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che cosa si prova ad essere dentro una catastrofe storica, uno di quei momenti in cui le cose cominciano ad accelerare precipitosamente, e non e` un caso, perche` siamo dentro al crollo improvviso (ma preannunciato da molti scricchiolii, tonfi e rumori cupi) delle istituzioni dentro le quali si e` svolta la nostra vita negli ultimi decenni, che infatti stanno collassando come travolte da uno tsunami?
che cosa si prova a trovarsi di colpo immersi in un conflitto interno al proprio orizzonte mentale consueto e che non vede i facili nemici esterni, in fondo rassicuranti in termini identitari?
che cosa si prova a sentire che di colpo ci si trova travolti da tensioni fortissime che hanno una concreta possibilita` di trasformarsi in conflitti aperti e a scoprire che la propria Europa e` gia` ridiventata il campo di battaglia di guerre per ora non ancora armate, ma che potrebbero facilmente diventarlo?
evidentemente si prova un grande bisogno di punti fermi.
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ora, una cosa certa e` che io non sono in grado di darne e non ci penso nemmeno.
tuttavia provo a mettere in guardia dall’aggrapparsi ad alcuni punti fermi falsi, che tali non sono per niente e che potrebbero farci piu` facilmente travolgere.
se poi questa critica dei punti fermi falsi altrui possa aiutare a trovare dei punti fermi reali, questo dovranno dirlo i lettori eventuali.
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il primo mantra ripetuto alla nausea ad una opinione pubblica italiana da tempo condotta fuori della realta` e` che la scelta in Grecia sarebbe fra l’euro e la dracma.
lo ha appena dichiarato perfino il nostro ineffabile Renzi, in parte per ignoranza nativa, in parte per piccole strumentalizzazioni interne, in quanto pensa che la vittoria del si` nel referendum greco potrebbe essere di buon auspicio anche per lui.
non e` vero: i Greci semplicemente non vogliono uscire dall’euro (non sono idioti) e i trattati europei non prevedono neppure che si possa, senza uscire contemporaneamente anche dall’Unione Europea.
il fallimento probabile a questo punto della Grecia come stato non implica affatto che la Grecia esca dall’euro; per farlo dovrebbe uscire anche dall’Unione Europea, ma nessuno o quasi in Grecia propone di farlo e, soprattutto, uno stato non puo` essere espulso dagli altri.
quindi l’Unione Europea dovra` abituarsi a convivere con uno stato fallito, che usa la moneta comune, a meno che non vi sia una rottura drammatica della legalita` dei trattati europei, che toglierebbe immediatamente ogni legittimita` all’Unione Europea stessa.
da questo punto di vista la decisione di escludere la Grecia dalle ulteriori discussioni dell’eurogruppo dopo il mancato raggiungimento dell’accordo e` di una gravita` inaudita e tale da rendere nulle giuridicamente tutte le decisioni prese in quella sede.
ma siamo evidentemente in una guerra non dichiarata del resto dell’Unione Europea alla Grecia, e parlare di legalita` in guerra e` una cosa ridicolmente ingenua…
guerra a cui partecipa anche la sventata Italia di Renzi, sia chiaro.
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il secondo punto fermo a cui vi sconsiglio di aggrapparvi, perche` inconsistente del tutto, ed il secondo mantra senza fondamento e` quello del dramma greco.
in questa situazione invece il resto dell’Europa ha molto piu` da perdere dalla crisi greca della Grecia stessa.
e non solo perche` il tenore di vita greco e` gia` stato ridimensionato molto piu` ampiamente di quello dei restanti paesi europei, ma perche` nel suo fallimento la Grecia non ha che da perdere le proprie catene, rappresentate dal peso debordante di oltre 200 miliardi di debiti e dai loro interessi.
se la Grecia non risulta in grado di restituirli o non ritiene di farlo alle condizioni che si tenta di imporle, il vero dramma e` quello dei suoi creditori, che subiscono una perdita simile, dato che sono a loro volta indebitati.
e ovviamente tutti sappiamo che il paese messo peggio in Europa dopo la Grecia e` l’Italia, e che stiamo rischiando di fare la stessa fine anche noi.
chi ha condotto le trattative con la Grecia le ha fatte a partire da una presunzione infondata di superiorita` e da una condizione psicologica fasulla di estraneita` che saranno probabilmente pagate molto care.
e chi non si e` battuto con determinazione per rompere l’accerchiamento della Grecia (parlo ancora di Renzi) ha confermato la mancanza di una visione strategica che lo rende inadeguato a guidare un grande paese.
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il terzo mantra dal quale mi sento di mettervi in guardia e` che il referendum greco sia anche sul governo Tsipras e che una sconffitta di Tsipras comporti necessariamente le sue dimissioni e nuove elezioni in Grecia.
questo e` cio` che si augurano i suoi nemici, ma sara` semmai una libera scelta di Tsipras, e non credo che la fara` tanto spontaneamentem anche se la accenna indirettamnete adesso.
il referendum l’ha voluto Tsipras, non dimentichiamolo, e si e` gia` impegnato a rispettarne l’esito, anche se dovesse sconfessare la sua proposta di un no: le dimissioni del suo governo sarebbero obbligate solamente se la maggioranza degli elettori greci non andassero alle urne, dimostrando di non approvare la sua scelta di consultarli e di voler lasciare la patata bollente a lui.
si sono sentite in queste ore teorizzazioni molto strane e molto chiarificatrici da parte di varie istituzioni sovranazionali sulla incapacita` del popolo di decidere attorno a temi tanto importanti.
cadono le maschere: lo scopo della iper-plutocrazia mondiale che ci comanda e` quello di spingere gradualmente la maggioranza degli elettori a non andare a votare: quando questo avverra` la democrazia sara` morta di fatto e potra` essere sostituita da forme di governo apertamente oligarchiche.
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la crisi greca ci mette di fronte alla crisi della democrazia, forse mortale e gia` consumata e vede l’arrogante disegno di sostituire al potere del popolo il potere del denaro.
non che questo non governi gia` il mondo, ma sulla Grecia si e rotta l’ipocrisia delle vie traverse e si prova ad affermare il potere dei creditori privati e pubblici assieme, di sostituirsi del tutto alla volonta` del popolo debitore.
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altro da dire di importante riguarda le prospettive geostrategiche di questa crisi che assomiglia terribilimente ad un suicidio programmato dell’Unione Europea e dell’Europa, che appare oggi il grande malato mondiale.
spingere la Grecia fuori dall’euro significa per l’Europa avviare un processo di disgregazione imprevedibile e perdere l’intero fianco sud.
eh si`, esiste una Europa sudista, in questa guerra civile europea, in questa guerra di secessione del nostro continente…
solo che gli schiavisti questa voltra sono dall’altra parte.
se l’Unione Europea va in frantumi, questo significa che nel giro di pochi anni la Grecia, l’Italia, la Spagna entreranno nella sfera del blocco cino-russo.
l’alternativa non e` tra l’euro e la dracma, ma tra l’euro e il reminbi…
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lasciatemi concludere con un paio di citazioni, a proposito delle nostre radici culturali…
Tavola III
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Per chi ha confessato un debito e per cose giudicate, è legale il termine massimo di trenta giorni.
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Dopo questo termine, il creditore si impossessi del debitore e lo tragga in giudizio.
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Se il debitore non paga o qualcuno non si fa garante in giudizio, il creditore porti via con sé il debitore. Lo leghi o con una correggia o con una catena di non meno di 15 libbre, o di maggior peso se vorrà.
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Il debitore se vorrà, viva del suo. Se non vive del suo, chi lo terrà in custodia gli dia una libbra di pane al giorno. Se vorrà, gliene dia di più.
- Al terzo giorno di mercato, (i creditori) possono tagliare i pezzi (del debitore). Se prendono più di quanto gli spetti, non sarà un illecito. (…)
dalle Leggi delle Dodici Tavole, Roma, 451 a. C.
fare a pezzi il debitore insolvente era considerato legale nell’antica Roma, che ha fondato la civilta` europea…
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ANTONIO:
Se vuoi prestare a noi questo denaro, prestalo, non però come ad amici… ché quando mai ritrasse l’amicizia un frutto dallo sterile metallo prestato ad un amico?
Prestalo invece come a un tuo nemico, perché se questi mancherà all’impegno, potrai esigere con miglior faccia il pagamento della tua penale. (…)
SHYLOCK:
Venite insieme con me da un notaio, e avanti a lui firmatemi, voi solo, un impegno formale, con la clausola (ma soltanto così, per uno scherzo) che qualora in tal giorno ed in tal luogo non mi doveste rendere la somma o le somme indicate nel contratto, la penale sarà una libra esatta di carne, della vostra bella carne, da asportarvi dal corpo di mia mano dalla parte che più vi piacerà.
ANTONIO:
D’accordo. Sono pronto a sottoscrivere in piena fede un simile contratto.
SHYLOCK:
Bene, allora a fra poco, dal notaio; aspettatemi là; gli fornirete nel frattempo gli estremi necessari a stilar questa amena obbligazione. Io vado a procurarmi quel denaro
Shakespeare, Il mercante di Venezia, Atto I, Scena III
qui il debitore si impegna col creditore a cedergli una parte del suo stesso corpo; le leggi delle Dodici Tavole sono ancora sullo sfondo.
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10. Privatizzazioni
Il Consiglio di Amministrazione del Fondo di Sviluppo dei Beni della Repubblica Ellenica (HRDAF) approverà il Piano di Sviluppo dei Beni, che includerà per la privatizzazione tutti i beni nel HRDAF come risultavano al 31/12/2014; e il Governo approva il Piano.
Per agevolare il completamento delle offerte, le autorità completeranno tutte le azioni di governo in sospeso, tra cui quelle necessarie per vendere gli aeroporti regionali, la rete ferroviaria TRAINOSE, Egnatia, i porti di Pireo e di Salonicco e Hellinikon (l’elenco preciso nel memorandum tecnico). L’elenco delle azioni è aggiornato regolarmente e il governo garantirà che tutte le azioni pendenti saranno tempestivamente poste in essere.
Il governo e il HRADF annunceranno le date un’offerta vincolante per i porti del Pireo e di Salonicco al più tardi a fine ottobre 2015, e per la rete ferroviaria TRAINOSE ROSCO, senza cambiamenti sostanziali dei termini per le offerte.
Il governo trasferirà le azioni dello Stato in OTE al HRADF.
Adottare misure irreversibili per la vendita degli aeroporti regionali nei termini attuali con il vincitore già selezionato.
punto 10 della Proposta dell’Unione Europea alla Grecia pubblicata ieri.
e ditemi voi se questa e` una Unione…
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la terza guerra civile europea (le altre due furono chimate guerre mondiali) sara` quella fra i creditori e i debitori?
Questa terza guerra è gia iniziata,
è la Germania è i suoi collaborazionisti,Francia è paesi nordici,
pensano che vincendo la guerra economica possono piegare,
i paesi perdenti è renderli tale è quali a dei lager, dove si deve lavorare per mantenere le loro borie.Io spero in un altro miracolo, nella sconfitta di Dario Re dei Persiani al primo scontro,o sarà guerra totale
mi scuso di essere sgarbato, ma sono stufo di commenti nazi-comunisti.
critichiamo la politica del governo tedesco perche` neo-liberista, ottusa, serva del capitale e quant’altro.
ma non perche` tedesca, per favore!
dovrebbe pur esserci ancora una differenza tra la lotta di classe e il nazionalismo razzista!
per dare dei giudizi storici e politici occorrerebbe conoscere un poco di storia e di politica, per non dire semplicemente di realta`.
altrimenti molto meglio stare zitti ed astenersi!
comunque accontentiamoci di tifare insieme contro imperi e satrapi di ogni tipo.