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che paese di ipocriti conformisti e bigotti.
vi ricordate le polemiche di un mese fa per quel che disse Grillo sulle mammografie?
occorreva inventarsi qualcosa per metterlo in cattiva luce prima delle elezioni, anche se e` servito a poco.
e allora i giornalisti servi si lanciarono su una sua frase vagamente critica sullo screening mammografico di massa; il ministro della Sanita` espresse tutto il suo sdegno.
oggi leggo proprio su Repubblica , che fu la cassa di risonanza di questa campagna, visibilmente fondata fin dall’inizio su mistificazioni, un articolo dal titolo Mammografia, “Nuove evidenze dei benefici tra i 50 e i 74 anni”. Ma gli esperti si dividono.
la seconda parte del titolo serve a mascherare in qualche modo che la prima parte del titolo e` falsa.
come ora dimostrero`, sulla base di quel che si scrive in quello stesso articolo.
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Repubblica riassume un articolo del New England Journal of Medicine.
un gruppo di 29 esperti di 16 paesi diversi e` stato chiamato dall’Agency for Research on Cancer (Iarc), agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanita`, per una valutazione aggiornata, dopo quella del 2002, sull’utilita` delle tecniche di prevenzione del cancro al seno fondate sullo screening mammografico di massa.
nel gruppo c’era anche Anthony Miller, professore emerito all’università di Toronto, che un anno fa aveva pubblicato sul British Medical Journal i risultati di una ricerca condotta su 90 mila persone e aveva affermato che non c’era nessuna evidenza di benefici dello screening sulla mortalità per cancro al seno.
Nel 2002 il rapporto dello Iarc affermava che vi era
“inadeguata” evidenza dell’efficacia degli screening per le donne di meno di 40 anni,
“limitata evidenza” per le donne 40-49 anni,
“sufficiente” solo per le donne 50-69 anni
e di nuovo “inadeguata” per le over 69.
il nuovo rapporto 2015 evidenzia
una utilita` meno evidente per le donne da 40 a 49 anni (i dati non sembrano cambiati dal 2002)
e sufficienti evidenze per le donne dai 50 anni in su, comprese, adesso, anche quelle dai 70 ai 74 anni.
ma la decisione e` stata presa a maggioranza; per una minoranza la definizione giusta era quella di una limitata evidenza anche per queste classi di eta`.
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ma c’e` ben di peggio, ed ora tenetevi forte.
se si fanno abitualmente mammografie, “c’è una sufficiente evidenza di un aumento della probabilità di insorgenza del cancro al seno dai 50 anni di età, sebbene questo rischio è sostanzialmente controbilanciato dalla riduzione nella mortalità”.
questa sufficiente evidenza risulta approvasta all’unanimita`.
in poche parole il cancro al seno puo` essere provocato anche proprio dalla mammografia: le radiazioni ionizzanti possono indurre il tumore.
cioe`, avete capito bene: prima dei 50 anni non risulta che le mammografie di massa riducano il rischio di mortalita` per cancro al seno.
le riducono, pare, ma non e` troppo evidente (e` evidente a maggioranza), per le donne di piu` di 50 anni, ma e` anche abbastanza evidente che pero` le mammografie aumentano a loro volta il rischio di tumore al seno.
si`, si dice, ma in sostanza questo rischio e` BILANCIATO dalla riduzione della mortalita`.
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perfetto! in sostanza il bilancio e` in pareggio: in sostanza, badate bene.
cioe` noi sviluppiamo programmi di cosiddetta prevenzione, costosissimi, per provocare con questi programmi, nella migliore delle ipotesi, un numero di casi di tumore sostanzialmente pari a quelli che riusciamo a rendere non mortali.
mi gratto la testa incredulo: questo significa, in poche parole, che i programmi di screening mammografico di massa AUMENTANO il numero dei casi di cancro al seno, ma DIMINUISCONO il numero di quelli che risultano mortali.
insomma, sono il programma perfetto per MOLTIPLICARE IL NUMERO DELLE PAZIENTI, facendo leva sulle loro paure.
l’unica funzione di questi programmi e` di dare alle donne una falsa sicurezza di potersi proteggere da questa orrenda malattia.
ma questa sicurezza e` falsa!
lo screening aumenta la possibilita` di curare la malattia e di guarire, ma nello stesso tempo aumenta anche la possibilita` di ammalarsi.
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ora io non ho scritto questo post per difendere Grillo, del quale poco mi importa, ma perche` mi sono spaventato leggendo queste notizie.
la campagna contro di lui ha fatto leva (come era chiaro sin da allora) su pregiudizi popolari poco fondati (o meglio fondati sulla paura delle donne) e su una spaventosa mancanza di informazione.
ecco un caso da manuale di abuso della credulita` popolare.
ma occorre individuare questi giornalisti indegni del lavoro che svolgono e cominciare a indicarli chiaramente.
creda loro chi vuole essere manipolato, dopotutto puo` essere anche molto comodo farsi manipolare…
ma chi tiene alla propria liberta`, tolga loro ogni credito, gli scavi la terra sotto i piedi.