Erri De Luca – e io mi espongo – 497.

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mi espongo con un giudizio che so per certo che scontentera` i pochi che mi seguono con una certa costanza.

so anche che saro` disapprovato, dato che da noi e` molto facile correre dalla parte del vincitore del momento.

continuo a sentirmi fuori posto, ma non rinuncio ad esprimere idee controcorrente, che spero possano suscitare almeno una riflessione.

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da noi anche l’istigazione esplicita alla violenza viene giudicata legittima in nome della liberta` di espressione, come dimostra l’assoluzione in primo grado di Erri De Luca.

ma non stavamo parlando di metafore letterarie, credo, ne` del nobile astratto principio del sabotaggio gandhiano o della non violenza.

stavamo parlando di cesoie, mi pare.

e ne stava parlando Erri De Luca che, da parte sua, ha denunciato Viale per diffamazione, per averlo criticato dicendo che le sue parole portavano a reati e violenze compiute da altri.

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non sono uno scrittore, quindi non rientro fra coloro di cui si lamenta De Luca per la mancata solidarieta`.

io non provo nessuna solidarieta` per chi incita altri ad usare le cesoie per sabotare decisioni prese comunque legittimamente.

per dirla tutta, la trovo una posizione leggermente vigliacca: meglio avrebbe fatto De Luca ad andare ad usarle le cesoie e a farsi condannare come persona comune, anziche` assolvere come scrittore.

se credi a quello che scrivi, perché non lo fai e ti limiti a parlarne?

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non so quanto se ne sia reso conto, ma De Luca ha prodotto una sentenza che ha detto che le parole sono inutili, non pietre, ma polvere nel vento.

e che l’intellettuale e` un privilegiato che puo` dire tutto quello che vuole.

tanto chi paghera` sara` soltanto chi gli crede  e mettera` in pratica i suoi consigli, sporcandosi le mani.

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saro` stupido, ma io non capisco perche` non e` un reato dire che vanno tagliate con le cesoie le reti dei cantieri TAV ed e` un reato, invece, tagliarle effettivamente.

se c’e` liberta` di espressione, non dovrebbe esserci anche liberta` d’azione?

21 risposte a “Erri De Luca – e io mi espongo – 497.

  1. gente come Erri De Luca andrebbe allontanata dalla scena pubblica. E non solo perché è un pessimo poeta che scrive pessime poesie scegliendo pessime parole con uno stile pessimo.

    Qui siamo arrivato all’arroganza di chi intellettuale non è ma viene ritenuto tale dal popolo bue, anzi, dal gregge di pecoroni che segue chi fa la scena di andare contro il sistema.
    Come dici giustamente tu, tutta la difesa di quell’individuo sta nel: “Io posso dire quello che voglio”, senza alcun riguardo per cosa può succedere grazie alle sue parole.

    Ti copio un commento che ho trovato su facebook a questa notizia: “Mmmhh.. vediamo.. e se sostituiamo al termine “linea alta velocita’” il termine “campo rom”? Oppure “centro di accoglienza profughi”? O magari “linea aerea”? O “metropolitana di Roma”? O “Linea ferroviaria Torino-Milano”? Oppure, senti un po’, se sostituiamo con “sabotate Erri De Luca”? Che dici, Erri, e’ istigazione a delinquere o no? E’ reato o no? Ma poi “legittima difesa” de che? Certo, capisco che non tutti possono essere Socrate, ma insomma, un poco di pudore”

    • ho cambiato la prima parola del tuo commento (gente al posto di gentaglia) per togliere il connotato offensivo, ma non credo di avere alterato il tuo pensiero, che anzi, semmai, secondo me acquista maggiore forza.

      io credo che la parola sabotare, di per se stessa, può anche avere un valore metaforico, come dice De Luca, e quindi che non avesse alcun valore criminoso usarla in certi contesti; ma credo anche che l’uso che ne ha fatto De Luca fosse chiaramente non metaforico.

      a meno che non vogliamo dire che è un inesperto totale delle regole del linguaggio e del significato dato alle parole dal contesto nel quale vengono emesse: il che per uno scrittore sarebbe grave, anche se pare che sia meno grave per un giudice.

      credo che la battaglia che ha fatto De Luca sia per un privilegio dell’intellettuale, cioè del borghese agiato e colto, e mi auguro che ci sia un ricorso della Procura perché il problema venga esaminato più a fondo.

      • nono, non l’ha usata affatto in senso metaforico 🙂
        Ecco la sua dichiarazione: “Sarei presente in quest’aula anche se non fossi io lo scrittore incriminato per istigazione. Ad di là del mio trascurabile caso personale, considero l’imputazione contestata un esperimento, il tentativo di mettere a tacere le parole contrarie. Perciò considero quest’aula un avamposto affacciato sul presente immediato del nostro paese. Svolgo l’attività di scrittore e mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura.
        Sono incriminato per un articolo del codice penale che risale al 1930 e a quel periodo della storia d’Italia. Considero quell’articolo superato dalla successiva stesura della Costituzione della Repubblica. Sono in quest’aula per sapere se quel testo è in vigore e prevalente o se il capo di accusa avrà il potere di sospendere e invalidare l’articolo 21 della Costituzione.
        Ho impedito ai miei difensori di presentare istanza di incostituzionalità del capo di accusa. Se accolta, avrebbe fermato questo processo, traferito agli atti nelle stanze di una Corte Costituzionale sovraccarica di lavoro, che si sarebbe pronunciata nell’arco di anni. Se accolta l’istanza avrebbe scavalcato quest’aula e questo tempo prezioso.
        Ciò che è costituzionale credo che si decida e si difenda in posti pubblici come questo, come anche in un commissariato, in un’aula scolastica, in una prigione, in un ospedale, su un posto di lavoro, alle frontiere attraversate dai richiedenti asilo. Ciò che è costituzionale si misura al pianoterra della società.
        Inapplicabile al mio caso le attenuanti generiche: se quello che ho detto è reato, l’ho ripetuto e continuerò a ripeterlo.
        Sono incriminato per avere usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico. Nobile perché pronunciato e praticato da valorose figure come Gandhi e Mandela, con enormi risultati politici. Democratico perché appartiene fin dall’origine al movimento operaio e alle sue lotte. Per esempio uno sciopero sabota la produzione. Difendo l’uso legittimo del verbo sabotare nel suo significato più efficace e ampio. Sono disposto a subire condanna penale per i suo impiego, ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana.
        “A questo servivano le cesoie”: a cosa? A sabotare un’opera colossale quanto nociva con delle cesoie? Non risultano altri insidiosi articoli di ferramenta agli atti della mia conversazione telefonica. Allora si incrimina il sostegno verbale a un’azione simbolica? Non voglio sconfinare nel campo di competenza dei miei difensori.
        Concludo confermando la mia convinzione che la linea di sedicente alta velocità in Val di Susa va ostacolata, impedita, intralciata, dunque sabotata per la legittima difesa della salute, del suolo dell’aria, dell’acqua di una comunità minacciata.
        La mia parola contraria sussiste e aspetto di sapere se costituisce reato.”

        Capito? “Difendo l’uso legittimo del verbo sabotare nel suo significato più efficace e ampio.”
        Niente metafora…

        • mi hai fatto rileggere con più attenzione questa dichiarazione che avevo scorso un poco infastidito dalla retorica del martire (decisamente fuori posto per una eventuale condanna massima a 8 mesi di reclusione che non avrebbe mai scontato).

          mi soffermo sul tema delle cesoie, che secondo me è centrale.

          l’espressione sabotare, rimango dell’idea che sia abbastanza polivalente da non essere censurabile di per se stessa, dato che si può sabotare anche con la resistenza passiva o con la disobbedienza civile o con lo sciopero, come dice giustamente De Luca.

          sono le cesoie che ci portano raso terra, invece: la tesi risibile di De Luca è che il riferimento alle cesoie è ininfluente, dato che con le cesoie si fa un’azione solamente simbolica.

          simbolica o no, l’azione è illegale.

          De Luca non è andato alla Corte Costituzionale a sollevare la questione dell’art. 414 del Codice Penale (di base il codice Rocco, di epoca fascista, ma questo riguarda tutto il nostro codice penale) perché sapeva benissimo che l’avrebbe persa.

          sostenere l’incostituzionalità dell’art. 414 perché steso durante il fascismo è grottesco, perché allora tutto il nostro codice dovrebbe essere incostituzionale e se quell’articolo fosse davvero incostituzionale la Corte lo avrebbe cancellato, come ha fatto con decine di altri.

          l’art. 144 dice: Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione.
          Alla pena stabilita nel primo punto soggiace anche chi pubblicamente fa l’apologia di uno o più delitti.

          l’art. 115 invece dice che, se l’istigazione è in privato,diventa perseguibile solamente se poi effettivamente ne segue il reato, a cui l’istigante concorre a pieno titolo.

          la Corte Costituzionale si è già espressa, senza rilevare alcuna incostituzionalità, sull’aspetto dell’apologia del reato e ha stabilito questo:

          “L’elemento oggettivo dell’apologia di uno o più reati punibile ai sensi dell’art. 414, comma terzo c.p., non si identifica nella mera manifestazione del pensiero, diretta a criticare la legislazione o la giurisprudenza o a promuovere l’abolizione della norma incriminatrice o a dare un giudizio favorevole sul movente dell’autore della condotta illecita, ma consiste nella rievocazione pubblica di un episodio criminoso diretta e idonea a provocare la violazione delle norme penali, nel senso che l’azione deve avere la concreta capacità di provocare l’immediata esecuzione di delitti o, quanto meno, la probabilità che essi vengano commessi in un futuro più o meno prossimo”.

          analogamente, credo, il Tribunale doveva stabilire se le parole di De Luca erano idonee a spingere qualcuno a commettere i reati che considerava positiva.

          assolvendolo ha detto di no, cioè gli ha dato del parolaio inconcludente.

          • in effetti l’unica cosa che emerge chiaramente è la volontà precisa di De Luca di presentarsi come intellettuale imbavagliato.

            Hai notato che è praticamente impossibile condannare un De Luca? 🙂
            Per di più entrambi legati a Napoli 🙂

      • Beh, Erri si scrive proprio uguale, e anche Erri Batasuna era un partito che è stato messo fuori legge perché si limitava a fiancheggiare atti illegali pero’, a detta dei suoi esponenti, solo a parole, e la giustizia spagnola ha stabilito che anche a parole era illegale lo stesso e l’hanno sanzionato.

        • oh, ecco, ora è chiaro il riferimento al partito fiancheggiatore della lotta indipendentista dei baschi.

          ma ho letto anche che uno dei suoi leader è stato ucciso da un neofascista, vero?

          il giudizio del tribunale spagnolo mi sembra impeccabile; d’altra parte credo poco ai rivoluzionari che sono tali soltanto fino a che gli viene garantito che il loro amore per la rivoluzione non ha nessuna conseguenza.

          se sei rivoluzionario, sarai ben disposto ad ammettere che lo stato eserciti nei tuoi confronti una violenza pari a quella che tu dichiari oppure effettivamente eserciti nei suoi confronti?

          altrimenti che spirito rivoluzionario è?

          (discorsi da reduce sessantottino, lo ammetto: discorsi da preistoria)

          • Quello che dici mi sembra giusto, il punto è che pare che quel partito fosse diventato mafioso, praticasse il pizzo, eccetera.

            • succede abbastanza spesso del resto che i rivoluzionari davvero tali e non soltanto parolai, praticando forme di lotta illegale, finiscano col confondersi troppo da vicino con la malavita…

              e succede anche che la malavita li appoggi volentieri come alleati contro il potere statale.

  2. Non è obbligatorio essere sempre contro. Ti esponi al rischio di sembrare un vecchio brontolone. Rischio minore. Il peggiore: cadere in contraddizione. Sono felice per Erri. Coerente. Non è da tutti. E se si perseguissero le idee, conosco gente che figurerebbe a pieno titolo tra quelli che meriterebbero la galera. Salvini, ad esempio. Grillo. Ad esempio.
    Saluti cari!

    • in tutta sincerita` il dubbio di poter essere classificato nella categoria del vecchio brontolone viene anche a me, qualche volta :), ma la biologia ha le sue leggi inevitabili (e spero soltanto che, data la contiguita`, io possa essere messo per sbaglio in quella del vecchio saggio 😉 ).

      ma in questo caso non credo di cadere nel primo rischio; ho come lontano modello, sia pure inarrivabile per me, le provocazioni di Pasolini e i suoi sberleffi al senso comune, anche di sinistra, rivelatisi profetici.

      in questo caso, perdonami, il tuo e` perbenismo di sinistra poco critica.

      coerenza? coerente sono anche io, spero, e ho gli stessi anni piu` o meno di De Luca e una storia simile; quindi non capisco perche` il vecchio brontolone in questo caso sarei io e non lui.

      ho argomentato, nel post e nei commenti, ma non vedo risposte specifiche da parte tua ai punti sollevati, solo la riproposizione stantia di una posizione fideistica, a parere mio.

      la liberta` di opinione e di giudizio si ferma, secondo me, di fronte all’istigazione a delinquere; la giudice che ha sentenziato su De Luca ha deciso che nel suo caso questa istigazione mancava; opinione da rispettare, ma anche passibile di critica ragionata.

      su Salvini e simili, e su chiunque altro, servirebbero inziative analoghe e le ho richieste varie volte anche su questo blog (tra l’altro, da ultimo proprio nel post che precede questo, scritto prima di conoscere la sentenza De Luca, sulla incriminazione in Germania di dirigenti di Facebook per istigazione all’odio razziale); su Grillo non ho presente al momento a che cosa ti riferisci.

      ma se io chiedo che si persegua Salvini e quelli come lui, come De Luca, chi e` il coerente in questo caso, io o te? io o lui? lui che denuncia per diffamazione chi lo critica.

      con la solita simpatia e ringraziando del commento, naturalmente.

  3. caro borto, io difendo quella causa perché la trovo giusta. Non mi pare invece corretto che sia stato assolto più perché noto scrittore che per altri motivi; è anche vero che se non fosse stato un noto scrittore neppure starebbe stato accusato dal P.M…. per istigazione. So che non lo giustifica, ma quanti politici ci vanno giù duri o peggio? Francamente di quelli mi vergogno. Non di De Luca. Scusaaa……

    • e perche` ti devi scusare, scusa? passami il bisticcio. 🙂

      la pensiamo in modo diverso, tutto qui.

      solo che, se riteniamo che De Luca abbia il diritto di istigare ad azioni illegali, non capisco come poi possiamo poi pretendere che venga sanzionato chi istiga a compierne contro i rom.

      non accetto la regola dei due pesi e delle due misure, ecco.

      preciso pero` un punto importante: io non mi vergogno affatto che De Luca dica quello che dice, lo trovo anzi completamente comprensibile.

      la sua e` una posizione di rottura; ben vengano anche queste.

      mi vergogno che abbia preteso di non essere condannato.

      se io faccio una manifestazione non autorzzata, e ne ho fatte in passato, non e` che poi pretendo di non essere sanzionato.

      quando andai sotto processo all’inizio degli anni Settanta per vilipendio delle forze dell’ordine e della magistratura, cercai ovviamente di evitare la condanna, per le conseguneze catastrofiche avrebbe avuto sulla mia vita professionale di insegnante (licenziamento), ma non lo feci in nome della liberta` di espressione, in quel caso tra l’altro molto piu` giustificata, in quanto si trattava di meri giudizi storici.

      da rivoluzionario, quale mi sentivo, davo per scontato che lo stato borghese mi avrebbe condannato; e allora effettivamente sarebbe stao cosi`.

      giocai sulla mancanza di prove certe che il volantino l’avessi scritto io, e nessuno fece un’analisi stilistica per smentirmi… ehehe.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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