la casa dei sogni – 351.

* * *

Possono i sogni avere una patria o almeno una loro casa?

Possono viverci silenziosamente, aspettando soltanto che l’autore segreto delle loro vite ci ritorni, per avvicinarsi a lui durante la notte e impadronirsi della sua mente?

Oppure sono soltanto le forme dei sogni che restano attaccate, invisibili, alle pareti delle stanze?

Queste forme sono forse soltanto come il linguaggio che si parla in una terra straniera e i sogni usano le loro parole poco abituali per dirci forse la stessa cosa di sempre?

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Certo, mi pare abbastanza umoristico che, appena giunto in Germania, mi aspetti un incubo leggero legato al lavoro che facevo qui, in fondo un sogno banale di ansia di prestazione, non fosse che per i personaggi sbiaditi legati ad un tempo che non esiste piu`.

Comprendo che succede come se fosse proprio la possibilita` di parlare in un’altra lingua che ha permesso all’inconscio di dire apertamente il suo messaggio e di regalare anche a me la paura di essere inadeguato.

Nascosta cosi` bene nella vita lucida del giorno.

Ma cosi` ben radicata che mi ci vuole del tempo, al risveglio, per capire che nulla c’e` di vero, che quel progetto incompleto non e` di qui, che io sono un uomo libero dal lavoro adesso, che non devo rendere conto a nessuno, che e` un successo e non una sconfitta la rottura di un legame inadeguato, o forse di due o di tre, perche` tutti si assommano e soltanto di legami inadeguati sembra fatta la vita.

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Oh, ecco: di questo si trattava, ma non credo che sia molto comprensibile; non lo e` neppure per me.

Il progetto inadeguato, nel quale mancano elementi di valutazione essenziali, e` semplicemente quello della mia vita, allo stesso tempo orgogliosamente ancorata a se stessa e poi cosi` fragile a difendersi da chi la usa ai suoi scopi, indifferente al mio autentico me stesso.

Il progetto di badare meglio a me, che esige cuore di ferro e non di fragile panna rivestito di armature sempre incomplete.

Se la vita e` una giungla dove camminano i desideri altrui, con zanne ed artigli, come hai fatto ad attraversarla sempre fidandoti alla cieca?

Se la societa` umana e` fatta di belve solo provvisoriamente rivestite di abiti civili, come puoi pensare di non farti animale feroce tu stesso?

* * *

Giunto a questa ora tardiva del mio viver mortale so bene tuttavia di non avere alcuna voglia di farlo: conto le ferite e mi dico che non sono gravi.

Guardo la mia ferocia e dico che e` nascosta bene a sua volta negli incastri di un egoismo che e` la mia sola difesa.

Non fidarsi e` una condanna, ma perfino una salvezza.

Forse c’e` un io piu` profondo di ogni profondita` che si deve salvare, ad ogni prezzo.

E` il mio bambino, che ancora vive e sorride a 67 anni, e non si e` fatto ancora cambiare.

* * *

Poco importa se la voce del dovere, rivestita di qualche obbligo tedesco, viene a turbare la sua notte.

Il risveglio e` luminoso e caldo e le ombre romantiche della tristezza tedesca fuggono svolazzando mentre io scrivo, spaventate dalla mia serenita` vittoriosa.

La scrittura e` l’arma segreta che salva la mia irresponsabile infanzia anche sotto i miei capelli oramai bianchi.

15 risposte a “la casa dei sogni – 351.

  1. ho letto a stralci e tanto basta per piacermi. la sensazione di inadeguatezza è la quintessenza dell’uomo che compie le sue scelte, conscio dell’errore che non è dietro l’angolo ma inesorabilmente sempre dentro a noi.
    la consapevolezza unita alla forza di agire, ciononostante, ci rende uomini.
    uomini bambini, adulti o vecchi, non importa: uomini.
    vale anche per il sesso femminile, a scanso di equivoci, anche se per loro non ci sarebbe forse il bisogno di scriverlo 🙂

      • da uomo maschile e femminista, mi piace immaginare che per molte non serva: nè logica, nè parole.
        è che noi tendiamo a categorizzare, e finiamo per categorizzare anche i generi sessuali 😉
        l’importante è percepire la categoria come la nebbia dell’esistenza, e soffiare più forte delle nostre convinzioni.
        per ogni buon soffio, prima di espirare serve inspirare a pieni polmoni.

      • 🙂 ricambio l’arricchimento con un abbraccio, grande. e farò in modo di fartelo avere di persona perchè te lo meriti, per tutto quello che fai e che generosamente condividi.
        cambiare non è cambiare, è solo una diversa percezione di ciò che già si è, moltiplicandoci al di là dei nostri limiti e sicurezze. buon redentore amico mio 🙂

        • hai un invito sempre valido e da mercoledì sono di nuovo in Italia, a casa sui monti, e c’è posto anche per due ospiti, non per uno solo.

          ti ringraqzio di queste parole che mi colgono in un momento di crisi da blog piuttosto forte.

          fra l’altro ho avuto la comunicazione della chiusura dell’altra piattaforma e da mercoledì dovrò dedicarmi completamente al salvataggio di quattro anni di post in una ventina di blog diversi, sob…

  2. Un’analisi profonda e toccante. Ecco quando ti sento vicino. Facciamo sempre i conti con le nostre e le altrui inadeguatezze: rinunciare all’ assoluto e accettare l’ imperfezione, anche degli amori dati e ricevuti è un passo difficile, ma necessario? Pare di sì. Quel “cuore di ferro”, però – non so se ho capito male- non lo metterei tra i miei propositi ( ?!)

    • non è neppure sicuro che sia tra i miei propositi il cuore di ferro.

      qui mi limito a constare una specie di necessità esterna, per essere ferito di meno.

      ma non è poi detto che sia il mio vero mondo questo.

      nella realtà alla fine, infatti, scelgo un quasi eremitaggio per non farmi ferire, anche se non nascondo a nessuno il fondo egoista di questa scelta.

      meglio essere sinceri, direi, anche se non sempre si è coerenti.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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