ultimo i tentativi stessi di accordo fra USA ed Iran per coordinare lo sforzo militare contro il nemico comune (l’Iran e` sciita, quindi eretico e da combattere frontalmente, secondo l’ideologia religiosa sunnita dell’IS) e perfino le voci ciniche che qua e la` si levano nel campo occidentale per dire che la vittoria e` impossibile, quindi meglio trattare una pace…
alla faccia dei diritti umani che sbanderiamo come bandiera opportunista soltanto quando ci fa comodo.
neppure della situazione di Cobane, curda, data per riconquistata, si hanno piu` notizie recenti, e spero che non sia un cattivo segnale.
insomma, lo Stato Islamista si e` rapidamente ripreso dalle sue difficolta` e sta accumulando successi, pare.
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un articolo delle Scienze di aprile spiega perche`, e la spiegazione e` la stessa che mi davo io, intuitivamente.
Giovanni Sabato riporta l’esito di vari studi piu` o meno recenti che sottolineano l’importanza del riscaldamento globale tra i fattori che hanno contribuito alla guerra in Siria, ma io direi piu` ampiamente a questa guerra degli islamisti nel suo insieme: perche` e` molto probabile che la spiegazione, se funziona per un settore dei combattimenti, spieghi anche il loro esplodere altrove.
tra il 2007 e il 2010 la Siria ha sofferto la siccita` piu` intensa e lunga da quando esistono le misurazioni climatiche.
lo sfruttamento agricolo insostenibile aveva gia` ridotto le riserve idriche per le emergenze.
cosi` i raccolti sono crollati di un terzo, il bestiame ha cominciato a morire, un milione e mezzo di profughi hanno abbandonato le campagne verso le citta` siriane, aggiungendosi al milione di profughi iracheni provocati dalla guerra di Bush contro l’Iraq e dall’insuperabile caos seguito nel paese.
non basta tutto questo, non basta cioe` il riscaldamento globale, come una delle cause principali della rivolta della popolazione e della guerra?
ci sono anche altri fattori, naturalmente, ma la causa principale della guerra e` che la gente muore, e quando sa di dover morire, preferisce rischiare di farlo con le armi in mano.
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la popolazione della Siria e` passata negli ultimi cinquant’anni da 4 milioni di abitanti a 22, con uno sviluppo demografico di poco meno intenso di quello dello Yemen, altro paese che pare condannato ad una guerra civile permanente, e che ha raggiunto in un periodo piu` breve una popolazione dello stesso ordine di grandezza a partire da due milioni e mezzo di abitanti.
quindi gli scienziati chiamano riscaldamento globale l’effetto della crescita demografica, combinato con la tendenza all’aumento dei consumi; l’aumento delle temperature ha determinato l’ondata di fame che spiega bene l’esplosione, ma anche la fragilita`, delle primavere arabe del 2011.
resta solo da aggiungere, da parte mia, che l’integralismo propone due ricette a questa situazione: l’eliminazione selettiva di gruppi umani diversi dal proprio e l’intensificata adesione all’islamismo come ideologia fortemente favorevole all’incremento demografico stesso.
e` paradossale che come cura si proponga la principale causa della malattia?
non molto: il progetto e` giusto quello di creare una massa d’urto di carne da cannone da gettare nei campi di battaglia, dove gia` ora combattono anche i bambini, per la conquista del mondo, secondo il progetto gia` realizzato da Mohammed e dai suoi seguaci nel VII e VIII secolo.
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questo porta ad una conclusione sconfortante (e mi spiace per coloro che mi rimproverano di non essere sempre allegro e di spargere umor nero: datemi un mondo migliore e mi divertiro` anche io).
gli scenari neo-barbarici che lo Stato Islamista ci propone non sono soltanto un fatto locale da attribuire e spiegare con certe caratteristiche della cultura islamica e la visione autoritaria della politica che le e` propria, ma sono purtroppo parte del nostro DNA di specie umana ed appartengono al nostro futuro globale.
l’equilibrio sempre piu` instabile sul quale si regge la civilta` post-moderna e il suo rapporto malato col pianeta non lasciano altro prevedere che il moltiplicarsi di situazione tragiche di questo genere nelle varie aree del mondo via via che si frantumeranno le forze che ancora reggono il sistema, lasciando il campo ad una apocalisse senza confronti nella storia.
per ora stiamo riuscendo ad evitare il collasso completo, rinviandolo piu` in la` di volta in volta, ma ogni rinvio rende ancora piu` catastrofiche le sue dimensioni future, ed un bagno di sangue senza eguali appare ad ogni anno che passa l’unica prospettiva.
e, se non ci pensano i leader attuali, ecco che ne stanno nascendo di nuovi, piu` adatti a governare l’Armageddon finale.
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fantasie? cattiva digestione?
ditelo pure: l’Italia rimane un paese di menestrelli ottimisti e conformisti.
ma anche i segnali di una inevitabile alleanza fra il tradizionalismo islamico e quello cattolico, di cui parlero` in un prossimo post, confermano che nel nostro futuro ci stanno, assieme alla carestia, al ritorno delle malattie per la progressiva perdita di efficacia degli antibiotici, alle guerre sempre piu` disumane che non potranno essere fronteggiate con tecnologie piu` avanzate, come pensiamo ora di fare, i ritorni delle dittature populiste, chiamateli pure fascismi con l’appoggio delle masse, la fine delle democrazie e le cacce a streghe e diversi di ogni tipo.