non solo Renzi: viva la fine della democrazia – 464.

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sul Giornale, Piero Ostellino, ex direttore del Corriere della Sera, svolge delle interessanti e condivisibili considerazioni sulla strategia politica di Renzi.

cito qua e la`, salvando la sostanza del discorso.

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A me le iniziative costituzionali di Matteo Renzi ricordano la legge Acerbo, grazie alla quale il fascismo si trasformò in dittatura e Mussolini nel Duce.

noticina storica per gli immemori (me compreso, che faccio un ripassino su wikipedia):

Il sistema delineato dal disegno di legge Acerbo andava a modificare il sistema proporzionale in vigore dal 1919, integrandolo con un premio di maggioranza in quota fissa, pari ai 2/3 dei seggi, a beneficio del partito più votato qualora questo avesse superato il quorum del 25%.

Durante la discussione in commissione, i popolari avanzarono numerose proposte di modifica, prima cercando di ottenere l’innalzamento del quorum al 40% dei votanti e poi l’abbassamento del premio al 60% dei seggi.

Ogni tentativo di mediazione fu però vano e la commissione licenziò l’atto nel suo impianto originale, esprimendo parere favorevole a seguito di una votazione terminata 10 a 8.

in sostanza si puo` facilmente constatare che la legge elettorale fatta approvare da Renzi qualche mese fa non e` la fotocopia conforme delle proposte dei Popolari del 1923, ma e` largamente peggiorativa, eppure si muove coerentemente nel quadro concettuale che fu gia` del fascismo nascente: il quorum che fa scattare il premio di maggioranza e` al 40% nella legge renziana soltanto al primo turno, ma al secondo turno il ballottaggio premia comunque il primo partito, indipendentemente dalla percentuale originaria dei voti.

piange il cuore dirlo, ma questo e` peggiorativo persino rispetto alla legge di Mussolini, dato che non esiste neppure il quorum del 25% per accedere al ballottaggio al secondo turno, e dunque in teoria puo` governare, grazie al secondo turno, anche un partito che abbia avuto meno del 25% dei voti al primo, purche` ogni altro partito ne abbia avuti meno, e vinca il ballottagio, naturalmente.

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ma torno a Ostellino:

Renzi sta letteralmente cambiando la forma e la natura dello Stato uscito nel 1948 dall’Assemblea costituente, in funzione del potere personale di chi ricoprirà la carica di capo del governo dopo le prossime elezioni.

Se si pone mente alla riforma del sistema elettorale – palesemente destinata a conferire al presidente del Consiglio un potere assoluto – le analogie diventano ancora più inquietanti.

e` chiaramente questo di Renzi lo sbocco (ulteriormente peggiorativo) di un processo avviato da Berlusconi, con la sua riforma costituzionale del 2005, poi bocciata dal referendum popolare del 2006.

Renzi sembra capace di riuscire dove Berlusconi ha fallito, ma il disegno generale e` lo stesso.

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dice oggi Ostellino:

Questo sistema elettorale pare fatto apposta per mettere gli elettori di fronte alla scelta quasi obbligata fra Renzi e Grillo.

e, ovviamente, nella scelta, a dare la maggioranza assoluta a Renzi, anche grazie alla solita estrema sinistra che fara` liste in proprio e alla sinistra demokrat che fara` come sempre la portatrice d’acqua critica.

Non c’è proprio di che stare allegri…

Renzi è uno spirito autoritario fortemente assetato di potere personale che si sta ora disegnando un futuro istituzionale in funzione delle proprie ambizioni e pretese; per alcuni miei amici liberali più severi di me è addirittura «un fascistello».

In realtà, il ragazzotto fiorentino, poco incline alla democrazia parlamentare e così politicamente incolto da parlare con le approssimazioni del viaggiatore di uno scompartimento ferroviario di seconda classe, si sta rivelando più pericoloso di quanto io stesso avessi previsto. (…)

È sconfortante constatare che questo nostro Paese di tanto in tanto produce personaggi discutibili e dannosi per la democrazia.

Renzi è uno di questi e c’è solo da sperare che gli italiani ci riflettano e si diano una regolata…

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bene, tutto condivisibile, ma quando si arriva alla parola sconcertante, allora l’analisi e` certamente sbagliata o insufficiente.

io provo ad approfondire.

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abbiamo appena visto (qui) che Renzi e` il braccio esecutivo della finanza, in particolare americana.

la fine delle democrazie europee tradizionali e` una precisa richiesta maturata in questi ambienti, come oramai ampiamente noto: lo svuotamento dei poteri statali fara` un decisivo passo in avanti grazie alla prossima approvazione del TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e sugli Investimenti), che stabilira` la supremazia delle grandi imprese internazionali rispetto agli stati nazionali, una volta vinte le deboli, eppure fastidiose, resistenze che si manifestano nel Parlamento Europeo e, possibilmente, sradicata del tutto la fastidiosa potenziale antagonista degli USA, l’Unione Europea.

la voglia di ridurre radicalmente le forme di democrazia occidentali si spiega certamente per facili interessi di bottega, ma anche, credo, per esigenze straordinarie di piu` vasta portata.

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proviamo a chiederci come mai gli iper-plutocrati si preparino ad abbandonare un sistema che e` identitario per l’Occidente, che ha permesso loro di costruire per un secolo buono almeno, se non due, il loro potere, ed e` l’espressione piu` appropriata della societa` del consumismo di massa.

diamo uno sguardo intorno, nel mondo, e possiamo constatare facilmente che lo scivolamento dalla democrazia parlamentare dei contrappesi alla struttura plebiscitaria di forme di potere assoluto e` universale, dove gia` non radicato nella cultura politica di quei paesi (Cina e Russia, soprattutto: i paesi del dispotismo orientale, di cui parlava Marx, ma anche Turchia, per dire un altro dei paesi emergenti con ambizioni imperiali).

nel nuovo millennio dell’egemonia asiatica, il dispotismo diventa il nuovo modello dell’organizzazione politica, esattamente come la democrazia lo e` stata nei due secoli del predominio europeo.

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insomma, la democrazia poteva funzionare fino a che l’Europa era il centro politico oppure economico del mondo, forte di una supremazia indiscutibile.

ma e` un sistema inadatto a gestire situazioni di crisi globale, che esigono tempestivita` di decisioni, obbedienza succube e indipendenza nell’esercizio del potere.

tutte condizioni che costringono a far diventare di nuovo dei sudditi i cittadini, dopo una parentesi rivoluzionaria durata i due secoli seguiti alla Rivoluzione Francese.

in alcuni paesi dalla tradizione democratica breve e caotica, come l’Italia, dove la corruzione, lo stragismo e l’omicidio politico (Moro) hanno fatto la storia degli ultimi settant’anni e l’opinione pubblica ha una invincibile continuita` di creduloneria che trova la sua base storica piu` profonda nella superstizione cattolica e il suo precedente storico più importante nel mai veramente superato fascismo, i sudditi sono pronti e gia` belli e confezionati.

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la cosa tragica che abbiamo davanti a livello mondiale (se vogliamo vederla) e` pero` che gli stessi poteri che richiedono questa capacita` incondizionata di decisione, sono confusi e caotici e hanno perso la bussola.

basterebbe solo l’esempio della protesta americana di ieri contro i bombardamenti russi in Siria contro Al Qaida, che rivela improvvisamente al mondo come Al Qaida sia ritornata alleata degli americani come lo fu trent’anni fa in Afghanistan e per gli stessi scopi: attaccare la Russia, anche se non piu` comunista, per interposto Assad.

questo dopo la morte (presunta?) di Bin Laden – che potrebbe a questo punto avere invece mascherato, come messainscena, proprio la ripresa di una alleanza strategica, con l’apparente sparizione di un leader impresentabile. 

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del resto la situazione mondiale e` talmente caotica e grave, il rischio di un collasso planetario cosi` imminente, anche se continuamente mascherato e tenuto nascosto, che occorre dirsi altrettanto chiaramente che gli iper-plutocrati, al momento, hanno ancora l’appoggio tremante della maggioranza della popolazione e lo avranno a lungo, se non perderanno prima le basi reali finanziarie del loro potere nel mondo globalizzato.

l’indifferenza epocale al cambiamento profondo in atto delle forme del potere attorno a loro dimostra che gli esseri umani sono spaventati e rassegnati: agli italiani, in particolare, non potrebbe interessare di meno, come dimostra la loro granitica indifferenza al tema.

ma e` la paura che guida questa indifferenza, e la rassegnazione: a chi affidarsi, se non ai grandi poteri reali che hanno oramai di fatto cancellato i poteri reali della democrazia e hanno sostituito ad essa i loro diktat?

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nella confusione universale capita perfino che i pochi resistenti della sinistra incontentabile confondano una delle ultime ridotte dalle quali tentare una resistenza e l’oggetto principale degli attacchi nemici, l’Unione Europea, come un avamposto nemico da smantellare al piu` presto.

ma la grande massa dei cittadini pecora guarda spaventata al proprio futuro, diventato orribilmente incerto, e si stringe attorno ai propri pastori, che affilano i coltelli, per passare alla carne, dopo la tosatura, con tutta la fiducia della vittima che non ha mai riconosciuto il proprio carnefice.

intanto, mica a caso, mettono a capo della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite uno stato massacratore come l’Arabia Saudita: è un chiaro segnale dei nostri diritti umani del futuro, per chi vuole capirlo.

i media, efficienti cani da pastore, corrono attorno al gregge e riportano nel gruppo chi tenderebbe a disperdersi sui monti.

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disperdersi sui monti (metaforicamente, ma anche no), sfuggire al controllo dei cani da pastore, evitare la lama che si infilera` prossimamente nel collo, a cercare la giugulare, sembra in effetti l’unica strategia possibile.

spero di essere abbastanza vecchio per evitare la vista e non sentire i belati di quel gregge caoticamente confuso quando iniziera` il macello.

che sara` inevitabile e, quando diventera` necessario, trovera` anche ben pronte le armi politiche per deciderlo e compierlo senza troppe difficolta`, visto che non ci sara` piu` nessun parlamento rappresentativo delle esigenze delle pecore a poterlo fermare.

2 risposte a “non solo Renzi: viva la fine della democrazia – 464.

  1. Ieri sera ho visto i due film di Star Trek, i numeri 11 e 12 della serie. Che ai produttori di questi 2 film odiassero i 10 precedenti e avessero intenzione di fare qualcosa di completamente diverso, pero’ usando lo stesso marchio, passi. Invece ho osservato in questi 2 film più recenti proprio la volontà esplicita di distruggere quello che era stato fatto negli altri 10. Mi son detto: puo’ questo essere dovuto solo a una strategia commerciale? Secondo me no: la battaglia è anche culturale. Ci sono degli elementi dell’establishment che considerano quei primi 10 film come un inno alla democrazia, almeno per quei pochi che siano appassionati a questa serie, che comunque negli Stati Uniti devono essere un buon 2 o 3 per cento della popolazione. Ecco perché la necessità di stravolgerne completamente perfino il ricordo.

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