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non esiste, naturalmente, un’eta` particolare per diventare saggi.
la scommessa e` aperta a tutti.
ma e` piu` facilmente l’ultima della vita, semplicemente perche` e` quella che ti da` l’ultima possibilita`.
e mette bene in chiaro: ora o mai piu`.
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chi ha sempre rinviato o non ci e` mai riuscito, colga il momento, anzi l’attimo, giochi la sua ultima scommessa.
e se e` gia` pronto a perderla, forse riuscira` a vincerla.
saggio potrebbe essere gia` soltanto rassegnarsi a non poterlo diventare.
Da cosa riconosci un vecchio coglione? Dal fatto che si crede saggio e degno di rispetto solo perché é piú vecchio di te!
pfui…
mi pare di averla sfangata giusto per un pelo… 🙂
La saggezza non ha età.
Anche questo aspetto non è più…
su questo mi tocca essere d’accordo con i rettiliani… 😉
anche se rimane il fatto che una esperienza di vita piu` ampia dovrebbe aiutare a trovare uno sguardo piu` generale, e questo a sua volta dovrebbe aiutare a trovare la saggezza.
ma e` evidente che una eta` matura, se la vita e` stata povera di vissuto, non rendera` improvviamente saggio uno che ha mai neppure provato a diventarlo.
Sai, mio padre mi diceva che ai suoi tempi c’era la mentalità secondo cui bisognava rispettare SEMPRE quello più anziano di te, anche se era un vecchio coglione analfabeta e dialettale. Confermi?
Come risultato, adesso l’Italia e’ piena di sessantenni/ settantenni che hanno passato la vita a subire il nonnismo dei loro vecchi e che ora si sentono in diritto di opprimere quelli più giovani di loro, soprattutto sul lavoro. Aggiungi il fatto che in Italia la classe dirigente e’ formata da settantenni, e hai capito perché e’ andato tutto a puttane. Sono fortunato ad essere emigrato, qui i vecchi se ne stanno per conto loro e non si danno arie di grandi saggi di staminchia!
mi trovi paraculo se rispondo che trovo corretto rispettare tutte le persone in difficolta`, e ovviamente un anziano di solito rientra fra queste?
trovo interessante che tu sia all’estero: dove, se posso, esattamente?
anche io lo sono stato e trovo che sia un’esperienza fondamentale per aprire la mente.
sul resto: la generazione dei settantenni (Monti), dei sessantenni (Grillo), degli ottantenni o quasi (Berlusconi o Prodi), dei quarantenni (Renzi e i suoi).
francamente non mi pare problema di generazioni e nelle mani dei quarantenni non mi sento affatto sicuro.
poi sono stato un piccolo dirigente anche io, nel mio settore, e considerato abbastanza rompicoglioni solo perche` esigente e poco propenso a favorire le piccole cricche paramafiose: sinceramente non ho mai provato gusto a prendermela con i piu` giovani.
so che non parlavi di me, pero` trovo che chi dirige deve sapere vedere le competeneze indipendentemente dalle eta`: mi pare un requisito minimo…
UK, se avessi visto il mio blog lo avresti notato. Per il resto, quasi ogni volta che ho a che fare con un over 60 devo vedermi davanti un imbecille assoluto che si da le arie del grande saggio solo perché è nato prima, con in più il fatto di non capire niente del mondo moderno e di ripetere le stesse idiozie che andavano di moda negli anni ’70 con la spocchia di chi sta pronunciando le parole di saggezza. Con tutto questo, si tratta della generazione che ha fatto il debito pubblico italiano, sapendo benissimo che se lo sarebbero goduto loro e lo avremmo pagato noi. Ogni volta che sento un vecchiardo bofonchiare che loro si danno da fare e che noi giovani d’oggi non abbiamo voglia di fare un cazzo, mi viene voglia di rompergli un femore a manganellate…
PS: Il fatto che una persona sia in difficoltà non vuol dire necessariamente che sia una persona decente o meritevole di aiuto. Ci sono tante persone in difficoltà che si meritano solo una pietrata in testa per farle andare sotto più in fretta.
ho provato a riguardare, ma ancora non l’ho trovato che fossi nel Regno (semi)Unito.
siccome sto (non per mia colpa) nella generazione degli ultrasessantenni e rischio di peggiorare non a molto, vorrei gentilmente fare presente che il debito pubblico iniziato negli anni Settanta fu fatto principalmente da politici della generazione precedente alla nostra (hai presenti gli Andreotti e i Craxi) e nonostante la viva opposizione sociale e politica della maggior parte della nostra generazione, a cui i tempi consentivano di essere molto più attiva, e il suo sviluppo fu proseguito da Berlusconi anche per interessi aziendali evidenti legati alla pubblicità.
giusto per non non prenderci delle colpe storiche che non sono e nostre.
e poi, va be’, ma capisco che da tuo punto di vista le colpe di una generazione vanno date in blocco, anche a chi si è sempre opposto e ha sempre denunciato i pericoli del debito.
un esempio?
http://bertolauro.blogs.it/2006/01/22/27_la_dilatazione_dell_elastico~494990/
mi rompe un poco i coglioni, ma capisco che c’è poco da fare, ma perché dovrei essere considerato personalmente responsabile di un debito che ho combattuto sempre?
sta storia assomiglia molto al cornuto e mazziato.
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io a pietrate in testa non mando sotto nessuno.
mi accontenterei che potesse decidere di morire in pace, quando vuole, chi lo sceglie.
Purtroppo non afferri il problema: c’è molta gente incazzata in modo bestiale, e la gente incazzata in tal modo non perde tempo a fare differenze e a cercare i colpevoli. Anzi, spesso preferiscono fare secco un innocente, piuttosto che rischiare di lasciare vivo un colpevole. Nessuno ti chiederà se eri d’accordo o no: sei uno di quella generazione, questo basta per finire al muro. Se avessi una vaga idea della carica d’odio che c’è verso quelli della tua generazione, non usciresti neanche di casa. Quelli della mia generazione sono stati sfruttati come schiavi, presi per il culo, imbrogliati, rapinati del futuro e lasciati senza alcuna speranza. Ti pare che gente così sia in grado di pensare “No, questo è dalla nostra parte”? E’ un pò come per i negri africani razzisti, per loro tutti i bianchi sono i malvagi imperialisti che gli hanno rapinato il continente (cazzata). Non so se mi spiego…
be` non dubito che ci sia gente incazzata, ma per mia fortuna vivo in un contesto dove non mi sento in pericolo, e nel caso saprei anche difendermi.
evidentemente ciascuno trova il mondo che cerca o che si merita.
quanto al razzismo americano mi aspettavo che tu citassi quello contro i neri, ma ci hai una bella fantasia distorta, vedo: sei riuscito a scovare il razzismo dei neri contro i bianchi: complimenti! 🙂
Prego, ti assicuro che ci sono molti neri razzistissimi che sbavano di odio razziale verso tutti quelli meno neri di loro. Per il resto, dovresti conoscere la polemica anticolonialista e il fatto che molti si attacchino a un passato coloniale per giustificare il fatto che il loro paese sia una fogna a cielo aperto e per dare la colpa qualcun altro.
certo che ci sono molti negri razzisti, anche se finora storicamente il loro razzismo ha fatto molto meno danno del nostro.
ed e` normale che sia cosi`, dato che il razzismo e` tendenzialmente collegato ad un basso livello formativo.
conosco bene anche certe polemiche anti-colonialiste che usano argomenti che rientrano nel campo delle bufale: proprio di recente mi e` stato proposto, mandandomi del materiale, di scrivere un post riprendendo alcuni temi di questa propaganda che circola in rete, ma ad una rapida analisi si trattava di notizie spazzatura e mi sono rifiutato.
rimane il fatto storico enorme della devastazione dell’Africa prodotta dallo schiavismo occidentale in alcuni secoli (se l’Africa oggi e` cosi` e` anche per questo suo passato) o di tragedie come il genocidio condotto dai belgi nel Congo a fine Ottocento (calcolo attendibile 10 milioni di vittime).
forse dovremmo essere piu` consapevoli delle nostre responsabilita` storiche; poi il razzismo al contrario di alcuni neri va combattuto, naturalmente, usando gli argomenti a disposizione: pero` non risultano al momento ancora linciaggi o omicidi a loro carico, e sembra piuttosto una distorta reazione difensiva.
pero` il vero problema del razzismo lo hai gia` accennato in un altro commento: il razzismo e` una forma di odio e i sentimenti non si contrastano con gli argomenti razionali, se prima non hai formato le persone a un minimo di autocontrollo razionale delle proprie azioni.
mi spiace dirlo, e capisco bene a quali rischi mi espongo, ma il razzista e` di solito una persona malriuscita da questo punto di vista.