due contraddizioni inesistenti di una nuova morale.

. . .

qualche persona, anche troppo intelligente, vede una contraddizione fra la mia affermazione che il bene e il male non sono valori assoluti e il fatto che poi per me, nella mia vita, esistono invece chiaramente e anzi agiscono come elemento di valutazione importante delle mie scelte.

dove sia questa contraddizione non riesco proprio a capirlo; sostengo che bene e male sono soltanto le definizioni che ciascuno di noi da` a quel che gli sembra vantaggioso per lui stesso in quel momento; quindi e` abbastanza chiaro che ognuno di noi ha ben chiaro il bene e il male dal suo punto di vista e neppure deve rinunciare ad usare queste categorie di giudizio.

quel che importa e` che non le consideri assolute, cioe` valide per tutti, e non cerchi di imporre i suoi personali concetti di bene e male ad altri.

questo e` particolarmente importante dirlo, a riguardo delle personi semplici o intellettualmente pigre che non si creano dei giudizi propri di bene e male, ma aderiscono a definizioni gia` date: questo conferisce loro la forza del numero, che, insieme al debole raziocinio, e` un forte impulso verso forme di fanatismo.

. . .

non considerare bene e male valori assoluti porta, nei casi di divergenza nei rapporti personali, non a tentativi di imposizione, ma a semplici separazioni, meglio se consensuali: e` una differenza fondamentale.

ma non e` che i concetti di bene e di male, se non sono piu` assoluti, cioe` universali, cessano di esistere: continuano la loro funzione, forse anche in modi ancora piu` efficaci, dopo che sono stati ricondotti da Dio a pura manifestazione dell’io.

. . .

una seconda contraddizione evidente nel mio pensiero consisterebbe nel fatto che io nego il libero arbitrio e il concetto di colpa; quindi individuo la necessita`, dopo un reato, non di una pena che colpisca i delitti come una forma di punizione, come dichiara il nome stesso di pena, ma di un percorso (se possibile) di rieducazione e trasformazione psicologica che cambi la forma mentis del colpevole e lo allontani dalla ripetizione del suo delitto; ma poi non rinuncio ad esprimere valutazioni sui comportamenti altrui che mi toccano negativamente.

io sostengo che occorre superare il risentimento per i torti subiti, come sentimento negatvo che non ha nulla di utile.

evidentemente, se dico di superare il risentimento, il risentimento stesso sussiste.

non siamo esseri filosofici, ma organismi viventi.

il risentimento per un torto subito, anche se diverso per intensita` a seconda del carattere, e` naturale e non si puo` eliminare: occorre superarlo, ma e` una cosa diversa, evidentemente, dal pensare di cancellarlo del tutto, presumendo di poter cancellare assieme anche la nostra stessa biologia.

. . .

evidentemente c’e` una connessione fra queste due presunte contraddizioni e vi e` una radice comune all’errore che crede di individuarle: il concetto di verita` assoluta si collega infatti strettamente al concetto di colpa e aiuta ad alimentare il risentimento per i torti subiti.

la cancellazione della verita` assoluta e la negazione del libero arbitrio, e dunque del concetto di colpa, aiutano invece ad attenuare le reazioni emotive ai torti che subiamo e contribuiscono alla costruzione di una vita piu` serena e pacificata, dove, sul piano delle relazioni personali, i disturbatori e gli offensori o semplicemente le persone che esprimono delle scelte di vita incompatibili per noi siano ignorati, mettendo la massima distanza possibile fra noi e loro.

insomma intendo dire una cosa forse ovvia per molti, ma non per la mia generazione: che occorre smetterla di voler cambiare il mondo o gli altri e piuttosto difendere con fermezza il perimetro del nostro io.

la serenita` di un nucleo ristretto, che sara` fatto soltanto da noi stessi ed eventualmente da quegli amici o persone care con i quali riusciremo a condividere davvero le scelte e i valori della nostra vita.

3 risposte a “due contraddizioni inesistenti di una nuova morale.

  1. Io non sono particolarmente intelligente e quindi domando.
    Di nuovo vorrei capire, non sei obbligato a rispondere .
    Cercare di capire è una mia esigenza ma non essere tua quella di concedermi di capire.
    Dici che non c’è bene o male assoluto.
    Quindi uccidere può in certi casi essere bene?
    Rubare in certi casi può essere lecito?
    Fare una carezza in certi casi può essere male?
    E aiutare una persona in difficoltà?
    Bene e male davvero si riducono esclusivamente ad una percezione personale?
    Quindi tanto per capire ancora meglio, se per Berlusconi (Renzi mi pare argomento troppo doloroso) percepisce come bene per sè stesso trastullarsi con Ruby rubacuori e le olgettine questo diventa bene?
    Se per un pedofilo è bene intrattenersi sessualmente con un minore chi la pensa in modo contrario deve astenersi dal dire che è sbagliato?
    Riguardo poi la pena per chi commette reati secondo te si dovrebbe riportare la persona a ragionare sulla sua vita e le sue scelte per poterlo riportare sulla retta via, questo percorso riguarderebbe anche l’uomo che ha sciolto nell’acido il figlio del suo nemico di cosca?
    Oppure prima di arrivare all’aiuto dovrebbe fare un percorso personale che lo porti a capire il dolore immenso causato ad altri, per diventare consapevole di aver bisogno di aiuto?

    Si può affermare che ci sono bene e male che si possono ritenere universali, cioè riconosciuti da tutti i popoli nel loro insieme?
    Riflettevo anche sul fatto che è stato assodato da alcuni studiosi che le parole mamma/papà si assomigliano in tutte le lingue del mondo, come a riconoscere un legame intimo e indissolubile tra madre/padre e figlio anche attraverso il linguaggio, come una ricerca di consonanza tra tutte le culture.
    Molti credono che la cultura dei popoli maturata nei millenni vada cancellata a favore di un presunto modernismo che sarebbe di per sè “migliore”.
    Ma forse si dimentica che l’uomo è sopravvissuto nei secoli grazie ad una individuazione di “regole” riconosciute, che ha sviluppato per proteggere sè stesso e la sua continuità, non come singolo ma come gruppo sociale.
    Ci sono un bene e un male, che si possono ritenere opinabili, il mangiare carne di maiale oppure uccidere una vacca, comportamento proprio di un popolo ma non di altri.

    Riguardo al fatto di non voler cambiare gli altri sono più che d’accordo, gli altri non si cambiano, semmai si percorre insieme la vita volendosi bene sapendo di poter contare uno sull’altro soprattutto quando le cose si fanno più difficili, perchè quando è facile ci riescono tutti.

  2. ricevo:

    Io non sono particolarmente intelligente e quindi domando.
    Di nuovo vorrei capire, non sei obbligato a rispondere .
    Cercare di capire è una mia esigenza ma non essere tua quella di concedermi di capire.

    ovviamente questa e` una molto cattolica bugia; lo scopo non e` di capire, ma di contestare.

    ma, intendiamoci bene, fino a che e` fatto in fome civili e coerenti, ci sta anche la critica, anzi ben venga.

    Dici che non c’è bene o male assoluto.
    Quindi uccidere può in certi casi essere bene?

    ovviamente si`; non parlo soltanto della legittima difesa e della guerra difensiva; moltissimi stati infliggono la pena di morte come forma di giustizia; l’omicidio degli eretici e` sempre stato considerato buono da parte della Chiesa; nei secoli piu` antichi le religioni richiedevano sacrifici umani e, secondo gli studiosi del testo, anche l’antica religione ebraia lo prevedeva, considerando che la storia di Abramo e Isacco come la conosciamo sembra una rettifica tarda di una versione piu` antica dove Isacco veniva effettivamente sacrificato per ordine di Dio; ma se Abramo non fosse vissuto in un ambinete dove l’uccisione dei primogeniti era normale, non avrebbe certo potuto attribuire a Dio l’ordine di uccidere suo figlio.

    questi sacrifici erano comunemente praticati nel mondo semitico, in particolare dai fenici; nell’America pre-colombiana i sacrifici umani erano rituali importanti e fino a non molto tempo fa in India si consideravo giusto bruciare viva la vedova sul rogo del cadavere del marito.

    quindi, si`, uccidere e` giusto in certe circostanze e in certi contesti culturali,

    Rubare in certi casi può essere lecito?

    ovviamente si`: ma lo prevede persino la legge con le sue attenuanti; non e` punibile chi ruba per fame.

    piuttosto che lasciarsi morire di fame personalmente considero il rubare in questo caso persino un dovere morale; e certamente, in mancanza di alternative, e` morale rubare per sfamare i figli, per esempio.

    Fare una carezza in certi casi può essere male?

    certo! e non staro` a fare esempi.

    E aiutare una persona in difficoltà?

    dipende: in alcuni casi, si`, potrebbe: occorre vedere il contesto.

    Bene e male davvero si riducono esclusivamente ad una percezione personale?

    no certamente; pero` il loro fondamento e` li`, anche se hanno una importante componente sociale.

    Quindi tanto per capire ancora meglio, se per Berlusconi (Renzi mi pare argomento troppo doloroso) percepisce come bene per sè stesso trastullarsi con Ruby rubacuori e le olgettine questo diventa bene?
    Se per un pedofilo è bene intrattenersi sessualmente con un minore chi la pensa in modo contrario deve astenersi dal dire che è sbagliato?

    la risposta e` implicita in quanto appena detto.

    e in nessun caso a nessuno puo` essere interdetto di dire quel che ritiene giusto o sbagliato dal punto di vista mmorale nei comportamenti.

    Riguardo poi la pena per chi commette reati secondo te si dovrebbe riportare la persona a ragionare sulla sua vita e le sue scelte per poterlo riportare sulla retta via, questo percorso riguarderebbe anche l’uomo che ha sciolto nell’acido il figlio del suo nemico di cosca?
    Oppure prima di arrivare all’aiuto dovrebbe fare un percorso personale che lo porti a capire il dolore immenso causato ad altri, per diventare consapevole di aver bisogno di aiuto?

    be`, qui io ho ripetuto soltanto quel che dice la nostra Costituzione: forse non sei d’accordo con la Costituzione?

    Si può affermare che ci sono bene e male che si possono ritenere universali, cioè riconosciuti da tutti i popoli nel loro insieme?

    a me pare proprio di no.

    Riflettevo anche sul fatto che è stato assodato da alcuni studiosi che le parole mamma/papà si assomigliano in tutte le lingue del mondo, come a riconoscere un legame intimo e indissolubile tra madre/padre e figlio anche attraverso il linguaggio, come una ricerca di consonanza tra tutte le culture.

    ahaha, scusa la risata, ma che cosa c’entra?

    Molti credono che la cultura dei popoli maturata nei millenni vada cancellata a favore di un presunto modernismo che sarebbe di per sè “migliore”.
    Ma forse si dimentica che l’uomo è sopravvissuto nei secoli grazie ad una individuazione di “regole” riconosciute, che ha sviluppato per proteggere sè stesso e la sua continuità, non come singolo ma come gruppo sociale.
    Ci sono un bene e un male, che si possono ritenere opinabili, il mangiare carne di maiale oppure uccidere una vacca, comportamento proprio di un popolo ma non di altri.

    be`, la condizione attuale dell’uomo e` assolutamente priva di precedenti e ripetere in questo contesto radicalmente nuovo le regole morali del passato puo` essere un errore catastrofico: vedi ad esempio il controllo delle nascite…

    Riguardo al fatto di non voler cambiare gli altri sono più che d’accordo, gli altri non si cambiano, semmai si percorre insieme la vita volendosi bene sapendo di poter contare uno sull’altro soprattutto quando le cose si fanno più difficili, perchè quando è facile ci riescono tutti.

  3. No davvero, adesso basta mettermi addosso un’etichetta per poter riaffermare te stesso.
    Parli in continuazione di libertà, quale libertà? La tua e solo quella?
    Perchè sostieni tu stesso che:**occorre smetterla di voler cambiare il mondo**
    Tutti sono liberi di fare ciò che gli pare meglio e occorre smetterla di voler cambiare il “mondo” inteso come entità esterna a se stessi, quindi, non capisco il tuo accanirti nel passato verso Berlusconi e oggi verso Renzi.
    Ad un certo punto per non rispondermi in modo diretto ti appelli alla costituzione, ma per potercisi appellare occorre riconoscerne in tutte le sue voci la validità e la conseguente accettazione. Ti domando tu l’accetti completamente senza eccezioni?
    Dici che ognuno è ciò che è, ed è sbagliato pretendere che sia qualcosa di diverso da ciò che è; ma riguardo a coloro che commettono reati occorrerebbe **rieducazione attraverso un percorso psicologico.**
    Dici: io nego il libero arbitrio
    Libero arbitrio definizione :ogni persona è libera di scegliere da sè gli scopi del proprio agire, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta è liberamente determinata.
    Poi ti spertichi nel post e nella tua risposta a ribadire l’esatto contrario.
    **la serenita` di un nucleo ristretto, che sara` fatto soltanto da noi stessi ed eventualmente da quegli amici o persone care con i quali riusciremo a condividere davvero le scelte e i valori della nostra vita.**
    Quindi la serenità deriva da libere scelte personali eventualmente condivise con altri
    Poi ovviamente sono io, perchè cattolica, che non capisco?
    Se davvero tu credessi in quel che dici smetteresti immediatamente qualsiasi critica verso chiunque.
    Credo che la cattolicità negativa che tanto critichi ti abbia contagiato, vivendoci tu stesso all’interno.
    Hai risposte per te stesso che consideri valide per tutti e pretendi che tutti le accettino esattamente come fanno i dogmi che tanto contesti.
    Nella mia vita ho sempre cercato di essere almeno coerente tra ciò che sostengo e ciò che vivo, pare poco ma fare anche solo questo non è stato facile.
    Ti facevo più acuto nel cercare di capire l’umano, forse mi sbagliavo.
    Hai dei preconcetti come tutti, esattamente come me, non ti “salvi” nemmeno tu….

Scrivi una risposta a lucia Cancella risposta