sintesi del post:
- la Lettera aperta a Roma del Vicario del Papa, manifesto politico della Chiesa di Bergoglio
- la Lettera aperta di 110 cattolici della parrocchia di Santa Teresa d’Avila
- Bergoglio, il Gorbaciov del Vaticano, e la sua missione riformatrice impossibile
- la Chiesa cattolica ha diritto di fare politica?
- a chi servono i Concordati assurdi
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.1. la Lettera aperta a Roma del Vicario del Papa, manifesto politico della Chiesa di Bergoglio.
il cardinale Vallini e` il vicario del Papa per la Diocesi di Roma e nei prossimi giorni fara` un pesante intervento politico sulla situazione della citta`, sotto forma di Lettera aperta, preannunciata sin d’ora con enfasi sulla stampa di regime: diciamo che sara`la ciliegina sulla torta avvelenata della defenestrazione di Marino e quasi un manifesto politico della chiesa di Bergoglio.
La lettera sarà presentata un mese prima dell’apertura dell’ormai prossimo Giubileo straordinario al Palazzo del Laterano, il 5 novembre, in una conferenza. La sera dello stesso giorno, alle 19.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, è invece prevista la presentazione della stessa lettera ai rappresentanti delle istituzioni, del mondo dell’università e della scuola, della società civile e al laicato cattolico romano.
Una Lettera aperta alla città, perché Roma sia «stimolata a rinascere, ad avere una scossa».
«Ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma», esorta Vallini che auspica soprattutto la «formazione di una nuova classe dirigente nella politica».
la rinascita di Roma, per il Vicariato, passa anche attraverso la fede:
«Il Giubileo rappresenterà anche in questo senso una grande occasione».
il sindaco laico Marino era un pesante impiccio per questo disegno.
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fermo restando il diritto della Chiesa e dei cardinali di dire quello che vogliono, sono sconcertato davvero, personalmente, da una simile faccia tosta.
non farebbe meglio la Chiesa Cattolica romana ad occuparsi di regolare meglio la vita del proprio clero, anziche` auspicare un rinnovamento di una nuova classe dirigente politica?
notate, per favore, per inciso, l’espressione, non fatevi distrarre: e` cosi` ovvio, per un cattolico, che la politica faccia capo a dei dirigenti e addirittura che questi dirigenti costituiscano un vera e propria classe dirigente?
se i dirigenti della Chiesa cattolica dicono cosi` e il loro gregge fedele non protesta, la risposta dovrebbe essere si`.
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bene, proviamo allora ad intrecciare questa notizia, con un’altra.
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2. la Lettera aperta di 110 cattolici della parrocchia di Santa Teresa d’Avila
110 fedeli della parrocchia di Santa Teresa d’Avila scrivono anche loro una Lettera aperta, questa volta indirizzata a papa Francesco e, appunto, anche al suo vicario, lo stesso cardinale Vallini, questa volta destinatario e non piu` autore.
Santo Padre, le rivolgiamo un appello, affinché vengano ascoltate le nostre voci preoccupate per la situazione della parrocchia.
Non Le saranno sfuggite le notizie a proposito di uno scandalo sessuale verificatosi nella Curia dei carmelitani scalzi, adiacente alla basilica di Santa Teresa di Avila.
Da oltre un anno, noi fedeli, appreso che uno dei frati della parrocchia aveva denunciato ai superiori i rapporti illeciti tra un alto esponente della Curia e alcuni ‘adulti vulnerabili’, abbiamo interessato il Padre Generale; per tutta risposta, è stato disposto il trasferimento in blocco del presbiterio di S. Teresa e di alcuni frati della Curia.
Sono stati così accomunati nel provvedimento, giustificato come ordinario avvicendamento, innocenti e colpevoli.
Ora, Santo Padre, La preghiamo di intervenire, non senza permetterci di ricordarLe che i fatti sono riportati in un documento consegnato a S.E. Vallini e da noi riepilogati in una lettera del luglio scorso, indirizzata anche a Lei, Santo Padre.
Ci uniamo a Lei nelle preghiere al Signore allo scopo di armonizzare misericordia e giustizia.
Santità, intervenga per riportare serenità, pulizia e giustizia in questo ordine benemerito e nella parrocchia.
la Lettera doveva essere letta in chiesa alla fine della funzione della domenica, ma all’ultimo momento il permesso gia` concesso e` stato negato dai vertici dell’Ordine carmelitano.
la Lettera quindi e` stata letta ugualmente alla fine della funzione, ma fuori dalla chiesa (forse anche fuori dalla Chiesa?).
a questo punto sono scoppiati tafferugli e contestazioni da parte di alcuni parrocchiani infuriati con i «moralizzatori», «perché tante voci infondate infangano la Chiesa».
si e` perfino venuti alle mani.
Giorno dopo giorno, continuano a emergere retroscena: rapporti sessuali continuativi, facilitati dall’abuso di alcol e sostanze eccitanti, con prostituti contattati nella vicina Villa Borghese: voci, suffragate da un paio di testimonianze, riguardanti un «alto esponente» della Curia generalizia.
mi astengo volutamente dal riportare altri dettagli scabrosi e inutilmente morbosi, che riportano direttamente alla mente un grande capolavoro della nostra storia letteraria, volutamente lasciato abbastanza in dispearte: il Decamerone e la sua spietata analisi dei comportamenti sessuali del clero del Trecento, che non sembrano in realta` molto cambiati sette secoli dopo.
e in un contesto del genere chi e` a capo della struttura dove si svolgono fatti simili si permette di dare indicazioni alla citta` su come selezionare una nuova classe dirigente, di persone credenti?
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3. Bergoglio, il Gorbaciov del Vaticano, e la sua mission riformatrice impossibile
Bergoglio a me ricorda un poco Gorbaciov, alle prese come lui con l’impresa quasi impossibile di salvare quella specie di Unione Sovietica con la tonaca che e` il Vaticano e ancora piu` vetusta del Cremlino.
un onesto riformatore, che si scontra con la resistenza ostinata dell’apparato e dei conservatori, che sembrano in grado di far fallire il suo tentativo.
ma nella sua figura vedo ben poco di autenticamente evangelico, aldila` di alcune mosse studiate benissimo sul piano della comunicazione.
diciamo poi che Bergoglio gode dell’appoggio predominante della stampa e dei media, che sono riusciti a far passare lui per un simpaticone che disprezza le consuetudini, mentre per molto meno Marino e` passato per un mattacchione incompetente.
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i due sono saliti al potere a breve distanza l’uno dall’altro.
il fatto e` che Marino stava incidendo sui poteri reali di Roma abbastanza a fondo, mentre Bergoglio lavora visibilmente per mantenerli intatti.
Marino nella polvere e Bergoglio, per ora, ancora sul suo trono, anche se si comincia a parlare di dimissioni anche per lui, ma il problema di tre papi in Vaticano contemporaneamente non e` da poco.
inoltre Bergoglio ha tempra di lottatore ben diversa da Ratzinger e soprattutto non ha scheletri nell’armadio, a quanto se ne sa; in poche parole non ha un fratello coinvolto a fondo nello scandalo della pedofilia ecclesiastica in Germania, e se qualcuno ne aveva per i suoi rapporti ambigui del passato con la giunta militare argentina, sono gia` stati dimenticati ed e` difficile che possano fare nuovo scalpore adesso.
e tuttavia la mia definizione di papa Francesco come Gorbaciov del Vaticano implica l’ipotesi che la profezia di Malachia possa realizzarsi e che l’enorme pachiderma del cattolicesimo sia sull’orlo di una crisi epocale, proprio per il rigetto di operazioni di riforma anche molto moderate e in fondo conservatrici come quella attuale.
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4. la Chiesa cattolica ha diritto di fare politica?
quindi e` un Bergoglio, papa gesuita che si sente nonostante tutto ben saldo, quel che parla per voce del cardinale suo vicario a Roma.
per lanciare una specie di manifesto politico.
ne ha il diritto?
domanda ingenua e un poco stupida, visto che risponde la realta` al filosofo, in questo caso.
si`, perche` chiunque ha il diritto di fare politica e la religione organizzata, del resto, e` per sua natura una forma di vita politica, cioe` associata.
e` una forma di politica alquanto rozza ed arcaica, che personalmente disapprovo, perche` richiamrsi in politica ad un presunto volere divino, cioe` divinizzare le proprie idee, e` un modo barbaro di stare in mezzo agli altri.
ma insomma, anche i barbari e i ciarlatani esistono e hanno pur sempre diritto di esprimersi, entro i limiti della correttezza e della legalita`, che deve tenerne lontane le manifestazioni peggiori, ma senza sopprimere del tutto la loro liberta` di parola.
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allora, tutto bene?
si` e no.
no, perche` le opinioni politiche che si attribuiscono una natura religiosa, e cioe` pretendono di essere l’attualizzazione della volonta` di Dio, costituite sotto forma di organizzazione politico-religiosa che si autodefinisce Chiesa, hanno stipulato con lo Stato delle particolari convenzioni, i Concordati, con le quali si attribuiscono particolari privilegi.
questi privilegi che le Chiese hanno estorto agli Stati si basano tuttavia su una distinzione totalmente artificiosa e spesso del tutto incomprensibile tra religione e politica, fra Chiesa e Stato.
i privilegi riguarderebbero gli aspetti del culto, e in cambio di questi le Chiese si impegnano, o dovrebbero impegnarsi, a non svolgere attivita` politica, o almeno direttamente politica.
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cosi` almeno penserei io che si intenda con i primi articoli del Concordato, anche se nel suo insieme il Concordato stipulato da Craxi con la Chiesa Cattolica esattamente trent’anni fa, il 3 giugno 1965, e` in realta` un puro elenco di concessioni dello stato italiano allo Stato Citta` del Vaticano.
non dev’essere un caso se questo trentesimo anniversario e` passato totalmente sotto silenzio.
ART. 1
La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese.
ART. 2
1. La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.
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5. a chi servono i Concordati assurdi
naturalmente in sistemi costituzionali che garantiscono liberta` di opinione, di manifestazione e di parola, cade o dovrebbe cadere l’esigenza stessa per la Chiesa di garantirsi liberta` particolari.
non a caso il Concordato e` la forma tipica del rapporto fra lo Stato autoritario e l’organizzazione altrettanto autoritaria della Chiesa.
la Chiesa, che non garantisce al proprio interno la liberta` di pensiero, di manifestazione e di parola, cerca tuttavia di garantirla per se stessa,come organizzazione, e non certo per i suoi membri, dove questa liberta` non e` garantita da strutture politiche basate sul pensiero unico.
ma che senso ha riproporre uno statuto speciale per le forme di pensiero religioso, dove tutte le manifestazioni di pensiero sono garantite, almeno teoricamente?
ma il vero problema e` che il pensiero religioso, quando si trasferisce sul piano direttamente politico, e` per sua natura intollerante, e male tollera la democrazia.
dal punto di vista di chi ha una fede, e` impossibile riconoscere piena autorita` alle opinioni di chi non ne ha.
l’opinione di Dio contro quella di qualche semplice uomo comune?
come potrebbe esserci gara?
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e tuttavia, il senso della richiesta di specifici privilegi da parte della struttura ecclesiastica e` chiaro, se si osserva che questi privilegi sono garantiti nei Concordati alla Chiesa come struttura e non ai suoi membri.
sono privilegi che la Chiesa ottiene dallo stato a propria garanzia contro i propri fedeli, metti il caso che si sveglino.
in questo caso scoprono che, forse, lo Stato siamo noi, come intitolava il vecchio libro di testo che avevo alle medie, ma certamente invece la Chiesa non sono i suoi fedeli.
ma quando i fedeli cristiani rivendicarono di essere loro la Chiesa e non la gerarchia romana, ne venne la Riforma protestante, vero?
e si posero le basi della moderna democrazia, vero?
perfino dnetro la Chiesa, vero?
Esiste un unico caso in cui la Chiesa Cattolica sono i suoi fedeli: quando si tratta di oneri.
Cito testualmente
La parrocchia non si identifica con il parroco o la canonica o le strutture parrocchiali. Proprio perché l’accoglienza sia espressione di tutta la comunità cristiana, si chiede che i sacerdoti responsabili di parrocchie e zone pastorali non si facciano carico da soli dell’accoglienza. Se non si riuscisse a garantire una effettiva corresponsabilità con almeno alcuni parrocchiani, neppure il parroco da solo potrebbe far fronte al bisogno; in tal caso si prenderà atto con dolore della impossibilità di accogliere.
L’argomento, naturalmente, erano gli immigrati, altro tema su cui hanno bacchettato non poco i politici eletti.
Notare che non dice Impossibilità di accogliere tutti, ma impossibilità di accogliere e basta, cosa che mi fa pensare che nelle intenzioni di chi ha pronunciato quella frase, es mancano le famiglie, non è che il sacerdote accolga qualcuno, ma lui personalmente nessuno e tutto a carico delle famiglie.
sono contento che hai citato, manca la fonte, ma con google è diventato quasi sfizioso metterla, dato che si trova subito, ed è il cardinale Caffarra di Bologna, se non sbaglio uno degli avversari dela linea di papa Bergoglio.
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/Caffarra-ospitare-i-profughi-senza-improvvisazioni.aspx
sono i cristiani conservatori, i cristiani senza spirito cristiano, e neppure la posizione sugli immigrati mi meraviglia,
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