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ho un’amica coetanea che ha vissuto alcuni anni in Pakistan e per periodi piu` brevi in altri paesi islamici.
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mi manda un resoconto cosi` stupefacente di alcuni aspetti della vita in Pakistan, che le ho chiesto di poterlo pubblicare anche qui, per dedicarlo a tutti coloro che si lasciano riempire la testa dalla propaganda massiccia contro l’islam e che non hanno una conoscenza diretta di quei paesi.
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Ho visto con piacere che vi divertivate a pestare l’uva e ricordo vivamente che anch’io feci la stessa cosa nel periodo in cui mi trovavo in Pakistan quando mio marito ordinò un truck (camion) di uva bianca dall’Afghanistan.
Riuscii ad ottenere ben 80 bottiglie di vino con una gradazione alcolica elevata tale da ubriacare tutti gli amici che di sera si presentavano a casa nostra per bere quel vino.
Il vino durò ben poco in quanto ci affrettammo a berlo perchè i tappi iniziarono a saltare, in realtà avevo prodotto “champagne” ed i tappi non erano stati sigillati ermeticamente.
Che bei tempi ho trascorso durante la mia permanenza a Lahore.
Dal mosto produssi anche un litro di grappa che emanò un profumo tale da insospettire i vicini, che non capivano da dove provenisse.
Ricordo che mia suocera era spaventata perchè temeva che la polizia arrivasse da un momento all’altro; però mio suocero rideva ed esclamava:
Alla polizia ci penso io; intanto noi beviamo il vino artigianale e la grappa di V..
La notizia si sparse in tutta Lahore, ma la polizia non fece nessun blitz forse perchè mio suocero portò loro di nascosto alcune bottiglie di “champagne”.
A Lahore e in tutto il Pakistan ci sono centri autorizzati alla vendita di bevande alcoliche di importazione.
Non esistono bar come in Europa, ma clubs ed alberghi di classe dove si può bere fino alla sbornia.
Nel club che noi frequentiamo a Lahore incontriamo sempre le amicizie maschili di vecchia data, tutti alticci per il whiskey o per la birra, o per la vodka e cosi via………
Nei villaggi tuttora si producono illegalmente bevande superalcoliche per pochi soldi, destinate alla gente che non si può permettere l’acquisto di bevande di importazione.
Quando vivevo a Lahore, il nostro sweeper (uomo delle pulizie) era sempre ubriaco ed anche dopato di marijuana ogni fine settimana e mi chiedevo spesso dove mai si procurasse tutto ciò, e la risposta è semplice: illegalmente!
A Dubai in tutti i grandi supermercati c’è una sezione destinata ai prodotti alimentari di maiale per i NON MUSLIM.
La gente acquista e nessuno chiede quale sia la religione di appartenenza.
Si presume che l’acquirente non sia musulmano.
Sono certa che l’unico paese in cui nulla di tutto ciò sia possibile è l’Arabia Saudita.
Durante una delle mie ultime permanenze a Islamabad, ospite di un cugino di mio marito, gli amici ministri ed ex-ministri si radunavano di sera presso la sua abitazione per il solito sip (sorso) di whiskey o di birra e mi invitavano a unirmi a loro per un “peg”. (una misura di liquore)
Sai qual’è il loro motto?
We are not slavish mind. (noi non siamo di mente pedissequa).
Quante risate!!!!.
Caro Mauro, puoi scrivere tutto ciò che desideri nel tuo blog, ma non menzionare il presidente della Muslim Leage (Lega islamica) (gli piacevano il vino e le salsicce), tuttora ricordato dai giovani e non più giovani followers (seguaci).
I nostri amici e parenti in Pakistan sono a conoscenza della mia avventura.
A proposito, quando il vino veniva imbottigliato dalla servitù, dicevo loro che si trattava di grape juice (succo d’uva), in realtà non era altro che il succo d’uva soltanto un po’ invecchiato dalla fermentazione!!
Un mio amico enologo mi aveva inviato dall’Italia delle pastiglie di cera da inserire nelle damigiane per la conservazione del vino, forse pensando che di lì a poco mi sarei prestata ad aprire una rivendita legale in quel paese.
Quanto ho scritto è tutto reale e non frutto di fantasia.
Spero che nessun seguace del tuo blog sia un fanatico musulmano perchè cercherebbero entrambi per tagliarci il collo. 🙂
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tenderei ad escludere di avere lettori fanatici, siano essi islamici oppure no; vorrei escludere anche di avere fanatici anti-islam tra i miei lettori.
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ma non si sa mai!
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ma certamente questa lettura sarebbe piu` utile per loro, con questo squarcio di realta` umana in fondo rassicurante, dietro le mille ipocrisie che troviamo anche in questa religione.
se in Pakistan è possibile bere alcolici, è possibile solo illegalmente e questo la dice lunga. Gli Usa hanno abolito il proibizionismo nel 1930 circa
Mohammed ha vietato agli arabi quello che si produceva altrove: la carne di maiale e l’alcool; divieti che hanno accentuato il senso di separazione degli islamici dal resto dell’umanita`.
ma sono divieti che si trovano anche nella Bibbia, anzi assieme ad altri ancora piu` cervellotici.
non credo che quella del Pakistan conosciuto dalla mia amica (ma forse era qualche anno fa) possa essere definito come proibizionismo, visto che scrive: A Lahore e in tutto il Pakistan ci sono centri autorizzati alla vendita di bevande alcoliche di importazione.
il problema generale di questi paesi e` piuttosto la stretta identificazione fra la legge civile e la sharia, la legge islamica.
questo problema appartiene alla storia stessa dell’islam, cosi` come appartebena in origine alla storia del cristianesimo, prima che la nostra evoluzione civile portasse ad un parziale superamento di questa identificazione.
ma anche da noi e` altissima la percentuale di coloro che continuano ad identificare quel che e` giusto che lo stato faccia con qualche valore assoluto di origine religiosa e non con quel che e` piu` razionale in termini di efficacia.
perfino fra coloro che poi non sono religiosi prevale un’idea del giusto di tipo religioso.
in occidente ci sono bigotti e fondamentalisti ma l’idea che stato e religione, religione e politica devono essere separati ha prevalso. negli USa ci sono fondamentalisti religiosi in qualche caso anche molto violenti ma sono frange isolate e sono tenuti a bada da una Costituzione di solida impronta illuministica.. non credo che lo stesso si possa dire di molti paesi di cultura islamica dove la sola alternativa alla vittoria elettorale dei partiti religiosi o al caos sembrano essere regimi laico-nazionalisti dittatoriali (Saddam, Gheddafi, Assad, prima Mubarak e ora Al-Sisi in Egitto, la stessa laicità della Turchia è garantita dalle forze armate che non a caso Erdogan non ama). l’unico Paese dove la cosiddetta primavera araba non è degenerata è la Tunisia.
condivido queste considerazioni: aggiungerei alla lista dei leader arabi progressisti, ferocemente combattuti e quasi sempre abbattuti dall”Occidente, il piu` importante, Nasser, che l’occidente non riusci` ad abbattere, neppure con due guerre, quella di Suez del 1956 e quella del Sinai del 1967.
per non dire di Arafat.
ma non andrebbe dimenticato neppure dimenticato in Iran, per quanto il paese non sia arabo, il nazionalista progressista Mossadeq, abbattuto nel 1953 da un colpo di stato militare sostenuto dietro le quinte da USA e Inghilterra.
insomma, la vittoria degli integralisti e` stata voluta e costruita per decenni dall’Occidente, che da ultimo, con tre guerre, ha abbattuto o cercato di abbattere gli ultimi bastioni laici (per cosi` dire) rimasti: Hussein, Gheddafi e oggi Assad.
difficile trovare una visione strategica in questa linea d’azione, se non quella del saccheggio immediato del petrolio.
Concordo. Che l’occidente abbia commesso errori madornali è fuor di dubbio, col senno di poi possiamo dire che era meglio non sostenere la guerriglia afghana anti-sovietica solo per dare ai russi “il loro Vietnam”,,basta non cadere in semplificazioni del tipo “Gli Usa hanno creato Al Qaeda” che sono altrettanto sbagliate (non mi riferisco a te)
per non andare troppo d’amore e d’accordo… 😉 dico che non era soltanto senno di poi, non per tutti, almeno.
c’e` chi lo dice da decenni che l’Occidente sta facendo una politica demenziale verso il mondo arabo ed islamico in generale, a partire dalla follia del rimettere gli ebrei in Palestina (anche se questa responsabilita` va condivisa, per obiettivita` storica, anche con Stalin).
su israele non mi pronuncio, ho idea che saremmo in disaccordo
lo immagino.
eppure la ferita originaria, immedicabile, al mondo arabo e` stata la privazione di una parte strategica del loro territorio con l’imposizione di una immigrazione che appare loro la peggiore violenza dell’Occidente ed e` una ulteriore ferita che sanguina sempre.
in una prospettiva storica occorre pensare che gli ebrei debbano tornare in Europa: l’esperimento dello stato di Israele e` fallito e loro hanno sempre rifiutato la richiesta di uno stato plurietnico e laico in Palestina fino a farla fallire.
sarebbe stata la migliore smentita dell’integralismo islamista, ma l’integralismo sionista e` una causa di infezione permanente nella zona.
prego, di` pure la tua, adesso: provero` a non arrabbiarmi. 😉
sarebbe un discorso troppo lungo, mi limito a dire che nel 1919 Chaim Weizmann e il re dell’Iraq Faysal I (che durante la Grande Guerra era stato uno degli animatori principali della rivolta araba contro l’impero ottomano) firmarono un accordo sulla cooperazione arabo-ebraica in Palestina, in cui Faysal si impegnava a riconoscere anche la costruzione di un “focolaio nazionale ebraico” in Palestina, accordo caduto nel nulla in quanto tra gli arabi finì per prevalere la linea “oltranzista” che avea tra i suoi leader il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Husseni
siccome di questo ultimo personaggio mi sono occupato abbastanza di recente, ti propongo di dare un’occhiata al mio post, che potrebbe anche essere considerato una risposta un po` troppo preveggente al tuo commento 😉
https://bortocal.wordpress.com/2015/10/22/netanyhau-lodio-nella-politica-la-politica-dellodio-505/