la riforma elettorale che non faranno mai – 194.

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cari lettori, una delle cose che la politica ufficiale vi tiene accuratamente nascosta e che anche io ho scoperto abbastanza di recente e grazie al lavoro supplementare di ricerca al quale mi costringe il blog, e` che scientificamente il sistema elettorale migliore per gli incarichi pubblici e` quello che avevano adottato i greci nell’antichita` per la gestione delle poleis (le citta`) e che sta dunque all’origine stessa della democrazia, anche se poi e` stato rapidamente abbandonato a favore del metodo dell’elezione, piu` adatto al mondo romano dei clientes.

ed e` l’estrazione a sorte dei cittadini ai quali affidare determinati incarichi.

immagino lo sconcerto vostro di fronte a questa “provocazione”: la dobbiamo considerare tale, vero?

ed ecco l’obiezione: ma dove finisce la competenza dei politici?

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perche` voi credete davvero che siano piu` competenti di voi, in generale, e fatti salvi forse alcuni casi?

o che la loro competenza non sia quella nel clientelismo e nella corruzione, piuttosto?

per non dire i molti casi nei quali i politici, per arroganza e stupidita`, se la cavano perfino peggio del comune cittadino.

a quanti di voi sarebbe capitato quel che e` successo a Renzi a Washington la settimana scorsa nell’incontro con Obama e che ora comincia a trapelare, senza che i giornali ufficiali abbiano neppure il coraggio di dirlo?

che Obama vi accenna al cooperante italiano ucciso per errore in Pakistan, a Lo Porto, e VOI NON CAPITE PERCHE` NON SAPETE L’INGLESE.

e neppure volete l’interprete con voi, presuntuoso come siete…

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in ogni caso, una soluzione che a me pare intelligente, e che ricavo dal blog di un amico, per suggestione, sarebbe quella di proporzionare i seggi che vengono assegnati alle elezioni sulla base dei tassi di partecipazione al voto.

in pratica, se alle elezioni partecipa il 60% degli elettori, questi elettori hanno il diritto di scegliersi soltanto il 60% dei parlamentari.

per quale motivo deve avvenire come oggi che chi vota, votasse anche soltanto una infima minoranza, si prende tutti i seggi?

solo perche` gli assenti hanno sempre torto, dicono?

ma se la scelta e` intenzionale e mirata, tutt’altro che dovuta a un’assenza?

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per la quota di chi si e` astenuto o ha annullato il  voto, propongo, si procede all’estrazione a sorte del numero corrispondente dei rappresentanti, con garanzie rigorose sulla effettiva casualita` del risultato.

e chi viene scelto, se rinuncia all’incarico, va in esilio, come succedeva ad Atene 2.500 anni fa.

si creerebbe dunque un sistema misto, e questa significativa introduzione della gente comune nelle aule parlamentari avrebbe indubbiamente un effetto positivo sulla qualita` delle leggi.

e poi vedreste come sgamberebbero gli aspiranti onorevoli per convicere la gente ad andare a votare…

forse diminuirebbe l’estraneita` delle istituzioni rispetto ai cittadini, che oggi, votino o non votino, cambia poco o niente.

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ma la governabilita`?

la governabilita` e` indubbiamente un valore.

adesso pare che le si debba sacrificare tutto, anche la rappresentanza.

conta poco che la Corte Costituzionale abbia detto che occorre un equilibrio fra le due esigenze.

ora Renzi, ignorante com’e`, afferma che il capo del governo deve essere come il sindaco del paesello.

eletto comunque e poi governa per cinque anni, a sua discrezione (se ci riesce).

gli sfugge del tutto che il sistema di elezione del sindaco funziona proprio perche` il sindaco e` tale, cioe` e` un potere minore, controllato da altri poteri.

ma se applichi quel sistema al vertice del potere, dove i contrappesi sono molto minori, crei non un sindaco, ma un dittatore.

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e comunque ne va dell’onore secondo la sua grottesca lettera agli elettori del Partito Democratico.

che consisterebbe nel governare da soli col 35% teorico del 60% dei votanti.

ma la governabilita`, ah la governabilita`!

come se poi le spaccature non avvenissero all’interno del Partito, anziche` del Parlamento.

no, con c’e` senso comune in questa riforma renziana.

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una riforma elettorale ridicola che riguarda solamente la Camera dei Deputati, e non il Senato, che per ora non e` stato ne` abolito ne` riorganizzato nelle sue modalita` di formazione.

e` perfino incredibile questa storia e forse la maggior parte degli elettori e perfino dei deputati se ne disinteressa perche` ha capito che al momento la legge elettorale di Renzi non potrebbe funzionare, dato che si applica ad una Camera sola e l’altra e` ancora elettiva, ma SENZA LEGGE ELETTORALE!

cosa che perfino mette in discussione la costituzionalita` della legge elettorale renziana, dato che e` fatta per una Costituzione cambiata in futuro, ma che non c’e` ancora.

per cui tutta questa battaglia assomiglia a quella di Modena per la Secchia rapita, che Delrio dovrebbe conoscere benissimo.

e dubito molto che il Presidente della Repubblica possa promulgare una mostruosita` giuridica simile.

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ma al potere assegnato ad un partito solo (ma soltanto alla Camera, per ora), anzi al suo leader sindaco, si arrivera` col ballottaggio.

Renzi giustamente e coerentemente con la sua storia personale ignora il paradosso di Condorcet su come funziona bene il ballottaggio come modo per deformare la volonta` politica maggioritaria reale dei cittadini, ma siccome ne ho parlato in altro post tempo fa non mi dilungo ancora qui.

dico soltanto che non sarebbe per nulla paradossale, ma logico, secondo il paradosso di Condorcet, che al ballottaggio fra Renzi, primo classificato, e Grillo, secondo, vincesse al ballottaggio Grillo.

oppure Berlusconi, se riuscisse a far fare a Padre Pio il miracolo di arrivare secondo, o Salvini, visto che questo e` tutto quello che passa il convento di Padre Pio, appunto.

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in ogni caso o Renzi riuscira` a far diventare molto in fretta il Partito Democratico il Partito della Nazione, un partito completamente di destra, a meta` strada tra il Partito Nazionale Fascista e la Democrazia Cristiana, oppure assegnera` la vittoria al ballottaggio al suo competitore, chiunque sara`, dato che l’Italia e` un paese di destra. 

dunque al momento Renzi lavora per il ballottaggio futuro fra il suo Partito della Nazione, al momento inesistente, pero`, come il suo nuovo Senato, e il Movimento a Cinque Stelle.

non avrei mai pensato che Renzi avrebbe effettivamente fatto diventare Grlllo il prossimo nostro capo del governo.

e per fortuna dicevano che il dittatore in pectore era Grillo!

6 risposte a “la riforma elettorale che non faranno mai – 194.

  1. Sono due idee diverse che io ho messo insieme.

    La prima, quella di attribuire le decisioni a persone sorteggiate, mi fu spiegata molto convintamente da una compagna di università durante una lezione (compagna con cui, a differenza di tante altre, parlai pratiamente solo quel giorno li’), e che è rimasta una parte importante del mio pensiero da quel momento in poi. Non c’è neanche bisogno di spiegare perché le persone dovrebbero essere sorteggiate da capo a ogni seduta, basta vedere il gruppo parlamentare del M5S per capire perché.

    Non so se sarebbe meglio, anzi confesso che ho una certa paura della gente comune, pero’ se lo scopo è quello di essere democratico, allora sarebbe democratico, altrimenti ben vengano gli alti funzionari dei ministeri che restano in carica a vita e che sono comunque un tassello importante della formazione delle leggi, piaccia o meno.

    Si potrebbero adottare regole simili a quelle in vigore per sorteggiare gli scrutatori dei seggi alle elezioni classiche, oppure a quelle dei membri delle giurie nella giustizia americana.

    L’altra idea era quella della proporzione da attribuire agli astenuti, che è un’idea che ho trovato prima nel tuo blog, anche se non penso che sia un’idea tutta tua. Io poi ora le ho messe insieme. L’idea sarebbe comunque quella di prendere in conto l’esistenza degli astenuti, ma al tempo stesso di forzarli comunque, in un modo o nell’altro, a fare in modo che il loro (non) comportamento abbia dei risultati, e quindi paradossalmente puo’ agire da spauracchio contro il desiderio di astenersi di certi elettori. Pero’ non arriverei al punto di obbligare i membri del parlamento sorteggiati a partecipare alle sedute del parlamento come si faceva nell’antica Grecia: comunque anche non partecipare è un diritto, una forma di libertà.

    • temo che obbligare gli estratti a svolgere il loro incarico sia una precauzione inevitabile per evitare che i poteri poltici costituiti li costringano via via alle dimissioni fino a che non trovano qualcuno di gradito.

      occorre infatti che la casualita` sia garantita contro ogni possibile interferenza.

      credo invece che debba essere garantita la stabilita` del prescelto per tutta la durata del mandato, per permettergli di farsi un minimo di esperienza; gia` il rischio di questo sistema e` che in realta` gli estratti a sorte finiscano col farsi condizionare dai dirigenti dei vari miniseteri, nella loro funzione di esperti a vita (lavorativa) non eletti da nessuno.

      • Mah, quello poi titolare è, anche se lui non si presentasse non è che andrebbe sostituito per forza : questo, del resto, vale anche per i politici. A meno che, naturalmente, e questo mi sembra il tuo caso, tu preferisca comunque sostituirli per aumentare il numero dei presenti

        • va garantita la piena rappresentanza (con i deputati estratti a sorte) di chi non vota, altrimenti il sistema salta.

          e come viene sostituito un deputato che si dimette da un altro del suo partito, cosi` deve essere sempre sostituito anche il deputato estratto a sorte, e le sue dimissioni devono seguire quantomeno le stesse procedure di tutti gli altri.

          i quali altrimenti sarebbero velocissimi a fare sparire dal parlamento tutti gli ospiti che potrebbero faqre loro ombra.

  2. e l’obbligo di partecipare andrebbe garantito da una norma valida per tutti gli eletti, che prevede la decadenza dopo tre assenze ingiustificate consecutive.

    in alcuni organismi rappresentativi c’e` gia`, anche se naturalmente oi non viene fatta rispettare.

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