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cosi` soltanto Repubblica ha di prima mattina l’informazione che Marino e` iscritto da mercoledi` nel registro degli indagati per peculato e concorso in falso in atto pubblico, per via delle spiegazioni spontaneamente date ai magistrati l’altro lunedi`.
Marino aveva spiegato che le sue segreterie, nel compilare i giustificativi delle sue cene saldate con carta di credito:
“A distanza di mesi, guardavano quale era stato il mio ultimo impegno in agenda e si regolavano di conseguenza, imitando la mia firma”.
falso in atto pubblico!
e` lo scoop del giorno. che delirio finalmente passare dal merito molto dubbio del peculato a quello meramente formale e indiscutibile, secondo Repubblica, del falso in atto pubblico, per le firme non autentiche…
scoop assieme alle dimissioni della maggioranza del consiglio comunale, date per certe e che vedremo se ci saranno.
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e non ci va leggero Carlo Bonini:
Ignazio Marino gioca un’ultima mano da baro.
ovviamente qui siamo aldila` dell’informazione: siamo all’insulto e alla diffamazione.
la prima regola di una corretta informazione sarebbe che Repubblica ci dicesse da dove ha saputo la notizia.
giusto per toglierci il dubbio (da tempo piuttosto certezza) che il baro sia a Repubblica, per come sta gestendo a livello “informativo” la questione.
intanto Marino risponde con calma, che l’iscrizione e` un atto dovuto della magistratura, di fronte agli esposti, che l’essere indagato non e` essere incriminato, e che ne avrebbe parlato alla seduta pubblica del consiglio comunale.
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ovviamente, se le cose stanno cosi`, cioe` se e` indagato, sarebbe meglio che Marino avesse confermato le dimissioni (a parere mio), ma e` un parere personale da giacobino; io lo applico anche a Marino, ma senza dimenticare tutti gli altri, vero?
(o forse bisognerebbe aspettare almeno che sia rinviato a giudizio? per non eccedere con le dimissioni…)
ma De Luca, non soltanto indagato, ma condannato in primo grado, con legge confermata dalla Corte Costituzionale per De Magistris, e comunque ancora li`, al suo posto?
e ben ricordando che Renzi sindaco ha fatto ben di peggio con gli scontrini, e certo non e` stato cosi` fesso da renderli pubblici ne` tanto meno pensa di dimettersi.
il vero problema di Marino, non nascondiamoci dietro un dito, si chiama Bergoglio, mica scontrino.
e Renzi deve mantenere qualche promessa e liquidare un sindaco laico, evidentemente.
ogni strumento e` buono e a Marino gliela faranno pagare: questi del resto sono i rottweiler del potere, mica giornalisti.
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non so perche`, ma mi viene in mente un’altra notizia, che Repubblica non ha dato.
Il processo contro Emilio Riva e altri dirigenti dell’ILVA e della Deutsche Bank accusati di una frode fiscale da 52 milioni di euro si è concluso mercoledì con l’assoluzione degli imputati.
e` l’effetto dei decreti attuativi della delega fiscale fatti da Renzi ed entrati in vigore, guarda caso, il primo ottobre scorso.
l’accusa era di frode fiscale, ma l’abuso del diritto e` stato depenalizzato e di conseguenza anche la frode realizzata nella forma dell’abuso di un diritto non e` piu` punibile.
“Finalmente l’Italia si dota di una norma generale anti-elusiva come richiedevamo da tempo”.
e` una dichiarazione di Confindustria in aprile.
52 milioni di euro, e poi i giornali stanno a parlare degli scontrini di Marino…
dove stanno i bari?