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c’e` un tale clamore di parole inutili, un tale moltiplicarsi di proclami di saggezza, di soluzioni spacciate come certe, un tale delirio di lingue confuse, ma nello stesso tempo arroganti, che la mente distoglie volentieri lo sguardo, e la notizia del giorno a me sembra un’altra.
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il cavallo che vive da mesi a 500 metri da casa mia sotto l’ultimo tornante, nel suo recinto leggermente elettrificato per impedirgli iniziative, e` fuggito.
manifestava gia` negli ultimi tempi tutto il suo disagio per l’essere rinchiuso, stazionando abitualmente con la testa fuori dal recinto, sulla strada, quanto gli era permesso di spingersi senza prendere la piccola scossa elettrica nascosta nei fili.
cosi` che chi arrivava guidando doveva passare con prudenza per la via stretta, per non fargli male, e chi ci arrivava a piedi non poteva risparmiarsi di fargli una carezza sul muso morbido e buono.
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mesi passati in compagnia di una grossa pecora lanosa e bislacca.
domenica Martin, il mio nipotino di tre anni quasi quattro, salito dalla citta` a trovare il nonno, aveva voluto portarci, guidato da me, il suo piccolo amico del cuore, Paul, che era venuto da Brescia con lui, per farlo partecipare alle carezze.
la pecora aveva dato subito manifestazioni evidenti di gelosia, invocando in apparenza la sua dose di coccole, ma poi, quando avevamo provato ad avvicinarci, era stata colta da un incontenibile terrore e si era messa a correre nel panico rischiando di strangolarsi con la corda che la teneva legata, piantata ad un piolo nel prato.
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ma ieri chi passava di nuovo lungo la strada poteva notare l’anomalia del recinto abbattuto per un paio di metri; e oggi non solo il varco non era stato riparato, ma dei due nessuna traccia.
neanche il tempo di dubitare che il cavallo potesse essere finito al macello, ed ecco i due alla svolta della strada.
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fuggiti assieme, ma non andati lontano, solo un centinaio di metri, ed ora come smarriti sul da farsi.
lui, il cavallo, ben fermo, impedendo il passaggio, e intanto controlla accuratamente la macchina fiutando dappertutto; anzi, infilerebbe anche la testa nel finestrino, per verificare l’interno, se non fosse ben chiuso.
lei in disparte, ma senza piu` segni di panico: l’insolita liberta` sembra averle dato piuttosto coraggio e ora manifesta tutta la dignita` di una pecora che non vive in un branco.
finiti i controlli antiterrorismo, il cavallo finalmente mi lascia passare.
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chissa`, mi domando io intanto, se e` una fuga d’amore la loro: sono perfino di specie diverse, ma la loro unione e` stata cementata da mesi di convivenza.
senza bisogno di scomodare nessuna sindrome di Stoccolma, dato che nessuno dei due era il/la carceriere/a dell’altra/o, niente rende cosi` intimamente fratelli come il condividere a lungo una prigione.
e certamente l’idea della fuga l’hanno maturata e condivisa assieme.
chi altro che il cavallo puo` avere spezzato a morsi la corda che legava la pecora?
ma, soprattutto, niente e` impossibile per l’amore…
ovviamente tu li hai traditi dicendo al padrone dove sono andati 🙂
ahha, no, ne ho parlato solo qui sul blog e per telefono a Sara che sta a Torino.
ma non credo che il padrone legga il mio blog… 🙂
Hai sostenuto la rivoluzione 🙂 . Speriamo che non abbiano fatto una brutta fine però…
effettivamente la strana coppia non era piu` in circolazione quando sono ripassato al ritorno un’ora dopo e non sembravano neppure rientrati nel recinto.
ma ti sapro` dire domani…
hanno fatto la migliore delle rivoluzioni, scegliendo la liberta` per se stessi… 🙂
si… Però se beccano il macellaio 200m più in là non è stata una gran scelta
🙂 mio caro, qui siamo molto lontani dalla civilta` e l’unico negozio in un raggio di 6-7 km e` un piccolo alimentari che porta il pane a domicilio…
non sono neppure sicuro che ci sia una macelleria nel primo paese del fondovalle.
e se quelli, in fondo alla strada, allo STOP, hanno svoltato a destra e presa la via delle montagne selvagge, non li ritrova piu` nessuno…
non so come se la cavano i cavalli in montagna. Di sicuro alla pecora non dispiace. Su dai… c’è speranza.
neppure io lo so bene, comunque erba ne trovano di certo, e anche in prigionia non è che avesse una stalla vera e propria, soltanto una tettoia e della paglia…
sulla pecora non ho dubbi, non risulta neppure che ci siano lupi in giro, al massimo cacciatori… 😉
Che bello!