Lucio Quinzio Cincinnato, che possedeva soltanto quattro acri di terra e li coltivava con le proprie mani, venne nominato dittatore.
Si trovava al lavoro impegnato nell’aratura: si deterse il sudore, indossò la toga praetexta, accettò la carica, sconfisse i nemici e liberò l’esercito.
Eutropio, Breviarium ab Urbe condita I,17
Cincinnatus, cioe` lo scapigliato, quello dai capelli ricci e arruffati.
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compiuto in breve tempo il suo compito, dal suo rifugio fra i campi, dove e` subito tornato, Cincinnato si domanda perche` le biografie scrivono che si e` ritirato in campagna, dopo la vita pubblica combattuta e impegnativa.
a lui pare in realta` di essere sempre vissuto in questa specie di ritiro e che la politica e l’attivita` sociale siano sempre state una specie di dovere subito che lo distraevano dalla sua vera natura.
troverebbe piu` logico che gli storici scrivessero di lui che durante la sua vita si era ritirato a tratti in citta`, a svolgere incarichi politici e pubblici.
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di piu`: ora a Cincinnato pare che la sua vita abbia raggiunto la vera dimensione alla quale aveva sempre mirato.
se si volta indietro, gli si apre la mente: quell’aspro isolamento, quella rettitudine un poco scostante, quel rifiuto di mescolarsi agli intrallazzi, alle cordate, agli intrighi delle false amicizie ora gli appaiono chiari, nel loro scopo di evitargli qualsiasi forma di successo.
l’impopolarita`, tenacemente perseguita e conquistata, era la premessa necessaria di questa che ora tutti chiamano fuga.
Cincinnato compatisce i suoi biografi: sa di essere sempre vissuto in fuga, ma quando era in citta`, quando frequentava il Senato, quando si batteva per le soluzioni che gli parevano migliori per lo stato.
ma quella, ora lo sa bene, era la sua vera fuga dalla vita semplice e schiva di adesso, che gli e` piu` consona.
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Cincinnato ha piu` di ottant’anni, quando depone, in anticipo, la carica della dittatura.
sui suoi quattro iugeri di terra, un ettaro attuale, che coltiva ancora personalmente osserva il sole che tramonta, dopo qualche chiacchiera con i vicini, e gli pare che il mondo sia molto piu` semplice di come appare visto attraverso la lente deformante della vita di citta`.
questo silenzio senza sentimenti gli pare superiore ad ogni esplicito compatimento per coloro che sono rimasti laggiu`.
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Cincinnato ascolta il muggito delle vacche e i chicchiricchi` tardivi di mille galletti sparsi nei campi su cui la luce si va spegnendo.
gli piacerebbe ascoltare le rane, nel tramonto, ma non e` ancora la stagione.
Non ho capito, però, se un po ‘ ti identifichi con Cincinnato. Mi sa di si, con le dovute differenze 🙂
mentre facevi la domanda, ti e` venuta in mente anche la risposta.
e mi sa che hai fatto bingo! 🙂
Carino il paragone. Ma il fanciullo assediato dalle api chi è? ??
e` una foto che si riferisce ad uno spettacolo su Cincinnato (“Cinci”): era finalmente un’immagine cosi` poco convenzionale del personaggio che non potevo lasciarmela scappare; immagino che anche lo spettacolo lo fosse.
e soprattutto era l’unica, fra tante statue, nella quale ci fossero i ricci.
sono questi ricci che fanno capire che Cincinnato, alla fine, era un uomo un poco estroso e bislacco…:)