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confronto20150708LIBEROGRAFICI
il grafico che ripubblico, purtroppo non visualizzabile in altra forma, e` decisamente impressionante.
mette a confronto l’andamento della borsa di New York nel 1928-29 (in azzurro) con quello della Borsa di Shanghai nel 2014-15 (in rosso).
i due grafici sono quasi esattamente sovrapponibili, se non fosse che l’andamento sia della espansione sia del crollo in corso in Cina in questi giorni e` molto piu` violento e drammatico.
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siccome la Cina e` stata il principale sostegno dell’economia mondiale dopo l’inizio della crisi del 2008, nella sua espansione che mi e` sembrata del tutto folle, toccandola con mano nel mio viaggio dell’estate scorsa, siamo di fronte alla totale anomalia di una crisi mondiale che, sette anni dopo il suo inizio, conosce non un’uscita, ma un drammatico aggravamento.
come del resto e` logico, se le cause profonde della crisi sono quelle che mi sono sembrate in questi anni di riflessione.
cause che hanno a che fare con l’esaurirsi – prima ancora che delle risorse vere e proprie – della prospettiva che le risorse possano continuare ad aumentare.
molto di piu` che con fenomeni semplicemente finanziari o peggio soltanto economici, che sono il sintomo, ma non l’origine della malattia.
ma alla dimunizione delle prospettive di crescita delle risorse fisiche necessarie alla sopravvivenza dell’umanita` attuale nella sua consistenza, potrebbe fare seguito rapidamente la riduzione fisica effettiva delle risorse, seguita dal caos piu` completo.
in realta` l’abbiamo sotto gli occhi nel dramma della fuga dei rifugiati dai primi baluardi della crisi che sta cominciando a sterminarci a partire dai luoghi piu` fragili, piu` esposti, gia` piu` inariditi ed esauriti di risorse.
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definire un modello di nuova economia fondato su consumi decrescenti di risorse non rinnovabili e` il compito urgente di questa generazione.
e potrebbe diventare impossibile farlo in maniera sistematica e razionale, se il caos prende piede in maniera generalizzata, come sembra stia gia` accadendo.
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personalmente sto abbandonando le parole, il loro tempo mi sembra esaurito; oramai mi sembrano inutili.
vedo che la stragrande maggioranza degli esseri umani e` incapace di capirle oppure e` animata da una attiva mala volonta` di non capirle.
nessuno comprende quello che e` troppo chiaro, ma anche troppo crudo per essere compreso.
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personalmente sto lavorando ormai nel mio privato alla costruzione PRATICA dell’alternativa, alla mia arca di Noe` per un piccolo gruppo di persone care, che possa sopravvivere al diluvio.
forse e` il momento che chiunque puo` si metta a fare altrettanto.