Se la specie umana e` una chimera – 353.

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La parola chimera nel titolo non e` usata secondo il significato che ha nel linguaggio comune, cioe` come sinonimo di fantasia senza fondamento, ma nel significato specifico che ha assunto in biologia.

La chimera infatti era un animale immaginario con un corpo che consisteva di parti di animali differenti, e dunque in biologia il termine e` in uso per indicare ibridi fra specie diverse.

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La definizione non e` completamente aliena, di solito, neppure nel campo biologico, della sfumatura del significato della parola nel linguaggio comune: si tende infatti ad immaginare che tali ibridi siano generalmente impossibili e anche dove ne nasce qualcuno (come nel celebre caso dell’ibrido fra una cavallo e un’asina, il mulo, o di quello fra un’asino e una cavalla, il bardotto) che esso sia necessariamente sterile.

La ricerca del secolo scorso ha tuttavia corretto questo pregiudizio e dimostrato che possono sussistere anche animali chimera, cioe` ibridi, capaci di riprodursi, purche` il numero dei cromosomi derivante dalla somma dei due diversi corredi cromosomici delle due specie originarie sia pari, e anche se la fecondita`, in una specie chimera, e` generalmente ridotta.

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La fecondita` particolarmente bassa nella specie umana la candida gia` solo per questo al ruolo di specie chimera, ma sono poi venute le ricerche piu` stringenti di Mc Carthy, un genetista americano, che ha riconosciuto nella nostra specie l’effetto di una antica ibridazione fra la specie pan paniscus, quella dello scimpanze`, e la specie suina.

Ne ho gia` parlato in uno stupefatto post, passato a suo tempo del tutto inosservato (come, temo, succederà anche a questo), e dunque non ripetero` neppure per riassunto le informazioni gia` date li`.

Il silenzio che ha accolto quel post e` del resto soltanto una ripetizione molto in piccolo del silenzio che ha accolto nella comunita` scientifica e sulla stampa divulgativa le tesi di Mc Carthy, questo Darwin del ventesimo secolo, che ha avuto tanta meno fortuna del suo predecessore.

Cosi` che il diciannovesimo secolo e` stato il momento nel quale, con enorme clamore, si e` capito che l’uomo discendeva dalla scimmia (o meglio, come diceva quel tale, cercando di ridimensionare l’effetto, che siamo, uomini e scimmie, soltanto cugini), ma il ventesimo secolo e` stato quello nel quale si e` scoperto che quella discendenza riguardava soltanto la linea femminile, e che vi era stato un padre diverso, cosi` che l’uomo non discendeva soltanto dalla scimmia, ma dalla scimmia e dal porco insieme.

Ma questa scoperta, a differenza di quella di Darwin, era stata coperta da una quasi totale congiura del silenzio.

Basti soltanto pensare a quali tempeste ormonali essa e` in grado di suscitare non soltanto nel normale pubblico occidentale, ma addirittura in quello islamico, per il quale essa e` un affronto intollerabile al tabu` della impurita` assoluta del maiale, qui addirittura elevato al rango di progenitore.

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Questo piccolo post dal sapore estivo, perche` scritto nell’afa insopportabile che neppure i temporali quotidiani riescono ad alleviare, vuole soltanto salutare una piccola quasi invisibile frattura nella congiura del silenzio che circonda queste ricerche, del resto lasciate del tutto isolate e non riprese da alcuno.

Nel numero di aprile delle Scienze si recensisce infatti il libro di Michale Books, Oltre il limite, 11 scoperte che hanno rivoluzionato la scienza.

Una di queste scoperte viene riassunta cosi`:

Un altro esempio clamoroso di confini ritenuti invalicabili ed invece valicati riguarda gli esseri vienti. La genesi di organismi chimera, cioe` ibridi fra specie diverse, delle quali una potrebbe essere la nostra, e` sempre meno fantascientifica.

delle quali una potrebbe essere la nostra: sta in questo piccolo accenno lo spiraglio attraverso il quale comincia a diffondersi questa consapevolezza nostra che ci relega sempre di piu` in un ruolo molto difficile da accettare: quella di una stranezza della natura, di un incidente casuale di percorso, del prodotto fragile di un sesso occasionale trasgressivo e chiaramente contro natura: stigma che poi pare avere caratterizzato, almeno potenzialmente, la trasgressività` sessuale esasperata della specie stessa, che invano cerca di costringersi a fare un sesso del tutto naturale, quando sta nel suo stesso patrimonio genetico la spinta irresistibile al famolo strano…

Per non dire di altro ancora, che il calore della temperatura e il cervello che ribolle rendono piu` facile a dirsi, senza paura di essere presi troppo sul serio: e se questa mescolanza stessa non fosse cosi` difficile da realizzarsi in natura da costringerci a pensare che e` stata realizzata da qualcuno in laboratorio?

E in questo caso, da chi? E a quale scopo?

Perche` se la vita e` cosi` balorda e sconsiderata da avere generato noi, che ci consideriamo i padroni stessi della natura, in questo modo talmente assurdo e islacco da risultarci difficilmente crediile, allora davvero tutto e` permesso e anche le ipotesi piu` avventurose e scatenate hanno una loro legittimita`, almeno nell’essere proposte.

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Suvvia, passeranno anche queste giornate d’afa (anzi, nel tempo rivelatosi necessario per riuscire a pubblicare il post di qualche giorno fa, l’afa sembra già quasi passata) e quel che e` scritto con la complicita` del caldo potra` ricominciare ad essere guardato col sorriso di superiorità` della ragione sicura di se stessa.

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digiti nel motore di ricerca Gene Mc Carthy chi vuole dare un’occhiata al mio vecchio post sull’argomento.

5 risposte a “Se la specie umana e` una chimera – 353.

  1. Hey, ma qui dovresti citare la ” chimera di Arezzo ” , un bronzo etrusco, una copia della quale sta proprio davanti alla stazione di Arezzo e la vedevo tutti i giorni quando facevo l’ università. L’ animale che prevaleva era il leone, con varie code “arzigogolate”di vari animali. Guardala su Wikipedia. Per forza mi sono abituata alle personalità multiple. 🙂
    E poi mi viene da ridere se penso che nel Marpiopavone, uno dei miei testi, il soggetto in questione veniva descritto come ” un incrocio tra un uccello galliforme e un maiale” . Che sia stata preveggente?
    Dai, l’ ho buttata sul frivolo 🙂
    Se penso che domani torno giù. ..dove ” si sta come d’ estate nel forno le patate ” mi vanno in fibrillazione tutti i neuroni. E questo è il risultato 🙂

    • un ottimo risultato, direi.

      la Chimera di Arezzo era già nei miei pensieri, e mi sembrava un po’ troppo snob citarla.

      tanto chi la conosce come te non poteva fare a meno di pensarci, e per chi non la conosce la citazione non dice niente…

      non ricordavo invece il marpiopavone del tuo bellissimo libro elettronico (che consiglio di comperare online a chiunque leggesse questo commento).

      certo che sei stata preveggente: siamo appunto l’incrocio fra un maiale e una scimpanzé violentata, pare.

      il che spiega molto della natura umana, per chi vuole vedere.

      e adesso vorrei vederlo il Teilhard de Chardin a farci su una nuova lettura teologica dell’evoluzione!

  2. Pingback: una tigre un poco cane, uno scimpanze` un poco maiale – 125 – cor-pus 15·

  3. Pingback: se l’#uomo-maiale diventa una #chimera – 44 – cor-pus 15·

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