era gia` evidente di per se`per chi sta lavorando Renzi e quale e` il vero senso della sua politica, economica e non solo.
la riforma del lavoro o Jobs Act ha raccolto le precise esigenze e perfino le puntuali indicazioni operative dell’americano Marchionne: lasciate pure perdere le statistiche manipolate ad hoc e state all’essenziale.
TUTTA la modesta crescita del PIL italiano di quest’estate e` dovuta unicamente ad un unico fattore: il fatto che la FIAT ha deciso di aumentare la produzione e le scorte; togliete questo dato e l’Italia vi apparira` nel suo cronico declino, dal quale manca ogni tipo di presupposto per uscire, sotto Renzi.
solo per i fascisti la soluzione dei problemi consiste nella volonta` o nell’ottimismo: come Mussolini nella seconda guerra mondiale, anche per Renzi il problema sta tutto nel credere nella vittoria.
come per Mussolini la guerra di Renzi sara` perduta, quando arrivera` alla inevitabile catastrofe finale, non perche` lui non sta affrontando nessuno dei veri problemi che ci impediscono di vincerla, ma perche` gli italiani non credono abbastanza in lui.
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ma torniamo a Marchionne che ha deciso di aumentare la produzione di automobili in Italia, cosi` Renzi puo` gridare al successo delle sue riforme socialmente sbagliate, e a Renzi che lavora per aumentare i consumi, anche se finora invano.
aumentare i consumi con nuovo indebitamento, cioe` con nuovi profitti dei creditori.
ma 80 euro al mese non dovrebbero essere giusto la rata per una nuova automobile?
metteteci anche una bella campagna stampa contro il principale concorrente, la Volkswagen (come se se solo la VW truccasse i test sulle emissioni), e un taglio alle tasse sulle case di lusso.
tutti soldi che dovrebbero finire sul mercato delle nuove automobili, evidentemente.
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se qualcuno si chiede perche` Renzi continua a privilegiare il ceto medio e non affronta invece il problema della poverta` crescente nel nostro paese, ha la risposta pronta.
se l’Italia si decidesse a introdurre forme di salario sociale (in cambio di prestazioni di pubblica utilita`, come fece Roosevelt, e il vero keynesismo e` questo, non quello di cui straparlano i presunti neokeynesiani a gogo`), la crescita dei consumi andrebbe a vantaggio dei beni di prima necessita`.
invece il do ut des con le multinazionali sta nel fatto che i consumi da sviluppare sono quelli non essenziali, di fascia medio-alta, e che lo sviluppo dell’indebitamento consolida il loro controllo sul paese e i loro profitti, considerando che gli italiani pagano gia` circa 100 miliardi di tasse l’anno per ripagare i creditori dei loro prestiti.
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e` la stessa identica politica di Berlusconi e per me restera` un enigma come una fascia di elettorato che ha combattuto Berlusconi per vent’anni possa oggi accettare, dopo la parentesi risanatrice di Monti e in parte Letta, la continuazione della sua politica punto per punto, e in molti peggiorata, solo perche` le stesse cose le fa uno che dice di essere un democratico ed e` invece un demokrat.
e` ovvio che la risposta consiste tutta nel controllo dei media, che massicciamente distraggono e confondono e soltanto in questo modo, con una campagna di dis-informazione di massa, orientano.
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ma tutte queste potrebbero sembrare illazioni malevole, se un articolo dell‘Huffington Post, cortigiano ma comunque rivelatore, raccontando quel che ha fatto Renzi a New York nei giorni scorsi, non svelasse perfettamente gli arcani del potere, come un qualunque Saint Simon alla Corte di Versailles.
il quadro che ne esce e` talmente impressionante e sfacciato che si stenta a crederlo, ma da questo momento in poi usero` solo citazioni (in corsivo, mentre i miei commenti saranno solamente in neretto).
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Renzi e` forte dell’incontro con gli investitori internazionali alla sede di Blackrock, il fondo di investimenti più potente del mondo, primo investitore a Wall Street e naturalmente anche a Piazza Affari, colosso della finanza che ormai agisce anche in politica e decide molto dell’economia degli Stati, per molti ha svolto anche un ruolo importante nella crisi del debito sovrano che portò alla fine del governo Berlusconi nel 2011. (…)
Il potere, quello vero, sta da un’altra parte. A New York Renzi l’ha incontrato faccia a faccia per due ore. Con il premier, al tavolo della sala conferenze di Blackrock, sulla Sesta strada, c’era il presidente e amministratore delegato del fondo americano, Larry Fink, sconosciuto ai più ma considerato forse come l’uomo più potente nel mondo post-crisi del 2008. E altri tycoon della finanza globale da John Paulson dell’hedge fund newyorkese ‘Paulson and co’, a Peter Hancock, presidente e ad dell’American International Group (Aig), Greg Fleming di Morgan Stanley, Indra Nooyi, presidente e Ceo di Pepsi, il presidente e amministratore delegato della Bank of America Brian Moynihan, Nancy Prior di Fidelity, George Walker di Neuberger Berman. (…)
Ma del resto non è la prima volta che il premier italiano incontra Mr Fink. Si sono già visti l’anno scorso, pochi mesi dopo l’insediamento di Renzi a Palazzo Chigi. E anche a luglio di quest’anno all’Expo. Ora a New York. (…)
L’incontro si è svolto “in un clima molto buono”, racconta il premier ai giornalisti. “Mentre un anno fa gli investitori internazionali ci dicevano che dovevamo fare la riforma del lavoro, quella della Pubblica amministrazione, che non avevamo stabilità con la legge elettorale, oggi che queste cose sono risolte e sono state fatte (e alcuni di loro sono rimasti sorpresi perché non credevano che avremmo fatto tutte queste cose), le domande sono sulla linea politica europea e sulla linea economica europea. Sono legate ad aspetti che non sono solo italiani. Il fatto che non siamo più il problema dell’Europa è ormai plastico ed è passato”. E, aggiunge Renzi, “anche il decreto banche popolari che ha suscitato polemiche in Italia, per loro è il segnale che il mercato è aperto, che non ci sono più rendite di posizione e il mercato ha le sue possibilità. Spero che questo porti ancora più investimenti esteri in Italia”.
Il decreto che trasforma le banche popolari in spa ha spalancato ulteriormente le porte del sistema bancario italiano al fondo Blackrock, che infatti ora vanta quote significative nella Banca Popolare di Milano (3,69%), al Banco Popolare (2,44%), Ubi Banca (2,47%), oltre a essere primo azionista di Unicredit e Banca Intesa. Sulla Sesta strada di New York sono dunque contenti, mentre pensano al prossimo affare: ad esempio, le privatizzazioni di Poste Italiane. (…)
Da New York il premier porta a casa anche i complimenti di Bill Clinton: “Ha fatto cose notevoli in Italia, considerando cosa il Paese ha attraversato…”. E si riempie d’orgoglio quando il moderatore dell’incontro alla Clinton Global Initiative, il giornalista della Cnn Fareed Zakaria, lo presenta come il “Clinton italiano”. “Il paragone non è neanche lontanamente fattibile – si schernisce – Clinton ha cambiato il suo paese con una straordinaria capacità: otto anni di crescita economica, investimento nell’educazione, nell’innovazione…”. In effetti, Clinton fu anche il presidente che terminò l’opera iniziata da Reagan, deregolamentando la finanza Usa in modo da permettere alle banche commerciali di ‘giocare’ con gli hedge fund come le banche d’affari. Blackrock ringrazia.
ed e` chiaro che sullo sfondo, innominato, ci sta il TTIP, il Trattato Transatlantico sul Commercio e sugli Investimenti, che dovrebbe spazzare via ogni capacita` di resistenza dell’Unione Europea al pieno controllo mondiale di questi ambienti: gli stessi che in questo momento combattono anche la Russia, come altra sacca di resistenza.
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eccoci al punto: il Partito Democratico americano con Clinton, nel favorire la speculazione finanziaria ai cui ordini lavorava, tra un pompino e l’altro della Lewinsky sotto la scrivania della Casa Bianca, ha spalancato le porte alla speculazione finanziaria, cancellando i vincoli posti da Roosevelt sopo la crisi del 1929 e ha posto le premesse della crisi del 2008 in cui ancora viviamo e che e` ben lontana dall’avere concluso i suoi effetti, visto che nessun Roosevelt questa volta e` sorto a porre limiti al potere della finanza, anzi gli stati si sono indebitati per salvare le banche ed ora questo enorme debito pubblico viene fatto pagare ai cittadini.
i Clinton cercano ora di tornare al potere agli ordini di questi stessi poteri e, come in Italia anche in America, lo schema per la vittoria alle elezioni e` lo stesso: inventarsi un avversario di comodo, francamente improponibile, come Trump oppure Salvini, e poi fare appello alla stupida ingenuita` degli elettori meno beceri perche` votino il male minore.
poi, una volta al potere, i vari Renzi, Blair, Hollande, Clinton, lavorano poi per la finanza degli iper-plutocrati e per l’iper-capitalismo, fino a che non sara` pienamente realizzata la catastrofe planetaria a cui questo mira, perche` conveniente per i suoi esponenti.
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insomma, e` proprio la sinistra moderata oggi lo strumento centrale del dominio degli iper-plutocrati nel mondo e, grazie al controllo quasi totale dei media, sinora il gioco funziona.
ho citato l’altro giorno un blogger filosofo francese, Galimbert, il quale giustamente scrive che, di fronte alla prospettiva del suicidio di massa dell’umanita` comune, lucidamente perseguito dalla èlite iper-plutocratica, tanto per loro gli uomini massa sono anche inutili, OGNI alleanza fra chi si oppone e` da perseguire, senza nessun tipo di spocchia ideologica.
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ma qui veniamo al dunque e vediamo anche meglio chi e` l’avversario dei Renzi e dei dominatori degli hedge funds in questo momento.
la mia tesi che sotto tiro delle becere campagne di stampa di questa gentaglia e` l’Unione Europea in quanto tale poteva apparire una forzatura ideologica o peggio l’espressione del mio filo-germanesimo (del quale non mi vergogno affatto, fino a che riguarda gli aspetti piu` positivi della Germania attuale).
del resto non faccio fatica a riconoscere nelle campagne contro la Merkel lo stesso tipo di linguaggio sessista che si usava contro la Fornero e che e` evidentemente studiato a tavolino negli stessi centri studi della manipolazione piscologica: come la campagna contro la Fornero, lo scopo e` quello di spazzare via delle resistenze residue rispetto al sogno del controllo totale del mercato del lavoro che viene dagli speculatori internazionali; e infatti alla riforma Fornero sono seguite riforme ben peggiori, come potrebbe ben vedere ogni osservatore obiettivo che studi davvero i problemi.
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cosi` poteva pare che esagerassi tempo fa quando dicevo che il vero nemico dell’Unione Europea in Italia e` Renzi, e non sono i Salvini o i Grillo.
ed ora leggetevi questi stralci ulteriori della cronaca dell’Huffington Post, a cominciare da titolo, e qualcuno mi dica (per favore, se c’e` qualcuno qui che mi legge) se non avevo e se non ho ragione.
Matteo Renzi contro l’Ue: “Tasse, decide Roma”. Le certezze del premier: sondaggi riservati e investitori Blackrock.
“Il compito della Ue non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno Stato. Non deve decidere al posto dei singoli governi quali scelte fiscali vanno fatte. Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate”. Matteo Renzi fa una pausa dall’Assemblea generale dell’Onu, esce dal Palazzo di vetro per incontrare la stampa italiana e scaglia uno dei suoi attacchi più feroci all’Unione Europea, proprio nel giorno in cui la commissione Ue ha fatto sapere all’Italia che sarebbe meglio ridurre le tasse sul lavoro che quelle sulla casa. Contro Bruxelles, da New York, il premier si sente più forte che mai. (…)
Dietro le parole del premier, c’è dunque una potenza di fuoco, fatta di soldi e sostanza, vie per uscire dalla crisi e privatizzazioni. E’ con queste carte che Renzi attacca l’Europa che mette bocca sulla legge di stabilità italiana. Non arriva a dire “Europa chi?”, ma il senso è questo. Il potere, quello vero, sta da un’altra parte. (…)
E’ la spinta che serve al premier per rincarare la dose con Bruxelles: “Per molti anni le tasse le abbiamo alzate per venire incontro alle richieste della Ue. Questa volta non solo le decidiamo noi, ma le riduciamo. Spero che l’Ue abbia la forza di farsi sentire sull’immigrazione…”. Che è l’ultima stoccata per una Europa che manca di “visione e coerenza”, aveva detto il premier solo poche ore prima alla Clinton Global Initiative, di fronte al ‘padrone di casa’ Bill, all’imprenditore George Soros (“L’Ue è in via di disintegrazione”), al premier greco Alexis Tsipras e altri ospiti, tra cui anche Massimo D’Alema.
come e` evidente, tutta questa èlite della finanza globale lavora contro l’Unione Europea con l’obiettivo di disgregarla e Renzi e` uno dei loro agenti, uno dei loro cavalli di Troia, forse il piu` importante in questo momento.
rassegniamoci a godercelo almeno fino al prossimo crollo della finanza globale e fino a quando non faremo davvero i conti con lei, semplicemente cancellandola dalla faccia della Terra.
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il quotidiano di corte, l’Huffington Post che sto citando, conclude trionfalisticamente con i sondaggi.
sono numeri di un consenso mediocre, anzi mediocrissimo, ma notate come vengono presentati.
Ma il premier ha anche i sondaggi dalla sua. E con questa carta si sente imbattibile. (…) Sono rilevamenti che evidentemente determinano anche un aumento della fiducia in Renzi premier: al 33 per cento secondo Swg (era al 31 per cento il 3 settembre), al 32,5 per cento secondo Ipsos (31,5 il 2 settembre). Sono sempre dati riservati di Palazzo Chigi. Quanto al giudizio sull’operato del governo: 25 per cento per Swg (era al 21 per cento ai primi di settembre e a luglio), 34,5 per cento per Ipsos.
Sondaggi e fiducia degli investitori internazionali: è il viatico che basta a Renzi per alzare la voce con l’Europa e volare alto. (…) E insiste: “L’Italia può essere meglio della Germania se fa quello che deve fare…”.
forte del consenso di un quarto o forse un terzo dell’elettorato!
che cosa sarebbe mai se tutti gli altri riuscissero ad unirsi?
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del resto e` la stessa percentuale con la quale Renzi sta cambiando la Costituzione su indicazione degli ambienti da cui prende gli ordini.
ed e` esattamente il motivo per il quale non si va a votare, metti mai che gli italiani votino, anche tappandosi il naso, per chi esprime pienamente e coerentemente il disgusto per questo stato di cose.
Condivido quanto dici sugli Americani, faccio fatica a vedere un punto di vista diverso alla guida della Germania. Monti frequentava i salotti tedeschi quanto quelli americani. La Fornero poi è stata oggetto di una grande campagna di denigrazione che la accusava di essere troppo al soldo di America & Germania contemporaneamente. Se si fosse trattato della leader di un partito, capirei anche l’idea di denigrarla per motivi opposti a quelli per cui la si vuole eliminare, tanto per levarsela di mezzo personalmente. Ma siccome lei al governo non rappresentava nessun partito, ma solo sé stessa, allora anche criticarla perché troppo amica delle lobby affariste internazionali non puo’ essere stato fatto da chi poi andava a fare la stessa cosa, ma bensi’, almeno inizialmente, da chi voleva fare il contrario. E se anche Renzi avrà magari criticato la Fornero in seguito, sarà stato, piuttosto, perché ormai era come il tiro al piattello, tanto la reputazione della signora era irrecuperabile.
la Germania e l’Unione Europea non sono certamente su posizionioni rivoluzionarie, anzi: la maggioranza che guida entrambe e` anzi di centro-destra.
e tuttavia e` significativo che persino la modesta resistenza che rappresentano ai disegni di dominio globale della finanza mondiale abbiano portato al progetto esplicito di spazzarli via.
sulla Fornero: vuoi negare che la politica sociale nel mondo del lavoro che sta facendo Renzi e` molto piu` a destra della sua?
credo che oggi possiamo dire con chiarezza che quanto avvenuto in questi anni che hanno portato da Berlusconi a Renzi e` il passaggio da una confusa politica vagamente nazionalistica e antieuropeista del primo a una fase di convergenza con la Germania (Monti e Letta e il primo Renzi), ad una fase di nuova confusa politica anti-europea di Renzi, al servizio di chi abbiamo visto.
la campagna contro la Fornero era anche funzionale alla crisi politica del progetto di Monti, direi.
sulla reputazione della Fornero forse la storia sara` piu` equilibrata di te, che ripeti a manovella i temi della propaganda che l’hanno perseguitata; io comunque la considero il miglior ministro del Lavoro che l’Italia abbia avuto negli ultimi trent’anni, e il paese e` in piedi quasi esclusivamente grazie alla sua riforma delle pensioni, socialmente molto equilibrata.
le critiche riporti tu sono quelle della sinistra estrema idiota e priva di capacita` di analisi proprie che da tempo oramia ripete a pappagallo i temi della propaganda di destra in quasi tutti i campi, soltanto in un linguaggio estremista e parolaio.
(pareri personali, ovviamente).
Beh sulla Fornero ho già scritto tante stupidate, barzellette e buffonate varie sul mio blog tempo fa. Quello che pero’ volevo dire oggi era molto più delimitato. Diciamo pure che Renzi sia più di destra della Fornero. Tuttavia, la Fornero è stata attaccata prima da persone di sinistra. Ed era li’ che dicevo: Attenzione, se la Fornero fosse stata una leader di partito, anche attaccarla per i motivi sbagliati passi, l’importante era levarla di mezzo, ma siccome li’ rappresentava soltanto le proprie idee, criticarla perché considerata troppo di destra deve essere stata un’idea di persone di sinistra, almeno inizialmente. In un secondo tempo invece, secondo me, i destri, ritenendo uno spreco di energie difendere un’icona già crivellata, hanno fatto finta di essere d’accordo con i sinistri, salvo poi fare peggio di lei alla prima occasione successiva.
tu dici che quelli che attaccavano la Fornero erano di sinistra?
no, secondo me la campagna contro la Fornero la faceva la destra (e sapeva bene quello che faceva e perche), e la presunta sinistra estrema si e` accodata, senza capire una mazza (ma questo e` normale).
come sull’euro oggi.
gli specialisti della guerra psicologica sanno bene come di fa, e la cosa e` cominciata ancora al tempo del terrorismo rosso.
alla fine degli anni Sessanta i servizi segreti che mettevano le bombe dovevano inventarsi dei colpevoli di comodo di sinistra, ma pochi anni dopo si accorsero che non ce n’era affatto bisogno: il mondo pullulava di volontari.
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