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la notizia viene dal Giornale, ma risale al Daily Telegraph e dunque puo` essere considerata abbastanza attendibile; del resto, in questo periodo, e` alla stampa berlusconiana che bisogna rivolgersi per avere qualche informazione critica in piu` su Renzi, considerando che, sia pure in modo strumentale, e` l’unica che non svolge azione di fiancheggiamento, ma la normale azione di controllo critico che dovrebbe essere tipica di una stampa libera.
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il premier inglese Cameron a novembre dovrà presentare alla Commissione europea le richieste per riformare i rapporti tra Londra e Bruxelles, in vista del referendum sulla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, che ha deciso di convocare entro il 2017.
quattro sono i punti chiave sul tavolo dei negoziati e vengono riferiti, sulla base di indiscrezioni e un poco sommariamente, cosi`:
- la garanzia a Londra di potersi sottrarre a qualunque passo verso “un superstato europeo”
- la garanzia che escluda anche in futuro l’euro come moneta unica ufficiale dell’intera Unione Europea
- la possibilità per il Regno Unito di respingere, fermare o bypassare la legislazione europea su alcune materie (questo punto e` particolarmente poco chiaro)
- una nuova struttura di governo dell’Unione Europea che tuteli di più i 9 paesi esterni all’eurozona rispetto alla maggioranza automatica degli altri 19 (altro punto non chiarissimo).
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occorre avere ben chiaro, preliminarmente che Cameron, il leader conservatore inglese, e` il portavoce diretto degli interessi della City di Londra, che rappresenta con le sue speculazioni finanziarie il cuore dell’attivita` economica del paese.
il tipico nazionalismo inglese che viene agitato per giustificare queste richieste c’entra poco, o meglio serve soltanto come paravento per giustificarle, dicendo che servirebbero a strappare un si` alla permanenza in Europa ad una opinione pubblica locale ampiamente ostile: gli euroscettici si sono appena organizzatisi in una larga coalizione per la campagna referendaria del no.
Lo stesso Telegraph nota comunque che, anche se accolto, tale pacchetto non sarebbe in grado di convincere gli euroscettici.
in sostanza invece Cameron rappresenta gli interessi degli stessi ambienti che sostengono Renzi in Italia e in America Obama e i Clinton: sono coloro che stanno preparando il Trattato Interatlantico per il Commercio e gli Investimenti, il TTIP, per neutralizzare le possibilita` di resistenza degli stati al controllo diretto dell’economia sulle loro scelte e che vedono come fumo negli occhi la possibilita` stessa che l’Unione Europea funzioni come un potere statale rafforzato, per gli stessi motivi.
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Cameron e Renzi sono dunque in Europa due leve convergenti per la destabilizzazione e il logoramento dell’Unione Europea.
la politica economica di Renzi, che sviluppa ulteriormente il debito pubblico italiano, in latente contrasto con le norme dell”Unione Europea, garantisce a loro i piu` ampi profitti, direttamente per gli interessi sul debito (calanti da ultimo per la congiuntura internazionale) e per l’incremento della spesa delle famiglie, sempre a debito: si veda il forte aumento estivo delle vendite di auto, in particolare di quelle prodotte da Marchionne, grande sostenitore di Renzi, com e` ovvio, dato che Renzi lavora per lui.
niente di strano dunque che in un incontro all’inizio del mese al Foreign Office, il ministero degli esteri inglese, il nostro ministro Gentiloni abbia espresso la disponibilita` italiana ad appoggiare le richieste di Cameron per un’Unione europea a due velocità, in cui venga formalizzata la distinzione fra gli Stati membri dell’eurozona e i nove che ne rimangono fuori.
insomma, l’Italia e` favorevole “dietro le quinte” alla richiesta dei conservatori inglesi e in particolare agli ultimi due punti citati sopra, che, al momento, vedono contrario il resto dell’Unione Europea.
“L‘Italia sarebbe il primo Paese fondatore dell’Unione Europea e il primo Paese importante dell’Eurozona ad appoggiare le richieste della Gran Bretagna“.
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a questo punto sarebbe bene inserire nel quadro anche la visita in corso a Londra del presidente cinese Xi Jinping.
significative le immagini che cristallizzano l’emergere dei nuovi poteri post-democratici e il ritorno di fatto ad un ancien regime di poteri assoluti: la Cina e` del resto il punto di riferimento mondiale della nuova organizzazione mondiale post-democratica del potere, che avanza.
ma ancora piu` significativi gli accordi commerciali fra Regno Unito e Cina, che segnano “l’inizio di un’epoca d’oro” che prevede un flusso di denaro cinese di 100 miliardi di sterline in 10 anni: un vero e proprio rapporto privilegiato, nelle intenzioni tanto della Gran Bretagna quanto del gigante cinese.
Di ieri la notizia che Jack Ma, il “Bill Gates cinese”, fondatore di Alibaba, è uno dei nuovi consulenti di David Cameron per il Governo di Londra.
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questo giocare in proprio del Regno Unito non colpisce soltanto l’Unione Europea, che nelle intenzioni inglesi va usata soltanto come mercato privo di potere politico proprio, ma provoca un certo malumore americano e ricolloca il Regno Unito nello scacchiere mondiale in una posizione inedita: parrebbe che la finanza della City sia in grado oggi di emanciparsi anche dalla tutela degli USA e di contrattare direttamente col nuovo nascente centro cinese del potere mondiale, come potere autonomo.
in questo caso e` la sinistra inglese, quella vera di Corbyn, candidato laburista alle prossime elezioni, ad opporsi, con dichiarazioni pubbliche.
solo in Italia l’assenza di una vera sinistra credibile lascia spazio alla usurpazione renziana del Partito Democratico, organicamente alleato delle destre europee nella politica estera e nella politica economica interna, parimenti di destra.
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grande e` la confusione sotto il cielo e sempre piu` difficile capirci qualcosa.
il vostro blogger, umilmente come sempre, ci prova ogni giorno.
e ritiene, forse in modo un poco ingenuo e schematico, che nulla debba essere concesso a Cameron e che gli inglesi vadano lasciati liberi di decidere se vogliono far parte dell’Unione Europea oppure no.
se decideranno di no, la cosa non sarebbe neppure male, in quanto verrebbe ridotta alla finanza della City la possibilita` di utilizzare l’Unione Europea per i propri disegni.
ma voglio proprio vederla l’Inghilterra nel ruolo capovolto di Hong Kong d’occidente e di avamposto cinese in Europa.