quando la mamma e` stronza – 215.

* * *

Ok, ammetto la mia colpa: ho avuto una madre molto sgradevole.

E aggiungo, per confessarmi fino in fondo, che me ne sono reso conto molto tardi, verso i trent’anni, non prima.

(mia sorella, del resto, non se ne e` resa conto mai, quindi meglio tardi che mai, dico per me stesso).

Peggio: secondo me mia madre era una borderline, in senso generico: viveva ai limiti della malattia mentale, senza superarli quasi mai, riuscendo a recitare bene la parte della donna brillante e spiritosa, perfino colta e anticonformista.

 * * *

Un momento: in che senso avere una madre simile e` una colpa?

Nello stesso esatto senso nel quale e` una colpa qualunque altra colpa.

Per colpa io intendo rigorosamente ed esclusivamente quello che ti rende sgradevole agli altri.

Non mi si venga a dire, per favore, che pero` ci sono altre colpe di cui noi siamo veramente colpevoli e qui invece gioca il caso.

Sara` caso, ma quel caso ha il mio nome e cognome e la mia data e ora di nascita, e condivide anche il luogo, ospedale di Conegliano, ore 11:40, “il bambino e` morto, signora”, e invece non era vero.

Dire che avere quella madre non e` colpa mia, e` come dire che non e` colpa mia se vivo tra pulsioni di fuga, se non tollero le intrusioni della figura materna nelle vite altrui, ne` di alcuna donna in profondita` nella mia, se estendo alla mamma la diffidenza che si giudica normale, invece, verso le suocere, che sono poi soltanto la mamma dell’altra. 

* * *

Non siamo colpevoli di quel che siamo, nel senso rigoroso del concetto di colpa.

Ma questo non impedisce agli altri di considerarci tali, ed e` molto giusto che sia cosi`.

Perche` e` sgradevole e sbagliato imporsi di frequentare una persona sgradevole, e non bisogna sentirsi in colpa se, invece di aiutare chi ha dei problemi, preferiamo evitarlo.

Ecco, il concetto di colpa serve appunto ad aiutarci ad evitare le persone sgradevoli, e in questo senso io mi definisco in colpa.

Se io sono colpevole di essere sgradevole, mia madre, che era sgradevole, era probabilmente anche colpevole.

Ma io questo non potevo pensarlo, dato che non potevo fare a meno di evitarla.

* * *

Ma non e` questo il cuore di quel che voglio dire, anche se ci assomiglia molto.

Con queste righe vorrei soltanto spezzare una piccola lancia a favore di tutti coloro che hanno il problema di come liberarsi di una madre sgradevole, o in termini piu` prosaici stronza.

Naturalmente esiste un tasso percentuale piu` o meno attendibile di donne stronze (e di uomini) nell’insieme.

I padri stronzi non sono meno numerosi, credo, delle madri stronze.

E ovviamente la probabilita` di trovarsi addosso una madre sgradevole dovrebbe piu` o meno coincidere con la probabilita` di incontrare una persona sgradevole di sesso femminile: quindi abbastanza alta.

Anzi, ecco un esame di coscienza che consiglio a chiunque: credi di essere una persona sgradevole?

Allora guardati bene attorno, se hai dei figli o altre relazioni affettive profonde: perche` e` impossibile che tu non sia anche un genitore stronzo o un coniuge stronzo o un amante stronzo.

 * * * 

Le mamme stronze questo lo sanno bene, e quindi hanno inventato una precisa strategia per sfuggire alle proprie colpe.

Questa prevede che si possa essere donne stronze con tutto il resto del mondo, ma delle mamme perfette per i propri figli.

Naturalmente e` una cosa assurda, ma come lavaggio del cervello funziona.

Le mamme stronze sono dunque impegnatissime a tenere i propri figli (gli unici che possono sperare che non si accorgano subito quanto sono stronze) in un cerchio rinchiuso, l’asfittico orizzonte della famiglia.

Ne devono fare degli esseri asociali, devono richiudere le loro prospettive all’interno della semicecità` familiare.

Se poi i figli sono pieni di problemi, questa e` veramente la soluzione perfetta per la madre stronza: un figlio o una figlia incapaci di relazionarsi con gli altri e legati alla mamma a filo doppio.

* * *

Per farlo, le mamme stronze sono disposte a tutto, e hanno a disposizione un’arma formidabile, che e` quella dell’amore incestuoso.

Non ho detto del sesso incestuoso, questi sono casi limite; parlo dell’amore incestuoso: quello che non ti permette di distaccarti dalla mamma che ha un bisogno patologico che il figlio o la figlia la ami, che non riesce a sopportare che possa essere portatrice di una esistenza autonoma in cui lei non c’e` piu` (come del resto normalmente prima o poi succede).

Che condivide fino in fondo, come una piovra bisognosa di cibo, la vita emotiva dei figli e non li lascia mai maturare del tutto.

 * * * 

Credo che questo nella donna possa diventare un istinto, cioe` un bisogno incontrollato.

Il sole che acutizza tutti gli istinti, rende questo bisogno patologico particolarmente forte nelle regioni del sud, dove le pastasciutte e i manicaretti sono uno degli strumenti che ribadiscono la dipendenza dalla tetta virtuale materna, anche quando si e` inaridita.

Ecco la mamma che cucina, che lava, che stira, che fa la serva, purche` i figli le restino attaccati.

Ecco la donna per la quale la famiglia e` l’unica istituzione sociale e che non sa neppure immaginare comunita` piu` vaste con leggi piu` universali.

Ecco la mamma che protegge i figli assassini o ladri, e non ci trova nulla di male, perche` per lei la famiglia e` tutto, anche se questo significa che dopo la famiglia c’e` soltanto la mafia.

  * * *

Ecco la mamma corrotta e corruttrice.

Ecco la generatrice del familismo amorale della gente del Sud, che i sociologi hanno imparato a riconoscere, e le mamme no.

E che il vostro blogger preferisce chiamare mammismo, rovina dell’Italia.

Da qualche parte qualcuno scrivera` mai un manuale per insegnare come liberarsi della mamma?

26 risposte a “quando la mamma e` stronza – 215.

    • storie speculari, allora.

      il genitore problematico genera il figlio blogger?

      e` ovvio che il problema in una donna tende a rovesciarsi.

      conosco altre che avrebbero forse potuto scrivere un post simile, mettendo padre al posto di madre, e la storia sarebbe stata quasi uguale.

      per qualche strano motivo, tuttavia, a me viene naturale pensare che dove si trova un cattivo padre occorre approfondire anche la figura materna, che ritengo corresponsabile.

      invece non mi viene altrettanto naturale fare altrettanto col padre.

      forse perche` il realta` l’uomo se lo scelgono sempre le donne?

  1. Oh, Bort, c’è ancora tanto “livore” in te…
    E mi dispiace perché colgo alcune tue difficoltà.
    Ti abbraccio
    gb

    • carissima gelso,

      grazie davvero della tua sensibilita`.

      eppure a me sembra di essere oramai pacificato.

      scrivo queste cose, a volte con la durezza che mi sembra necessaria e questo post e` molto libero da questo puno di vista, per aiutare altri ad uscire da situazioni simili, senza farsi condizionare troppo dal conformismo che vuole che la mamma sia sempre perfetta.

      poi beati coloro che hanno una buona mamma, come non ne mancano proprio, e forse saranno anche facilitati nel cercarsi una donna serena e felice come compagna.

      qui sono andato verso una confessione spietata, che puo` anche mettermi in cattiva luce, socialmente parlando; pero` l’eta` aumenta gli obblighi di sincerita` che si hanno se si vuole trasmettere la propria esperienza.

  2. Se posso… io non credo che dove c’è un cattivo padre andrebbe anche analizzata la madre. Purtroppo la figura del padre, oggi, è molto marginale, lo vediamo dalle tragedie familiari in cui è quasi sempre il maschio a impazzire creando anche gravi conseguenze. La madre è, penso per tutti, il fulcro attorno a cui ruotano la formazione del carattere, della personalità dei figli. Il padre è spesso ininfluente, ma di questo non è colpevole la sua compagna, anzi. So di donne che hanno fatto l’impossibile per coinvolgere l’uomo di casa nell’educazione dei figli, con risultati minimi. Il problema, semmai, è nella figura maschile, che sta diventando (da marginale a) inesistente. Poi si creano legami complessi, anche malati tra figli e madri, legami ossessivi e sbagliati, da qui la difficoltà a distaccarsi dalla genitrice in età adulta. Immaturità, problemi contingenti dovuti anche ai costi di una collocazione in abitazioni da single, fanno il resto. Così ci si può allacciare al libro di Scarpone, che vede nella rimanenza fino a tarda età dei figli in famiglia una condizione patologica. Bortocal carissimo, i genitori problematici possono crescere figli poco felici, ma esserlo è impegno da parte dei figli stessi, i quali sicuramente ne risentiranno, ma se dotati di buona sensibilità e di notevole intelligenza (e credo tu queste doti le abbia in abbondanza), potranno costruirsi comunque una soddisfacente esistenza. E poi: essere genitori è difficilissimo, alzi la mano chi non ha avuto (o ha) qualche problemino con chi li ha messi al mondo. Potremmo chiacchierare riempiendo tutto il web, ma gli esempi sono infiniti, dipende da parecchi dettagli la felicità di ognuno, e sappiamo bene che è essa il sogno comune dell’umanità, ma…siamo sicuri che tutti coloro che sono stati tanto amati, coccolati, con entrambi i genitori presenti e partecipi… siano tutti felicemente realizzati? Non è detto. Come non è detto il contrario. Non voglio annoiare oltre… buona domenica.

    • e grazie di aiutarmi ad approfondire subito, invece, tu personalmente. certamente non annoi, anzi poni problemi molto interessanti. c’e` veramente da discutere senza fine.

      tu poni l’indice accusatore verso la figura del padre, piuttosto; non mi meraviglia, fa parte di una moda; pero` certamente un’esperienza di vita non breve mi induce a smentire – a quel che ho osservato io – che la figura del padre sia molto marginale oggi, credo che tu intenda dal punto di vista educativo; men che meno direi che “la figura maschile sta diventando (da marginale) inesistente

      a me pare che, almeno in confronto ad un paio di generazioni fa, sia vero piuttosto il contrario: i padri oggi sono molto piu` presenti di un tempo nell’educazione dei figli, o meglio sono piu` presenti attivamente e di persona; in passato il ruolo del padre era quello di incarnare un principio di autorita`, possibilmente tremendo: quindi era sempre presente, come figura virtuale, ma pochissimo di persona. oggi e` molto piu` facile che un padre educhi direttamente i figli, e direi che questo processo e` cominciato gia` con la mia generazione: io stesso sono stato un padre di questo tipo.

      poi non so quanto questo modello si sia diffuso in tutti gli ambienti; e tuttavia ho conosciuto anche donne che, per la realizzazione professionale, hanno delegato l’educazione dei figli al partner.

      e` questo bene o male? non lo so dire: certamente i bambini di oggi hanno a che fare con genitori dai ruoli meno netti.

      sono in disaccordo anche sull’affermazione che e` quasi sempre i maschio ad impazzire nelle relazioni che vanno a finire male.

      penso piuttosto che la forma di impazzimento sia diversa fra maschi e femmine: il maschio manifesta il suo malessere fisico violentemente; la femmina lo mantiene piu` di freuqnete nell’ambito di una psicosi quotidiana e apparentemente tranquilla, ma non meno pericolosa.

      non diro` che dietro un maschio che impazzisce c’e` sempre una donna che lo fa impazzire, pero` le capacita` femminili di indurre esaperazioni e tensioni insostenibili non vanno sottovalutate, soprattutto in questi tempi di mito del femminicidio imperante.

      concordo invece del tutto sul fatto che “essere genitori è difficilissimo” e lo e` soprattutto perche` i figli sono diversi l’uno dall’altro e quindi non esiste un modello educativo che possa essere applicato a tutti con successo.

      ci sono famiglie dove questo e` piu` che evidente, con lo stesso tipo di educazione impartita a bambini che hanno pochi anni di differenza e la riuscita e` perfetta in un caso, mentre nell’altro l’esito e` catastrofico.

      del resto l’educazione stessa non si svolge in una bolla di vetro, all’educazione concorre l’ambiente tutto intero, che i genitori non possono controllare.

      nulla puo` essere gestito in modo rigoroso e con sicurezza dei risultati, per cui forse la prima ricetta per essere buoni genitori e` di avere una certa dose di fatalismo, di pensare che il fattore biologico determina il 50% o 60% dei risultati dell’educazione e del restante 40 o 50% non e ` neppure detto che la parte prioritaria sia data dalla famiglia.

      quindi d’accordissimo che non tutti coloro che sono stati tanto amati, coccolati, con entrambi i genitori presenti e partecipi… siano tutti felicemente realizzati, cosi` come sul contrario: non tutti coloro che non si sono realizzati devono attribuire la colpa all’educazione ricevuta dai genitori.

      ma soprattutto poi alla fine il messaggio piu` importante lo dai tu:

      essere felici è prima di tutto impegno personale nostro e attribuire ai genitori la colpa della propria infelicita` e` assurdo e sbagliato: anche se siamo stati educati male, dipende da noi costruirci comunque una soddisfacente esistenza.

      ma il passaggio principale per riuscirsi e` di sottoporre ad analisi e a critica le figure dei genitori, senza ostilita` preconcette o scarico di responsabilita`, ma soltanto per conoscersi meglio.

      per questo direi che la critica della madre stronza, come ho scritto ironicamente qui sopra, e` utile che sia fatta, e qualche buon esempio potrebbe aiutare i piu` deboli a mettere meglio a fuoco il problema.

      anche io ho abusato della tua pazienza, ma mi pare che non siamo, entrambi, a favore dei discorsi a slogan…

      • Quel che conta è confrontarsi, avere un dialogo e ciò è molto costruttivo, no? Mah, al di là dei nostri post (forse persino opinabili), io ti ho parlato di dati e sono allarmanti. Pochi i padri interessati veramente ai figli, quasi tutte le madri, invece, che “sentono” d’essere gentirici. Conosco maree di donne incavolate con il loro partner proprio per la facilità e per la superficialità con cui fanno i padri. Conosco maree di donne che provvedono al mantenimento dei figli senza avere un supporto concreto dai loro ex. Poi, per carità, esistono i padri, quelli veri, quelli come il mio, che ha sempre messo i figli al primo posto e li ha cresciuti accanto alla sua donna, mia madre, senza mai abbandonarli. Conosco anche padri disperati perchè le loro ex sono madri snaturate, ma nel mio percorso esistenziale ne ho visti davvero in minoranza. Poi… per riallacciarmi al mio intervento iniziale:: parlano i fatti. Quanti omicidi uomini? Quante le donne? Quante famiglie sterminate dal maschio e quante dalla femmina? Sì, nemmeno a me piace esaurire un discorso in due parole, e ti ringrazio, Bortocal per la tua gentilezza nel sopportarmi. Vero è che felici con madre o senza lo dobbiamo a noi stessi, senza farci fregare da sensi di colpa o da rimpianti. Giusto per assaporarci questa fetta di vita che ci è stata consegnata nelle mani, ovvio. Ma l’essere umano è abitudinario, non dimentica, ricerca, quasi patologicamente, di capire alcuni perché dei suoi errori o di quelli dei suoi genitori. Il come mai e il quando, ecc, ecc. Siamo tutti anche autolesionisti? Forse. E siamo tutti dei figli (o lo siamo stati) e dunque non ce la facciamo proprio a non guardarci indietro e se abbiamo avuto una madre stronza non lo dimenticheremo mai. Un abbraccio

        • veramente non mi pare che tu stia parlando di dati obiettivi, ma di percezioni soggettive, che sono contrarie ai dati obiettivi.

          indubbiamente il ruolo genitoriale prevalente in media e in generale e` ancora quello della donna, non si discute.

          ma il punto su cui stiamo discutendo non e` questo: e` se OGGI i genitori maschi si occupano dei figli DI PIU` o di meno CHE IN PASSATO.

          e che i maschi nelle societa` occidentali svolgano oggi ruoli parentali molto di piu` che in passato e` altrettanto indiscutibile.

          basta pensare che e` nata addirittura una nuova parola per indicare una situazione quasi sconosciuta in precedenza: il mammo.

          oppure che ci sono anche casi di separazioni o divorzi nei quali i figli vengono affidati al padre – tra parentesi e` stata anche una mia esperienza personale diretta.

          questo anche se il carico educativo resta ancora prevalentemente femminile e anche se sono vere tante altre situazioni che citi.

          ma l’oggettivita` viene facilmente negata da chi segue una diffusa e fastidiosa propaganda anti-maschile in atto in questo momento in Italia per motivi di bassa cucina elettorale, almeno a mio parere.

          secondo me dire che “la figura maschile sta diventando (da marginale) inesistente” esprime una ostilita` soggettiva contro la figura genitoriale maschile, serve a rovesciare addosso ai maschi in generale una sequela di rimproveri (meritati soltanto in alcuni casi), ma e` infondata alla luce di una analisi obiettiva della situazione.

          ciao!

Scrivi una risposta a bortocal Cancella risposta