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cavoli, uno legge l’articolo di Repubblica, dal nostro inviato Corrado Zunino (un inviato di Repubblica a Pittsburg, sulle tracce degli imbrogli di Marino sulle note spese!), Nell’ospedale dove iniziò il chirurgo Marino: “Così chiudemmo ogni rapporto”, e si sente fesso.
dunque il grande chirurgo Marino lo faceva di abitudine di usare dinsinvoltamente le fatture e le note spese!
Tra le fatture, la ricarica per una stilografica: otto euro, chiesti due volte.
ma allora e` una patologia!
non c’e` altra spiegazione possibile.
dico, se uno, che guadagna quel che puo` guadagnare un grande chirurgo negli Stati Uniti che fa trapianti, e lavora li` per 22 anni e ottiene anche una cattedra universitaria, poi si mette a fare la cresta sulla ricarica delle stilografiche, a voi sembra normale?
e, non contento, poi lo rifa` anche, come sindaco di Roma con le cene…
poi accendo i neuroni e osservo meglio.
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bello l’esordio di questo articolo:
Al 600 di Grant street dicono che quel nome – Ignazio Marino – vogliono solo dimenticarlo.
gia`, e come mai non lo fanno? dopotutto sono gia` ben 13 anni che Marino non lavora piu li`.
“ma la carriera politica del dottor Marino non ci ha mai permesso di abbandonare quel dossier”.
ma si puo` sapere che cavolo vuol dire questa frase? che cosa importa all’ospedale di Pittsburg la carriera politica italiana di un loro ex-chirurgo? c’e` perfino da meravigliarsi che la conoscano, quasi.
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ma poi: chi dice che cosa? purtroppo in tutto l’articolo non viene mai precisato.
nel titolo le dichiarazioni sono attribuite cosi`: Parlano i medici – nessun nome – del centro universitario di Pittsburgh in cui lavorò il sindaco.
nell’articolo invece sta scritto: dicono ancora gli amministrativi subito dopo aver chiesto di non essere citati.
ma piu` avanti c’e` un virgolettato che viene attribuito ai dirigenti dell’Upmc.
insomma, chiacchiere anonime.
non si sa se di medici, di amministrativi o di dirigenti.
o del giornalista soltanto.
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ma all’articolo e` allegato anche un video – per i semi-analfabeti dal neurone lento – dove il giornalista afferma appunto questo: che la presentazione di note spese farlocche e` “una costante della vita sia professionale sia politica di Marino, che lo portera` poi a dimettersi da sindaco di Roma”.
ma per piacere!
anche ammettendo che sia vero il primo episodio, credere al secondo supera le capacita` di creduloneria persino di un fedele di padre Pio; e non basta parlare di coazione a ripetere, qui servirebbe uno psichiatra.
comunque andiamo avanti nel video.
Dunque la struttura dove lavorava ha contestato a Marino note spese per 8.000 dollari.
gli e` stato contestato – aggiunge il giornalista – di avere duplicato le stesse ricevute, le stesse cene, e di averle inviate prima alla sede centrale di Pittsburg e poi alla sede palermitana, dove Marino aveva fondato un istituto collegato alla sede di Pittsburg, lavorandoci per 5 anni prima di queste contestazioni.
dalle stesse dichiarazioni che l’Inviato dice di raccogliere, si ricava tuttavia che Marino aveva dato le dimissioni dall’ospedale ALCUNE SETTIMANE PRIMA:
Aveva chiesto lui di dimettersi alcune settimane prima, il sei settembre (2002) abbiamo accettato senza esitazioni.
ma poco dopo il giornalista si contraddice senza accorgersene:
Dimissioni immediate, da controfirmare seduta stante.
“Nel 2002 il dottor Marino controfirmò una lettera di dimissioni immediate.
ma se erano state presentate settimane prima, lo hai appena scritto!
“E quelle dimissioni dipesero soltanto dalla sua condotta contabile, non c’entrano Palermo né Philadelphia”.
altra contraddizione, visto che le ricevute per i rimborsi erano comunque presentate a Palermo.
quindi non e` vero che Marino e` stato licenziato in tronco, e` vero che a fronte delle dimissioni, l’ospedale ha fatto le pulci ai suoi conti e ha rilevato delle irregolarita`.
formali, c’e` da presumere, conoscendo la giustizia americana, dato che non ci furono denunce.
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vi basta?
no, non vi deve bastare: vorrete mica pretendere di giudicare con la vostra testa le affermazioni di un INVIATO SPECIALE di Repubblica a Pittsburg!
e allora state a sentire come questo conclude il suo articolo:
Tre anni dopo il senatore sarebbe riuscito a prendere – in poche e meno subdole parole, prese – 90 mila euro di risarcimento da parte di quattro giornali italiani e tredici giornalisti.
Il Tribunale civile di Milano aveva riconosciuto un danno alla sua carriera nei modi in cui l’offesa di Pittsburgh era stata raccontata.
quale offesa?
ma se finora ci hai parlato della truffa di Marino, perche` adesso scopri improvvisamente che invece si tratto` di un’offesa di quell’ospedale contro un grande chirurgo che aveva deciso di andarsene?
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ma poi, dico io: ben vengano le inchieste giornalistiche, anche quelle contro un sindaco oggetto della piu` infame e convergente campagna di stampa mai vista in Italia, ma Repubblica si sveglia adesso?
cioe` soltanto dopo che il Vaticano ha chiesto la testa di Marino per il Giubileo e Renzi aveva gia` deciso di dargliela?
questa inchiesta cosi` meritoria sull’onesta` personale di Marino, perche` non l’ha fatta quando era candidato sindaco oppure candidato alla segreteria del Partito Democratico in competizione con Renzi (che evidentemente non gliel’ha perdonata)?
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ora io non sono affatto qui per difendere Marino: non lo conosco personalmente abbastanza bene per mettere nessuna mano sul fuoco per lui.
e ammiro i grilletti pronti che hanno avuto le idee chiare su Marino fin dal primo momento.
io ammetto anche di poter essere fesso e di potere essere fatto fesso molto facilmente.
ma non da articoli simili, per favore!
chiedo scusa se la mia logica mi porta a pensare piuttosto che, proprio perche` Marino aveva alle spalle una situazione simile e qualche modesta irregolarita` che gli era stata rinfacciata in occasione della chiusura dei conti con un ospedale dal quale lui si era licenziato nel 2002, qualcuno ha cercato di incastrarlo con gli scontrini anche a Roma nel 2015.
oppure il Partito Democratico ha portato ad essere sindaco di Roma un cleptomane compulsivo che raddoppia gli scontrini da 8 euro, fino a farli diventare 8.000, e ci dovrebbe spiegare come mai lo ha fatto, visto che queste cose le sapeva gia`.
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e anche Repubblica ci deve delle spiegazioni.
perche` qui il recidivo non e` tanto Marino, quanto il suo giornalista.
Marino, che ha avuto 90.000 euro di risarcimento per essere stato diffamato dalla stampa italiana, ha poi bisogno di avere rimborsi non dovuti per una cena da 260 euro?
tanti auguri a Repubblica per il prossimo risarcimento.
Questo articolo è stato pubblicato nel 2009, tempi assolutamente non sospetti.
http://www.ilfoglio.it/articoli/2009/07/28/ecco-la-lettera-con-cui-pittsburgh-smonta-punto-per-punto-la-versione-di-ignazio-marino___1-v-114636-rubriche_c405.htm
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Ecco la lettera con cui Pittsburgh smonta punto per punto la versione di Ignazio Marino
La lettera del 2002, la smentita del chirurgo e la controsmetita di Pittsburgh
di Redazione | 28 Luglio 2009 ore 10:12
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Pubblichiamo la traduzione della lettera con cui il 6 settembre del 2002 il numero uno del centro medico dell’Università di Pittsburgh (Jeffrey A. Romoff) ha spiegato a Ignazio Marino i termini del suo allontanamento dalla direzione dell’istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione: l’Ismett.
Gentile dottor Marino,
per varie ragioni Lei ha espresso il Suo desiderio di presentare le dimissioni dalla Sua posizione presso lo UPMC (University of Pittsburgh Medical Center) e da altre posizioni che derivano da tale rapporto. Secondo i termini e le condizioni indicate di seguito, l’UPCM accetterà le Sue dimissioni, con effetto da oggi.
Le Sue dimissioni riguardano tutte le posizioni presso UPMC Health System così come i privilegi dello staff medico presso gli ospedali UPMCHS e il Veterans Administration Hospital di Pittsburgh, Pennsylvania. Lascerà anche la Sua posizione in facoltà presso la Scuola di Medicina dell’Università di Pittsburgh e si dimetterà anche da direttore dell’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT) e dal Centro Nazionale Trapianti italiano.
In conseguenza delle Sue dimissioni, a partire da oggi cesserà di ricevere qualsiasi compenso, prebenda e benefit. A questo proposito, accadrà quanto segue:
1. L’UPMC non provvederà oltre al pagamento del Suo alloggio, ma può restare nell’appartamento sino al 30 settembre 2002. Tuttavia, a partire da oggi, l’UPMC terminerà immediatamente il pagamento dei servizi di aiuto domestico, e Lei sarà responsabile per ogni servizio, la tv via cavo e le altre fatture legate all’appartamento.
2. Per venerdì 13 settembre 2002 provvederà a restituirci tutti i cellulari, i cercapersone, i computer portatili, i documenti identificativi, le chiavi ecc., sia italiani sia americani. La Sua auto e le chiavi della Sua auto dovranno essere consegnati a Giuseppe Alongi a Palermo.
3. Tutte le carte di credito così come le carte di acquisto dell’UPMC saranno immediatamente restituite a Giuseppe Alongi.
4. Qualsiasi altro pagamento da parte dell’UPMC o di qualsiasi sua società controllata verso di Lei o la Sua famiglia si interromperà oggi e Lei accetta di rimborsare l’UPMC Italia per qualsiasi pagamento anticipato.
In conformità con la policy dell’UPMC la Sua copertura assicurativa sanitaria e dentistica proseguirà fino al 30 settembre del 2002. Dopo tale data, e se non richiesto altrimenti, Le saranno forniti tutti i diritti offerti dalla normativa vigente in materia (COBRA, Consolidated Omnibus Budget Reconciliation Act).
Sempre in conformità con la policy dell’UPMC, provvederà a restituire immediatamente tutti gli archivi e i documenti, sia in forma elettronica sia cartacea, che Lei ha rimosso o dei quali ha causato la rimozione dall’ufficio di Palermo e non rimuoverà alcun archivio né da Palermo né da Pittsburgh senza l’autorizzazione dell’UPMC. Tutti i libri e i giornali acquistati dall’UPMC o dalla Scuola di Medicina dell’Università di Pittsburgh dovranno restare nell’ufficio di Palermo o in quello di Pittsburgh o, se dovesse scegliere di trattenerne qualcuno, li potrà acquistare a un prezzo ragionevole.
Per permettere una regolare transizione, i Suoi effetti personali potrebbero essere rimossi dal Suo ufficio entro venerdì 13 settembre 2002. Come richiesto dalla nostra policy, l’UPMC supervisionerà con discrezione la rimozione degli oggetti dal Suo ufficio. A partire da venerdì 13 settembre 2002, il Suo ufficio dovrà essere liberato, Lei non farà ritorno all’ufficio di Palermo, né a quello di Pittsburgh, o all’ospedale di Palermo a meno che non le sia richiesto da un rappresentante autorizzato dell’UPMC.
Come Lei sa, nell’iter ordinario necessario a elaborare le Sue recenti richieste di rimborsi spese, l’UPMC ha scoperto che Lei ha presentato la richiesta di rimborso di determinate spese sia all’UPMC di Pittsburgh sia alla sua filiale italiana. Di conseguenza è stata intrapresa una completa verifica sulle sue richieste di rimborso spese e sui nostri esborsi nei Suoi confronti. Tale verifica è attualmente in corso. Alla data di oggi, riteniamo di aver scoperto una serie di richieste di rimborso spese deliberatamente e intenzionalmente doppia all’UPMC e alla filiale italiana. Fra le altre irregolarità, abbiamo scoperto dozzine di originali duplicati di ricevute con note scritte da Lei a mano. Sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti scritti a mano sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all’UPMC Italia. Avendo sinora completato soltanto una revisione parziale dell’ultimo anno fiscale, l’UPMC ha scoperto circa 8 mila dollari in richieste doppie di rimborsi spese. Tutte le richieste di rimborso spese doppie, a parte le più recenti, sono state pagate sia dall’UPMC sia dalla filiale.
Come restituzione dei rimborsi spese doppi da Lei ricevuti (lei, ndt) accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall’UPMC o dall’UPMC Italia ai quali avrebbe altrimenti diritto, compresi (a titolo esemplificativo ma non esaustivo) lo stipendio per il mese di settembre 2002 e il pagamento per qualsiasi giorno di vacanza, permesso o malattia accumulato. Accetta inoltre di rinunciare a ogni diritto contrattuale per il trattamento di fine rapporto che potrebbe ottenere in seguito alle Sue dimissioni e solleva ulteriormente, congedandosi per sempre da esse, l’UPMC e tutte le sue filiali, compresi ma non soltanto la UPMC Italia e i suoi successori e aventi causa, da ogni e qualsiasi richiesta che possa avere ora o potrà avere in futuro, risultanti da eventi antecedenti a questa lettera. L’UPMC La solleva da ogni altra restituzione per i rimborsi spese doppi da Lei ricevuti.
Rispetterà i termini e l’impegno contenuto nel suo Accordo esecutivo di lavoro con l’UPMC del 1 gennaio 1997 come espresso nei paragrafi 3C, 3D e 4 del suddetto Accordo.
Si asterrà dall’esprimere qualsiasi commento sia in pubblico sia in privato che, intenzionalmente o no, possa essere considerato dispregiativo dell’UPMC e/o di ogni sua filiale, consociata, direttore, funzionario o impiegato o possa in qualsiasi modo compromettere le operazioni dell’UPMC o avere un impatto negativo sulla reputazione dell’UPMC in Italia o in qualsiasi altro luogo del mondo.
Salvo che l’UPMC non sia tenuta a rivelare le circostanze del Suo allontanamento a dirigenti selezionati e membri del Consiglio di amministrazione dell’UPMC e funzionari in Italia coinvolti con l’ISMETT a causa di obblighi fiduciari di UPMC nei loro confronti, l’UPMC manterrà confidenziali i termini delle Sue dimissioni e delle circostanze che le hanno affrettate. L’UPMC l’avviserà di tale rivelazione e avviserà coloro ai quali verrà fatta tale rivelazione che le circostanze riguardo le Sue dimissioni sono confidenziali. Su richiesta proveniente da qualsiasi potenziale datore di lavoro o partner commerciale, l’UPMC Le fornirà referenze neutrali, ovvero saranno fornite soltanto le date del rapporto di lavoro e la posizione da Lei occupata. Nell’eventualità in cui l’UPMC determinasse che Lei non ha rispettato una qualsiasi delle condizioni di dimissioni elencate nei paragrafi precedenti di questa lettera, l’UPCM non sarà vincolata a nessuna delle promesse illustrate in questo paragrafo in materia di riservatezza e referenze. Fermo restando tuttavia che l’UPMC, prima di contravvenire a tali promesse, Le farà pervenire con anticipo ragionevole una comunicazione dettagliata e le darà una ragionevole opportunità di rispondere e/o rimediare.
La sua firma sulla linea sottostante indicherà l’accettazione di questi termini e la Sua intenzione di essere legalmente vincolato a essi.
Cordialmente,
Jeffrey A. Romoff
***
Dal sito http://www.ignaziomarino.it
Marino risponde alle polemiche create ad arte dal Foglio. Leggete direttamente le sue parole.
“Ieri ho presentato il mio programma per il congresso del PD con un discorso apprezzato in sala e da chi guardava e commentava sul web. Purtroppo alcuni giornali hanno preferito occuparsi di polemiche create ad arte.
Il Foglio di oggi pubblica una lettera di 7 anni fa dell’UPMC, il centro medico dell’Università di Pittsburgh (USA) per cui ho lavorato per anni e che, insieme alla Regione Siciliana, è stato tra i promotori del centro mediterraneo per i trapianti (ISMETT) di Palermo. All’ISMETT sono stato amministratore delegato e direttore dell’attività clinica dal 1997 al 2002. La lettera, secondo il Foglio, contesta alcune irregolarità amministrative, in particolare su rimborsi-spese per circa 5 mila euro, erroneamente presentati. Chiariamo subito un primo aspetto: quella lettera è una normale corrispondenza di fine collaborazione di lavoro. In un contesto come quello statunitense, dove valgono i principi di merito e responsabilità, è normale che i privilegi che si accompagnano ad un incarico cessino al termine dell’incarico stesso, e che questo avvenga anche attraverso comunicazioni formali. Tra l’altro a quella lettera ne è seguita una seconda, firmata dal mio avvocato, che rettifica in maniera sostanziale il contenuto della prima.
Quanto alla vicenda dei doppi rimborsi quello che il Foglio non dice è che fui io stesso ad accorgermi di alcune imprecisioni e a comunicarle all’amministrazione. Niente da nascondere. Nessuna polemica. L’occasione mi permette però di chiarire perché nel settembre del 2002 decisi di accettare la direzione del centro trapianti della “Thomas Jefferson University” di Philadelphia. La questione è semplice: ad un certo punto del mio lavoro a Palermo, quando il centro si avviava a festeggiare i primi cento trapianti eseguiti, dal 2001 iniziarono forti interferenze nella gestione amministrativa. Oppressive e continue richieste di favoritismi rendevano via via più difficile, e poi impossibile, la conduzione del Centro secondo criteri di trasparenza e merito.
Qualcuno forse ricorderà che ho dovuto rispondere personalmente in tribunale per l’esclusione dall’appalto per la costruzione dell’ospedale di una società risultata priva della necessaria documentazione antimafia. Ma ho continuato a lavorare, tra difficoltà crescenti e mantenendo la mia ferma volontà di fare il massimo per garantire all’Italia, e alla Sicilia, un centro di trapianti d’eccellenza.
Alla fine, dopo aver constatato che non vi erano più le condizioni per continuare, sono tornato a fare il mio lavoro di chirurgo negli Stati Uniti. Le ragioni di quella scelta sono le stesse che mi hanno portato oggi a candidarmi a guidare il Pd: non adeguarsi mai, ma portare in Italia regole, merito, responsabilità, trasparenza.”
Già da allora Ignazio voleva cambiare l’Italia, adesso è il momento di farlo. Tutti insieme.
***
Il giorno stesso in cui questo giornale ha pubblicato la lettera con cui il capo dell’UPMC (Jeffrey A. Romoff) spiegava le ragioni dell’allontanamento di Marino da Pittsburgh (il 24/7), il Foglio ha contattato l’Università per chiedere chiarimenti. In un primo momento, il portavoce dell’UPMC ha risposto con un “At his point in time, we have no comment”, poi ha scelto di entrare nel merito della questione scrivendoci questa e-mail che il Foglio ha ricevuto ieri pomeriggio alle 14.03.
“La lettera firmata dal Dr. Ignazio Marino il 6 settembre 2002 è la lettera finale e ufficiale delle dimissioni e non rappresenta né una bozza né un tipo di lettera standard di conclusione di rapporto. Le irregolarità nella gestione finanziaria furono portate alla luce dal servizio di audit di UPMC – e non dal Dr. Marino. Esse furono poste in essere in modo intenzionale e deliberato da parte del Dr. Marino, e questo accadde in modo ripetuto nell’arco di molti mesi e non si è limitato ad un singolo evento. La corrispondenza successiva con il Dr. Marino e i suoi rappresentanti legali semplicemente specificava come sarebbero state attuate le condizioni di fine rapporto. Successiva corrispondenza e lettere di referenze non hanno avuto alcun effetto in quanto il Dr. Marino aveva rinunciato a ogni privilegio legato alla sua posizione, forfait, salari, benefits, liquidazione e ogni altro futuro pagamento come parte dell’accordo di restituzione, incluso qualsiasi tipo di collaborazione professionale con UPMC e con le proprie affiliate. Qualunque preoccupazione il Dr. Marino possa aver avuto in merito alla Sicilia e alle proprie scelte di carriera, ciò non ha avuto alcun rilievo nella negoziazione. Ad oggi, nessun fatto o informazione ha modificato o invalidato il contenuto della lettera del 6 settembre 2002”.
Paul Wood, Vice President, Public Relations,
University of Pittsburgh Medical Center
caro Max, grazie sinceramente di questo contributo.
su Marino non ho tesi precostituite e mi interessa sinceramente di capire
di questi documenti avevo letto degli estratti o delle citazioni, ma mi mancavano i testi completi, che permettono un giudizio più articolato.
per consentire di seguire il discorso anche a chi leggesse questi commenti li ho aggiunti al tuo commento.
e adesso dico che cosa penso.
il punto saliente è questo:
Come Lei sa, nell’iter ordinario necessario a elaborare le Sue recenti richieste di rimborsi spese, l’UPMC ha scoperto che Lei ha presentato la richiesta di rimborso di determinate spese sia all’UPMC di Pittsburgh sia alla sua filiale italiana. Di conseguenza è stata intrapresa una completa verifica sulle sue richieste di rimborso spese e sui nostri esborsi nei Suoi confronti. Tale verifica è attualmente in corso. Alla data di oggi, riteniamo di aver scoperto una serie di richieste di rimborso spese deliberatamente e intenzionalmente doppia all’UPMC e alla filiale italiana. Fra le altre irregolarità, abbiamo scoperto dozzine di originali duplicati di ricevute con note scritte da Lei a mano. Sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti scritti a mano sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all’UPMC Italia. Avendo sinora completato soltanto una revisione parziale dell’ultimo anno fiscale, l’UPMC ha scoperto circa 8 mila dollari in richieste doppie di rimborsi spese. Tutte le richieste di rimborso spese doppie, a parte le più recenti, sono state pagate sia dall’UPMC sia dalla filiale.
Come restituzione dei rimborsi spese doppi da Lei ricevuti (lei, ndt) accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall’UPMC o dall’UPMC Italia ai quali avrebbe altrimenti diritto, compresi (a titolo esemplificativo ma non esaustivo) lo stipendio per il mese di settembre 2002 e il pagamento per qualsiasi giorno di vacanza, permesso o malattia accumulato. Accetta inoltre di rinunciare a ogni diritto contrattuale per il trattamento di fine rapporto che potrebbe ottenere in seguito alle Sue dimissioni e solleva ulteriormente, congedandosi per sempre da esse, l’UPMC e tutte le sue filiali, compresi ma non soltanto la UPMC Italia e i suoi successori e aventi causa, da ogni e qualsiasi richiesta che possa avere ora o potrà avere in futuro, risultanti da eventi antecedenti a questa lettera. L’UPMC La solleva da ogni altra restituzione per i rimborsi spese doppi da Lei ricevuti.
la lettera aggiunge anche:
l’UPMC manterrà confidenziali i termini delle Sue dimissioni e delle circostanze che le hanno affrettate. L’UPMC l’avviserà di tale rivelazione e avviserà coloro ai quali verrà fatta tale rivelazione che le circostanze riguardo le Sue dimissioni sono confidenziali. Su richiesta proveniente da qualsiasi potenziale datore di lavoro o partner commerciale, l’UPMC Le fornirà referenze neutrali, ovvero saranno fornite soltanto le date del rapporto di lavoro e la posizione da Lei occupata. Nell’eventualità in cui l’UPMC determinasse che Lei non ha rispettato una qualsiasi delle condizioni di dimissioni elencate nei paragrafi precedenti di questa lettera, l’UPCM non sarà vincolata a nessuna delle promesse illustrate in questo paragrafo in materia di riservatezza e referenze. Fermo restando tuttavia che l’UPMC, prima di contravvenire a tali promesse, Le farà pervenire con anticipo ragionevole una comunicazione dettagliata e le darà una ragionevole opportunità di rispondere e/o rimediare.
e qui evidentemente qualcosa è andato storto.
Marino ha replicato su questo punto:
A quella lettera ne è seguita una seconda, firmata dal mio avvocato, che rettifica in maniera sostanziale il contenuto della prima.
Quanto alla vicenda dei doppi rimborsi quello che il Foglio non dice è che fui io stesso ad accorgermi di alcune imprecisioni e a comunicarle all’amministrazione. Niente da nascondere. Nessuna polemica.
e parla poi delle ingerenze a Palermo che lo avevano indotto a dare le dimissioni, secondo la sua versione.
vi e`poi una replica dell’amministrazione dell’Università americana a questo comunicato di Marino in una mail al Foglio:
Le irregolarità nella gestione finanziaria furono portate alla luce dal servizio di audit di UPMC – e non dal Dr. Marino. Esse furono poste in essere in modo intenzionale e deliberato da parte del Dr. Marino, e questo accadde in modo ripetuto nell’arco di molti mesi e non si è limitato ad un singolo evento. (…) Ad oggi, nessun fatto o informazione ha modificato o invalidato il contenuto della lettera del 6 settembre 2002.
bene: rimane il fatto, riferito da Repubblica del risarcimento decisamente consistente che Marino ha avuto in Italia da stampa e giornalisti per come avevano riferito la vicenda.
rimane soprattutto il fatto, a mio parere enorme, che il Partito Democratico, ma anche la stampa democratica in genere, non hanno considerato importanti questi fatti quando Marino si candidò non solo a sindaco di Roma, ma a segretario nazionale del Partito Democratico.
e rimane la mia domanda su come mai se ne accorgono solo adesso.
tu dirai perché il comportamento si è ripetuto.
sarò stupido, ma posso pensare che Marino sia così stupido?
se ha ripetuto questi comportamenti, non si tratta di stupidità semplice, ma di una patologia.
insomma, uno che guadagna come può guadagnare un grande chirurgo che opera in America e si va a perdere per 8.000 euro di rimborsi duplicati?
io continuo a fare fatica a crederlo, che cosa devo dirti?
ma ognuno giudica il mondo da se stesso, evidentemente.
e continuo a trovare l’articolo di repubblica pessimo sul piano tecnico – a differenza di quello del Foglio.
ma forse Repubblica ha proprio delle grosse code di paglia per come ha gestito in passato la vicenda?
o forse Marino faceva comodo, perché ricattabile, per questi suoi episodi del passato quando fu candidato?
e come si spiega che Marino abbia messo online dei documenti che potevano incastrarlo, e che comunque smentiscono la versione della sua presunta cena con la moglie data dal proprietario del ristorante?
La mia diagnosi è semplice, e in parte voglio scriverla in un post sui discutibili. Marino è fondamentalmente una persona per bene (al netto di qualche truschino con le note spese che denuncia un filo di avidità) ma non basta essere per bene per governare Roma. Bisogna essere paraculi. Il che non significa disonesti ma significa saper fare comunicazione e saper essere un politico. Mi spiegherò meglio sul post con degli esempi.
io su Marino personalmente non mi esprimo, e sinceramente mi parrebbe azzardato. ci penserà semmai la magistratura.
mi esprimo invece sul dilemma che poni tu, e sono arci-convinto che, se proprio si deve scegliere, è meglio un onesto che NON sia paraculo che un disonesto come Renzi capace di comunicare (anche a forza di media servili).
domina in Italia una stranissima concezione della politica, che mi pare si legga in controluce anche nel tuo commento e che si capisce bene se se ne vede la matrice cattolica, per cui essere politici non significa essere competenti e risolvere problemi (gli ultimi di questo tipo che abbiamo avuto dopo De Gasperi, Moro e Prodi è stato Monti, per quanto discutibili alcune sue scelte), ma avere l’arte di infinocchiare gli elettori stupidi.
ma fino a che agli elettori piace essere presi per il culo da chi aumenta i problemi, anziché risolverli, perché sta lì a fare gli interessi di chi ce l’ha portato, l’Italia resterà sempre il paese della democrazia barzelletta.
Bort leggi il post sui discutibili. Non c’è niente di più lontano dal cattolicesimo del sottoscritto. Nel post ho anche fatto un esempio aziendale, che con la politica c’entra poco. C’entra molto con il saper vivere. Vorresti un amministratore delegato che agisce senza pensare PRIMA alle conseguenze delle sue azioni? Se questo è cattolicesimo dimmelo tu. Io credo che sia sana gestione.
l’ho già letto, Max (sono pur sempre abbonato al vostro blog), e dice delle cose parzialmente diverse da quelle che mi era parso di ricavare dai tuoi commenti qui, a partire da un giudizio molto più positivo dell’operato concreto di Marino sindaco.
critichi Marino per la gestione concreta della manutenzione strade e della raccolta rifiuti; non sono a Roma e quindi ogni mio giudizio potrebbe apparire avventato, però sulla manutenzione delle strade so che è in difficoltà tutta Italia per i tagli apportati da Renzi ai bilanci degli enti locali: sicuri che stiamo attribuendo a ciascuno le responsabilità giuste?
la critica a Marino di non sapere usare la comunicazione mi sembra ingenerosa e sbagliata, perché parte dall’idea che i media siano neutrali e non al servizio di precisi interessi, in particolare in questo caso dei centri di interessi toccati dall’azione di Marino.
Marino doveva rientrare dalle ferie per i funerali di Casamonica? e perché, scusa? che cosa aveva a che fare il Comune di Roma con quella faccenda? le responsabilità dell’autorizzazione di quella cerimonia scandalosa non erano forse di ben altri organi dello stato?
non sarebbe stato come riconoscere responsabilità che non aveva?
a quanto ricordo, ha provato anche a dirlo, ma come è difficile farsi ascoltare quando i padroni della stampa hanno deciso di usarla per farti fuori.
del resto, lo dici anche tu: Anche se la colpa è di Gabrielli, non si può essere assenti in circostanze come quelle.
mah, intanto vedo che Gabrielli, il colpevole effettivo, è rimasto ben saldo al suo posto, anzi di fatto sostituirà Marino, al quale Renzi aveva già tolto poteri fondamentali per darli a Gabrielli.
non è mica un po’ TROPPO strano tutto questo?
e intanto Renzi sta svuotando anche quel tanto di democrazia in Italia che ancora resiste in capo ai sindaci, dopo avere cancellato le province elettive e avere posto le fondamenta rinnovate per un parlamento di nominati.
da ultimo fai riferimento a esperienze personali; ne ho fatte anche io di simili, come preside e dirigente del settore scuola di un consolato, e in entrambi i casi sono state durissime, anche perché io non ho mai avuto il dono dell’aplomb di Marino.
proprio perché ho vissuto in ambiente pubblico i contraccolpi di una lotta personale molto dura contro privilegi grandi e piccoli e in alcuni casi autentiche pratiche mafiose, so bene – forse meglio di te – come sono le regole del gioco in questi ambienti.
quando arrivai come preside al più grosso liceo della città a 41 anni e per prima cosa mi resi conto che ci insegnava senza titolo come supplente la figlia di un preside siciliano amica del preside precedente, autentico barone di sinistra e consigliere comunale, che aveva trasformato il liceo in una clientela rossa, non avevo molte altre alternative: o accettavo o combattevo, e se combattevo non potevo pensare di avere buona stampa, sarei stato un ingenuo.
infatti, ma non è che non lo sapessi.
io ho sempre combattuto, la mia scelta era questa: mi hanno portato in Tribunale, con un pretesto, e sono anche riusciti a farmi condannare in primo e secondo grado, ma poi alla fine ho vinto e sono tornato al mio posto.
per questo sono un poco restio a parlare di Marino come persona: so che rischio di identificarmici troppo, e non è detto che lui sia davvero un onesto fanatico come me.
ma in quello che sta passando non faccio fatica a riconoscere certi passaggi classici e canonici del popolo degli ingordi che attacca in branco chi ha provato a rimetterli in riga.
e vogliamo scommettere che chi prenderà il suo posto, lascerà cadere i punti salienti e positivi della sua azione che tu stesso hai ricordato?
e con tutto, se Marino ha scroccato anche un pranzo solo, è giusto che si dimetta.
ma non ad opera di un Renzi che ha speso 600.000 euro come sindaco in pranzi di rappresentanza, per favore.
http://discutibili.com/2015/10/11/dico-la-mia-da-romano-su-marino/
ad ogni buon conto ho riportato il commento anche sul vostro blog.
ciao.