se Facebook viola il diritto europeo – 471.

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dedico questo post ai numerosi imbecilli che si autodefiniscono di sinistra e che, a proposito di Unione Europea, vogliono buttare via il bambino e tenersi l’acqua sporca.

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la Commissione dell’Unione Europea aveva dichiarato, di recente, che gli Stati Uniti garantiscono un adeguato livello di protezione dei dati personali.

esigenze politiche, indubbiamente perche` la Corte Europea ha appena dichiarato il contrario su ricorso di un coraggioso e giovane cittadino austriaco.

per Corte Europea qui si intende la Corte di Giustizia Europea, fondata nel 1952 e che poi divenne una istituzione dell’Unione Europeacol compito di giudicare la coerenza dei provvedimenti delle istituzioni europee con i pirncipi dei trattati istitutivi.

insomma l’Unione Europea non ha una Costituzione, ma la Corte Europea agisce come un tribunale di ultima istanza per verificare il rispetto dei principi europei, e le sue sentenze hanno valore vincolante per gli stati membri.

con questa Corte non va confusa la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (che e` invece espressa dal Consiglio d’Europa, fondato nel 1947, che NON e` una istituzione dell’Unione, ma di un gruppo ben piu` ampio di stati europei, oggi 47).

Carte_du_Conseil_de_l'Europe

gli stati membri del Consiglio d’Europa

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Maximilian Schrems ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea contro il trasferimento dei suoi dati personali utilizzati da Facebook in server negli Stati Uniti, e, poiche` Facebook ha la sua sede legale in Irlanda (per i motivi di evasione fiscale legalizzata visti ieri), la sua denuncia e` giunta alla Alta Corte di giustizia irlandese che gli ha dato torto; lui si è ulteriormente appellato all’organo di giustizia europeo, che invece gli ha dato ragione.

Finora le aziende Usa hanno potuto trasferire i dati dei cittadini europei fuori confine grazie a un accordo commerciale, il Safe Harbor del 2000, che di fatto ha prestato il fianco alla sorveglianza di massa dell’Nsa.

dice la sentenza che un sistema come quello USA autorizza in maniera generalizzata la conservazione di tutti i dati personali di tutte le persone i cui dati sono trasferiti dall’Unione verso gli Stati Uniti senza che sia operata alcuna differenziazione, limitazione o eccezione in funzione dell’obiettivo perseguito e senza che siano fissati criteri oggettivi intesi a circoscrivere l’accesso delle autorità pubbliche ai dati e la loro successiva utilizzazione: quindi non si può considerare “limitato allo stretto necessario” come prevede il diritto europeo sulla conservazione dei dati personali.

“Una normativa che consenta alle autorità pubbliche di accedere in maniera generalizzata al contenuto di comunicazioni elettroniche deve essere considerata lesiva del contenuto essenziale del diritto fondamentale al rispetto della vita privata”.

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D’ora in poi si potrà – o piuttosto si dovra`? – vietare a social e aziende di “conservare” negli Usa i dati degli utenti europei raccolti online.

bene, ora immaginiamo che cosa potrebbe succedere dopo questa sentenzza se avessimo gia` aderito al TTIP, il Trattato inter-atlantico per il commercio e gli investimenti.

Facebook potrebbe appellarsi a un arbitrato esterno, per far dichiarare questa decisione europea lesiva del suoi diritti commerciali e forse anche con qualche buona probabilita` di averla vinta.

ma non ci sara` neppure bisogno di arrivare a tanto: ci penseranno i Renzi, i Salvini, i Grillo a sabotare l’Unione Europea e lasciare via del tutto libera all’impero delle multinazionali.

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Yanis Varoufakis

THOUGHTS FOR THE POST-2008 WORLD

New Ice Age

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